36 h1·drenl>, 2 sua volt.a, non :scende che su person; di stirpe e discendenz:i. regale: v.ale a dire che esso richiede I.a condizione del s.angue. Il hvarm6, inoltre, può .abbandonue il dominatore, quando questi si renda indegno rispetto alle norme lnsali dello spirito ario, come p. es. a quella della verità. Onde la tradizione riferisce che il h1·arm6 .abbandonò il re Yima, nel punto in cui egli mentì ( YaJhl, XIX, 34) - non .si dimentichi, che per l'antica etica aria è tipico l'orrore per la menzogna e 11 fai. sità, fino al punto da concepire che l'uccidere non è una colpa così gra,·e, come il mentire. L'attaccamento alla vita, l'adesione all'istintività animale sono altri elementi, che precludono dal possesso della « gloria » ( Ya1h1, XIX, 48, sgg.). li Po· tere di questo « fuoco » ha vari .aspetti: è forza di vittoria, così come è forza distruggitrice, travolgente (« la tremend" gloria regale » è una espressione dei testi, ìbid .. XIX, 9) nel suo dare il senso diretto di qualcosa di trascenden1c e come tale di irresistibile: in pari tempo esso è • forza di illuminazione intellettuale, è principio di sapienza. Se b «gloria», nella sua forma, diciamo così, intensiva risiede nei capi, in modo ditfoso compenetra però tutta la rana aria, è di pertinenza a tutte I(' nazioni ariane, « nate e non nate » ()',uhi, XIX. ,6) e, come si è accennato, impregna la stessa terra da esse occupala <0me un'influenza misiici non pri,·a di rel.1z1onecon la stessa fertilità naturale. Oe- ,<.-siin htti ricordarsi che, neJl·antica concezione ariana, la coltura del suolo fu concepita come un episodio della lotta dell'umanità aria, milizia del Dio di Luce Ahura Mazda, contro le forze oscure e ostili dell'anti-dio, contro le fon:e « arimaniche » trincerate nella terra. Suprema manifestazione avri la « gloria celeste» al momento della ,,enuta di <;aoçyant, l'in. viato dall'alto che condurrà a termine la lotta metafisici già accennata e stabilirà sulla terra il regno della giustizia. Non occorre rilevare che la concezione ebraica del Messia non è che una adatt.1zione di 9uest:a antica e precedente fede delrumanità aria, di carattere assai più eroico che semplicemente «religioso». Nel periodo alessandrino questa concezione del fuoco misiico non scio si man. !enne, ma ebbe particolari formulazioni. Come dispensiere del hflarenO, che di la vittoria, fu considerato simbolicamente il « sole: in"incibile » u;/ invir/111. a sua ,,oJta messo in relazione con Mithura, il dio di una iniziazione la quale ebbe diffusione, sopr:ututto, per via del suo particolare spi-
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