che ricalcare. mutando solo il necessario. :i 9rond.e modello ciceroniano. Questo mc:on. 1ro era st010 poggibil• porchè la dottrina sociale crisi ano e quella romano: avevano a11inlo ambedue alle radiCi della legge na• turale. sapienza eterna che regge il mondo, e· alla quale dovranno P\lf sempre infot• morsi tutte le poggib1!i civilt6 del luturo. se vouonno e$$Ore CO$!n ... '11rlci e non di,1rut• trici. 'J.l ~ dei ~ La propriel6 è un'istituzione ,omana. mo romana è la proprie16 dell'assoluto dominio. romana lo propiel6 di dominio pubblico, perchè Roma è 9,unto Imo a d1chiaroro essere massimo intereHe che non l~e 11 poprietano a poter disporre dello coso sua. Quindi non si può dire come diceva C1ce• rc,ne. che Roma dovesse soprauuuo badare che eiaacuno con&orvane il suo e le !oggi non menomassero la propriet6 do1 proprieton. Que&to piunosto era la tendenza della clo&11:edei colh e çoMidonti ciceroniana. Di quello croata ciceroniana. non ce ne d1men• tich1amo, che Cesare dovelte rompere, se .-olle restituire Roma al suo dest"no. Ero quello di Cicerone, una bella morale di clas. ie, la morale dei potnmoni. Era la malatt10 d Roma. Lo mo!atho, che minava Roma, e dw1 1n fine lo uccise. Lo vediamo al quinto oocolo cnstiano, che Roma mori d1 questa malolha. cioè quòndo tulio il suo scopo divennero duemila famiglie collissime e ricch1ss1me, quando Roma non servi ad altro che al 1ofhnamen10 e al patnmoni di duemila lamighe. Allora Roma obbe imperatore òolle mani di Alarico un suonatore d1 lira. Allora era finalmente diventata tonto collo ~ altrenanto erelina. Aldo A. Ruìna, da Roma Ho assisllte, dico os.iiislito, a un ballo nollurno. Un'orchestra do ballo che 6 lutto coli:;, o fraca:Slic. sfro:tk1 le oreççh1c con musico sincopata. S1gnonnelto o bellimbusti, inebriali dal• foro nouumo, dallo luce, dai prolumi, dolio mu3ica:. danzano. o almeno essi ere• donc. Quello mosse la&civti, quell'abbandona completo. quelle slrollo, quello a1ru• sc1a;e di camicie inamidate e di seto mi hanno lnfa.slidito e mi son domandato se quella mollezza t d1 una razza vinle. Sa!lu:ilio dice che i:;e~ disonorare una donna Romana basta dirle m laccia saltatrice. Orazio mise quesU bolli lasc1v1 tra le turpitud1n1. Ovidio chiamò il ballo lo acog:lio ove la morale nauho9a. Ed mhne Cicerone ho parole severissime nell'orazione che pronunciò in d1lesa da Mureno: e: un Romano non suole dar.zare nè in pnvate cong1e9he nt in rumoroae ve-glie, a meno che non s10 i::ouo od ubriaco>. Cosi ci aerive Ruino. Analogamente. ~Ione Vareae. laacist~ uraver,itorio, ci scrive da GenOva. tra h:dtro Molte donne della nostra generazione 901\0hloomericone. per lo stupida credenza che tullo e ò cho è americano sia moderno • con$0no ai tempi. ~on v09lio aueggiormi a moralìata ma constato che la vila, la mentaht6, la moda c!,..!la donna moderna sono convenkmhs• s::ne agli uomini eacciatorj d.i avventure l':lOnon certo o quelli che hanno idea di !ornerai una famiglia. Lo donna, è vero. ha acquistalo dal 1789 .ld oggi uno quantità rilevonle di libertà in 09ni ca:mpo, ma con questo non ho per. duk I doveri che le sono propri e che la IM,1.:i amare. Non pretendo con questo che la donna sia In soggezione e che le al proibisca di praticare 91i spor!s, quando questi abbiano lo acopa d1 fortificare il fisico, e non di acealappia1't un marito. Non deve la donna perdere una giusto hbert6, mo deve ricordare e mettersi in le sto d1 dover essere moglie e madre. Felice Berloc:chi, da Roma Ho \elio con interesse l'orticolo sulla tradizione dei giuochi dassiei e lo salute della rozza, d1 Nevio MaHeini. M1 auguro che altri arhcoli sull'educazio:-ie fisica 5eguano questo e con maggiori Indicazioni sugli scopi di essa. A questo proposito dovrebbe risultare chiaramente che· I Greci ci laaaarono modelli di !orma e di proporzione e Intuirono l'influenza d! un corpo bello e armonioso sull'intelletto. D,vel'$0 concetto ebbe:-o i Romani (porlo sempre d, Greci e di Romani dell'età mi91iorel che alrmluori della pratica igienica del bo9no quohdiano, disprezzavano ogni ginnastico che non preparaHe alla milizia, reputando l'&duC01;ione del ca:allere superiore o quella del c:orpa e dell'Intelletto. Quealo concotto t più vicino al nostro di quello greco. La fusione delle due concezioni classiche si ebbe nel Rinascimento. In quest'epoca l'esercizio delle armi fu uno degli scopi ma non Il solo dell'educazione fisica: si ammirava un corpo bello e robusto in armonia con l'intelletto e il sentimento. E' si9nihca:11vo a questo prol)O$ilo che L B. Alberti, uomo por natura non farle, lo divenne a via dì esercizio e volontà. Questo principio fondamentale non fu di pochi uomini eççezionali, ma dilluso, formò lo bas. dell'educazione di Vittorino do feJ. tre. che ebbe chiara !"idea .del genere e del grado d'inlluenza reciproca delle lon:e li,iche. intellettuali e morali dell'uomo. E' evidenle che lo aoopo se non ìl me• lodo dell'educazione fiaica nell'Italia fase,. sta è vicinissimo (e potrebbe anche risul lare identico) a quello che di questo ramo dell'educazione 9enerale si ebbe nel Amo. scimenlo. Guido FarH!li, da Firenze; Sono un modesto Impiegalo eho &egue con vivo interesse quanto la Oife:.a va pub blicando, In specie il Questionario, ed 1n particolare quanto riguarda i protestanti. Ho sempre avuto una stretta al cuore quando mi è capila10 di rilevare la propa ganda dello varie botteghe che qui in FJ. ren:te han preso 1tanza. Qui all'ombra del Cupolone del nostro Brunollesco. qui ove suonò lo v0e1t di Don• te, piè è la propaganda ostinata do parte di queslj messeri che non paghi della bo nevaio tolleranza. sloggiano un'attiv116, a mio modealo modo di vedere, quanto mai perniciosa, speci~ in questo momenlo cosl delicato per la completa unitò spirituolo del popolo i1aliano. In queall 9iornl sono atoh d111r1buili per le cose e fuori manile1hn1 cosi concep1t1 CERCATE E TROVERETE (e più sotto in piccolo) Gesù Slete invitato ad assistere alle quotno Conferenze che si terranno nella Chiesa Cristiano Avventista. Via S. Gallo 2 (angolo Via Guelfa). Ingresso libero, ore 18. e: Il primo doi nostri doveri è l'amore della vent6 e lo fede in essa>. S. PEUICO. Domenica 4 lebbraio. ore 18· TAVOLE SPEZZATE Domenica J I lebbraìo, ore 18; LA TRAGEDIA DEI SECOLI Domenica: 18 febbraio, ore 18 LA LAMPADA SOTTO IL MOGGIO Domenica 25 lebb«iio. ore 18 IL GRIDO DI MEZZANO'IiE 'Ed ancora. Ogni mercoledl sera alle ore 20,30, conversa:iione religiosa sulla storia sacra con proiezioni luminose. ln9res.so li· bero. Sola ri.scaldota. Sala riscoldato. Anche un quarto d'ora al calduccio. Ricordo che l'esercito e: inglese> dello salvezza aveva ollillato uno bot leguccia in un popoloso quartiere fiorentino. Vi stavano a mala pena sei o selle panche. Da una parte un baldaec:hino nel quale prendevano posto un suonatore di corneua, uno dì violino &d uno di fisarmonica. Su di una pedana al fondo un.. e italiano> in divisa spiogava e commentava un llbrello che veniva distribuito ai rari presenli, dopo una refrigerante ese-cuz,one musicale. Nello cittò di Dante. Rolando avr6 pienamente :agione quan• do dice di dislinguore fra protestantesimo e sangue; ma bravo. bravissimo Fabri1:i. Gli l!alianì 1n 1uu1 i campj hanno per primi portato ben alto la boccola del loro genio per essere paghi d1 a9gfo9ar1i al carruc• cio di uno straniero, si chiami euo Lutero, Valdo o Calvi!'I.Q etc. L'incontestabile 6 cho se si va con essi si perde lo strada co:ir.o lare di Roma per prendere un viottolo ~o: luOIIO che ci porto inolut:obilmonte e: rm negare tutto la nostra storia. Ed 6 qt.osto il lino cui Si propon9ono lo varie co~•po• 9he d'oltre alpo, quindi opera di sno:1ona !inazione non apparisc:enle, · ma c:>Jtontc, assidua, abbondantemente fornita d, nezzi. Sere la venne da me un giovin'l marinaio che ho conosciuto do ragazzo. un tipo
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