La Difesa della Razza - anno III - n. 11 - 5 aprile 1940

ANNO lii • N. li • SPEDIZ. IN ABB. POSTALE . 5' APRILE XVIII Il "Uomini :,iole, e non pecure multe, .!Ì che 'l Giudeo di voi tra i;oi 11011 rida!" j (1Mn1• • Parodi.to YI DIRETTOUE TELESIO INTERLANDI SCIENZA•DOCUUENT4.Z POLEUIC4 • OUESTIONJ\RI

ANNO lii N. Il SOMMARIO S APRILE XVIII SCIENZA GIORGIO MONTANDON: TRAPIANTI tTNICI; ALFREDO CUCCO: fECONDITA' DEI POPOLI ANTICHI, GUlDO LANDRA: GLI STUOI RAZZIALI A BOLC.GNA; E. GA· smNER: L'ORDINAMENTO DELLA NATURA UMANA. POLEMICA LORENZO BALLANTI: VOL'fAIRE E GLI EBREI; G. DEL· L'JSOLA: flJNZIONE DEI.L'ITALIA NEL MEDIOEVO; T. SALVOffJ, I GIUDEI IN CINA. DOCUMENTAZIONE R&NZO SERTORI SAUS: OIF'ESA LEGISLATIVA DEUA RAZZA PAOLO EMJUO GIUSTI: I PRIMI RAZZISTI. QUESTIONARIO IL 1789 DELLA CRITICA; CRITICA E DECADENZA; CRISI DELLA SOCiETA' BORGHESE; MISCELLANEA. PENSIERI DI LEOPARDI: DELL'ADOTTARE PAROLE STRANIERE. I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICA TI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICInELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANIONROMA- PIAZZACOLONNA !PORTICIDI VEIO!• TELEFONO67737- 62880 il "TEVERE" è l'llvamposto della stampu fcrsci.,u, LEGGERE DIRETTO DA TELESIO IN1'ERLANDI non significa soltanto essere informati ma 011.che e sopralutlo avere una guida

BANOO DI SIOILIA ISTITUTO DI DIRITTO PUBBLICO Il più antico organismo bancario della Sicilia e uno dei più antichi del mondo 122 SEDI E AGENZIE PONDI PATRIMONIALI, 489 MILIONI RISPARMI, CONTI COIIIIENTI, VAGLIA I RDI DI c:alDITO: L'ISTITUTO RACCOGLIE DEPOSITI A RISPARMIO E IN CONTO CORRENTE FRUTTIFERO E COMPIE TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA 3

LADffES! DEW I • N1'"0 lii· NUMt:llO 11 APRILE 1910-XVIII ICt: IL a .. IL z• UI 0\:~I ,eL.511: liii ~tJJUt•O .1t.. A••TO LINI: I BBOl'iA.Jlllt"fTO Al'>l'iUO 1,1.t; 20 a110~.A1tr,To !!t',.'ft:sTft,1,l,K. 12 ~TKNII IL IJUl'l'IO Dircllore: TELESlO I TEHLA DI Comimo di reduione: prof. dou. CUIOO LANORA p,or.don.LIDJO CIPRIANI· doll. LEONE PRANZI dou. MARCELLO RICCI · don, LINO UUSINCO Se•reurio di ,~iluione, CIORGJO Al~MIRANTE PllOSSllJ.10 SCIENZ4•00CUUENT4ZIONE POLEUIC4 • OUESTIONARIO inizieremo la pubblicazione di un VIAGGIO RAZZIAL PERL'ITALIA Le vicende razziali di tiitte le provincie italiane delineate per la prima volta: un Jtanora1na che, dalla razza, si estenderà alla. linguistica, alla geologia, alla storia, alla letteratura, ali' arte Nel prossimo fascicolo la prima puntata:

Trapianetinic E' •lata ...,.,..,ri«to l'••0<wnioM la G.racm.icz d•ll• popolcuiione di lin9\00 t.c1_. ClbiknlN l'Alto Adiocr• o Tlrolo~l4' ••. Gli_,__,. d'099i •• 11...... 0 "11110 _tt,, o di tu.ttl I col.ori. * il tGNlNr• -~ di. q-to prOYTW• -DIO oOII )i lu:r 1"!ppo ...,.._1,o..,11, •.. J. Dfl.ElfCQUE (do l'kboa FraaçoiN CMI 16 luglio 1939, primo ~ldoco). Il testo che abbiamo qui sopra riprodotto dimostra quanto alcuni spiriti si ribellino tuttora. relativamente ai problemi etno-razziali attuali, di fronte a soluzioni che non sono quelle a cui il loro modo abituale di pensare li aveva preparati. Dovrebbe tuttavia sembrare normale che problemi qualitativamente e quantitativamente nuovi, secondo i tempi e i luoghi, richiedano nuove soluzioni. Ora, le questioni etniche non si presentano oggi come si presentavano ieri e non si pongono in Occidente allo stesso modo che in Oriente {assumendo quest'ultimo termine in un senso del tutto relativo). Si è detto un tempo che il Francese ero un uomo che ignorava la geografia, Attualmente, questa definizione costituirebbe una calunnia dei miei compatrioti; ma si può tuttavia affermare nettamente che il francese è un uomo che ignoro i problemi etnici. Come potrebbe essere diversamente, dal momento che tutti i gio.rnalisti, quasi tutti coloro che debbono istruire la giovane generazione, infine gli stessi uomini di Governo, ignorano e vogliono ignorare quale sia la differenza fra una nazione, un'etnia e una razza? Un exMinistto non ci diceva forse che non c'era, alla Camera, un solo deputato capace di servirsi con conoscenza di causa delle nozioni relative a tali concetti? E' inutile dilungarci qui nuovamente (rinviamo i lettori olla « Difeso della Razza» del 1• novembre 1939) sulla differenza che si deve stabilire fra la razza antropo!C>gica e la razza etnica, detta anche etnia o etnoraua, poichè le vicende storiche dei gruppi umani hanno influito molto maggiormente sulle etno-razze che sulle razze antropologiche. Ora, se le etno-rozze non hanno che un'importanza limitato nell'Europa occidentale, in rapporto alle no· liznbo proh1go dalla f"lnlaadia accolto in. SH1io.

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zioni, poichè esiste persino una nazione da1 lungo passalo - la Svizze.ra - senza una elno-razza propria e formolo da frammenti di etno-razze d.iveBe, la situazione cambia nell'Europa centro-orientale. Le sovrappoeizioru di p::>poh e la molloplicità delle isole razziali sono oarottcristiche della geografia etnica dt quella .regione, mentre i sentunenti etniC'l d1 ciascuno di quei gruppi sono esacerbati - e noi sappiamo l'enorme importanza di quel 0006 rouiale nello 1volgimento dei cruenti scontri altuah. Gli antagonismi etnici sono dunque mollo meno vivi in Occì.dente che in Oriente. Tultavia, senza che la pubblica opinione se ne sia accorta, senza nemmeno che, in Francia, il chiaroveggente Maurras ne abbia fatta parola, c'à una questione etnica dell'Occidente che ha esercitato un influsso. indiretto e sotterraneo ma importante, sullo scatenarsi dei conflitti etnici dell'Europa orientale (l'affare austriaco non essendo stato un conOit1o etnico). C1 si ricorda della parte recitata da Lord Runciman all'inizio dell'afta• ffi doi Sudeti: egli era stato inviato dal Governo britannico con il benestare del Governo cecoslovacco. per giudicare i fatb de visu et de ct1Jditu. C1 si rico,da anche della facilità re !oliva con la quale egli previde un ncongiungimento del lerritorio dei Sudeti alla Germania - attitudine eh cui molti si stupirono. Ci Il ricordQ infine dell'accettazione. m sostanza lacilmente ottenuta ed egualmente slupefacente, da parte di Chamberlain, o Monaco, d1 quel ncongiung1monto. Gli Inglesi sono un grande popolo Copiterà loro di conformarsi od un assioma monlre tutto l'impero tace ol riguardo. Cosl, senza che il principio ne sia stato mai d.ilfuso cn qua1tro I venti, essi hanno costruito il loro im• poro in confQ.mlità della regola che permette le colonie di pc,polamento esteriormenle ai due anelh desertici del globo, va1e a dire nelle regioni temperate, e che ingiunge di ceroore le colonie di sfruttamento (come l'ln• dia) interiormente a questi due anelli vole a di.re nelJe regioni tropicali (bt· sogna notare tuttavia che, siccome lo altitudine corregge gli effetti della la Illudine, uno regione tropioole come l'Abissinia può anche diventare per fottamente una colonia di popolo· mento).

~-~----~: -, I .E' in modo altrettanto riservato che festone per lo terra che calpestano gli Inglesi si rendevano conto di una (quest'amore è d'altra parte assai più cosa - relativamente ai Sudeli. forte presso le popolazioni occidenAutoriz.zare il ricongiungimento dei tali che presso le orientali. e di ciò Sudeti alla Germania, su una base molli non si rendono conto). Si può 1 ,:trun·,~~u· azs 1 _ 0 ignifine .. cdaevll~wu·o'•ng 8 ittidm 8 ar 1 ' 1 .~n-tela 1 sempre sognare una società pacifica, ..... ...... uu. in seno alla quale gli uomini vi vran- (lrlanda del nord) all'Inghilterra su no fianco a fianco senza animosità, una base etnica analoga. Ciò non 11uaìi che siano le loro particolarità sarà mai stato sostenuto ufficiai- razziali ed etniche. Basarsi attualmente, ma siamo intimamente per- mente su questa eventualità, significo suasi che questo considerazione ho appoggiarsi sul vuoto. C'è del resto pesato - coscientemente o incon• un punto che dimenticano coloro che sopevolmente - sui motivi invocati dicono: « E' inammissibile che si chie• e le decisioni prese. Perchè è pro• da a un uomo di abbandonare la sua p.rio delle questioni etniche l'imporsi terra»; essi dimenticano che dovreb• spesso inconsapevolmente agli attori be in primo luogo esse.re inammissi• del dramma prima che essi si ren• bile che un uomo si stabilisse in un dc.moconto dei motivi che li facevano ix;tese straniero pretendendo conser• agire. vore, per i suoi discendenti, la sua Abbiamo dato quest'esempio per etnicità d'un tempo, e che egli rifiudimostrare l'importanza che può rive• tasse di fondersi nella nuova etnia in sii.re un problema etnico, anche rico• mezzo alla quale egli ormai abita. perto da un mantello di pudore, e Non c'è dunque motivo di escJa. per sottolineare l'importanza eguale mare che ritorniamo ai t.rapianti de• che ho il regolamento di questi pro• gli Assiri e di Carlomagno. I trapianti blemi per lo solidità futura delle ri- attuali, come tutte le misure prese nei spettive posizioni ~°;ionali. ~~: g;~f~h~~ ~':n':~t~i~i ~r~~side~ consapevoli, e se possono aver luogo r applicazioni condannabili. il principio non ne risulta per questo svalutato. ..., ,. i',:

Ma bisogna precisamente che questi trapiantì vengano operati in conformità di talune regole (•)_ La prima condizione di un trapianto « onesto e sa1utare » è che esso si realizzi in piena pace. Da questo punto di vista, il trapianto deUe popolazioni greche dell'Asia Minore in Grecia e delle popolazioni turche della Grecia in Turchia, dopo la guerra greco-turca del 1921 (il primo grande trapianto dell'epoca moderna), non può essere assunto a modello, ~chè la fuga delle popolazioni greche, che in seguito furono scambiate, aveva avuto inizio in piena guerra, ed avvennero pietose miserie. Ma, malgrado i massacri e lo svolgersi cotaclismico del fenomeno, il risultato ne fu cosi felice che tutte le JXJrlicolarità detestabili ne furono presto dimenticate di fronte all'effetto ottenuto. E' abbastanza istruttivo notare le tappe attraverso le quali è passato il giornalista che abbiamo citato in principio per la sua indignazione. Nell'Action Françaiae del 5 agosto .1939, si passo, dalla pura indignazione, allo stupore: « La rapidità dell'evoluzione dei rapporti f.ra questi due ex nemici ereditari [Grecia e Turchia], à uno dei fenomeni più curiosi e più istruttivi della storia contemporanea». li 13 novembre, egli sembra cominciare a compren- 'dere; pure intitolando il suo articolo « Come delle bestie», egli non può essere più greco dei greci: « Phocos Cosmetotos, che ha consacrato, nella rivista L'Esprit international, un articolo molto interessante alla collaborazione greco-turca nei Balcani, definisce lo scambio delle minoranze fra i due paesi come l'operazione che, eliminando la causa prima delle loro frizioni, ha condotto dapprima al riavvicinamento, in seguito all'intesa, e infine all'alleanza ... ». La causa non è forse già compresa in via di principio? • L'operazione chirurgioo à un esempio cosl classico del male che conduce al bene, che ci si vergogna di doverlo ricordare. Ma è possibile dare un esempio di trapianto operato in piena pace? Non c'è bisogno di ceroa.r molto lontano, quando si discute di questo argomento ln ltalia. L'esempio paradigma di un trasferimento pacifico di popolazioni. trasferimento che soddisfa anche gli altri desiderata di cui dobbiamo far menzione, sarò ormai quello che, sotto l'egida di Mussolini e per opero della sua saggezza preveggente, si è svolto ranno scorso. sullo frontiera nord-orientale del paese, con la popolazione etnioomente tedesca del Tirolo italiano. Il poco rumore che ha sollevato l'operazione è esso stesso la prova che il meccsmismo ha funzionato secondo le modalità di un ingranaggio bene ingrassato. Abbiamo detto or ora che, oltre alla sua esecuzione in piena pace, il trapianto doveva soddislare ad altri desiderata. Non possiamo lare a meno qui di citare la curiosa proposta cui è or.rivoto Jacques Angel. il quale. in un'opera intitolata « Geographie des lrontières » (Parigi. GolJimord, 1938) preconizza frontiere dinamiche, e,. plastiche ». Se ci sono lrontiere che sarebbero suscettibili di provocare delle guerre, ciò accadrebbe in primo luogo per simili .frontiere-caucciù_ Perciò, una proposta del genere non può che essere respinta. Una lrontiera, il cui scopo à d'essere stabile, JX]cilica. àeve essere non dinamica, mo statica, cioè lissa e solido. Bisognerà dunque che essa si appoggi, se possibile, su un ostacolo topografico naturale, perchè anche il pubblico prova soddisfazione e sicurezza nel vedere, sulla carta, che la lrontiera segue confini tracciati dalla natura e armoniosamente inquadranti l'organismo nazionale. Un mare, come l'Egeo fra Greci e Turchi, à il conEne ideale. Ma quando le due etnie da separare stanno sul medesimo blocco di terre? A nostro avviso, sebbene ci siano cosi difficili da definire, la soluzione deve, il iù possibile. attenersi a questa r ola: in montagna, sono le creste eh delimiteranno, in pianura i corsi d' ua. In verità, in montagna, popola ioni diverse non si fronteggiano sulle ue rive di un torrente: sono qu sempre le creste che le separano n pianura. di contro. la Unea di separazione dei boC.ni non corrisponde spesso o nullo etnicamente. mentre i ccrsi d'acqua sono un ostacolo ben visibile, spesso militarmente importante (il Reno!); e se ci sono città a cavallo di un fiume, il che è naturale quando esse fanno JX)rte di uno stesso paese, ce ne sono altre, lungo le .rive di un fiume (Strasburgo, Omsk) o del mare, che si sentono perfettamente o posto in questa situazione Cè bisogno di dire che la frontiera :::ielTirolo fra l'Italia e la Germanio soddisfa ora in modo assoluto a queste condizioni geografiche? Una volta trovata e accettata di comune accordo la frontiera naturale, sarebbe tentare Dio, nello stato attuale degli spiriti, e assumersi una pesante responsabilità di fronte alle generazioni future, il non adattare la frontiern etnica e il non procedere ai trapianti necessari per soddisfare a questo adattamento. Questo è stato ottenuto, di comune accordo, Ira i due vicini Germania e Italia. Siamo oggi in piena guarra. Quando verrà il momento di regolare le nuove frontiere, l'esempio del Tirolo non dovrà esse.re perso di vista. Non lo è hn d'ora. Parlando del recente trattato di Mosca, molti giornali hanno annunciato, quasi con consolazione, che esso non prevedeva trasferimenti di popolazioni. Ma 11 trattalo non aveva bisogno di prevederlil I bravi e saggi Finlandesi delle terre che ora JXISSOnoin altre mani, fanno spontaneamente i bagagli e raggiungono i ioro fratelli, nello loro JX]lria divenuta più angusta. Essi stessi effettuano. per quanto dolore possano provarne, il loro trapianto. GIORGIO MONTANDON Pi-cl-•• di •tnol09i(r alta s.:-la di <10Uopol09la di Pori91 ( •) Ci perme1tiamo di ricordare eh• nel 1916 pubblicammo un opuaoolo, intitolato; c. Frontiere nazlonoJI, Delermina:i:ion• obbiettiva delle condir.ioni primordiali neotsaarie ad ouenere una pace durevole •· preoonluando un piano 9enerale di tra~ pianti da una parte e dall'altra de!'.e nu ve !rontiere, specialmente in Boemia e n le Pruas a orientale.

Un tratto del Vallo di Adriano che, cd limiti della: Scosio. al!Hla nei Hcoli l'Hpansion• di cui ha copo:ce il popolo romano, N,..1r.1nlif'l1~~ima Sicilia - rome ci app~ncle Eradtde Sira• niti. df.dicate a Pe~fone. dea della rerti:ità. durante le quali <11..ano - ~i CX'lebruano (o,.le coreograficl1e in onore di De- ,·eni,ano commmate (ocaca: di 1>ane_auimo, foggiate a forma nldra e di Kora. dtt df'lla f«(.Ul(lilà. Il rito colmina,•a nella di org1rni sessuali femminili, par1icolarmente in u.so ad j)teparazioue di grandi focaoce girwcomorfe de11, !l'J)J.o! elle Agrigento. ,·enmano portate in prOCC!.!ionein omaggio at:e dee. 'Nel sir■cuuno la ,oce e milu >. sopranÌ\enza di Jt'JÀÀoi, ~:li.sa ncora. (Cfr. Columba, e Arch. S1orico sic.> XVIII. 18881. 'Il culto di Demetra e Kora. 11nalop;amenle a <ruello prttsii11enle autoclono della dea lblaia. rav, i.sa,a in <1ue1te dciliì i ,-imboìi della generazione. lnfani ad Ibla Cereali.i - l"od~rna Pa1emò. o,e nella con lraJa Salintllc è ancora un ,·uleano di rango a M>lratara - era ,i,o il culto 1ellurico clc:la dea lblaja. proteurice della ftt0n• dità della 1errn; e qm:~10 culto è ideolmenle vicino al $UC<:euho culto ellenico di Afrodite genitrice o della recondi18. L'appe:lalÌ\o e gereati~ > dato alla ciuà ed alla dea. u riconne8&0 etimologicamente alla ,oce antica y1y;,2 1 usala da i 11oiculi (odierna e garra •I per iigniricare gli organi ieniln.li muchili e remminili e quindi il milo della ,,rocrcozione. Sono noti td oggi ~~~ ed a proposito ricordati i rili di Atene Ni i misteri di Eleusi Cj!ltbrali in onore della dea Certrr. nata da Cil.>f'le,figlia ddla Terra. ~imbolo (li reracità e di clo- "izìO:li raccoltì. A quNte celebrazioni. cht' anda,ano iwllo il nome di Tnmo• for~. 1>artc-cipauno !l-Ohanto donne nale da legiuime noue e legit1imamcn1e coniugalt', ad ~hHione del matrimonio, dtlb fecondi1i, dei sani co11tumi. Culmina,,ano i riti nel cullo apologetico delle madri. sulle quali &eencleu la bcnC({izione propi:t:iatrice {lellt dea. In una delle fa!-i più plastiche dt"lla ce:ebruH>ne.. a,"\t.nha la consacrazione de~lì organi della gcneruione, con la deJ)O'- si.tione del seme nell'ah-o della futura madre. analoga a quella dei semi nelle , i'k.'Ni ilella terra. duplice rito' -della natura La ~1cua ,ice si ritro,a inraui nel cullo di -\froditc. In lfl Cbft originari111nt'nle cgt'ttatis > ~reblw ~lalo niente ahro che l'appcll:ith·o e yenerotrice > ,lclla anlica ,li vinità iblu. tcrr. Cia«ri. e Culti~ miti. nella Storia ckll'antica Sic1• lia >. Ed. f:bttialo Ca1ania. 191 I t. IL CULTO DELLAFAtv\IGLIA l\ELL' Al\l Il HITA generatrice. Le Tbmoforie erano~- :-enzial~nte agricole e demograriche in qu.,nto ,·enivano &0lenniuate in on o I e della ramiglia. dell'incre• mento della prole. della sanità dd t·osh.une. della , ira georgica. della lerra. Oggi si TCSla~nM>Si dinanzi • questa mi~teri0!-8 analogia. ~nri1a nell'antichità, tra le madre e la l~rra. riguardo alla generazione. Tra i cuhi e--miti Jdl'antica Si• cilia , anno riconlotc le solcu LECCI DI \10CRArlC Hl:: I:\ l;REUA E IÌ\Ì RO,\\.\ Il

Nell'antica Grecia, la legislaliont: attica e la cluri,-,1 mani• fes-t.m:ino un certo inler~menlo affeugenctica t; all'incremento demografico. A Sparta. le leggi, i costumi, e sopraltullo i ~e111i1m·11dtiel /'Opolo erano inlonati alle n~ità demografiche. E - come sempre - quando più non lo furono. H"iuì la decade111.a. Le donne spartane aspenavano il primo amplcs.;o couiugale, \"t'$tile da uomo e 11elro.iCuri1à, e do,·c,·ano vestire ,:o~ì fino a quando 11011 1wesscro raggiunto la maternità. E' rimasta proverbiale la ri~posla data da Gorgoua, mogi ie di Leonida. a quella straniera. che si mera,•iglim'a d1e le ,tonne sp11rla11ecormrndassero asli uomini: « Pcrc-J,;, ,,olo noi :,,partane. abbiAtno la prerogativa di ,·ivere per cn·arli! > l.icurgo per vrimo escluse i celibi dai pubblici ulficj cd è uoto che tanlo ad Atene quanto a Corinto i celibi 11011 polcssero :'l.\ere solenni esequie. A dimostrare come e quanto fosse condannato il ru,1lrimonio infecondo, basli ricordare che ; Sparla i. coniugi ~l•·rìli crorio obbligati ad accellare la c~iddena permu1a. \":tic a din• d1c la moglie do,·eva unirsi con un altro uomo. Entrata di C011anzo Cloro a Londra (medaglia d'oro del Tesoro di Arras). l Daci di una città aaHdio:ta, piutto•to che amllr: ~la una vera e propria legislazione demografica si profila agli albori della Homanità. Homolo btituì il malrìm<rnio consensuale monogamico, com• ballè l'adullerio ed il di,·orzio a tutela del focolare domestico. Le famose « Taliulae Censoriae > di Servio Tullio facevano obbligo ai censori di controllare il movimento demografico. Furio Camillo. , incitorc di Brenno, ispirandosi ad un.t ocu· la1a po:i1ica demografica. costrinse gli scapoli ad unirsi in malrim<mio con le ,·edo,·e <lei caduti. Fu in seguito stabilila uua imposta sul celibato chiamala ues uxorium. Us:.re promulgò le prime leggi che esonerarono ilalle imposte i genitori di quattro figli, se di Roma, di cinque. se ahilnnti in Italia di sei figli se residenti nelle prO\'ince. Con la « Lex agraria de Campano dh·idcudo > stabilì che le terre della Campania fosse10 di,•ise tra le famiglie rmmero~. Conç,esse inoltre alle mollone, che aH-ssero a,,1110tre figli. i dirini delle Vestali, e l'ielÒ alle donne, che a quarantacinque anni fossero .1ncorn nubili di portare gioìelli e d':rndarc i11 lettiga. Seguì la legge «Appio.> ma i suoi risultati furono prC1isochè ,•ani.

L"imperatore Nen•a promulgò leggi per intensificare il ritorno delle i1ascite: aMCgnò i-e;.santa milioni di sesterzi alla coln!1i:r.:r.azioneinterna, ma non atlinSC che \'anlaggi t'ffimrri. I.a legislazione demografica si S\'iluppò con Traiano. con Marco Aurt'lio e con Massimo Se,·cro; si perfezionò sotto. Augusto. con la ~ Lcx Julia > e la « Lex Julia de aduheriis >. E il co11ceuo che ispirò Augusto a chiedere a Virgilio il J>oema georgico fu cerlamenlc quello che inscindibilme11te acco· muna la famiglia e la terra. Successh•ame11tt-. quando le leggi ed i costumi cominciarono ad allentarsi, e per influsso orie111ale. le J)raticl1e onticoncezioruili ~mpre l)iÙ si diffusero, l'edificio im1>eriale cominciò a cedere e cominciò la fatale disintegrazione: denatalit8 e dec::adenza si dellero paurosameute la mano. La diminuzione della 1>opolazione per il regresso delle nascite cominciò a<l accentuarsi ,·erso l'anno 164 a. C. Til>t'rio Grncco 11\"Cncloconstatato durante un "iaggio. che \&:-ti territori d'Italia erano deserti. fu indotto ad elaborare la noia ~ riforma. agraria>, e indubbiamenle la SJ)arlizione dcl;t• lerrc chl>e una note,·ole ripercussione demografica. Scnonchè. auralli dag:i allellamcnti della metropoli, gli abitatori dei t"a1111,di i-S('rtavano a torme le compagne. Una 1cena de111\igde: Achille che medicg pg1roclo (dalla cop.xi di Sosias. Museo d1 Berlino). Hivive oggi l'ammonimento di Plinio: IÀ1ii/undUI p,:rJitlert:. /1afir1m. Ma - come è stato notato - il latifondo non sarebbe mai arri,ato a grandi e così desolato estensioni, ~ il ceto dei contadini non si fosse sempre piì1 diradato, lr.ufere-ndosi nelle città, in cerca di piaceri. L'imp<'ratore Pcr1inace nel 193 si spinse sino a permettere a ognuno d'impossessarsi, in tutta halia ed anche nelle JJfO· l'incc. dei camp, non coltivati e deserti, anche se fos~ro appartenuti all'imperatore: chiunque li avesse coltivati, li a,•rcbbe a\'uti in proprietà. Adriano arri,·ò al punto. in fatto di prov,•idenze demografiche. da sancire un condono ai criminali - anche per gra,J reali - che f0$:>Croistati padri di numerosa prole. Ma era troppo uudi pcrchè 1•otesse reagire l'organismo into~- sicato e cadente. I.a ruina era ormai il risul!ato dcli.,. disgrega• zionr dei costumi e clell'intelleuo dccadcnlc. Ai lemp~ di Sent""Cala corruzione. fa,•orita dal divonio, ero lale che le matrone conla,•ano gli anni dal numero dei loro mariti anzi che dei consoli. Il progresso del male pilÌ tardi giunse a tale segno che S. Girolamo narra d"una donna che era stata moglie di ventidue mariti. J Oaci attaccano con l'ariete tuig lorteu:a: i Romo.ni aoprg9CJiun9ono su bgrcbe in giuto (rilievo della colonna Troiana),

U pol1o romtlfto di O.tio: (da: e: Braun. Urbium p«Mapuarum hb.r >. Colonlo. 1581). S999lo YOliYocoa•acrato a Bacco. All'inizio del lcrt.o secolo Homa 1101111,cHt più di un milione di ahitanti. Ai !empi di Se,ero ~i ridussero a 600 mila, Un po' alla ,·oha le \ic ti \"UOtarono, le case e gli cdiHci pubblici rim&.!erodiubi1a1i. 001•0 che la ca.pilale dell'impero fu lruferita a Bi&an:a:io,la µopolazione (li Homa SCC!lea 200 mila ohitanti. I rimasugli dt-lla ,ccchia popolazione si arnm&Marono nei quartieri trute- \Crini. a Campo Manio e atlorno a S. Pietro. Dice a quC$lOpropoi!ilo Marconcini (e La paura della prole•· S.I.T. Ed. Torino 1930): e Si ripete la ~toria di Crecia? Nel IV ~lo a. C. essa toccava gli apogei della civiltà, ma poi che i conduttori del suo pensiero ebbero preconizzato la sterilità come un rimedio al le inquietudini per l'an"enire, lenta e irteSO-- rabile prese i distendersi tale caro1ia d'uomini che nel 3«:0ndo secolo. non a,·endo più genie da opJ>orre con efficacia di rei!i• slenta alle legioni romane, cedette a queste il suo dominio e la tua indipendcnu. e Non dinrumente accadde di Rom~, quando la grandezza politica. l'arricehimento ,sulle pre<le dei ,•in1i. la inconsiderata be:ititudine del \'Ì\·ere materialistico. l'irrisione sot1ile delle COtle di religione, tolsero al popolo dominatore quelle virtù di rude \ ita di serisaimo amore • liberi ordinamenti ed a labori0:!4 auività, infine di rh·eren:a:iale timore degli Dei. che gli u,·evano dato lo aceuro del mondo. e L'egoistico spirilo del godimento, fruttificato dalla stessa eceusiva pr~pcrità e dalle 80rprendcn1i fortune militari, non lardarono a minare le basi naturali e neceuaric dello stato giungendo alla follia dì e.altare il piacere ~r il piacere, di bruciore ince,~i al nuovo idolo della famiglia infeconda ~r ...,olontà di sterilità, diAtrullo l'antico cullo della famiglia, gene· rosa datrice di figli perennanti la ,·cneruionc degli dei protettori dt'i domestici fuochi :t. (Confr. anche E. PaÌ3. e Storia intema di Roma :t). ALFREDO CUCCO

• GLSI TUDRIAZZIABLIOLOGN N°,.; pas.;.(rfiuumcri di questa ri\•i1<la ab- .111111 :n·u111~pes.:.o occ:.nsio11edi ricordare i 111o>c·u~ori ""sii .!'ludi razziali in Italia. t .r<"diamu urn doveroso richiamare l'1tt· tt.'111,ionc del lcuorè su un imporl!rnte cenlro di studi rna.iaii ìtoliano. rlstilulo di A11tropologia Gt•ncrale ed AJJ1•licata della H. UuheN'ità di Bologna. L'insegname1110 dcll"antro1,ologia nellu Università di Hologna ebbe inizio 11d ! 880 con un incarico affidato a Giusepp, .. Sc-rgi. che poi si trasferì a Homa. ~la u11 \'ero >Jviluppo autonomo di una scuola an1ro1,ologica bologn~ ha iniiio soltanto uel I ()().t con l'in:-e~nameuto <li Fabio t'ra~llo. Himarulando il lcltore de,;idcroso di maggiori notizie ,:ulla !!cuoia antropolo- ~ica bolognese a quanto abbiamo scritto 11el nostro \·olume « AntrOJ)Ologia >. riteniamo 11eces.."8rioaccennare qui ulla poLA SCUOLA ANTRO PC LOGICA BOLOGNESE lirdrica e ,a,.la opera di Faliio Frasseuo. che ha !'apulo fare dell'lstilulo a lui affid.:110 un vero t.'tnlro propulsore di ricerche 11d rnri campi dell'antropologia. i11 epoca anche non lanto lontana quan.:lo in Italia regna\'a quasi generale lo i;cetticismo sugli studi che a\'evauo per mira la conosccm;a dell'uomo e delle rane umane. E' moho iuteressante con,:aiderare la denomina1.ione: lstitu10 di Antropologia Generale e Applicala. In questa dtmomi11azione era insito il significalo che l'1m1ropologia 11011 è una sciemut soha11to teorica come molti pretendono ma and1e l•IIO sciemr.a ricca rii applicazioni pratiche. . L'l:-titulo di Bo:0~1111comprende una oula per lf'zioni. un musco dillattico ed una ricca biblioteca. Una quindicina di ambienti tra grandi e piccoli sono destinati all'Antropometria. Hadiologia e Uiometria. L'Istituto è .,,edc del S.A.S., il nuo\ o Comitato internazionale creato da Fabio Frassello per l'uuificazione dei mclodi e la sintesi di Antro1)ologfa, Eugenica e Hiomelria e del Centro Biometrico per la raccolta e la comparazione dei poligoni 1,inomiali slandard. Il museç di antropologia contiene oltre 3000 crani. circa iOO scheletri (dei <1uali particolarmente importanti quelli che ~i riferiscono a fe1i e bambinii. Esi1-teanche il nuclt>o per la creuione di un ~rande mu!lt"Odi E1nogruria. che ,-iè otLA RICOSTRUZIONE DELCRANIO DI DANTE Una •ala antropometrica, il laboratorio J",r le MHcitazìoni. il gabin•llo dj radiologio. U muMo didotlìco, dell'lltitulo ontropologico di Bol09na.

1t-m1e il cOtl::,CtbO del Scgrelario del Par1i10Starace. e che F'abio Fra:-1set10a,e,·a conccpitÒ con tanta µa~ione e compc• 11'111.:a. lnnumernoli ,;;ono ,;;tnte le aui,·ità pa1allcle s,olte da F'abio Frn ..selto per dare i11creme1110alle ,arie hrancl1e .iell'u111roJJf•loJ!ia.Purtroi,1,0 moh(' di c111c:.-itnei1.ia1in· uon h:umo potuto realizzal"!li in pieno dah1 lo ,;pirito d'i11co111prcn:1ioneche ha tt'Fni.lo in molti ambienti 1>rima che il 111ni,mo "'Ì :1fferrt1ai-~c , ittorioitamentc in ludi.,. Hi,;of(liamo co~ì come già nel 1909 il h:1s~t10 conce1>ì la crcazio11e di una :-W·unb ,li Antropolo~ia e di l::tnogrnfia 1 hi: ma:aug,urn1ame11te non potè e..serc rt•Jlitzala. Pt>r riuattro a11ni con!-Ceuli\'i in,(-ee. dal 191'.{ al 1917. J)Olè fonziou::u-e un l:11i11110 di ~tu(li criminalì e di l'olizia scicn1ifica inaugurato con un ce1,•hre di~or:ao del f'rn.:...~110. Anche al f'ru,;ctlo apparlieue la pro• ,,osi.i di creare prC$SOla F'aoo:1à di Medicina degli apposi1i corsi di Antropolo- !i!ia applicata. Fabio frassctto ha creato cncora l'in1oegnamen10 dell'Antropologia nella Scuola Superiore di Edurazione fì- $Ìca. trasformala poi in Aecud('mia de:Ja Farn~i,u,. Altre iniziati\'e del Fr..1!\.~cuo:,ono ~tate quelle di un corsi> sprtiale di anlropct.logia appiicata. di un corso di cultura $8.· pitaria militare. di un corso speciale di ~rcitazioni 1>ergli s!udenti della scuola di siatistica. infine di un co~o di biometria generale e a1,plieata. islituito nel 1930 e p« ia prima \'Olla uelle f'acohà di scienze del Hegno. Accanlo a questa attivit8 didanica. S\'Oha Ira continue lotte combattute sem: pre con ,.:traordinaria passione. la scienza italiana deve essert: debitrice a Fabio J,'rasscllo di 1111 numero straordinurio di contributi imporlantissimi riguardanli di• vergi problemi di antropologia. Si <le\'e al Fra.!Setto la cosliluzione di un Comitato per i'Allanlc antropologico dell'Italia e lo :studio del metodo e della lecnica da adottafl'li per la compilazione "·teli' Atlante :st~so. E' sialo ugualmente il Frassetto a crea• 11· per primo in Italia un gabinetto di rzHliologia rer ricerche antropologiche. Ili straordinaria impor1anza nazionale ,~"lato lo :itudio compiuto da questo antr<>1>ologo:iulle ossa di Danle Alighieri. Dopo diligenti ricerche cd accurati 1-..ami compiuti -per ben 12 anni sui ri• traili le mascl1ere e i busti mé$!i in couf ronto col cranio egli ha pubhlicalo una monumentale monograria dal titolo 0,111. li., O~sa. ltis.uhata l'iconograria tluntesca del tutto approssimati\'& il rra,-setto concepì il 1li!egno di ricostruire l'immagine del Poe1a col massimo rispeuo ,!ella realtà 16 ,:,cientifica e, modellalo con la muegion• es.allena e diligenza po.~sibilc nclie propor1.ioni, nelle forrne e ne: parlicolari analomici il teschio si ,al!'-c· dell.1 coll.ihora1:ioue di un al,ile ar1i-.1u. lo ,.cuhon· Alfon,-o l3or~h~ani, per riu·,-tirlo 1fr•llt· parti molli. Nt> risultò così il 11110\(, ln1s10 che ha con:>entito di co111emplorl' ul di là della ,;oglia dei regni d'olrc tvmba. l'immagine vera di Dante. Nel 1938. ad iniziati\a del Co111i1a10 Universitario Berlinese per gli i-earnhi culturali. il Fra:,;.etto 1e11ne una cunf, .• renza sulla forma corporea di Dante illustra11do con O1,portunc proiezioni Ili nuova opera. Noi clic rummo qualche 1cm1>Odopo del Frassetto a Berlino. possiamo IC!--limoniorc dell'eço profonda che in cp1egli ambienti scientifici aH·\ a i'U~cilalo ia • cc~si,:ui1c1111• :1 Lraeo,ia per i11\ilo ,lcila Unher:;ilÌt Jaicllo11ico. ,\cce11niarlll> ora hre\ cmc111c al Com,- 1:110 i111cru1uionale J'Cr l'uuilìcazionc ll1·i metodi ,. la ,-iul6Ì in Antropologia. Eu ;;t·nica e Biometrica tS. A. S.J. Il Comi• iato fu coi!tituito 11cl l?;il in ~cguito all'atth ità ,:,\oha 1loi Fr.i~~tto. L'azione del l.omitato. che (' di~ciplì11a1a da uno speeialc regolamento. ha per fine di vagliare e coordinare tutte le 1,ropos1c che gli \engo11O im iatc pt:i- raceo;_:dicrle in un « Coclcx Ar11lm>1•olo~icu,, » di cui curerà in :,eguito l'ado1.io11c e la diffusione. Attrau:r,-o uu Bollettino 'llHnlrilinguc IS. ~. S.). primo c-11unico del genere, il Comi1ato 5>\olge 1ln cinque 11111l1ai sua a1:io1u- tdi consulenza. re\ i~ionc. coordinamenlo e unifica.tÌOne dei metodìl al fine di abolire quella t1rhi1rarictà e quella inr .. tG di '!nG statua di Ko:mak (E9itto) conrerc111..adel Fra~seuo. Conferenza che metteva finalmente il punto finale su tanle dicerie u11 tempo difTu$e sul tipo razziale del nostro massimo poeta. Il grande antrOJ>ologo Eugenio Fi~her. con il quale parlammo della co~a. ebbe molto a lodare lo studio del Frassctto e in ha.se ad es.w ebbe nuO\'i lumi per investigare il i,roblema <lell'origine degli Etruschi. Da uotacsi aoror..a rhe,. la ste:isa conferenza. auspici diversi Enti culturali germanici. fo ripetula in ohre ciuà tedesclie e l!UC• complecezza di criteri che oggi sussistono nelle indagini antropometriche ed eugeneticlie a tulio svantaggio di queste due branche della Uiologia. Chi per poco si sia occupalo di tali studi comprende la neeeMità. assoluta di questa sta11dardizzazio11e alla a,1 C\'ilare errori e confusioni, Come si \'ede l'atti\'ilà 1ld Fra~setto ha $tmpre a,,uto chiaro rirtrimcnlo a problemi di ,•itale inleressl!" nazionale ed internazionale.

Dobbiamo ancora ad mm memoranda relazione dì f:tl,io Fra.35cllo se il H. Decrelo 17 gcnunio 1()35 h:1 dichiaralo ia 1,01mdi ~1o11Lt' Bt:-rico. e: 1,011amom1mcntalc. d"inlcrN~c !'lorico nazionale». ,olendo che « rO:lse particolarrnenlc a,ldilata alla ,·c11crnzio11crie;di ilaliani In zona 11dln quale si smise la prima hall:tt?:lia del Hisorgimento 11azio11ale.e i11cui il sangue tl"ogni parte della J)<'nisoln fu ,ersato per la <'aus-aclell'lndipendcnza e JelrU11i1it d'Italia». Difatti fu il F'ra~- ;;e110 a ~rnhilire che gli an1m:i sclit>lclrici rirn·enuti a Villa Guicc:ioli a Vicenza ni,- partcnt,·nno alle salme di due comb:11lenti (un austriaco l' uno dei nostri giornnis~imi ,olontari) caduti nella bau~glia del lO giusno 18-18. Di imvortanza vit'1 1ecnica è siata la creazione pres..~ol'h1i1u10 di Antropologia 11011ebbe esito. ma è da augurarsi che vengil ripresa al più presto.· Dobhiamo ancora al Fr:1:,sselloil progeuo per 11na inchic,-ta nnlropologica sui Balilla • 19:Hi ed una ì11chi<'~laanlropo• metrica sulla Donna italiana. (1939) concepile ~,ulo un piano gramlioso. che ~e poles.s<' e,lSert" reali1.za10 porterebbe dei contributi imincn~i alla conosce111.a nntropolo~ict1 della raz.:n italiana. Qunnti hanno 8-ludialo n11tropologia iu Italia conoscono i groi,.~i ,·olumi delle «-Lezioni di Ani ropologia » ,lel Fra..òU!cUo. Quesla opera co;:tiluiscc un tentatirn di organi:r.zarc l'inscgnamenlo dell'Antropologia con criteri personali e del lutto nuo, i. In tutti gli argomenli trattati il Frasscllo ,.j preocc111MsemJ)rc d"impo!ilare 1:i queslione nei suoi termini precii'-i. e. proiipcltati i problemi 11110,·eih" ne :W;aAntica maschera del Perù. di Bologna di 1111Centro Biometrico per la raccolta e la comparazione elci poligoni binomiali. Hicordiamo ora una iniziali\·a <le! f"rasseuo di grande imporl:rnza per il problema dei meticci. Nel ~ttcmhre del 1937 egli costiluì in Asmara un Comitato ver la istituzione di un Untro AutrOJJOlogico ptr l'A. O. I. A,·e,•a preparato intanto un e: Questionario per lo studio dei melicci » .su basi strenamente i!Cientifiche. L'inizia1iva. per sfortunale circostanze. turi!K:011.0.:;uggerisce il modo di studiarli. portando cosi sp~o nuo,•i contributi o,iginali. che polrehbero costiluirll!:altretlante pubblicazioni a parte. Questa opera è stata giudicata e: degna. di stare acconto ::i quella clas-sica del Topinard:. e ha riportato il più lusinghiero dei successi, come climoslra anche il fatto che ne è e-saurila la seconda edizione. Numer~ ricerche del Frassetto si riferiscono alla morfologia Jel cranio i,1 generale. Così molto note sono quelle :iullc suture. fontauelle e o:.,icini soprannumerari del cranio e del:a ft1ccia. Lo studio sulla gen~i del le suture soprannum<'raric. co11.:1idera1enei ,'uri stmli llello svilup1,o ontogenetico dt>I cranio dell"Uomo. dei Prinrnli e cli ahri mammiferi lia con:10110il Fra!,Sellp a. formulare una lt"gge secondo la quale « ogni sutura !10prannumeraria dc,e considerarsi come il limite fra due o più ccnlri di ossificazione ». Un altro nole,ole con1rihu1oè ..,ato poi r'--ca10dal frt1/i$t"IIOallo studio delle forme del cranio umano inizialo ria Giuseppe :-iergi. Sono del 1901 le prime propo.m: del Fras....:;e:Uroiguardauli ;o sludio delle forme sergiane per c,·itare l"in.<lt_-ci~ione 11cll'ap1,rezz11mento di ~t>, indttisione tlornta alla mancanza del metodo Sergi. di istruzioni prt'Cisc circa l'oric-ntamcnto d11dare al cranio Ln ahro imporlaulc capi10:o cli antrovologia che è :staio approfondilo dal Fras.sello è quello che riguar,la le forme craniche degli antropoidi; sollo questo punto di , ista l'a111ropologo lii Bologna è stato ancl1c considerato il mi~diore J1rima1ologo d"ltalia. Il Fra.sseuo ha anche proposto un 11uo- ,o melodu matema1ico per la determinazione delle forme del cranio umano e delle cun·e craniche in genere. Abbiamo ricordalo gii. come la 6gura del Frassetto ('.CCClle,-oprnuuno riel camJ>O della metodologia antropologica e de:la hiometria. A lui dohhiamo di,·ersi s1rumen1i per le misure antro1,ometriche e cra11iome1riclie quali un cranios1a10, un compasso verticale a branche scorre,·oli, un prognatometro totale e pan.iale ver le miimre del mascellare, 1111 antropometro trimclrico con mo,•imen1i um;tipli. un apparecchio i.1ereoproiet1ore. Di grartde importanza pratica sono gli studi di antro1>ometria. somatologia e coSlituzionalismo. di anlropologia palologica e di antro1>ologia criminale. Al Frasseuo dobbiamo circa duecento J>ubblicazioni scientifiche de:Je quali ~Ile riguardano l'antropoloie;ia generai". una ventina si riferiscono., questioni varie. pili di >$0!58nlarigunrriano la melo- (lologia e la tecnica, e le altre abbracciano i più di~parati campi dt-:l'an1ropologia, dall'etnologica allt1 pa1ologica. dalla somatologica alla crimina;e. La scuola di Bologna può quindi <legnamenle figurarll!:accanto a quelle di Firenze e di Homa nella storia dell'antro110logia ilaliana, sia per il suo sviluppo autonomo e originale sia J)er il suo grande conlributo recato alla scienza: e la figura di Fabio F'ra..."Settotro\'a il guo posto accanto a quelle di Paolo Manlegazza e tli Giuseppe Sergi, tra i grahdi precuT- /1.0ridel razzismo italiano. GUIDO LANDRA 17

L'ORDI c)-3.unmcnto d1 1utt1 1 1.0,ioh c1, 1h dopo la guerra mo1Khak 1cJnò la fin-. di IU\a nlO, 1mcm .. ta c,·olmiionc. flHntuak. Allora 11 , oho dd XX ,«olo com1ocM> • ,11btrt un tnn1,utoso cambt.t~nto. Gh 1doh c1«a~nte ador,1.ll, lt sci~·"':' ,aahua/i, b troi,u 'reo,-.,.... fol1l1cu, a,·c.,·ano duoostrato tutta la loro n.nuà t con tHI arooo anch1.: I 1,IJitnni Kit'nllfici C'. fikKo6c:i. tondai. wl matt:rWI e La. macchina i 11nostro Dto a, Tale tra sula la dtua dc.Ile ,;cncr.u:M>ni passate. La tatastrofc fece ibiad1rc queg1'1dcaJ1.ma fumo rifionmc.nto dc.Ile forze ddromu.atc caraneriuò l'm1uo d, ,·a era; 5COP1narono k>ttc ~H:tw, rch~. 10C1ala e atttt& c,"Oluz~ dtlla ,·tte.h1a Europ,11 snnbrò una thspuata nccrca d' ~nto. Le ag,1auom atc1st1chc!, a.nticn- ,t~nc. occulustr,chc--c tant~ , malgrado la d1\C'rsa apparenza, c-rano ,m. tomo che nqh uomuu finn a l'attaec.amc:nlo mattnahstico. Il cn:-pu)(t•lo cktfe !l>C:1em:e p1ì1omx"'5K ha f.tH>rtto la formu1ont" d1 un'alLta conc.uionc dd mvn,lo. cht• auualn,cntc sia concr"andosi. CO$Ì e la Tccchia fisQ ~ di\·tnuta un mucxhtO d1 ro, 1~ ~. le kgfl dt-lla natura, finora titc-nut(' usolutc, 11 sono un·tte dimostrate 1ta11111chc,la bt0k>g"ia.umana ha OOH110ck,.ir11 1lalk 1uccc vs1co-ch11mche.. \nchc la p51col()t,:'1a, finora ll)C• rtnKntal(', si onc-nta \C'UQ il riKOpr1mc-nto dcll'an1ma. F..d ~ 1uttt'lsa una m olu.uon(' ancht- dei rontttu dc-Ho 5µ,a1.t0 e- dc-I tempo. Fmalmcnlc II profila la r«lcnuonc dello spm10 umano dalle utcne d1 un fata.lismo detirnnnnst,co, che:: ha sopstrH,o la ,·era hbt'rtà. )l('ntrc- pcriKOnO quclk concc-r.KMMcht- formarono 1'oreog1io <k.lla c.a1ta('1tà umana, s1 ,-a sost1111rn 1,1 progr,rHn amtnlc ali""'° del mo11do m;:ucnalc (l'iH1HklNtN!"t1), qudla ddÒiiuondo dnmo (fo ,,.1-1,c-ndr-N.:a). In qlK'Sta ,on.('~ d1 C"'Ohu.,0111,~caduta~ una fiamma 1'1du ranista. di\ c111ata rapub.mcnt(' d1 alt1H1ma 1mpor1anr.a. lni.ualmenl(' 11 u:u,smo fu qualificato 1111dcrnalo ddl'an1ro1,0Log1a ra1.1onah111ca. t' pcrc10 tro,O. 111 1,ptt.tt' tra i u:oloch1. uel.l. ('Offlprmsib•k a,,crlM)n('. Ant11~ cht- tulh I seni.a.(~ si ~ppanc·ro alk tdce della raua e crcastcro un mtto 1lr-ll,1m==" e pufinv un surrOl{alo d1 ,.,·l1gioNl' dl'/ "'"9"'·

1,Juo11 an-.:nìml-tll1 ,ono dei noMn giorni e ancora ,cstìti Jell'anuco disordine, sicchè rombra dt'I filosofo cbrt'O Spinoza (1b_µ.167i) è stata clt'\ata a dinniuarc ercticamL'nlt rcsserc um;,,110. Oc... ·orn.• dunque mettere ordine :: oon. ccpirt' ontc,l~icamcntc I.. rons..:~m:n:tc dd fanorç e razza». L'uomo ha 11 :imgolarc pri,il~10 d1 far parte d1 111t1r le gr,1d;uioni delle dn cr:H: sfere della natura. I) In fondo è In materia llura; Mrum,re, ..,-ut'rgic. kggi tnt'Ctanichc. fisich: e ch11111chc,cirro:tcn,·ono qu1;:~to mondo mincraJc.inorganico. Il) Sopra la mataia (: Ja t·ila 1JrgaNlcao Hg,·tulitil. Tutti i fauori ddla s1~ra matuiale sono in1cgralmc111(, auoroiti, ma trasformati e pla~mali SC· condo k l<ggi d1 qn\·~10 m,m·o str:uo. Il segreto della ,·i1a e la sua pcrpc1uazione. il m:uucmmcnto della ~llCCic,sono facoltà che oltrc1mssano qucllt' della semplice meccanic:L lldln materia .• \ questo grado si ferma la 11ia111a;nnc~ l'anuna e l'uomo fanno 1>artc di q11e1tasfera, ma la oltrepassano e s1 ek, ano a quella ddla ,sichr. lii} I.a t•·rcr:iòHf' s.-,uoriafr- l' :t<:ll!Jit1,a è una HHt.11'·., d1mcns1om."tbl·nualc della , 11.1.. La cr\·atura ;mnnale 11011 ,·l'ge1a piìi (romc la piani.a) Ji 111.>k> nutri• 111<:mo,crescita e )lrocrt'a1:iont'. ma sc1uc inoltre l'c-s1sicnza propria anchl' in forma di istinti. imprcbioni, scntimcno. La. sfrra , italc e p,ichica com1m~nde <111indil mondo materiale, n-,:1.:talc e sc11.50rlalc(il bios) al quall" si contrappone come 11110,·2dimcnsion,: 12 sfera della mente (il logas). Solo l'uomo 1>uò inoltr.irs1 111questo gn,d 0 supremo. che ohhcdiscc a k,:,:1 ~r,icolarmcntl' propr~. JV) l..a sfera della mente comprcn<k lo spirito un110col corpo, non J'astra• ztOnc di uno spirito assoluto. Tulll' le gradnioni 1>rCC('(.knti1>rcMfp1lOngono lo spirito, il quale 1x-rò 1rasforma ed as~rhe le altre sfere piìi ba~sc M'condo li• l<.,:-giJd suo 11ro1>riogrado. t\112, potl'nza spirilu:lll' si apre 11ru. Jimcnsionc nuo, a: d regno imnl2.tl'riale. im1K1·cepihik dalk dl'rl' pit'1basse , uali. I..o spiri10.corpo apprendc l'csscnz:a

razionale ddle co,e ~ l'ordine ddle loro strutture. concepisce e idee cd analoeie, rcalti :.iatcriali e SO\'ranm11urali fino a Dio. E fino allo spirito si cstemk I.a sfera dell'uomo naturale. V) La grazi.a. d,vma può ron«dcrc alruomo li"-' «rta ~rtecip.2zKM1c alla vita sovrannalnrale, ma la natura dell'uomo non contiene questa facoltà in se stessa, e non la 1mò nemmeno prctn\dcrc, ma possiede una naturale e:1 1r.a.cit:\ (po1ent1a. obtd1en1iahs) d1 oblxdirk- . . Bisognerà anche definire la 1>arola natura: se è mtc-sa opposta allo spirito, allora la na1ura com1lroodc tultc le sfere gcurchiehe fino allo spirito. Se I:\ s'intl'nde opposta al sopranna1urak, allora coniicne anche il mondo dello spirito, cioè tutto ciò che è delruomo naturale. Tutte le categorie cnatc sono soggette a ben dcfini1c limitauoni. t} Ciascuna sfera ha leggi 1>art«:Olarmenle proprie alla sua s1rutlura «I al s,io caram,:re. Queste sfere !Ono cssenzialmerue dit•ersc f11na daU'ultr;.i e non sono derìvate o C\·olute runa dalra1tra, Co,ì ad es. la ,·ita organica n on e mattria, b. vita psichica 11~11 è ,·ita orgànica -cd ancor mmo è spiri10. Contro questa im1>0rta11teCOJtnizionc peccano tutti i sistemi filosofico-scìen. tifici con b. tc.ndcnza a semplificare fino all'estremo monismo (Spinoza). I fanatici dcli.a #talc-ria, della 1-italilò, delk> s,-iri/01 ,·roano tutti soltanto 11,ra delle gradazioni e1is1enti, negando o trascurando indebitamen1e le altre, In qul.'slo modo si arriva ad accentuale unilateralità, ma ai nostri giorni 11 può anche OSS4:n·are un ahro gTave t'rrore, che commettono tutti coloro chr ron~1dcrano due sfere d,stiutc. C1.m1c se qUt"ste fossero una sola. e d1mc-ntic.uM1 fa d1\'1.:rs11àdellt.- leggi l)roprie e car;111nis1ichc di ciascuna di esse (•). 2) Le ira~t»oni n~ffuomo e nella natura non formano una >emplice somma. ma sono in ra1,porto strutturale ~rarchico tra di IMO. Esse 10110 disunguihilì. ma non rcalmt•ntc sc1>arabili. IJ~I basso (klla matl'ria fin') all'ahl•u-:;;,dclii, -.pirito 11'consistcm.a delle sfcr.- più alle presu1tp01l(' qudla ddll" sferl" più ba:o-'t!; ma o,,:-nuna \klll" 111ù has~c , icn.: m un cerio sen~ 1~ne1rata e dominata dalla \l1l1 alta. Il Kra(.locJ1.•ll'anima-~piri10 è i11finitanll'l1tc p1l1 alto di 1111dlocorporeo 1~rch\• ,essa ha una 1\111zi.>ned terminanie. mtntre il corpo ,•itale è soltanto SCr\'ente e portante. :'\'onostante l'unità tra a11ima e corpo esiste ira d1 loro un dualismo che non può cs:;ere negato. Le facoltà della materia (upansione e mo\'imc111 0,1ello spazio. misura, peso, e«.) non J)Ossono logicamente valere anche per i fcnomrni spirituali (pensi('rì. M:nUmenti, mire ecc.). E' dunque uno sbaglio 01110l •giro 111tcqlrc1arc lo iipirito solamente come un'appendice opl)ure un prodotto del corpo \'Ìtalc (ad es. e l'anima è il lato interiore della razza•). Un princi1•io 1mm:ucriale dc\·e euere neceuariamentc 00.sc e caus.a dello S]lirito; questa sosrnnl!a incorporea. che è un essere ìndi,·iduale in se slcssa, \ iene chiamata e anima•· La nostra s1>ceicdhcnta e uomo• mediante rimmissionc dclrc ani. ma•· che io dt:1crn11na e gh dà la sua coniazione s1~cifica. Le- ideologie dell'Oriente tendono a d1spreuare: il corpo e la sfcr.i ,·itak, ma qul.'sto ascl'tismo derfra da una v:ilutuionc crrollea della natura umana. L'integrità dell'uomo si può ronscn·are solamente m modo da concepire famma sia nella sua completa ind11M.:11de:nza immate:riale, 1ia allribuendole tutti I poteri delle altre sfere ntali. Con ciò, iene ammessa una larga i11fluc1na cJcllt' disposizm111ert'dita rie e.Id corpo (della razza) sulla forma mdinduale dell'anima. Questa però non è affotto un:i inclinazione \'Crso un naturalismo del 5angue, pt'rchè l'anima non "iene materialiua1a, e mantiene sempre, mal grado l'unione --0~·anz1alt' con la m.atcria, la sua pott'nl!a immateriale. lmt'cc molti esponenti della moderna carò\tterologia sci\·Ol:mo \·crso una ~p·-ric eh \'italismo prc1tamcn1e natur.tlistico se essi v()j{liono vedere nel OOfllO M:>l!anlo e il campo d'espressione dell'anima>. Se anche una psicologia rai:• l!;;:Je è una COKtlizioncfinora poco progredita, è un fatto innegabile resistenza delle di1posil!ioni crl'dMare spirituali. l:anima, date le sue carnUerìstichc. non può eSSt're ~getta ad una erOOitari('tà m.ateriale:; ma, in via indiretta, cioè anraverso il suo rorpo. i genitori possono tramandare certe disposizioni psichiche. Sebbene le anime siano tra di loro uguali, possono esse re indl\'idualmente differenti secondo il grado di 1K:rfezione in cui il loro essere sostanziale è realiuato rM"isingoli uomini. L'evidente correlazione tra la costituzione del corpo ed il e.a.ratiere (tipologia •li Krctsc.hmu) conferma la geniale intuizione di San Tommaso d'Aquino, che potrebbe illuminare molti antropok>ghi. E. GASTEINER ('} Ad Cf. i n11ur:a.l11h Mg.ano la Ji..,euiti di natwa e 5pinto, i biologhi quella 1r1 nwaia e viti" o,-pruc.a. i pdagiam vogliono ~e 11 50pnnna1unalc al regno dcUo spiri10 rwun.lc, i ps1rofogi mescola.nob Y'lla spirituale con qudla pu.,1mm1c SMJOria.lc. Spcngltt abbassa. la. vita al ,grado del mondo inorg;uuco. cd altri vedono la vii~ WfflC" un ftnOll\fflOòdla v1tal1tìd1 rana e sangue. Tuul vo3lìono S(.'fflplific:arc arbi1ruiamm1c 1I WTOimo ddk ('Ot,C': ma la 1C'OfU. dn-e scp,~ i fauì. 1MW1 i fani b. uona.

polen1iea Se diamo uno sguardo ai migliori scrittori antichi e moderni, noslri e foraslieri che hanno parlato degli ebrei, non ve n'e uno che non metla in guardia dal pericolo che essi rapprescnlano in mezzo alle ahr(' Ebreo del '700. nazioni. Tra tali scrittori emerge Voll'aire. Riunendo quanto è scritto qua e là nelle !'>UC opere in proposito. "i sarebbe da fare un volume del massimo interesse, Non solo. ma l"autore è durissimo venw gli ebrei. Si è anribuita tale durnza al fallo che un ehrt.-o alleggeri Vohaire di pareechie migliaia di lire. Ma se il fauo della spoliazione ~ \'ero. crediamo che Mrebbe pochezza d'animo immaginare do,•ulo a risentimeuto il giudizio di così grande "crinore. C'è innx:e da !UJ>J>Orre che $i ,sia pre10 pretesto da un tal fatto per mellere in cani,•a luce gli scrilli di Voltai~ sugli ebrei, e farli credere cffello dell'odio e non già una spontanea manifestaiione tiella 1}ersuasione dell'autore. dellata da amore della \·erità. In una mente eletta come quella del Voltaire 11011 può trovare posto il meschino ripicco e lo scopo di rh1endicare su tutta la ruia ebraica la catth,a azione rice,•uta da un ebreo. Del resto lo scrittore è così strettamente aUaccato aUa storia, quando parla degli ebrei, da escludere che abbia avuto nelranimo altro sentimento che quello di esporre la verità. Egli ritiene che gli ebrei fossero i11origine un"orda di arabi beduini, che errarono lungo tempo Ira le rocce del monte Libano ed i dei;erti vi,•endo un po" del loro brigantaggio, un po' in schiavitù (I). Ebbero i "primi rudimenti d'istruzione sotto la dominazione caldea e mai per tulio il tempo che ,•issero in territorio proprio ebbero barlume di civihà. Noi non troviamo, scrive Voltaire. tra essi nè un poeta (il Cw11ico dei Ca•tici ed ahri ca111i è pro,·ato non essere 01lera dei re ai lJU&.• li ,,engono auribuitiJ nè uno storico nè uno scultore nè uuo scienziato qualsiasi. Perfino i costrultori della casa di Oavid e ciel Tempio furono falli andare da Tiro. 11libro di Giob• be è di un arabo che \·in~,,a nei tempi precedenti a quelli nei quali noi collochiamo A1o· sè, e dagli ebrei do,·ette essere tradotto dall'arabo. In e™> è detto che Elifar. uno degrìnterloculori, era di Teman, antica città araba; Baldad era di Suez, altra città dell'Arabia, Sofar era di Naamath, contrada d'Arabia ancor più orien• tale (2). E' un singolare esempio del• la stupidità umana, dice Voi• taire, rigu&.rdare, come abbiamo fatto noi per tanto

1empo, gli ebrei una nazione che abbia in.stgna10 tullo all'altre nazioni. Evidcnlemenle tutti i regni dell'Asia erano floridissimi a,·anli clic l'orda \'t1gabonda degli uabi chiamati ebrei possedesse un canlue<:io di terra propria, prima che aveASCuna città, le leggi ed una religione stabile. Sicchè quando si "OOonoantichi riti, un'antica opinione stabilita in Egì110 o in Asia e presso gli ebrei, è ben nalurale il pen~re che il piccolo popolo, ignorante. rozzo. negato alle arti, abbia copialo come ha potuto dalla nazione antica, florida, industriosa, piuttosto che questa da quello (3). Voltaire cita infiniti plagi commessi dagli ebrei, tra cui la storia di Giuseppe ebreo e la moglie di Putifar, che è la i;toria di Ippolito e di Fedra, di Bellerofonte e di Stenobea, d'Ebro e di Doma.sippe, di Telamone e di Peribea, di Mirtillo e di lppodamìa. di Peleo. e di De.me-nella. Fu un popolo barbaro e ferou, come dimostra tra gli altri il fatto della di!truzione dei Cananei, dei quali gli ebrei a,·e,,ano occupato il territorio. in rin• gruiamento di M...~re!!lati conser\'atì in ,•ita. quando erano stati loro schia,•i, e d'a,·er rice,·uta 08pitaliliì e anche slrelto palli di pacifi<;a convi,·enza cou essi: distruzione estesa ai bambini poppanti e perfino alle bestie. La strage dei settanta figli di Gedeone, proM:gue Voltaire. commeiJ!!adal loro rratello Abimelech. è uno dei numcro!!i fratricidi che si tro,,ano ad ogni passo nella storia degli ebrei, e che non hanno scusa n~runa. ma debbono far considerare gli ebrei il popolo pili feroce ed imbecille insieme che abbia calcato ed i1uanguinato la terra (4). Circa la potenza territoriale di un tal popolo, Voltaire riferisce quanto serive S. Girolamo, nell'anno 414 Oell'era \'olgare. nella lettera a Gargano. e che è quanto appresso: e Tutto il dominio degli ebrei sulla lerra prOme5$l non si estende,•a che da Dan a Benabea, \'aie a dire lo spazio di centosessanla mig1ia di lunghezza: la Scrittura non ne dà di più a Da,•id ed a Salomone: circa la larghezza non !!i conl'ano che quarantasei miglia da Cioppe al nostro piccolo borgo di Bethleem, dopo il quale non si tro,,a che uno Apa,·enloso deMaria Antonietta • I noi bhnbi (quadro di Elisabetta Le Bru.n. nel 001tel~ di Vonaglia).

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