rH,mi con'N: una entità miJl.ia. che corri- ,pondc UJ.ttamcnt~ alb nozione t:flcnia di 1)11 fàl1d1, vale a dite del e destino » JXnoni6ato delle città : e questo, a sua ,·oha, ci riporta all'idea ati.ana gii indicata di una influenza dall'alto che è ani1na, foru di ~inio e destino di una rana. Come conccnttuione irttetUiva della sc.css.a nonont:, nel periodo imperiale si \tnnt:, pttaltro, all"ido «Ila fori•"" ,-r. gu, che è un es.atto equivalente dt:fla e gloria » ariana cd era simbolizzab da una statuttta, che i USlri tcnt"Yaoo pttsso di loro e che trumettevano ritualmente a.i loro SUc«SSOri. Che si 1mta.ssc, qui, di nozione affatto <'Orrispoodcnte all"aruicruuima tr1dii.ionc ana, appare chiaro da ,·ari lati ddJ'idca imperiale romana. Ad esempio, due titoli della regalità romanaerano quelli di f,lix ti m11iC111s: e invitto• ~ all"idca di una foru invincibile, ed è titolo arctt~mente collegito a f,lix, pcrchè f,lix signific-na e felice • non nel senso di uomo beato e contento, nu nel senso di uomo, 1c: cui imprese sono e ft:fici •• vale: a ditt coronate di SUCCt:$$0. Quando si hanno, per r antica idea regale romana, testimor.iJ.JUe, comt quella csprcm dalle parole: e L"autoriti legittima è conferita non dall'eredità o da un voto del senato, ma dagli dei, e si manifc:stJ. c.oo la vittoc-U.• (cfr. Finnico M.at., M,,thts., IV, 17, 10; Mamtrtino, P,m,,. Max., 10-11) è evidente la perfetta corrispondcnu con la gil esposta tradizione irano-aria dt:fla e gloria • o l,,.wr,,,6. Ed essa si riflette anche nei simboli cstttiori: un fuoco inestinguibile bruciava nd palauo dei Cesari cd cn. portato nelle ettimonie uf6ciali, allo SCCS50 modo <ht: un fuoco neva in proprio ogni esercito romano, tempre nel senso di una prcsenu sovrannaturale. La corona radiata portm. dagli Jmpttatori, nd suo riferirsi ad una s~ di nimbo simile a quello del sole, rirmnda di nuovo alJa con,paa. i.ione opttata da un fuoco celeste, risiedente od Capo. Un'altra. dÌ$tinta. apparitiooe romana delle tn.di:tioni in parola si ha nel culto della V i<J<>rù,, e soprattutto della Virioria C111uris. Net precedente articolo abbiamo gi1 rilevato il culto che si pr$ava al e 8ffiiO • dd sovnno, ,,,,;,,, Jwi"rifis o ,:mi111 ,11.n11.,.is, con allusione a.ll'elcmcoto dh-ino prcscote in 1J.ft aspetto del domin.atorie visibile. A poco a poco in questo culto riprtse vita la noi.ione dì una fona mistica di vittoria. Un CSffl1pt0 si ha con rift:riroeoto a Giulio Ccsuie. La pt:rsoni6- Slcrtua di .. Venere 0.-.trlce .. (Roma, Mucnione ddl"origine mis.tica e ddl'anirm aeo Nozionale <Mli• Terme) 38 della stirpe giulia - V ,ma 1mi1,ix - si confuse con quclb di una foru mùtica di vittoria - V ,n,JJ ,ùt,ix - e siccome si conce-piva che gli esponenti più illustri di una stirpe pa.ssasSt:ro all"immonalità nel far tutt'uno col e gmio » di quota stirpe, così, di Il dal Cesue morto, si celebrò e vmerò il CC'$arie quale « \'incitore perenne•• che evidentemente, era solo un di,'tt'SO DOme per alludere all'influenu sovDOnaturaJe di e gloria • e di e vittoria » che, riprendendo l'antichissima tradii.ione ariana, Roma rift:ri a.Ila suprema autorità dei suoi Capi. E' intcrcs.sante rile·varieche proprio questa tradizione, ne-Ila forma di culto alla ,·ittoria, fu !"ultima a mistere, a Roma, contro la nuova at:dt:n:u. Dopo Ja batuglia di Azio, Augusto l\'t:Va fatto (>O'riesul. l'altare diel Senato una statua della Vi,10ri.i: ed cra u,o che ogni s,eoatott', prima. di p,iende:rie il suo posto, si avvicinasse a quell"altarc per brucian·i un gr.mo d"incmso. Questo mistico ente sembrava quui presiie. dc-rc a.Ile de:Libcruioni dd Senato: ~ rife1iendosi a tale Vitforia che, a.ll"aV'tfflto di un nuovo principe, si prestava il giurJmcnto di fedeltà e che si facevano anchti voti solenni per la salute dell'imperatore e pcr la prosperità ddl'impcro ogni anno. al } gennaio. En, insomma, il punto supremo di riferimento dd lieali.smo romano cosl come ddla ferma credenza del Romano, che foru truecndcnti avast:to fatt .. la grandcua di Roma, le avCSS(ro propiziai• la vittoria, stessero ad assicurarne il suo diritto e la sua «limita. Questo culto, tipiamieotc tndizion.a.le e, come si è visto, riprendente temi tipici dell'antica spiritua.liti tria, fu oggetto di un'aspra locu., per~ gli stessi imperatori cristianizzati ooo osarono abrogarlo. Nella po&cmica che, net•riguardo, si ac-:nc-, Simmaco non mancò di rilevate, che in ciò viveva e sopravviveva il cuore della tradi- :riont: romana ed il culto, che pcr s«oli •vcva sostenuto la fortuna di Roma. E' cosa assai singolare che, a controbattere tali atgomenti e a oonscguirc i suoi scopi,. il cristianesimo impugnò nè più nè meno CM la teoria del progresso. Ecco le tcstt1ali espressioni di S. Ambrogio: e Non è forse ,·ero e.be col tunpo tutto si pcrfaiona? Il mondo, dopo aver errato cosl a lungo, non ha forse cambiato strada tanto da raggiungere, la maturi ti e la perfezione? ». lovoata dalla Oucsa a suo profitto contro il tndii.iooalismo diell'antica romaniti, questa Nri proprio la teoria che, molti secoli più tardi, il libtnlismo, il rai.iooa.lismo e il modernismo impugnennno con1ro Ja
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