La Difesa della Razza - anno III - n. 14 - 20 maggio 1940

Il giuramento di Pontida (Quadro di Amos Cassiolì, nel palauo comunale di Siena) § J'Otrcbbe dirr: ma la divisione della storia in dà staccatt-, e perciò anche il mcJiocvo, quale fu pensato dagli illuministi, hanno perduto, non Ja oggi, il loro credito. La storia è come un fiume: non s·m1errompc, nè cessa mai, neppure un momento di scorrere. Questa i:. l'opinione succeduta, non da ora, a quella degli illuministi. E', mmc lutti s.1.nno,l'opinione vigente: divulgata 1al punto che, gius:10 ;i pro(X>Sitodel mediOC\'O,non c'è Jibro di scuola in cui non se ne parli. Infatti, se ne p;trla: s~lo che non sta qui il nocciolo della <jucstione. Non si tratta di continuità o di non continuità: si tntta, solo. di uscire da queste astrazioni: di qualunque natura e di qu.,lun<juc provenienza siano. Si tratta, solo di guardare i fatti. Tanto 11sistema dell'oscurità e delle 1enebre, quanto faltro del fiume che scorre, hanno il torto, per prima cos:i, di deformarli; anzi. addirittura di ignorarli. Ciò che contengono, non sono che immaginazioni: cioè i fatti come sarebbero se il mondo fosse come è dn:to nell'uno oppure nell'altro sistema. O, se gli inventori Ji questi avessero creato il mondo. Sacebbc la sola condizione per mi ciò che si pensa debba nC("essariamentecorrispondere a ciò dlc si ,·cdc. Ora, nella storia, ciò che si vede non è nè la rigida e statiC3 geometria degli illuministi, nè il vacuo cd inronsistentc divenire dei romantici. Si vedono, invece, e sono tangibili, le opere: fatte dai popoli, faue dagli individui: di <.'SSC, soltanto, i:' possibile parlare. Le eti, le idee-, i periodi, le civiltà, considerati come enti e dis1inti dalle opere, così come da popoli che ne furono autori, non sono, in realtà, materie di storia. Perciò niente contr1pposizioni generiche, come per esempio quelle cui da un gran pezzo siamo stati abituati, tra Ci\'iltà antica e ci,•iltà medioevale, civiltà medioevale e civiltà moderna, termini che, importati dall'estero e soprattutto dalla Francia, sono scniti a confonderci le idee. Fino a quakhc s-ecolo fa i nostri dicevano: i Greci e i Romani, per dire ci\•ihà antica; il Papa e l'Impcratou:, oppure Firenze e Venezia per di;e civiltà medioe- ,,ale e moderna. E di«vano benissimo: perchè si riferivano ai popoli (od alle loro istituzioni) non alle civiltà, come cnJ.i astratti e staccati da essi. I nostri pensavano: sono i popoli che creano le civiltà. Si poò dunque solo parlare delle azioni, dei contrasti, del succedersi dei popoli; e delle civiltà, in conseguenza di 4.0

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