q11estio11ario Nedd11 Ar•na. da Lentini (Siracusa): Non v'è pla90 di mondo, ove lotta e vita si porgono la destra allo scopo d'un ma9• 9ior sviluppo economico, morale, culturole d'un popolo, ove non sl diacuta di Proletariato e Bo~ghesi.:i. Evidentemente questi due grandi baluardi della convivenza soci;de, su cui poogia la porte più attiva delrumanitò:, <l0$1ituire}>. bero, secondo la concezione generale dei popoli, il principio eterno della diuoluzione. Infatti, a prima ~!sta parrebbe ìmpouibile ~::~!ar~ 't::/ :u:e:1;,~e~~-;1~; 0 ~~~ nella storia del pensiero, come eslrema latalill'.I. Ma l'aaeurdo più criminale, più sovversivo, più Cll1lifaseista, ò quello di ere• dere che nel tempo di Mun.:ilìnl, nel quale giochi verbali, sofismi e 1ill09ìaml sono stati sepol!i e per sempre da una rivoluzione Naz.ionale e Popolare, esislano individui che <n0no a:-:coro po:rlwo di anta9onismo lta proletariato o borghesia. Nei concetto la- :1cista, questi due elementi Inscindibili ven9ono con,ideroli piono-baso su CUi si assommano i più alti valori umani. Non si tratta, dunque di saldare due onolli in una catena omalgomolo di diverso metallo ma di roJton:ome il \09orio. ' Chi si sente bo:ghue lo vodo o _proclamare allo 1pe-c-chio e non inaou:i con le 1ue lro,i ermafrodite la coscienza di quell altra presunto formazione che sorebbe il proleloriata. Il popolo che lavora non discute di processi criminali, non ho nemmeno il tempo d: inventare il plutocra1ico disgusto della omogeneità, ma crede, obbedisce e combatte. E da questo popolo non 6 po.ssiblle slaccome uno parie per porla sugli altari dello divinità o lasciamo l'altro in prostrazione. Si trailo di innalzare un edilicio, un grande edificio: la Patria; l'Italia. Si dimenlioa spesso che le noelre trincee non furono ba9noto di sangue blù o celeste o verdone, ma di sangue. il sangue d! tutlo il popolo Italiano. In cui proletariato e borghese vis.soro I giorni turbin01i di quo-Ila olor!osa esistonzo. Si dimentico sposso che la Rivoluzione r0$C'Ìslo non fu voluto dalla borghesia o dal p,oletarioto ma do tullo il popolo italiano stretto e compollo agli ordini di un Uomo che avevo delinllo i colli delle mani un titolo di nobiltà. Abbasso, quindi, la borghesia inteso un privilegio sul proletoriaJo, abbasso il proletariato inie.so innoggialore di diritti maggiori •ullo borghesia. BorçhHio e Proletariato aontano una buono volto e per se-mpre l'orgoglio sacro di 9ridare fortemente o1 mondo ma con coscien-ia:: Noi s!.o:mo ilo:lio:n.il La dottrina della Razza ài baso au presupposti londamontali consolidati dallo scienza, dalla alorio, dallo liloaofio. Per rauo i!aliona noi intendiamo non un compie= di coralleriatiche somatiche o liloeofiche soltanto. n6 un complesso di sole caratteristiche spirituali. Por rauo itahona n'oi intendiamo lo realtà insopprimibile che vive nelle nostre vene e che Si lramando nei secoli nella vita di nuovo generoz:ioni; inlondiamo cioè l'unilò a:.oral@ e corporeo di un doto a99r99ato \:mano, il quale, concepito ad unità. assurge a Popolo. Oro se noj razziati abbiamo messo il popolo in relai.ione col dato dello ro:.:r.a (dato non materioli,lico, perchè noi concep1amo la materia come un dato sul ~uale lo spirito devo oi:,oraro) se noi abc.1amo concep.!o questa in relazione allo Stato tt que111to in relazione allo Nm:1one· so noi abbiamo al!ermato che il popolo ilo: hono è ponionihcato nei aecoli da un ideale che ha radici nella sua rana, dobbiamo nece~sar~amente ollermore che questo por:olo italiano ha Il suo sangue e i! auo spinto con le proprie inconfondibili corotteri- .stiche. Poichè il erodo degli italiani di tutti I tempi ib stato quello deÌ lavoro. della disciplina, del combatlimenlo, no: dobbiamo allermaro che non può, non dove esister• una mentalità osaolutam,ente borghoso 0 cs~lulamente poletaria. Se queste men- ;~h~~r:v.~~;' r::z~tel~~ii:~.n~:r1:~rl~~:~ t 1 prolelar. ~n senso o.ssoluto, ala i borghes, a. CGnto por cento, appartengono ad elementi di ~eneraziono della nostra Raua, che •i m!mot11-zano in quoi soli angoli che debbono e&:iere inesorabilmenle ripuliti. Non può esistere l'italiano borghese o quello prolotlario: concez.ioni estreme di mondi decaduti; osiate l'italiano che è combattente, lovc~otoro e credente. _Bo~ghesia e Proletariato, delìnili più obb1ett1vamente, concorrono in uno 11pirito non borghese o non eomunia1ico. olla costruz.ione del nostro Edilicio. In pieno rou:iamo bisogna dunque parlare di fasciali, e non di borghosl o proletari. Odiamo i primi intesi nel senso comune, destiniamo I secondi intesi nel senso bolgcovico. Noi armonizziamo le forze dello Nazione, fo.scialiccmenle intvse, nella superiore potenza e prestigio dello Patria. JAduUH-ool~ Il loscista universilorio, Gi~•ppe Martin.i. da Pontassieve (Firenze): Angeloni da Tientsln scrisse a Voi ed indlrottomonte a me, rimproverandomi. in ultimo analisi, certe parole rlie io Vi a.e-rissi qualche tempo la e che Voi pubblicaste nel n. 3 do! S dicembre 1939. Angeloni ml rimprovera e mi dice uhroborohese. lo gli devo chiarimenti so le mie parole hanno potuto come sembra, eHere travi.alo; mo soprattutto voglio aapet9li dir- che un r. U. non è un-borghese, che lo non sono un borghese. chè non è del borghese il credo del aacrilicio e dolio lolla, non 6 del borgheu veslire la diviso che vestiamo oggi noi oiovan-i o l'accogli\rlo con l'entusiasmo ed il giuramento inlimo e tacito che abbiamo proferito noi. Tullo m1 Si potevo dire delle mie parole, ma che son fruite, di una mente borghese, questo noi porch6 ao ranimo con cui le ho pensate e scritte, porchè so sopro11u110 . d1 non esaere borghese. Questo ed altro dovo dire ad Angeloni. perchè sappia che in Italia o0'9i la gioventù, o la 9ioventù stud:oso. che dello s1udio ho fatto lo sua fatica e aon il au~ Ffr,ilegio, lavoro coscien:tloaamonto per essere degne dell'eredità glorioso dei padri pu poter servire, dico servire, la Patrio. Questo o me non sembra borghese. Angeloni dice che il popolo italiano ha giò cap:to il concetto di ro:.:r.a. Credi, coro Angelcni? Sapeui tu quante nego.z.ionì .sorgono, perché noi difendiamo la nostra rana òo ogni nefasta inliltra:r.iono di elomenti a noi estranei sotto lutti I ri,pelli, quanti scrollomenli di copo e quanti risolini scettici hanno aeçuilo molte volto le mio parole! Molti, moltissimi, troppi oggi, non sonno non vogliono. comprendere i princip!i cho informano il movimento della difeso ~Ila razza. Ci sono i traviali ed o questi dobbiamo rivolgerci, non trascurarli - chè aorebbe errore lmpordonabllo - pensando cho ormai queste cose sj sonno, ma dire che si é popolo, che s! è sempro alati popolo iloiiano: questi traviati sono come le paludi che esalano mofis:ni e malaria. Il popolo bisogno sempre s09uirlo, perchè ollrimonli muore; si torma coll'educo• ziono, con la nu1rizione di quei sentimenti che accomunano Italiano ad Italiano, di ciò che é sangue di entrombi, che li muove ad unirsi, e resistere insieme. a dilendorsi reciprocamente, o queoli om di eroismo, che tu, A:igoloni, mi dici, pensando !orse che k li dìmentichi, li misconosco o addirittura r.cn li conosca affa1to. E' per questo nostra coscienz:a dol lavoro che Ci aspetta o eh~ vogliamo olfrontaro decisi al succ.aso, per ques10 spirito che inlorma la n0$lro umile, silenzioso oporo, che noi ragazz:i, corno tu dici, sentiamo di non meritarci il nome di borghesi, sentiamo di doverti dire che non lo siamo, noi che a sei anni eravamo liori della Camicia Nera, ad elio del m&:chetto, dopo aver o,peuato con tanta ansia quel giorno, ed a dodiei. anni pensavamo di dover fare grande l'Holia, e richiamare con noi, nello nostra terra, tutti i lratelli IJXIrSi nel mondo a fecondare lo terra de<Jli altri. Abbiamo la coscier.z:a di quello che diciamo e pos1iamo e dobbiamo lare: e lavoriamo al di 16 delle polemiche - poche volte feconde - lavoriamo - come loru An9oloni non .so o non crede - per poter essere degni della razza dassic:a - e non borghese di Roma. Vorrei che Anoelonl vedes .. e sentisse nelle mie righe quello che c'6, senza lermarsl olio parole, se non riescono a rondere il pensioro. So io dioo agli studenti di scendere fra gli operai e fra il popolo, non è perchè abbia poeto in basso gli opeTOi e il po- - polo - per91.De, poi, li popolo aio.mo tutti, i.ctruilj o no, ricchi e poYeri, aludiosi e la- \'Oratori, al di I~ di ogni dillinzione - 'ma perché 911 •tud•~li si sono separati, troppo 43
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==