g1un11m un fcnno sentimento di dilr.dcnza <: a,·vcrsionc per francesi. Così al filosofo Tommaso C.m1panclb, che li qualifica « li- ~cnziosi e Indiscreti », mc.1.pacidi fondar signoria, « perchè tra- ..corrono nel· più sfrrnato arbitrio e tr.1.ttano i soggetti or troppo ,rudelmente or troppo licenziosamente, e invece di curare i difetti ahrui insegnano i propri»; fa eco lo .scienziato Lorenro Mag.1.lotti,il quale raccomanda di usare con essi il metodo della forza, l'unico con cui si possa aver ragione della loro iattanza ,.- della loro prepo~za. Al politico Traiano Boccalini, che mctte in guardia i connazionali contro la non disinteressata protezione dei francesi « per natura furiosi. impertinenti e 50. pu ogni umana ,·rcatura bizzarri, ingrati, e non meno capitali nemici degli Italiani »; 1iene bordone i.I poe1a Alessandro Tassoni, il qu.alc :1.ltamente ammonisce di non prestar fede alle proHerte di amicizia dei Galli percbè « il bottino, gli stupri, i sacrilegi, le rapine, sempre sono s1,ui i fondamenti delle guerre toro in Italia». Alle floride sfrofe pindariche librate da Gabriello Chiabrera a celebrare \'Ìtlorie sabaude italiche contro i francesi, fanno riscontro le pagine colorite e vi"aci COn le quali G. B. Marino dipinge lo sconcertante spettacolo offerto. .li suoi occhi dalla società parigina, con le « sue ripugnanze, le sue sproporzioni, i suoi costumi bizzarri, le furie terribili, le mutazioni continue, le guerre ci\•ili perpetue, i disordini senzJ. regola, gli estremi senu mezzo, gli scompigli, i garbugli, i disconcerti e le confusioni». L'impostura, che attribuisce all'illuminismo francese di aver ris,·egliato il nomo pa~ e av\'iato alla rigenerazione della e.oscienza dvi/e, fu foggi.1.ta e :iccreditata durante il predominio della mentalità demomassonica e giudaica, da una sedicente critica storie.a, la quale, sotto il pretesto di una superiore obiettività scientifica, cela\'a la più ottusa inimicizia per la civiltà 1t:r1iana, e una congrni1a incapacità , capire il popolo iti1liano. E' nel s«olo XVIII inv«e che l'Italia in\·estìga con paziente amore il suo passato, ne illustra i monumenti, scandaglia le sue origini, ricerca, in una puol:i, l'essenza e il valore della propria razza. A questo intenso Ja,·oro si accompagna una reazione al dilagante ga.llicismo, che acquista massimo \·igore con G. O. Vico. Tutta l'opera dei filosofo napoletano è una luminosa riaffermazione di italianità, e nella sua awersione al razionalismo di Cartesio e al neo-epicureismo di Gassendi contribuirono, senza dubbio·, mo<i~·i scientifici e religiosi, ma agì SOp(aUutto il nos1ro genio secolare. Perciò sua sovnna preoccupazione fu quella di rialzare il prestigio del pensiero italiano, rai--vivarne la gloriosa tradizione la quale, prima che alla romana, faceva capo a quell'antichissima sapienza autoctona, fiorita sul suolo delb penisola e divulgata :1.dopera degli Etruschi e degli Joni, La parentela che egli. cn:de,•a di a\'er scpperto tra il p;incipio fondamentale della sua gnoseologia (la con,•ersìone del ,,ero col fatto) e il senso filosofico riposto in alcune voci del vetusto linguaggio preellenico e preromano, furono il suo modo di risalire agl'incunaboli della nostra civihà e di ritrO\'arne la oriiinale natura. l'insegnamento dell'autore della SrienZ4 11uo11a non tro,·ò, è ,•ero, ai suoi 1empi, discepoli e continuatori diretti, ma il suo programma fu quello di tutti gli spiriti costruttivi: 9
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