La Difesa della Razza - anno III - n. 11 - 5 aprile 1940

Ro9ir.:1 nelle guerre del Risorgimen10. gli al;:,i:ij voldosi di Dema e del Monlenero. i ·,aldesi combottenli in A. O. e in Spagna. Il camerala Argenton si laccio un viaggio nelle valli Valdes"i, conti sulle lapidi delle case municipali i morii per lo palria, cer• chi nej bolletlini militari le medoglie d'oro, d'argenlo e di bronzo al volor militare Cli• segnate a valdesi; laccia per qualche lompo la durìuìmo vita dei montanari valdesi. scolle vigili e iloliani:uime ai confini; e poi torni, se gli basta il cuore. a chiedere che i lode!issimi di Caso Savoia. i combattenti di ogni oro siano dichiarali forestieri al pari degli ebrei e li chiuda puro nei ghe1ti. Ma c'è OuOlcuno piò su o cui i valdesi guardano ocn fiducia; Uno che, nel '29. ho 10s1i1uito la parola tollerati con la parola orom .. si: Uno che sa. fmehè c'è Lui, vivaddio, chi si balle per l'Italia, chi compie il suo dovere di cittadino, ehi non si 509na neppure di negare lo grandeua di Roma. chi serbo lede a qucdunque costo al suo Dio ti alla sua Patria, quello è sicuro che non vem:~ d1chlorato s1raniero nella suo terra. E poi, il camerata Argenton polrebbe 1enlare di con0$Cerli i protes1an1i, quelli veri, e sentire come parlano. come sentono, come pensano, come a9iseono; chè voi ne dite di colte e di crude sul loro conto. ed essi non rispondono: prova di disciplina fascista anche questa, in iempi in cui lutti gli halianl sono ir.,pegnoli in ben altri problemi. E saprebbe allora che il credo val- ~~:·v\~g~t:~~~~a~:~~\!·c~~t:u:"~So~ Il reato è diacusaione, che lo.scia il 1empo che trova. Comunque, dei !orso 011an1amila valdesi che ci sono in halia, la grande massa, CO· stituita da eonladini. operai. artigiani, ignoro che Ci sia un MediO Eva, un Rina.scimento. un prolestonlesimo ontiromano. Serve in umiltà la sua lede, il suo Re, il suo Duce. In quanto agli intelleuuali, sarebbe interessante vedere quanti di essi siano più anliromani degli intellettuali cattolid; credo che si arriverebbe o risultati per lo meno curì0$i. Che ne direste di una statistica dì callolici ex massoni? Al camerata Guido Fanelli m.i sia conten1ito lor no1are, a proposito del suo avvenlista, che vi sono poz.zi in tulle le oategcrie sociali e in tulle le religioni: ma, se ho buona memoria. Il diSCOl'$0 che riferisce {b mia patria è il mondo) l'abbiamo rie:icc.oto in gola noi squadristi, con sacrosanto> monganellate. a fior di cattoliei apo- .:1olid romani, a cominciare da Miglipli e compa9ni: e che perciò ce lo prendiamo con tutti i callolici italiani? Conclusione: siate sere:'li, e siate giusti. Non sior:io responsabili, noi italiani protei;tanti, di quello che fanno o dicono i pro• les1anti inglesi o americani o !~es.chi contro l'Italia o conlro Roma. cosi come gli italiani cattolici non erano responsobili di quanto hanno lotto, conlro l'Italia o contro la romanità, il caltolieissimo Francesco G1u• seppe o la cottolici.asima rranciCL Nel campo streuamente teologico, si potrà anche discutere; nel campo della vita pratica 91i ilalianj protestanti eono cittadini deqnl di ogni risretlo; e chi li conosce personalmente lo sa. Cosi scrive Balma. Egli ha ragione. E noi alziamo il broccio olla memoria dei valdesi e di tutti I riroleslontì c:q_duti per l'Italia. Chi può negare che anche fra i pwtestanli Ci siano ,tali, ci siano tuttora magni• lici itohoni? E' uno cosa risaputa. che nessuno può mettere in dubbio. E' eosl cerio e riscputo, come è ec,rto che non solo fra I cattolici, ma anche fra i protestanti potè annidarsi il veleno dell'Italia. Dunque, ci sono I buoaj e i cattivi. Ma lo quealione non è questa. Lo questione della rana è. questione di civiltà. e ci ha r:,.essi al coso di studiare il carouere della n0$lro civiltà, e di riconoscere una volta per sempre che questo caraltere è eanolico. Ciò è innegabile. o siamo sicuri che lo stesso camerata Balma le riconoscerò. E' innegabile e cosa non indllferenle, della quale Balma non potrà fare a meno di vedere le profonde ccnse9uenze. Lo studente Doznenico Fomelli ci ha man• dato da Biella un suo acriuo eulrorte moderna. Lo preghiamo di abbreviore e semplificare al manimo tale scritto, riducendolo a poche proposizioni essenziali, e coal ridotto, sare:no ben lieti di farlo conoscere ai collaboratori di queste discuuioni. Giuseppe Pellegrino, da Milazzo (Messi• no). sulla donna, dice, Ira l'altro: BIS0gnereb~ sapere che ne pensino le Giovani Italiane, le quali sono meno biricchine delle francesi. meno forti delle anglosassoni. meno spavalde delle slave. Il querulo sentimentale del chiaro di luna è svanito. per lasciarci vedere il meqlio della donna. che non è la vira90. perchè la grazio non si concilio con la rudezza virile. O. Spoda di Alfedena ci ha scriuo che ogli non poua e.asere tacciato di pietismo, avendo scritto dodici anni fa un libro intitolato Perehè la Francia odia l'llalia. e avendo dedicato un capitolo di tale libro allo mae.aonerio. anzi agli ebrei; mo che le leggi sulla discre:.ione di rozza, che egli djchiara sapienliasime. non ci autorizzino a rinn1t9are il contributo doto alla scienza dogli ebrei. Ringraziamo Spada di averci scritto e mandalo il suo libro. però gli dobbiamo dire che se l'umonitò Jo~'>e lutto e sola ~cienzo. non ci sarebbero popoli, non ci 5arebbero nazioni, nè rozze. E se egli ho seguilo queste discussioni, egli atésso può aggiungere che non ci sarebbe s1ata mai civiltà, ma solo civilizza. zìone. Non è tanto la scienza, che ci poasa far capire la dillerenza di razza, quanto l'lm• magi:,.ore e parlare e fare. E l'immaginare. parlare e lare ci s1anno piò a cuore dello ,eient:o, non perchè ci facciano megHo vedere lo diflerenza di razza, ma perchè sono ciò, senza di cui la civiltà non sarebbe mai nata. G, a. Ang•lelti ci manda do Milano un ri1oglio di rivìslcr, dedicalo a Morse. inventore dell'allobelo telegra:lieo. e scritto con quell'ollellazione ed eaoltazione progressista, propria degli organi dello mezza calzetta. Vi si dice che Morso è rimaSlo e rimarrò nel seooli. E che cosa allora ai direbbe, se si trattassi di Michelangelo? Nullo. perchè dellcr vero grandeua e dell'Italia, chi acrive per la mezzo calzetta, nOn parla. G. B. Angeletti, a lai proposito, ci scrive, tra l'altro: Direttore rNpoa.abile: TELESIO INTEBLANDI Bisogna lare olten.:ione olla puoblicat!onc di queste storie!le del J:)fogresso, dovute SJ>&Cialmente alfa mania encielopedic(l dei giornali di varietà. In tali storielle ,uole generalmente con• dudero la R9rsua1none che il p1ogresso sia quello dovuto all'ingegno ebraico. Eccovon• un esempio, a proposito di Morse. Marco Feliciani. do Roma· Si à chiesto da molti 11u questa rivisto che oosa significa la parola borgheoo. Mq c'è biSO<Jno di :ante spiegazioni? Ecco in• 1anto un esempio pratico. In qualche 9ior• noie di Roma è stato denunziato che qualcuno dei tanti faccendieri architetti ha messo gli occhi sopra quella zona pieno di monumenti e di ricordi che •i 11tende tra il Camp1d09\io ed il Palalino per fabbri• cervi uno di quei mostru0$i edilizi di stile « moderno :t. Venendo dal Foro e guardando la Basilica Giuha tra la Caso dei Cesari ed il Tempio di Saiuma si vedrebbe cosi quale slondo un orribile edilizio. Ecco dunque I borghesi. Non è Roma che od eui importa, bensl gli allori. Giambattista Volta ci ho scritto da Ze!arino (Veneiia) che ora noi abbiamo il compilo di ridestare tuue le tradizioni romane. che la nostra passività di qualche secolo ha laJJcialo dimenticoro, o JJOpra!lare dai r.emiei di Roma. L'in3egnante Andrea Grieeo ci ha mandato da Vico [quenae (Napoli) uno scrilto sull'idealismo. Egli dice in SO$lonzo che l'idealismo non possieda un mondo obiettivo. nè principi, riguardo al vero ed al bene. G<tetono Boron• ci ha scritto da Niscemì (Caltanissetta) di Giovanni Vergo e della Sicilia roppresenlata da Verga. Egli dice che nei Mola•09lia non manchino personaggi d'animo nobile, come padron ·N1onl, Mena. Alessio, come insomma il popolano di Sicilia, che se fosse stq:to istruito, sorebbe ,toto più utile alla patria, più utile dei borghesi. Va bene. oaro Barone. ma non temi che la CO$iddeua iairuzione avrebbe, lauo un borghese anche del popolano? Mario Caporilli do Genova ci scrive che mentre stampa, radio e cinema siano ca• paci di lare tutto il bene ed anche lutto il male possibile al popolo, si dimostrino slrO• namenle inanimati riguardo alla quesliono dello rana. Biagio Ru9giero Ci ha 11cri1toda Napoli, auspicando un ritorno poeitivo alla natura. ben diverso dal posilivìsmo borghese. Un corpo è sano - egli dice - quando possiede una mente sana. Awelio Palani. studente liceale, ci ho gcrìtto do Bori che Einstein non sia un filosolo, e non vado eon1iderato per filosalo. e che la suo lisioa non abbia 10110valore a quello di Galilei, ma solo servito o stu• diare particolari problemi successivi. ArmibaJe V•num.o ci ha acrillo da Moncalieri ri9uardo alla donna sportiva. Egli sostiene che questa sia il prototipo della donna bor9hese, pereh• è prima di lutto nemica del matrimonio. Aldo Sentieri ci ho scritto da Trieste Ira l'altro che lo sport abitui la donna alla promiscuità e alteri in lei I\ senlimento di pu• dicitia. IETTTFICA M•I "-ckolo <kl 20-).INO-XVIII. rw.... 1r•-• pof. Il doHYC _,. lacUcata eo-"Aa...o:.4N'• • - "i.o.---o·· <I•' tc.dkt. Stampatori: Società Anonima Jsll!uto Romano di Arti Grafiche cH TumminelH & C .• Ciltà Universitaria - Roma 46

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