La Difesa della Razza - anno III - n. 9 - 5 marzo 1940

I' l;'S,unostro bellissimo mare, h;i profond.ll"Rt1lle j'.i ,..._so bagnate, ha potentemente cooperato a due ,E che qu<.-steterre hanno popolato, un'impront.:1.somatica e utto psichica assolutamente peculiue. utte le popola:r.ion1<l'Europ.a hanno sempre Sèfltito il (asdno • di questo mare, tutte le genti del settentrione e dell'oriente europeo, .$t1r1presono siate attratte ,·erso qut"Ste ri,•e, o,·e il sole e la natura 5,embn. si siano tacitamente accordate, onde fare delle terre curopeo• mcditerran<."f: le più belle contrade del mondo. Circondata quasi per inticro d:JI mare, recintJ a settentrione da un'alta cerchia di monti, percorsa per tutta la sua lunghezza dalla catco.a appcnnina, solcala da innwneri fiumi, l'Italia protesa verso cne-m>giornoe verso roritnte, verso il sole che na.scee \'CfSO il sole .,he sfolgora e arde, ha ~tito in maniera perentoria l'influsso bcoc6co del suo bellissimo mare; ha avuto da quello modellato il SUo ambiente fisico e il suo 1>3csaggio"cge1.ale, ha tratto da --que;stolutU. la sua bdlcua e tutto il suo splendore. StJe di sconvolgimenti g«>logici antichi e recenti di sommo,•i. menti tellurici e di tr.a.sformazioni ripetute, la penisola italica esprime già con la rudezza delle sue pieghe, delle sue coste-, delle sue cime, con la irruenza delle- sue Ja,·c, delle sue acque, del suo mare, una poss3nza chc non si è giammai :\llent:au., un dinamismo che non si è mai arrestato, mostra che la sta.si non vi ha mai regnato, ma è 5Cmprc rimasta nel perenne tra,,aglio dì un continuo divenire. Su questa fisica, così variamente modellata, così palimorfa e tanto complessa, si dispiega tutta una polifonia di forme vege1ali e di colori diversi, che va dai bosch~i conifere, di eki, di•qucrcie, ~i rosseggia~ e d,aJle ~otnpo,,.agfi oli,·eti · aUd pratcricL,.QStd.lMc >' c u.Uplayle nell'orgia la.,. da toni cal1Ì1 ù:rJi. gia I pila~ Jgtri \jligru, ndr«o ddlt- messi che si curva.no $Otto 11 arn:u del vento e 51 squ.1S>a00 souo lo schianto della bufera. E questa immensa varietà di colori, d1 forme, di espressioni della "ita è tutta av\'Olta dalla calda luce del nostro cido luminoso e tc:-rso, è tutta vibrante del calore del sole che nprime dalla terna la linfa che scorre e rende turgide le gemme:, i bori, le frutta; è tutta rav\'ivata dall'azzurro del suo mare clic le porta l'alito caldo dell'Africa ,·1olcnta e sel"aggia che le offre il soffio magico dell'oriente pregno di nusticismo e di aromi, che le reca gli ultimi riflessi di un cielo più nordico, più grigio, più freddo quasi che questi riflessi do,·cssero temperarne tutta l'esuberanza e tutto l'u. dare. Un pacsa.sg10 cosi fatto non poteva non imprimere un·impronu. assolutamente profonda al popolo che in questa terra era nato e<l en cresciuto, non poten non far sentire tutto il sua fascino e tutta la sua. bellezza sul p0polo che su di esso vive\'a, non Poteva non trasformare i nordici che ,,j er.an discesi e che da quell3. sublime potenza erano invariabilmente conquistati. Cosi si è foggiata la rana italiana, ceppo delb grande razza europea, ceppo che 1rova i suoi più "icini p;i.renti oltre le Alpi e non oltre il mare; così attraxerso ad una elaborazione complessa e compi et~ si è andata definendo questa rau. nostra che è I" e. sprcssionc tanto nelle sue orattttistichc somatiche-, quanto cJ essenzialmente in quelle ccrcbrali della terra ché- l'ha generata. Gli antropologi hanno im·ero distinte alcune varietà della nostra gente a seconda delle principali reg1oni italiane, hanno fllO. strato che effettivamente l'uomo ddle Al~ o.uq:cristiche <n0rfologiche alquanto differenti da qudle ~e dall"uomo del.

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