li na1ioru1J.ocial~I• allegra lnghihl·rra O,lerry okl England), ricc;1 di biade e di ortaggi, ma col crescere dcll<t pùJ>Olazioncla produzione non ru pilÌ suffieicnt<' e cominciò remigrazionc: sorsero cosi numerose colonie agricole. spccialmclltc nel Canadà c nell'.\nstralia. l.'lnghilh'tra rM.:rciò 110J1 è da considerarsi J>a.eseagricolo (circa il 53¼ delle 1-nc im1,ortazioni è di prodoni alimcniarj e dcrra1c). E' però ricca di miniere, im1>0rtanti~simc c1udle di carhonl", sia per quantità, sia per qualita. Sappiamo tutti che l'h1ghiherra sia llllJ 1ki 1.acsi che più esportano carbone. e <1ucsta i: la 1>rinci1>alefonte della ricche1.- z;,, e 1,01cm:a ingles(', di rni l'Inghilterra si C \'alsa. prima 1;er costi111irsi una s1x:cie c!i monopolio, da10 il bisogno di carbono.:, che hanno le industrie, e il carattere industriale della cÌ\'iltà moderna, e poi J)('r abusare di tale situazione, riguardo ai pa1·. S1J)O\'cri. I giacimenti di carbone fossile occupano circa il 12<,if del territorio deli'lnghiherr.1 e dd Galles t'd il 15¼ di <1ucllodella Scozia; la Gran Bre1agna fornisce 1/5 della rroduziont' mondiale cd è il maggior fornitore. dopo gli ~lati Uniti. Le sue riscnc di carbone, ascendenti, secondo Jcvos, a 200 miliardi di tonncliatc, 1>0ssonobastar.: ,111cora per cinque o sci secoli. In questa indus1ria, oltre gli ~lati Cniti, sono concorrenti dell'lnghihcrra. la Germania e l.l l'olonia: e in questa stessa industri::t. l'Inghilterra può im11icgarc circa un miliouc di lavoratori. Essendo ahrcsì in 1)0ssesso di materie prinic o potendosele procurare age,·olmcnte dai paesi che si trO\'ano sotto la sua i11fl11e11zaceonomica, l"lnghiltcrra C riuscita a S\'iluppare le sue industrie mciallurgi. ch1.•.(1/6 della produzione europea di acciaio, ghisa, meccanica, tessile è inglnc, pn le industrie tessili. che producono il 79¼- dell'esportazione britannica, J'lnghiL terra ha raggiunto il primato mondiale), le quali peraltro. dalO l'alto costo della ma. no d'opc.ra inglese, sono in alcuni rami soggette alla. concorrenia germanica. in allri. anche alla concorrem:a giapr,onc~c (la mano d'opera giapponese è la J)iù ecouomica di tutte) e alla americana: quest l ultima a causa della gran produzione a se. rie che, se non offre 1111 prodouo più fi. nito, C però mc-no costosa. Un'industria molto 1>roficua era. prini. della guerra. in Inghilterra, la J><'Sea(del n1crh1z:,o, delle aringhe ecc.) e Yi a,·c,·a nnpiel!'o circa 1111 milione di persone. L'Inghilterra ha conser\'ato finora la su~ premazia del mare (possiede il 30% del tonnellaggio mondiale) e del mondo coloniak, cosicchè ruò esercitare 1m impero commerciale e finanziario cd esercitare un dominio snlroccideme. rafforzato da artifizi dog;rnali e da ~onvenzioni politiche, ~i da imporre il suo monopolio e molti paesi. ridotti suoi satelliti. In condizioni molto diYerse da1\'l11ghilt1.rra è l'Irlanda. La 1>rod11zionedi quel paese è pre\•aJcntemente agricola; i prodotti agricoli costituiscono l'unico cespiti d• espòrtazionc-. Tutta,·ia le co11di:tio11aigricole sono inferiori a quelle del\'lnghilltrra. L'Irlanda non ha carbone, 110.1 ha altre ma1eric: deve importarle. E' un pac. se JlQ\'1ìro. Ciò spiega la. forte emigra11011c irlandese \'USO l'America. Le industrie sono piuttosto S\'iluppate nella parte dell'Irlanda che è ancora sotto la so,•rauità inglese, cioè nell'Ulster. SILVIO LANDRA
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