La Difesa della Razza - anno III - n. 9 - 5 marzo 1940

:cu.ccinare e matematicheuore e concel• t.ic:.llu.are o ide1uare e lare gli spin101si' u rcrde di vista il c:ondudente, e si va appresso alle COH inconcludenti. L0ldealismo prescinde do.I popolo. dal genio del popolo, dalla nazione. dal modo cioà di parlare e concepire e fare. Perchè non Ci iphMJhi questo punto? Sei mY1toto a spiegarci che ziignilica che l'ìdealismo prescindo dal genio e che cosa ne derivo riguardo olla civihO:. Sei quindi anche pregalo di spiegarci che coso dobbiamo intendere per civiltà. E se esi.s!e la civiltà, e o chi appartiene, e J)8rchè. Anche Angelo Monti ci ha mandato do Rotna una sua polemico con Giuseppe Grieco. riguardo o De Sanctis. Non lo pubblichiamo perchè a noi De Sanctìs interessa più di Grie::o, e lo lellera di Monti non ri;uardo la queslione desonctisiona. Caro Monti, noi non siamo qui per dir rr~le oi De Sanctis, ma per copirlo, e non po,_,;..;.-•c- COJ)irlo, ,e non teniamo conto d-!tlie ,1ue;shoni a cui ho dato lu090 lo suo storia lenerorio. come. por esempio. quella riguardante il cinquecento, che è fondo, men1ale. Alla comprensione di 1ali questioni debbono servire anche le considerm:ioni d·arte poetica di Leopardi, che siamo andati pubblicando. Ouelll che studiano De Sanctìs, cerchino anche con raiuto di Leopardi, di capire il dìverso orientamento letterario di De Sanctis, e le conseguen:r.e, che ne sono derivate. Se invece di approfondire uno questione nozionol1t vitolissima. pensiamo solo a bai· · lerci per o contro De Sonctis, resteremo aempre allo stesso punto. Perci6, coro Monti, comincio con leggerli le considerazioni di Loopordi, che abbiamo pubblicato tutht, riguardo alte Idee di Lodovico di Breme. Cosl, partendo dallo que• stione romantico, li aprirai tu lo slrodo, senliroi il bisogno di appagare allre curiositò. e linlroi tu s1esso col venirci a porlare della questione desonctisiano. :ea.~cU~ Eoso Catagna. da Schio (Vicenza): Polchè quì si parlo di Cicerone, diciamo subito che, quando Virgilio incamerò nel e plus Aeneaa , Il tipo ideale del romano, cittadino del nuovo impero creato da Au. gusto, il quale reoliua la sua vita pubblica e privato nel piò reli9ioso rispetto delle l99gi divine ed. umane, il filosofo di Arpino avrò 9iò delineato nei tre libri e Sui Doveri, il cittadino integrale dolio c:oscien• :ta morale e dalla pratica quolidiono inlOfmale alle più salde leggi dello giustizia e dell'oneatò:. li primo è più noto in virlù della- poesia, ma il secondo non è rnen d99no di essere conosciuto per gli insegnamenti che ne possiamo trarre e anche, diciamo pure, per un lnterene oUuole, In quanto non possiamo lare a meno di notare che molti dei pii:t importanti principi! enunciali do Cicerone sono ancora presenti nella coscien%0 delle generozioni del tempo n04tro, ricostruìto, per virlù del roscismo, in mezzo al dilagare di torbide idee sovver, litrici. sulle basi dello p[ù 1chìello roma, nilò. La quale. sl9nificando ideali e l999i naturali fusi in un armonioso tutto che solo pu:) darci le norme della vera vita, che non ò soltanto cielo o soltanto terra, bensl l'uno e !°altro Insieme, ci permette di ritornare od esso, in qualunque tempo, ogni quolvolla il nostro 1pirito viene sconvolto e minaccialo di distruzione da idee opposte allo serena e realistico visione dei destini del mondo, particolare allo nostra rauo. Compito di questo scritlo è, dunque, quel• lo di mettere in rilievo i principii basilari su cui Cicerone fondo il progresso dello vìla sociale dei tempi suoi e su cui, 09giungiamo noi. dovrannc> pur sempre P<)9· giare i più elevati e civili sistemi dì umana convivenza, poichè la visione romana del mondo è stato sempre im~rontoto. altra• verso i secoli. od uno sp!rito solare. re<i• hslico ed incapace di lasciarsi sedurre da nebulose e perniciose utopie. Appunto olla natura della sua rozzo uhbidl Cicerone. nelrespoaizione del suo penai♦ro. Proclamalo che la vita attiva à superiore a quella speculoliva e che perciò nello gerarchia dei valori morali il primo poa10 spella olrazione - ,-irtutis eniat loua in cctione coraaistit - egli paHa od illustrare le norme che devono guidare 09ni buo:i. cittadino neU'esercido dello propria at• livitò:. La legge che rulilitò: individuale non può e»ere tenuto distinta dall'utilitò: altrui 6 avvertita dal !ilosolo in ·cerca dell·onesto e sulle mosse di conciliare rutile e ronesto, o,i:sio per uno questione morale, mo In se9uìto è trasformala con l'evidente certet.:i:o che questa verilò: si estende anche al be· nessere materiale dello sodetò:. A un certo punlo. inlolli, troviamo: e Oueslo qui. sopra tutte deve essere lo normo regolatrice di tuui: identificare l'utilità del singolo con l'utililà generale, tenendo presente che se ciascuno trarrà a lon:a a suo vant099io l'utililò che è dì lulli, l'armonia della società dovrò necessariamente dissolversi•· E che Cicerone los.se con•,inlo dello reale reslsten:r.a di un interesse collettivo superiori ogrtntereui itldividuoli, ce lo dimostra il lotto che egl,r nell'enunciare le norme da osservare, per ben comportarsi nell'eserc-i:r.iodell"ot1ivi1à politica, specifico chiaramenle che l'uomo di governo deve aver sem• pre di mira il benessere generale e non quello .. di una sola porte dello cillà ". Di• non:ti oì suoi oochJ rivivevano, inlaUi, altra• verso gran porte della letteratura classica 9reca (Aristofane, Tucidide, Senofonte, Llsio) e le lotte accanite del partili in Atene al tempo dello democrazia. mentre li ricordo delle gi0$tre oratorie tro Dem0$tene e i suoi avversarli. oltre che l'esperienza de9li anni suoi in cui scoppiavano nello democratica Roma non solo Mclilìonff, mo anche P"m.- ra bello- ciYilia, lo confermavano nell'opinione che i parliti sono mali che devono essere evitati, se si vuole assicurare tronquil, lità e p,osperità allo vita della nazione. Perd6 in· un'epocc. in cui egli non ve• deva che e pochistimi • apparire sincere, mente pensosi di tutto quanta lo patria di fronte ai e moltissimi>. che lacevano traflico del potere politico per il solo s.copo di sod- ··disfore allq, propria ambii.ione e ai personali interessi, s'j au9urava l'avvento di un tipo di cittadino di serio e forle coraltere. il quale, deç,no di rivestire le più alte cariche, si IO$Se industriato di evitare nell'esercizio delle sue attività lutti i mail della democro2io, e dedicandosi allo 11010. senza dar lo caccio o poteri e o ricchezze. e di esso tutelando tutto quanto il regime in un modo sillatto do provvedere ai bisogni di tutti ,. (De Ofliciis I, 25). Nell'opera ciceroniano il riferimento olla necessitò della dite.a dell'utile generale lt costcmle ed anzi porla per il logico svi• luppo delle id.e olio conlutozione di quell'assurdo sociale che è il comunismo, aequatio bonorum, do C.cerono stimato e uno rovina, della quale non è possibile imaginore una più lunesta •· Il nostro, inlatti, oltermo che un uomo d1 i:.tato e deve soproltutlo badore che c:ascu• no conservi i suoi beni e che per· nessu~ pubblico decrelo si 01ten1i allo proprietà dei cittadini, perchè e 9li Stati e le città sono state londote appunto perchè ci03cuno posso conservare la suo proprietà. ut sua 1enerenh1r (De Ol!icìia 11, 21 ). Del resto. 11 senso della proprietà ero uno diretto conse guenzo della concezione romana dello società, che vedevo nella famiglia lo cellula r,rimo dello stato. La famiglia è il principio dello cillò e e quasi il campo di semina che dà vitQ agli stati>. i quali non sono ollro in delinitiva, che il risultato di uno propo• gauone e moltiplicozione di stirpi. la cui legge di 11viluppo è do Cicerone ccsl indicata· e Giacchà la tendenza per natura comune a tutti gli esseri animati è sentire l'irresistibile istinlo dello pocreazione, lo prima forma di società <ii riposta nell"accoppiamento stesso, la secondo nello lra1e]. lonza dei figli. donde viene l'unità di !ami• 9lio, por easere questo. o suo volta. seguilo dalle relazioni che avvincono i lratelli ai fratelli, e poi quelle che legano i cugini germani e i secondi cugini, i quali. non potendo essere più contenuti in uno solo casa. se ne vanno in oltre cose. come in altrettante colonie, per dar luogo od altri conm1bi ed altre parentele, il cui vasto aggregato cosliluisce oppunlo la nozione s. La quale nel senso più ampio dello deli• nizione ciceroniano, à coratteriuala dallo comunità di rana (Gens proprie sanguini, coniunctiol. di lin9ua. di storia. dì tradi, -zione, le quali ultime poi trovano lo più sicura garanzia dello loro conservazione nello comunan~a delle cerimonie :-eli;ioae che si celebrano in seno alle famiolle. Lo slOIO. dunque. porlivo dalla lami91io e, assurgendo ai più olli valori dello spirito. allo lamiglia ritornava, determinalo dai seguenti principii rispello del diritto di no turo. dei diril!1 di famiglia e di noziona• lìtò; rispeUo per gh interessi individuali e collellivi; rispetto dello morale pubblica e privai~ 1is►ello del laltore religioso, stimato come la solo Iorio ca.i:ace di perpetuare le tradiz:ioni della patria, olla quale è dovuto il sommo delromore e dello devozione. e Amali sono · 9enilori, amati i fi9\i, i po· renti, i famigliari; mo la i:atrio abbraccia e comtrendo essa i;olo gli alletti di lutti•· Perciò quale buon cittadino potrebbe esi1are o rischiare la propda vita per lo salute della patrio? A questo punto Cicerone si lascio trasporlare dallo piena dei sentimen• 11 e nel libero slogo dello passione lascia cadere una doloroso allusione al presente. Mo tosto si riprende, chè il suo sguardo e li suo cuore sono p,ot&ai verso il più vasto oriuonto degli indistruttibili principìi che devono servire di base allo vita di ogni umana società. Per questo ampio respiro dì umanità noi og9i. a distonz:o di venti secoli, possiamo leggerlo come un·opero classica, non, ,·intende, da filologi o da eruditi. ma da gente appassionato ~r I vivi problemi dello spirito. E ancora più importante apparirò: ai n0$lri occ-hì il De Officiis, se si penso. che in esso Il Cristianesimo e la romonitò: fecero il loro primo incontro. Il Crislianesimo, inlalti, al suo sorgere. quando sembr6' condon. note tutto il passalo e la tradizione antico, tenne persà lo massima opero dell'Arpinate. e un santo, Ambt09io, vescovo di Milano, dovendo compon-e un traltoto dei doveri per la gente di Chiesa. non trovò di m99lio

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