Aache ua pofaao pu~ c:ogtiere ka: diurwJtà di qu•••• jmpronle digilctli STUDIROAZZIA DELLE IMPRONTE DIGITALI I polpa.slrclli delle di1a deWuomcprescnlano dei rilie,·i dell'epidermide Y:- parati da solchi. In corrispondenza dì quf';!le cresloline le papille dermiche si accoppiano a fonnare due serie ricoperte dall'epi1lermMf': nella J)arte più aha dellt> crestoline shoccano le ghiandole sudoripare. Qut!!le linee 11i dispongono in modo da formare dei !!Ìilemi, detti (i. gure tallili. pen::hè in corrispondenza delle papille ,·i i!OllOvasi capillari e ter• mÌnHioni nen·ose, in relazione con le funzioni di ~nso. Data la grande variabilità delle linee 1,npillari ques1e "engono utilizzate dalla Polizia scientifica per ricavare le impronte digi1ali u1ili per la identificaziouc th·i delinquenti. A questo punto vien fallo di domandarci: esistono \'ariazioni delle impronte digitali nelle razze umane? ln ahri lermini. quali lipi di figure papillari r,redominano in una razza e quali in un'ahra? E' merito di un medico-legale. il Fa:co. ravere compiuto più di ver11'anni or son-> 111)0 ricerca, rima111acla'!sica. nella qualt' è ~lato slabilito in maniera irrefu1abile che le rane umane differiscono l'una d:ill'ahra anche nelle impronte digitale. In questa ricerca il Falco confrontò k figure papillari di tre gruppi di duece,11cx:ìnqu:rn1a indh•idui ciascuno, apparteneoti rispelli\'amente al tipo arabo. a.I t:po berbero e al tipo negro. C011 quelle di un gruppo di italiani clella Toscana. Per 1>r0<::tdereal :suo studio il Falco claMificò le figure vapillari in ,·enluno ti1>idifTerenli. ai quali dene un simbolo specisle. I tipi fondamentali. dei quali riproduciamo le figure, sono il tipo ad t1n::o, il tipo ansa a poche lince e a mol!t" linee. il tipo a racchetla, i tipi a doppio delta. Le figure ad arco :M>nopiù frequenti a si11istra che a deslra in tulli e quattro i gruppi, sono nella .totalità più frequenli nd negri. ~guono per la frequrnza gli italiani. gli arabi e i berberi. Le figure radjali sono più frequenti a .• destra che a sini!1tta nei quauro gruppi; nel pollice sono molto più frequenti nei berberi, arabi e negri che negli ital.iani e nelle ahre dita si comportano variamcnle nei rlin•rsi tipì. Le figure ad ansa ulnare, composte da poche linc-e ,;ono 11ii1 frequ('nli nei negri. <111elle a molte linee ,·ariano nelle di,·erse dita: per esempio, negli italiani ~ono più frequenti nel pollice. mentre nell'indice non ,,i sono gran- ,li differenze. Le figure chiu~ ulnari sano meno frefJuenli nei negri, seguono per ordine di frequen:,.a gli italiani. i berberi e @li uabi. Le figure bidella, con piccola Jo,,pin ,•olu1a nel nucleo della figura, rivoht> \·erso il lato ulnare si comportano di\'er1amentc dalle figure bicleha a graude do1>pia\'Oluta. ri,·ohe ,·erso lo stesso lato: e tale differenza è note\'ole nelle dirn pollice e.:f india-: nel pollice. meni re le prime ,ono più frequenti nei negri. le seconde sono più frequenli negli italiani: 11ell'indice 8r.·iene perfettamente l'in- ,·erso. Anche le figure a racchella come quelle bidella ad asse dirillo prt'sentano 1101e- ,·oli differenze ra7.ziali. Da quesle indagini il Falco potè concludere che le figure dei polpas1relli delle dita si trasformano seguendo la evoluzione delle razze; ciò è dimostrato dalla maggiore frequenza dei tipi primith·i di figure nella razza negra rispello alle altre. Qu~ta trasformazione non avviene con lo ate$SOdeoorso in luUe le dita; ai può difalli dire che il dito anulare è quello in cui più lentamente che nelle altre dita av,·iene la trasformazione. Da questi interessanti risultali del Falco possiamo quindi concludere cl1e, accanlo agli altri caralleri morfologici meglio noti, che servono a distinguere una r.uza dall'altra. uno ,•e n'è. quello dellf' figure papillari dei 1>0lpa.strelli.sul quale sarebbe necessario richia1fiare l'attenzione degli studiosi. specialmente per la sua grande. importanza pratica. In un articolo !ulla e Rassegna Sociale dell'Africa haliana > abbiamo già avuto occasione di accennare all'importania degli studi antropologici ed etnologici !JCr la soluzione di \'ari problemi riguurdanli 111criminologia indigena nell'Impero . Sarebbe pertanto auspicabile che una g1ande ricerca sulle fi8ure papillari delle dita venga condotta pre5$0 le diverse popolazioni dell'Africa Italiana. Questa ri-
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