La Difesa della Razza - anno III - n. 14 - 20 maggio 1940

tinuwk!nte i,11:vmrc fo dfrinili.i del juoco ,Jomesliro e pe1154.,re, che i loro riti fow!rO eflimci. E' Jucile. qui. pronunciare giudi:i 11ega1i1:i e formule stc.•rt'Qtipe. come quel/ci di e pe,lileùimo >; è dijjicile chiarire cii, di cui. nel m-<.mdor,11tico. " wlc rigtwrdu .si traltava •. perchè il se11sodell'antic11 r,,Jigio11c è atlll«to. i11se• coli ,ii c<>ntingih1:a.qu«si U1lemr,/1'11Jp~nduto. Ci limiliamu 111l act:t!1uwre a due pu11ti. A giuslifietue /"a111icoculw ge11tili:.W-ra:.:.iale ario e roma110 d è ur,::ilut.to u,ro, \'l"duta gerarch1ca. /11 un esercito. 11011 ci si riwlgc dirdtomer,le al capo .supremo. bcusì alla gcmrchlll ,la cui lmmedùllame11te si dipende, unche per il fallo du• t'UU. o p.l,'. t>le,m·11tifld ,:Jsa più l'idni-. pon-0110 metlne i,1 orcli11c la COJa. senza bi.sogno di. risalire più in alto. Del pari. l"llmmcltere u11 Pio u11h'f!rMdenon è UJUJ. ragione per esdu<l1•reogni i111er111etlit.irio 1• pn co,ulanrwre un rijerimento alle f<Jr:.rmi.stù:lic particolari. che ad unti gc11le o razza so110più vicine t' sor,o co,wesse in u1111 unit(i coricret<idi destino e di 1,)u,. Cels<>eooclicrà proprio tar• ,;omentc gerarchico co11tro l'accu,$(,Idi politei.sm<>mo:,su ,i<iicri- :1ti«11ir, iler.vutdo, per am,fogia. che chi 1Jibu1a obbe,lien::a ad um, ,,u1.ori1i,.dcle5ata ul. governo di 1uu1 data provù1cia. la tribut<1 ,'m• plici1-<1me11le a/. governo centro/e, mentre chJ 11reiemle rii:olgersi .-ollarito e ,iirellame,ite ad es.so. ollre a,l esser imper1ine11te. pu.iì, ;,, '-"'"creto. agire in modo muuchico. E clfe la romanili,. olue m c.·1,f:iparticolari genlili=i. riconoscesse anc/1e culti più ge11e• n:li. r,aralleli all'universalità a cui ki città eterna gradllUmu:11te si elevova. l ben noto e risulta anche sul piano di enlità. come gli stessi lari. o « genii >, perchè si ebbe anche una conce=U;me nuzionale dei lari, p. es., là ,love si tributò un culu, ui lare:!' mi♦ litar~. od parlò dei lares publici. o ci si rijerì alla forza mistica della stirpe imperiale, ai e semi-dei che lmn jondaw la ciuà e stabililo l'impero uniiiersal~ >, o si introdusse l'idea di e genio o dtmoM unit:-ersale >. In seco,lllo luogo. l'uonw antko, lradi::io,wle, 1t011ridu«va ìi culto ud una semplice disposi:.ione sc,11imentale e per lui il riu, ,wn era urw vuol.a cerinwnia. A che il rapporto fra il, mondo ,unano e quello divino fosse reok ed ejjicace, egli pen.savo che t>Si,teuero delle precise condizioni. U11a di queste. era proprio la ra:::a e il sangue. Anche senza 1JOlu eri/rare nel campo comples!O dei preJupp<>Jtimewjisid de$ culro. appare evide11le cli~ la /orw, alla quo.k il singolo pensai/O di dover la r.·ila, che egli supponer.-o «presente> nel su.Qstesso corpo ma alla quak egli ultribuiva già corali.eri_super individuali e superno.turaJUtici, 1,,e• ni.Jse concepii.a come il tra,n.i,J,epiù. direUo e più positit-'O per riJOlire a ciò che ulla vita è superiore. l...ara:.::a, come razza dello .spiril.o, era pe!_CÌÒ wi nllore reli«io!;o. conumeva un sacramento, era ad,ombrata da una « magia>, e ciò per co™idera::ioni, .n deve ben ,}conoscerlo, a lcro nwd.o po$ilive e realiJtiche. Il giuramento Jut genius 11ell'antichità romnno Jt Jaceoo lOc• oondosi il ceJ1lro della fronte, e il culto del genius stesso non era prit-YJ di relazione con q~llo della Fides, personi/kaz_ione della virtù, essen::iulme,ite ari.a e virile. della Jedeltà e della lealtà (c/r. Servic, [d., YI, 3, Aen., lii, 607). Il dell.agli-0 re«I• tivo al geJto del giurani.emo i:, per ogni competente, aJsai interessante. perchè riporta il genius e le entità a4 esse ajjirii al mens, al principio in,tel.l.euuale e virile della vita. guarchicor,ienU soproordinato sia all'anima clie alle fon:.e pura11i-en1.<corporu: 110npuii enu un. ca.so che il luogo Clttribuito dalla iradizi.one romana al mens - il centro della J ,on.te - sia qui!llo che nella tradi'.=ione indo--arla viene sert:.'altro auegruuo allo /orza di e virilità uwce11dente > e al cosiddetto • cenlro del CO• mando> - ijna-cakra. Già·con ciQ si allonlana il sospeU<>,che nel culio JamUiare romano, se non. proprio di personificozio11i su.persti.iose. si tral.lJuse di una speci.t di « toumisnw >. il totem essendo foscura enwà d~1 san.gru di una tribù di selvaggi. appaN!nlal4 alle /orze del regno animale. Vediamo invece ch-t il mondo amico romano daw agli dei della razza e del gruppo Ja.- ,nlliare dei trotù e/Jettivan,enit sovra,n,nolu.rali, fu. menu, mens 0 noUS -yi,Vs essendo concepito rw!lfantichitii mediterrant:a appU11lO oo,ri.e il principiio sovranrnHu.ro.l.ee «solare> dell'uomo. 10 C,•rto 11011 si 1foi:e generali::~1rc e pc11sore, cl,c di que.slu si trai• lt1sse i11 ogni e<1w. I.e trmli=ioni riCQmprese 1lulfa11tico 11w11do rom.<1110 so110più. varie e compleJse di q11cl che fi,,ou, .si si« SU/J• posw. Come ettiic:amc11t,·,così 1111chespi.ritualme11te illjluc11::e 1/i. 11erse si i11co11tmru1w 11dfo H.011utpiù 1mtico. Alcune sì riferi- -~co110efjeuin1mcnte a }orme inferiori di culto - i11/niori u Jx·r apportl'nert> ad u11substml.O etnico' 11011•aria,10.ori:eru per r«J'· prcse11tare forme i11rnlutii:e e matertllli:.zate ,li culti <usai più, llnticl,i. ,li origine 11rùmu i• più por1ù:oforme111r utlttritico•O<."Ci· de,,ude. Ciò mle 1111che pn il c11lto n:latii:-o (dle jor:.e mistiche dt·l sa11guc, della ru:.=ae della Jumiglia. cfu.· in 11/cuni casi ,. i11 alc:un,• jaJi lw lrllUÌ. 1/iclllmo c0sì. « cn·pu.1colari >. con spt'citilc ,,'gu11rdo II utt luru a.spello e cwnico >. e inferu >. pred<Jmùw11tc rispelW tt quello ù110,wto i1u•ece, 11i simbt,ii ct'lcsti t' .s111,erter• re11i.No11 Ji puù t111t~1t:irao11le$lart>che 11elmagt,iur 1111mcroilei ctisi la pi.ù (IIUt 1mdi=io11e /11 pre.se11/t' 11 H.<>11w t> che 11ef .~uo s1•iluppo H.011wseppe « retti/i<XUt' » e p11rijic11rc i11mi.sum lul t'11ltro che trascurabile le trnJi:1b11i ,liiws,· che essa si era Ire>· wto II c<>1r1prell(lne.Così di t·o11tro ui mili i quali. uel riferire il culto dei lari 11d A,x'(l. l.<m•1i1ÌIJ ul rt- plebeo Seni.o Tullio ,, r ,ilfeleme,,to s11binu rima,ul<irw ad u1t uspelto irijniore. t1bbi(,• mo gli elementi e noici > <lei culto dei lari c dei pc11(1Ji. e tali elcme111.i<'-"umono sempre più rilJet'O 11cll"llv1Jicillursiall'epoca dell'impero. Si vu<Jle che lo Messo u,rmi11e ((Iure> 11t·11,;" ,l«l• fetrusc<> lar. poroù, che t•uol. dire e11po o principe, epperò che fosse riferito a capi e rluci. c<>rm• l'orsemw e Tolun111io. U,111 tr<uli::io11edijjusisJÙna /m gli ,wtichi, per la quale basterà ri• cor<lare Vurrone (ling lai .. IX, 38, 61) identifica i lari agli e: eroi». 11el se11so greco Ji semi-dei-. ,li uomi11i che han lras~sa la natura e sòno Jtati fatti porleci.pi della. i.itdistruggibiliti.i degli Olimpici., cosa che rtnde esalta, nwlgroJo la sua ge11erali=::a• :iflne, l'idea. del Mommsen, per il quale og11i gens avrebbe ai·uto ur4 suo e er~ >, principio della slirpe che si ire11erat1a ppu.nto 11ello perso11a del lar familiaris. Con ciò vi.ene. in rlliew il. laJo wvrawwlurule e e regale » dell"u.ntico cult<>ddlt }orze mi.stiche del J(l11gue. Nè questo è tUl.lO. O~ un. faro. le epigraji ju,wrarie ci res1imo11Ul110la fe<lc romana, che 11el/,are steue il principio della ilnmortalilà per lo sua disce11den::a: molte epi&ruf;, in cui 1wn s~ rijleue la possi,. bililà nega1ivo, «tellurica>, del !)OSl•mortem, q,ulla di wu, specie di wpraVtJiVt>nz.aspenta e. nouur11a ia un mo,«Jo in/ero, nw si u/Jermu l'idea più. alta. cl1e la m.orte è il principio di uno superiore esiJten=a, m.etto110 appu11l0 in rela:.ione il morro, a cui eJse. soiio indica.le. col <lare> o l'« eroe> delta. sua gente . Dall',,ltro laUJ, crome già Ji è accemwlo, la romani«ì. seppe universali::::are la notìone del lare, estendendola alla forza ce11lrale dominatrice della. ronuuii.tà. Noi lr<>vianw perciò delle inscri• =ioni dedicate al. lar victor, al lar martis et pacis e injine ai lare! Augusti. Si i già in un àmbilo, in cu.i non si. lralta più ,letla ra:.::acome gens e nucleo fanN,liare, 11W CQme slir pe e cO· mu11ilà politico. Anche dietro allq, ra::.a cosi co11cepita /ù prc• sentiUJ, U/la forza divit111,u11a enlilà mi.slicu. 001111essa i de.sti11i di iuuru. di vil.wria. e di. pace lrìonfalc - lu victor. lar martis et pacis - e connessa, lnji11e, al «genio>, al prfocipio gene• rulort>dei dominotori, dei. Cesari, al lar Augusti. Con ciò .sorenuno pori.ali p traUare un t1rgomento già tfiverso. che è la concc.:Wne ariana della e Jortuna • e del « deJtù.o > ..dei copi. delle ciuà e delle nazioni. Su di cii.,, Cl propo,tianw tli dire nel prossimo articolo. Per ora, crediamo di aver mess<> suj/.icicn.tem.e11te in luce il signijiooto delle Jigurazion.J mitiche e dei culti propri alle antiche stirpi ronwme. ove. inequ.ivocabil. menit vis.se la OOM:knza dd sa~u~ e della razza e doi,-e la reli• giosiw non Ju un }aJ.lore di evasione e di u,Uversali.smo, ma CO· stiw.l il c,:1nento più saldo delle unità di geni.e e di Jtir~. Il mi• stero de/. .songu.e Ju un,'idea.cenlra/4_ delCanlioo spiritualità roma11a e tr(JJcurarlo significa condanJU1rJi adi una compren.sione Juperficiale e e: projana > degU aspetti pi.ù wngi'bilì, noti e cele• brati del dirjtw, del costume e delfetica della società antico. J. EVOLA

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