che è passionalità, istinto, desiderio. L'al- - tra nascita di Agni è celeste e (a s1 che esso possa apparire come una fiamma che "icn dall'alto, come un ente, che trac dal Sole la propria origine. La tradizione ellenica conosce lo stesso insegnamento ~ua forma della duplicità del Cuoco « td..lurico », riferito a Vulcano, e di quello « uranico» o celeste - //11111,na on 11,e,,s - riferito appunto alle nature sideree, agli enti di luce e, in particolare, ad Apollo. Il simbolo di questa seconda fiamma è il punto di COO\'crgenu di un insieme di significati eroici e spirituali di particolare pertinenza dello spirito ariano. U do"e il primo Agni ha caratteri demoniaci, distruttori, inferi, sì che esso è anche in relazione col regno delle serpi, il secondo ha caratteri vitali, di\'ini, luminosi e illuminanti e reca il titolo di /amohan, ci~ di « distruttore della tenebra», in tutti i sensi, materiali e spirituali, di tale csprnsiooe. Un rapido es,'lme della tradizione irano- :1.ria ci fornirà interessanti tcstimonia.·u:e. Come ogni antica società indogt-rmania., quella creata dai conquistatori ariani della Jntica Persia er;a ripartita in caste. Ad ogni casta corrispondc,·a, dì nuo,·o, un « fuoco », simbolo della sua legge e del potere mistico. ma 1n pari tempo stretta.mente connesso al sang~, che le era proprio. Nella sua forma più alta, qutsl:a fotma mistica simbolicamente ignea era concepita come «gloria,.. L"antico termine madzCO ht'.trw6, cui corrispondono le espressioni ario-persiane più recenti qorra e /arr o /arr- ; J:ayini designa appunto un fuoco simbolico, che anzitutto è posseduto dalle entità celesti, poi dalle terre ariane, in teno luogo dai re e dai dominatori, adombrando infine la casta S3cerdotalc. Interessante è la sue1ta relazione, che !"antica umanità ariana pen. U.\'a esistere fra questo « fuoco,. celeste e la misteriosa qualità dei dominatori. In una tale « gloria » si riconosceva non solo il principio di ogni \'ittoria, ma della stessa Sllprerna autorità e legittimità. Il domina. tore ario, « re de-i re,., dava testimonianza del SllO diritto col successo delle sue imprese e con la sua vittoria, la quale, peraJtro, a sua YOlta, era la testimonianza di una influenza di,•ina, del fatto, che in qucll"essere risiedeva realmente la « gloria •• il h1,'aren6. Ci trovi1IDO dunque di fronte ad una forma particolare e caratteristica dcll"idea della regalità sacra. Interessante è anche la correlazione stabilita da tali civiltà fra la ruza regale del sangue, questa consacrwone attr.iverso la « gloria » e l'etica aria. Se chi non possiede il hl)au,,Q non è veramente re, il
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