l -.-:-------,,~ •· ouun, :out~, e non 1u•rore "'"J e, 1ì che •1Giudeo di t·oi Ira roi 11011riti a!" (O...,,. • l'orodi•o YI DIRETTORE TELEsro INTERLANor 11 rr,z, IIOII lii\ TIZIO\[ 1•11111111 I or 1, ""' 111111 L.1
2 il "TEVERE" è l'llvamposto de.Ila .,u,mp(l, foscist<1 LEGGERE r------~)i' IL~-+~,,.-~ 1TEVERE1 DIRETTO DA TELESLOINTERLANIJI non sign.ifica soltanto essere informati ma anche ,: sopratutto avere una guida BANCODISICILIA ISTITUTO DI DIRITTO PUBBLICO Il più antico organismo bancario della Sicilia e uno dei più antichi del mondo 122 SEDI E AGENZIE · FONDI PATRIMONIALI, 489 MILIONI RISPARMI, CONTI CORRENTI, VAGLIA E FEDI DI CREDITO: CIRCA 2 MILIARDI E MEZZO L'ISTITUTO RACCOGLIE DEPOSITI A RISPARMIO E IN CONTO CORRENTE FRUTTIFERO E COMPIE TUTr.E LE OPERAZIONI DI BANCA.
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. 5OCIETA' I LIANEARNESBTROEDA· MILANO
LADIFEDSE!W I • ANNO lii· NUMERO 9 5 MARZO 19,io.xv,11 f.l!'Cll IL :I t:: IL 20 1)1 OGNI MltSE UN NlJMt:MO 8f!l'AtlATO Llllt: J ABRQNA.Mt:N'r(l ANNUO l,IIU: 20 .t.BBOl'i.t.M,N'ro !Ut)U:STMAU: • 12 t18Tt::NO Il, 001'1'10 Dircllore: TELESlO INTER LANDI Comi1ato di redazione: prof. don. GUIDO LA.NORA pror. dou. LIDIO CIPRIANI ·don.LEONE FJIANZI don. MARCELLO RICC l · don. LINO HUSINCO Segretuiq di rednione, GIORGIO ALMIRANTE ANNO lii • X•• • :S M.ARZO IHO-XVIII SOMMARIO roI.1n11uA OLI.ER MORDREL: U: MINORANZE IN f'RANCIA; JOHANN V. LEEllS: ORIGINI DEL POPOLO EBR.EO. G. DEIJ."1501.A: RJTORNARE AU'UMANESIMO. IHtCU llE N'I' A Z I ON•: S. L: GERMANIA E INGHJLTERRA; LUIGI SERVOLlffl: IL MARTIRIO DI SAN SIMONINO. 8CI.ENZ.A El>OABDO ZAVAffARl: AMBIENTE NATURAU: E CARATTERI R.AZZ::AU: GUIDO LANDRA: GU ETIOPI SONO UNA RAZZA?: FORTUNATO MATABBESE: L B. ALBERTI, STUDIOSO Di PRO. BLEMI RAZZIALI. CIVEIITION ARIO UN'ALTRA SPECIE DI LATIFONDO; LA flLOSOflA DELLE EQUAZIONI; GENIO E CIVILTA': DIONISIO BORGHESE: FOSCOLO E L"EOUITA· INGLESE, ecc. ecc. PENSJE8J DI LEOPARDI: NON IL BELLO IDEALE. 1..-nauca•-~afl-•111nnaa1 ILI 1JfflCI DILLA "IIIPISA DILLA UDA' Sl TBOfAJIO m llOJIA • PIAZZACOI.ODA O'Ol'IKI ll'fllO . TILll'OIIO ffllf.-, SCIENZA•DOCUUENT4ZIO POLEMICOAU•ESTIONARIO
U11aoldato della "gtaude Fnmda" 6 re 1939, Jean Girau- ~•"' ,,.'},//.".,•7~~r le m~=~;a~~ra~ero~~~~~Ò u~ allocuzione la cui importanza de· nva dal fallo che esso definisce il punto di vista ulliciale sul problema delle razze e su quello delretnia francese_ Lasciamo la parola a Jeon Giraudoux: « La Francia non è « una » nella suo terra, nella sua razza. Questo paese è fatto di «minoranze». La Nozione francese è la più sorprendente dimostrazione del principio che il mi• scuglio delle razze più differenziate, abbandonate al coso delle invasiom più diverse, installatesi durante epoche distanziate Ira loro dai secoli, formo un insieme più quolificoto di uno rozzo unico. per trovare nello loro integrità e nello loro umanità gli attnbuti e i volon dello Stato civile. Tenendo conto delle origini. c"è tanto distanza l.ro un Alvergnate e un Bosco. un Limosino e un Bretone. quanto ve n'è Ira uno Spagnolo e uno Slavo, un Ostrogoto e un Gallo; mo· con il ho.rire dell'innesto, tutte le nozioni del cuore, lutti i riflessi dell'uo• mo o del citladmo sono nel nostro paese identicamente gli stessi Il nostro periodo dì conquisto non è stato che la ricerco di un equilibrio finalmente raggiunto ... Abbiamo conqu1stoto una parie delle Fiandre perchè la Francia ha bisogno di una parte delle fiandre per essere lo Francio Abbiamo annesso il Bearnese. perchè la Francia non sussisterebbe, senza l'intero Bearnese. Mo. per contro. qualsiasi mutilazione di territcrio diviene più grave per noi che per un paese di razza e d'onimo uniformi». La primo cons101azione che derivo da queste parole è che lo vecchio tesi. secondo cui I francesi sarebbero i discendenh dei Galli e derivereb. be da questo comunanza d'origine la loro unità. sembro abbandonato. Esso presentava in ventà dei punh assai deboli, perché è notorio che notevoli lraz.1oni del popolo francese, i Corsi. per non citare che un esempio signihcotivo. hanno ongmi del tutto differenti. E oggi che la dottrina ufficiale professo che la Francio è una «Nazione» di l 10 milioni di abìtcinti, di cui i due terzi sono negri, semiti
ranze in Francia Ro:9gaaa freme... (del S.oegal) J~a 1•,r;uu•ia non t• ra;r,- :r.ial111e11t.- .. una·· - t•· t" tanta distau:r.n fra 1111 .\. h t•r~nnte t• un ICrt•- ton t". •111a11tn fra 11110 S1•a~uolo t• uno Shno o giolh. occorreva trovare un'altra spiegazione della suo unità. Giraudoux ho cercato di farlo. Egli definisce la Francio non come uno famiglia naturale. mo come un'impresa sistematica di snazionalizzazione. che deriva il suo sviluppo dallo dislruzìone dei popoli o dei frammenti di popoli stramen che con lo forza vengono riunih al suo territorio. Egli esalta il meticciato e il soffocamento delle tradizioni etniche proprie o ciascun gruppo CU 41'. francesi». perchè se ogni • Francese » restasse ledele olla lingua. ai costumi e olle tradizioni dei suoi avi, la Francia cesserebbe di esistere. M01 prima d'ora, ci sembro. ero stoto cosi ingenuamente ammessa l'mcompol1bilitò che esisle fra il principio slesso dello Stato francese e lo gronde tendenza moderno dei popoli a cclllvore lo loro particolare ereditò rozziole. Quanto allo p.reteso d1 Giraudoux che lo Francio avrebbe attualmente raggiunto « il suo equilibrio» in se• guito od ingrandimenti precedenti e per cosi dire ragionati, esso ho più meriti poetici che ve.rosimiglionz.a. La Bretagna non è divenula francese che nel 1532, Strasburgo nel 1681. Nizza nel 1860, il Marocco nel 1910. Lo fron• eia sapeva !orse, sentivo forse, pnmo di ciascuno di queste dote, di non essere ancora la Francia? E oggi che essa parla d'annette.rsi lo terra tedesca del Reno. sta forse per scoprire improvvisamente di aver vissuto veni! anni senzo. accorgersi di essere incompleto? Lo logica non è l'attributo del Commissario francese per le Informazioni. Egli dice che i Francesi. una volto ben riusciti e bene omolgomoli, non no che un cuore. e, più oltre, che Francia non ha nè uno razzo nè n·anima uniformt. Tuttovio quest'ulhmo considerazione, dovuta ad una penna governativo, è l'espressione della ve.ritò. Una rapido occhiata retrospettivo sullo formazione etnica dello Francio lo conferma. Non si sa nullo di certo sulle popoloz1oni primitive della Francia, se non che esse erano molto dense, si dedicavano all'agricoltura in comune e che potevano verosimilmente essere iòentificate con i Liguri e, verso 11 sud-ovest, con gli Iberi. L'invasione ~orti t• ..,ud ... 0110 in J~rant•ia dt·t•isa111t•111t• 01tpo,1i: dnt· tipi di ••i,ill~Ì- di,c-r,t• ori- ;;lni •·tnit•h.-. tli,t•r..,a ...to1~ia. di,t·r,a lin;:ua '7
Tipol>OKO ... celtico che commciò set secoli primu di Cristo, sommerse queste popolazioni primitive, senza peraltro farle scomparire. Risultò da queslo sovrappaUuone ti popolo detto Gallo, nel quale lelemenlo celtico dovevo esse,e predominante a nord, e abbastanza dobolc o mezzogiorno, addirittura inesistente Ira la Garonno e I Pirenei In seguito alle vittorie d1 Cesare, sei secoli da occupaZJone romuna fecero sp'.Jrire ogru traccia del celtLSmo. I Galli divennero Gallo-Romani, subendo specialmente nel sud osi, la « Provincia •. al Narbonec-...e, un'intensa colonizzozione 1talioo. Alloro. a partire dal V secolo, cominciarono le grandi migraz1om barbariche. che rovesciarono sul futuro suolo francese popoli inte.ri, Franchi, Alemanni, Burgundi. V1sigoh per via d1 terra, SoMoni, Scandinavi. Bretom per via di mare. Le inc:.iJrsioni profonde di Arabi nel sud della Francia, a partire dall'oltavo secolo non faranno 01mai che accentuare la differenza fondamentale che sempre più si crea tra la Francia a nord delkl Loira e quella a sud del la Loira, sottomesse, l'una alle influenze. norchche e l'altra alle influenze med1ter.ranee. S1 vecle, sulla oortmo che pubbhchiomo, il limite delle hngue d·oc. che sl collegano olle lingue lohne men dionali e delle lingue d"o1l, che la fonetico collego oll"anhco gallico: v1 s, vedrà lo f0f.SO storico dello Loira, o sud della quale l'influenza tedesco, specie quella dei V1sigoll, non seppe conservarsi. Abbiamo moterializzotc schematicamente questa grande frontiera d1 culture con uno hneo ne,ro A sud della linea. regna il diritto romano scritto, sono le « provincie con siderale straniere » dell'antico reomo, che avevano il loro regime fiscale. A nord. s1 svilupp:1 il clintto consuetudinario, e il re d, Pong1 regno senza restrizioni sulle provmoe oon pieno diritto. A nord. il cavallo lavoro 1 campi d1 grano, a sud, lo vacche lavorono le culture magro. A nord, si beve birro e cedro; o sud, vino. Da una porte Cl sono case col tetto op. puntito, grondi villaggi agricoli o fattorie isolate; a sud predomino il vil leggio di tipo urbano con i tetti romo• ru. Il nord e il sud si oppongono 1n tutti i modi, come il contadino al ot todmo. il soldato al proc.,.natore. il 10manhcismo al razionohsmo. il npa biondo al hpo bruno. E questa oppo Un. ebreo di Fruada: Sil•aia U•y. PrMide11te dell'AllecnuG lllraeUtica Unl•erNle •
® tARlADfll'EfNfAr fM\NCfSE - BAHA UfT46NA ALTA 81'.ETAVNA ·MARCA 81/ETONE f7'.77l POPOlAHfllfoHWKO ~ (Af.EMMINI.B/1//~VNIJI) []]] LINGUA o·oc I O 1 1· WEfTHotK Z·lTNIA NUR/.14NDEJE 1· Pif0/1/N(l.4!?OHANlt 2·NIZ1AfJAVOII. ~ NOII.Mi\ND/ © AAfj/8A5l/ NIZZA lAVOIA I 8Rfll(BRET/\6NA) Allf+ZIA-LOREN,O, PAESEBASCO CATALOGNA CORSICA rf"Tm A·ANTl,AHENTCb'OC ~ tMNl~~tllH«JNI ___ , L/l'ITf lJ{llEU~(j{JfD-0( E0'011. l.i...i....!... B·F/11,NCOP//OVEN?,<.LE ~ ~ ANT/(.}l[COLON/f(TRECJIE ~·~I NUCLEI PllHITIYI C.~LUHl6URJ.<,UAPPORTIHORICI SECONMRJ (AAA&l,E~fl/LE lt1Hl'7AAZIOIII CONTE.Hf'OAA.NH' (fh\Hl'11N6'ttl,ITALlANl,~0U,lflll9"t~RI) NONJl61JRA~O INQUES.TAC"RTA -·--· Il
' I s1z.1one è anoora più pronunciata se, per rappresentare il nord si prende la Fiandra o r Alsazia, puri paesi germanici, o la Bretagna terra celtica come l'lrlanda, e per rappresentare il sud. Nizza o la Corsica. che nullo distingue dal resto dell'Italia. Tullavia la centraliu.azione amm1nistrabva e hnguistica non si è esercitata invano pe.r secoli, e soprattutto dopo la Rivoluzione, contro il genio delle provincie. E' un fatto che lo Francia media, dove le l.nlluenze contrarie s1 incontrano e si fondono, ho prodolto con i secoli un tipo intennedio, che non è nè del nord nè del sud. nè gallo, nè tedesco, nè Ialino, come lo provano il suo folklore senza o.rig1m lontane e le sue arti popolari prettamente prese in presbto dolio civ1ltò delle ci!là e delle cor-b. Là, fra Le Mons e Digione, Reims e Cler monl.-Ferrand, si è senza dubbio realizzata lo sintesi da cui parla G1raudoux Là vivono individui che sono Francesi m tutta la forzo del termine. per I quali la noz.ione di l"CllUI, con tutto ciò che esso comporto di potenztale culturale, è incomprensibile. Mo tutt'attorno, od ovest, o nord, od est, nel mezzogiorno, conlmuon<, a vivere vasle p,polaz.ioni che l'uni tansmo francese non ho ancora hve,J. late e che per la maggior parte som, rimaste ottaccchss1me olle particola ritò: che la religione dell'Impero francese unificato chiede loro di sacrif1. care Do oò derivo senza dubbio la conlrodd1z.ione dt Giraudoux ch9 parle del cuore e identico » presso tutti i Fronces1, e della loro «anima» d1ffeIO Sopra: La trad.ì1ional• Iuta .br.ton• d.•I ria<:bio aacro - Sotto: Uaa amata di costumi .br.to'IU, et P•rro..Guinec. rente. 81S09na sapere dt quali « Francesi » si parla, perchà la Francia ha esso pure le sue minoranze. In primo luogo, ad ovosl, v'è la Bretagna, ove la metà dei tre mihom d'o- ~"'111 continuano a parlare celtico malgrado l'implacabtle oppressione linguislica. A nord, il gruppo fiandraArto1s, d1 pure etrua franca e sassone, di cui tutta una J:X)rte parla liammingo. Ad est. l'Alsazia-Lorena, di lingua, tradizione popolare e cultura tedesca. cioà in lutto ci.rea quattro milioni di tedeschi A sud-ovesl, i Baschi che attraverso i Pirenei tendono la mano ai loro fratelli di Spagna. A sud, i Catalani di Pe,pignano. A sud-est i Nizzorch e • Corsi Nessuno di questi popoli è disposto od abbandonare di buona voglia le sue carottenshche nazionoh, e i più vigorosi Ira essi, i Bretoni e gli Alsaziani e Lorenesi, resistono aspramente al sistema tgnto decantato da Giraudoux, che non porto loro che i di.sordm1 e l'abbassamento del valoro umano, i rancori e le sofferenze che accompagnano sempre e dovunque le imprese d1 snazionahztoz1one. Nelle provmoe meno coratlerizzato, ma tuttavia fiere dello loro personolitò:, come lo Normandia, la franco Contea, la Provenza, l'oslllilà olla dot~ tnno del mebccia10 e alle obitudm, della centroliz.zazione, per essere meno viva, non è meno gene1alizzata In uno parola, se l'unità lrancese esiste ind1scutibilmente in una certo nusuro. bisogno riconoscere che essa è il risultato d1 un"azione pohtica basata sulla forza e che essa incontra sene resistenze. L"opposiZlOne Ira Po r1gi e la provincia, ben conosciuta dagli stranieri. esprime una verità profonda Quando Daladier dice che « in un movimento di giustizia la francio .ntrova i suoi figli». egli fa una discreta allusione ai numerosi Alsaziani, Lorenesi e Bretoni che ha dovuto gettare in prigione, affinchà nessuna ombra veli il quadro idillico dell'unità francese abbozzato dal signor Giraudoux OIJEII MORDREL
OIIGIHI ct,1 POPOLO EBRAICO " Per essi è santo tutto ciò che per noi è empio" TACITO
' . -~. ·,, ·~~ ··~ • rt, ~ '~ / ~ ~ ' ? I - ' D giu.d~ Lond.be1°9, cbe fu Miai.-tro d•lla Giuatiaiu nella Germania di Weimar. ]fc; nchè la Bibbia cm la sÒla fonte sto• rie;1 per riconoscere l'origine e lo sviluppo del popolo ebreo, tutti gli sbagli cd errori della Scrittura, in quanto agli eventi storici, dominavano anche nel la scienza. Nel secolo passato, anche gli eruditi credc\':tno ancora che gli ebrei lo$seco il più antico popolo del mondo, dal quale il mo. noteismo si fosse diffuso alle altri nazioni e che a parasooe delle altre nazioni del. l'Oriente antico, gli ebrei avessero la precedenza di ed, di fede e qaasi di c,vi\là. ,Questa teoria semplice fu soossa per 13 prima voha dagli scavi di Babilonia. Si \•idc, che non soltanto molti salmi sono tra. duzioni di inni babilonici, ma anche il de. calogo di Mosè fu riconosciuto come una tr2duzionc abbreviata della lcS,&>t del re Hammurabi. Più si esplorava l'antica ci. ,·iltà di Babilonia, più si faceva chiaro il Il 9iudeo R. Rad•k. c:be fu propa9andi•ta bot.ceric:o a 8-rling. fatto che gli ebrei manca,,ano di originalità, che pari.gonato allo sviluppo di Babilonia, anche il regno di Davide e di Salomone faceva l'impressione di essere provinciale arretrato, retri\'O e semi-barbarico. Per la prima volta così gli eruditi dubitarono che un tal popolo, in tal modo dipendente dalle altri nazioni vicine, in ogni sfera della \'ita civile, fo$SC in Yero tanto importante nella vita spirituale, quanto pretendeva lui slesso. Le discussioni su questo tema del. l'interdipendenza di Babilonia e d'lsri.ele, conosciute come « dispute Sabei-Bibbia », destarono negli ultimi anni del secolo scor. so l'attenzione di tutto il mondo erudito. Già dalla spedizione di Napoleone in Egitto, gli eruditi avevano cominciato a de. cifrare i geroglifici egiziani; ma soltanto negli ultimi decenni del secolo scorso, la vita, la letteratura e la religione degli egiziani furono abba$tanza csplou.te per com. pari.rie alle :a.Jtreciviltà. Nelle scritture cd iscrizioni egiziane, erano anche menzionati gli ebrei - ma come un popolo fra molti altri e non sempre in un modo molto lusin. ghiera. Si scopriva inoltre che i salmi, le storie ebraiche, encomiate cd ammirate, come ispirazioni del genio d"lsraele, non erano che traduzioni più o meno esatte di inni solari degli Egiziani, e che la dipendenza culturale degli ebrei dall'Egitto era ancora più grande di quella da Babilonia. Ma quando gli sca\'i, rivelatori inesorabili d1 ogni leggenda storica, cominciarono nella Palestina stessa, fu scoperto anche il passato del popolo ebreo. Il primo abitante della Palestina fu un primitivo rassomigliante molto aU-uomo di Neandertal dell'Europa Centrale, cacciatore del tipo dei negri australiani. Quest"uomo era sparito già nel quinto millennio preistorico. Una scarsa popolazione del tipo mediterraneo a cranio lungo si è trovata pai ;dia riva del Mediterraneo. Nel quarto millennio a. Cr., una migrazione di genti del tipo mcditem,neo e nordico cominciò nel. J"C)ccidente del Mediterraneo : prima la Spagna e l'Africa Settentrionale si copriro. no di « dolmen » (ta\·ole di pietre) e di tumuli dello stesso tipo che si conosce anche nell'Europa Settentrionale. I tipi biondi, che si trovano ancora fra gl"indigcni delr Algeria, Tunisia e Libia, discendono da questa gnnde migrazione preistorie-a di popoli settentrionali e non dai Vandali, tribù ,t:ermanica non numerosa, che fu vinta e dispecsa dai bizantini nel sesto secolo del. l'era cristiana. Ma questo grande movimento del quuto millennio a. Cr., per\'enne anche alle coste della Palestina; del }500 a. Cr., nei din1orni di Ghezer e di Gt'rusa. lemme, si sono trovate cremazioni, una forma di sepoltura tipicamente europea e sconosciuta dall'antico Oriente; si sono tro. vati anche tumuli e grandi circoli di pietre. Questo str.i.to di popolazione mediterraneonordica non era numerosa, i « figli di En:1. - co », menzionati anche dalla Bibbia, erano probabilmente gli ultimi discendenti di questa infiltrazione, .che lasciò alla penisola arabica anche le prime scritture alfabetiche. come I'« alfabeto sinaitico » tro"ato da Flin. dcrs-Pctrie, e gli alfabeti dell'Arabia meri. dionale, che mostrano una rassomiglianza ~rprendente coi primi segni della Spagna e col tipo delle scritture dell'Italia preistorica. Alla metà del terzo millennio si può trovare una nuova immigrazione in Palestina, questa volta non proveniente dall'Occidente e dalle coste del Mediterraneo, ma dall"interno dcli' Arabia. Questa nuova popolazione era più o meno di nua « orientale», di cranio lungo anch'essa, ma ben distin~ dal tipo mediterrar;_ico.Questa nuova popolazione occupò tutta la Palestina, si sovrappose all:.tpopolazione della prima mi. graziane, formando le tribù dei Canaaniti, popolo nssomigliante agli Arabi <l'oggi, suoi affini. Dal 2)00 al l )00, la Palestina, più coperta di selve e boschi, più acquosa e più fertile d"oggi, era divisa in molti piccoli stati, dominati da città ccntnli, ben organizzate, ogni stato con ìl suo re o «melech» ed il suo Dio o« baal ». Quasi tutti questi stati furono più o meno influenzati daU-E. gitto. I primi lndogermani, uomini appar. tenenti al popolo dei Mitanni, gruppo affi.
:i<: .agli Indi, e residente ncll'lr.aq occidm1:ilc, si erano spinti nella Palestina, dove Jlcuni di (SSi erano proprietari di castelli, pi«oh re di città o anche can.licri pttd.11tori, come ci dimostr:11nole rclnioni dei usS2lli palestinesi col re dell'Egitto, sovrano da quelle corundc. U. nuggioranu della popolazione era dei Canaaniti, pul.11nteuna !mgua semi1ica, appartenente alla rana orientale, oggi r.11pprcscnt.at.ad.al tipo puro .!egli Anbi, con alomc infihraz.ioni d1 ru. u armenica, mediterranea e nordiu (seconJo I.ada.ssi6cuione di H. F. K. GUnthcr). Degli cbrc-i non c'tt.11null.a - non csistev.ano ancor.a. Nelle lettere d'Ara.ama, scritte verso il I )00 a. Cr., rcluioni dc-iv.assallipalestinesi ,1 re dell'Egitto e corrispondenza dell.aCor. te reale degli Hittiti col « f.ar.ao » (r«te: t"'t.o, « Cas..a Grandt >) t-giziano, sono :nmzt0nati anche gli e Habiri »: e Gli Ha. biri devastano tutti i paesi del re» (lettere d'Amarna Nr. 28',5) e« il picsc di Sichcm è c.adu10nelle mani degli Habiri » (lettere d'Amafna Nr. 290,)). Chi cr1.no questi « Habirì »? Nella Babilonia si sono trovati Habin merccnnari, nel tempo dei te Ham. murabi e Rim.Sin; nella lingua egitiana più lardi la parola « apr » significava mcrcen. n.ari, nu anche « plebaglia vagaboncb ». Da dove vennt'ro questi habiri - ebrei? Certo è che non si trattava di beduini, pt:rchè il cammello, cavalcatur2 significante e tipica delle tribù beduine, non è mai men. zionato nelle dcscritioni della Palestina dagli ebrei; se questi fossero stati beduini del deserto, si sarttlbero serviti dd um. mcllo per rompere laJcsistcnu della popo. !azione residente, come fanno i beduini dt'I tempo moderno. Ma nt'I tempo .antico esi• stC'\ano - come esistono oggi - tribù di po\•eri pecora, nei dintomi del golfo d1 Acaba, nel PJ,C'St: di « Edom »: .appartenevano gli habiri .ad essi? Cmo Edom è chiamato « Fratello d'hraele », nella tradi. zione della Bibbia; probabilmente gruppi d1 questi pttorai ernn11 hanno part«ipato alla fonnaz1one del popolo d'lsrat'le, ma anche di certo non nt' formarono la mag• gioranu. Tutta la tr.adizionc d'hr2cle non rimanda ad E.dom, ma a Babilonia; Abramo stesso emigrò dalla città di Ur nella Caldea. Ciò che sappiamo della prima civilizzuione delle tribù d'Israele sembra essere d"origine egiziana e babilonie-a,ma primitivo e rctri,•o. La storia della creazione del mondo e mohi tratti della vita religiosa e SO(ialepotrd>bt. ro cucrc influenzati da Babilonia e dall'Egitto, ma non dalla classe erudita, bcnsl dalla plebaglia di queste lll('tropoli dcll'an. rico Oriente. Erano gli « Habiri.ebra » (non si è- mat dubil'ato di ciò che qucsle due parole siano sinonime) forse uomini di caste b.usc, cacciati via per qualsisia causa, come nell'India e nell'antico Oriente i re energici di allora avevano espulso malfattori o plebaglia> Donde ,·cnnt'ro? Le relazioni degli SCfll• 1ori, indipendenti dalla Bibbia e in p.trte più antichi della sua compilaziont' definì• ti,·a, ci raccontano particolari del soggiorno delle tribù ebraiche nell'Egitto. L'tbrco Fla. ,·io Joscpho, MIia sua opera « Sull'cti <K'I popolo giudeo», sc:ritta pochi anni dopo la. distru:cione di Gerusalemme da parte <lelrimpcratore Tito, ne ci1a trt' e polemi2. u amaramente con essi. Egli cita primo l'Egiziano Mannho, uomo che probabìlmen1e possedeva buone tradizioni stocichc di aJu cd, e ci ha dato un capitolo dcli.a storia giudaica, .secondo la conoscenza degli Egizi.ani. Il .Manctho c'in. fornu che una ,,otta tribù venute dal dcser. to invasero l'Egitto, • ,•insero i principi, devastarono cruddmt'ntc le citti e ro,·cscia. rono i templi ». Queste tribù dominarono sull'Egitto per molto tempo e furono occiatc dopo una lunga .guttra. Moho più tardi un re d'Egitto si decise ad epurare il piest « d.ai lt'bbrosi cd altra gente mac. chiata •· Il re fece trasponarc tutta questa gente alle cave di pietre. « Dopo che molto 1ernpo si erano arrabattati nc:llc uve di pietre, il re cedendo alle loro preghiere, 1.ggiudicò ad essi la ciui di Auaris. Venuti a quCSlaciuà, luogo adauo per una ribellione, elessero capo un prete cklla citti di Hit'fOpolis, chiamato 0s.arsifo e giuruono d1 ubbidirgli in ogni cuo. Quest'uomo ema. D 9h1d- Malti111Enh.r9.r, c:he ha Mi.nàtro delle Fincuue del Releh. nò come prima legge di non adorare gli dei e di non riguardare gli animali che gli Egiziani tenevano sacri, ma di ammuurli e mangiarli tutti, pot di obbligan:i soltanto ai membri d1 questa congiura. A\'cndo dato tali e molte aflre lesgi opposte ai costumi dt'gli Egiziani... cominciò la guerra contro il re dtJl'Eg1tto ... questo prctt' passando alla folla ambiò il nome e si chiamò Moym ». Poi Manctho racconta come qut'Sta gente si riunl aJlc tribù espulse dall'Egitto. Un certo Chairemon, scrittore del pruno secolo d. Cr., che viveva in Alessandria d'E. gitto e scrh•eva t11 gieco, ci r:accont.ala stessa storia, soltanto con modificuioni insignifi. canti. Un altro scrittore antico citato da Fla- ,,,o JOStpho, chiamato Lysìmacho, riferisce la storia nel modo seguente: • Bocchous, re d'Egitto, in,•iò una lcgniont' all'oracolo dd Dio Ammonc,. per chiedere a lui consiglio R giudeo Warburv, bcrnc:hiere, che fece par. 1• della: d•le9adon• !edHco a Veraa9lla.
n giudeo Ericb MuhMun. uao del pri.ndpa]! artelid della reJklbblic:a ri.oludoaaria d1 Moaa.co di l<niera, nell'iaunediato doJ)O'luemz. d1 ctò mc ancbbe dornto fare contro Ja sterilità dti campi. Il Dio pr~riuc di cpu. r.irc i templi dagli uomini empi i e nefasti ... Ricevuto l'oracolo, il re con,·ocò i preti cd ordinò di cac:òare i nefasti, e di darli ai gucrrier,, che li conducessero nei deserto. In un comizio, i condann.ati si consigliuono sulla loro situazione. Il giorno dopo, un cnto Moyscs li esortò 2d anduc .avanti fin. chè non fos.sero giunti m contrade abitate, e 2 non amuc nessuno, nè nui consigliare cosa buona agli uomini, ma sempre la più cattiva, e distruggtte i templi cd altari dclJc altre- nazioni. Approvato questo consiglio, marciarono attnverso il daert:o. Dopomolte privazioni, arrivarono in un J»;CSC fertile, dove torturarono gli uomini, dC'rubarono e bruciarono i templi. Cosi gaW\SC'CO al paese che oggi sì chiama Giudea ... >. Di speciale importanza per la nostra ri. cerca è la reluione d'uno scrittore, che conos«nU, onesti cd obiettività fanno degno di ogni 6duc:ia. Il romano L. Cornelio Tacito ben seppe dare celai.ioni obiettive .anche dei nemici della sua nazione. Egli, che feu una dncrWonc delle tribù gmnanichc, a questo tempo gi1 avvf!f5Uic del. l'Impero Rommo, con tanta intelligenza e quasi scnu lasciarsi inrlucnure dai smri. menti soggettivi, nella sua opera « Germania », merita anche completa fiducia per ciò che ci racconta, secondo fonti scono. sciute da noi, che egli ancor-s con~·•• sulla stori1 C' l'origine degli ebrei. Nelle sue «Storie» (Jib. V, 1), Tacito scrisse: e La maggioranza degli .storici è d"2CCordo che nel tempo d'una epidemia che produceva eruzioni dei corpi, il re Bocchoris si diresse al tempio di Dio Ammone. Alla sua prtghicra d'un rimedio, fu consiglialo d1 epurare il regno e di CSpt'llere qucsu gmtc, pcrchè odiosa agli Dei. Cosl, riunita, questa plebaglia, raccolta qua e li, fu lasciata nel deserto. Alla folla .abbandonata e piangffltC, un certo Moyscs. uno degli esuli, ncva consigliato di non aver fiducia nè degli Dei nè degli uomini, ma dj affidarsi a lui, quale capo inviato da Dio. Per assi. curarsi della fiducia del popolo anche per il futuro, Moyscs; introdusse nuovi costumi, come non cc n' enno pCC$SOgli altri popoli . Per essi è santo tuttocciò che per noi è empio e ad essi è permes.so tuttocciò che a noi è proibito... Ed ogni attivo uomo reca tasse e tribu1i, per cui i giudei sono potcnli, e sprcua la sua propria rd..igiont e patria. I giudei si aiutano runa l"ahro, in tal modo, come da nemici odiano rutto 11 rim.anente genere umano ... Chiunque pas$;1. alla loro sètta, osser"a questo uso, e b. puma cosa che impara è il disprnzo degli Dei il rinwm:uc aJla p.1tria, il rinneg.ue gcru, tori, figli, fratelli•- Gli scavi fatti nella Palestina ci dimostrano che l"irruzione delle tnbù d"Israelefu una catastrofe per la civiliunionc d1 questo paese. Le pietre parlano ancora chi:iramcnte. Si può vedere dagli savi di TellHczi (l'antica l.acbis), TelJ es Safi, Tell Zakari1e, Ghczcr, Taanck, M~iddo, Ge11. co, Samana, Sichtm, Tcll cl Salata, Am Scms e Gerusalffllme, fatti d:igli archeologi inglesi, ( ranccsi, ittliani e rcd~hi, che si lrovano grandi citti del tipo canaanitico, soc. to lo strato isracJe.g1udaico, in molti cui grandi mucchi di macerie bruciate dividono l'uno strato dall'altro. La conquista delle c,tti dC'\·eastte stata congiunta con gri.nd1 dCVU1uion1. Dal punto di vista dcli.a eh,. liznzione, la conquista della Palestina, da parte degli ebrei, fu una d«adcnza i~pro\. visa e senza nuo\·o sviluppo. QuC'Slosi può dimostrate f2Cilmentc comparando la pt0dui.ionc «carnica dei Ca.naaniti con quelb de~i israeliti; sempre la fabbricuione preisraelitica è più fine, di miglior gusto. e più bella da queste forme pr1m1t1vc,goffe e brutte, (atte dagli israeliti. Ma non furono barbari crudi, che più tardi abbiano saputo creare una nuova civiliz.zuione, sulle ro,•ine di quella che avevano disuutt2; per ruuo il tempo che gli cbrci dominarono la P.ilestina, non si trova la minima bcllcz.za com. parabile a quella delle civiltà mediteuantt di qucsto 1cmpo, non il minimo progresso, non la più modesta arte, neanche nel tempio di Gerusalemme, che fu costruito soltanto coll'aiuto di legnaiuoli stranieri di Tiro e Sidone, cd era non meno barbarico e goffo e di ctUiYo gusto d1 tutta la nla del popolo giudeo, come ci mostrano i risultati deel1 scavi, con un·accura1·czzainesor.ib1le. t sempre la stessa cosa : mancanza completa d1 originali1à, di bdlcu.a, di gusto artistico Ciò che si trova rusomiglia alle forme dt vita delle più basse classi di Babilonia e dell'Egitto; gli scavi non si oppongono alla dottrina degli scriuori Egiziani, Gr«i e Romani, alla rdu.ionc di Tacito, che gh ebrei discendono dai più disprcz.uti serali dcll"Egiuo antico. . Nelle saghe, leggende e fiabe, i popol, rivelano la loro aninu, i loro idea.li, b. p,omessa della loro grandczz.a futura, dipin. gono negli eroi lo spirito della loro storia Vediamo dunque gli eroi del popolo giudaico, s«oodo la tradiz.ionc della Bibbia Abramo vcndè sua moglie, Sanh, una volti a un re egiziano, un'altra a un re Abimc l«h, denominandola sua sordla, e int.aSC2ndo il prezzo di nouc d.ai re ingannati
-- cosa poco onesta anche nell'antico Orien. te, e nel tempo moderno, dal punto di vistJ. d'un procuratore energico, caso indubit:ibilc di lenocinio recidivo (I. Mos. 12, l 1-20 e I. Mos. 20. l-18). Probabilmente piaceva molto agli ebrd. Si vede chiaramente che • per esempio la storia di Virginia, uccisa da ~uo padre, per proteggere l'onore femminile, mai potrebbe essere giudaica. t ariana, romana, incomprensibile allo spirito di questi patriarchi che vendono le mogli! Il patriarca Giacobbe cominciò, secondo la • Bibbia, con un aHare di usura contro il fratello Esau, derubandolo del suo diritto di primogenitura, approfittando della fame e della predilezione del fratello per le lenucchic - nessun giudice giudicherebbe va1idoun contratto in tal modo « comra bonos mores », come quello storiro.Jeg,gendario di Giacobbe con Esau. Poi Giacobbe ingan. na anche il vecchio padre Isacco, malizio- ~mente carpendo la benedizione dell'ago. niuante (1. Mos. 27, 1-14). Pastore a sen•izio di Laban, il truffatore defrauda Ja maggior parte del gregge di LaOOn. La mo. glie di Giacobbe, Rachel, aggran(iò i penati d'oro di suo padre; Giacobbe nascose le cose rubate - e quindi si fa colpevole dì ricettazione (1. Mos. }I, 19-3'). Già 2.n. ziano, Giacobbe partecipò alrinccndio ten. tato e compiuto dai suoi figliuoli contro fa citti di Sichem (I. Mos. 34). Guafdato non dal punto di \'ista della santità, che gli ebrei sempre hanno pretesa per lui, ma dal punto <li vista della legge penale di ogni onesto popolo, quest'eroe della storia ebraica, il pa1riarca Giacobbe, risulta usuraio, 1ru(fo_ tore, manutengolo e complice d'omicidio - tutta la vita di questo patriarca del popolo eletto è in ,•eriti una catena di atti crimi. nali, ogni procuratore Io annovercbbe tra ì suoi « ottimi clienti ». Risulta inoltre che I.a criminalità di questa famiglia aumenta ad ogni generaz..ione: Abramo non (u che lenone rccidi,•o, Isacco ha fatto sollanto un tentativo di lenocinio. ma Giacobbe, nella sua lunga vita, com. mette usuu, inganno e frode, ricettazione e partecipazione agli atti criminali dei suoi figli, Si~nc e Levi, che sono assassini (1. Mos, 34), e degli altri figli, che sono ladri. Non occorre es:iminare anche gli atti criminali commessi da Giuseppe, in Egitto: tutta la tradizione degli ebrei stessi rivela le classe, gli strati sociali, che formarono le tribù ebraiche degli « Habiri », devastatori della Palestina, nel de-cimoquarto secolo avanti Cristo. Gli scavi, la tradizione degli scrittori classici non-giudei, la tradizione propria degli ebrei, lo spirito dei miti sono d'accordo, fenigma del 41popolo eletto» è chiarito: questo popolo deriva da tribù abiette e strati vili dell'antico Egitto, cacciati da un « farao » energico. JOHANN V. LEERS Ebr•i oll'u•cila di una 1inagoga. col maal~llo ritual•
IITO~tJJ\~E ~, Ulvf'111ESllvfO V.sia ;a uect':V'ità di riporlare la storia romana al centro dell'educazione dei gionrni, e di insegnarla. quindi, nelle JM:uole me~ie ~uperiori. togliendola dalle inferiori. ove era :;tata relegata dai programmi. (fatti 11el periodo romantico e democralico), ciò che ora appare non rneno urgente. e di ri\·edere profondamente il modo di narrarla. Oltre a.i due punti essenziali. ai quali iwevo già accennato, ci~. da una parte la sostilm:ionf', alla cosiddella e critica•• della narrazione epica degli anticlii canti. alti, più d'ogni altra cosa a rispecchiare il sentimento del tempo e. <lall'altro. il maggior peso da darei al carattere popolare ed agrario dello stato romano. fallort" principalissimo della sua forta, ,,j $01\0 altri due punti, non meno essenziali e non meno trascurati. cioè: primo. la funzione èhe ebbe. a Homa, il go- ,erno monarchico. anzitutto. dei re. poi degli imperatori. che tutelarono. di fronte all'ttrìstocrazia, fondiaria. o plutocratica. gli interessi della massa dei piccoli proprietari agricoli; secondo, l'importanza , italc che ebbe. per la difo~ e per la durata clell'lmpero, la preminenza deH'ltalia: tan10 che. quando finì, l'lm1,ero. per la prima \·olta, cominciò a ~indcrsi. li rnisconoscimeuto. dawero incredibile, di questi ultimi due punii. anche oggi che l'esistenza di un forte polere centrale, con intenti antiplutocralici, ed una politica di affermazione na zionale sono apporti ~nziali del f'aS<:i,;mo. è do, uto sempre al rauo che, malgrado lutto. il giudizio pre\'alente sulla storia romana. persino nelle i!CuOle. è ancora quello straniero. Abbiamo completamente dime11tica10che e,;is.te una tradizione nostra, lucidissima. che s'inizia col Machia\·elli e si chiude col Vico: dalla quale, tutto ciò che a1>partiene a quella storia è stato interamente esaminato. soppesalo, giudicato. non con animo da pedanti o da e critici>. ma da uomini esperti pr'};. fondamente. per direua esperienza, delle co:re politiche e giuridiche. e<I atti. quindi. a "edere tutto con occhi realistici. nel suo lato \·ero ed umano. che appuulo interessa nella storia. Aì che c"è da aggiungere che quei grandi uomini erano italiani: cioè chiamati più d'ogni altro ad amare e a comprendere le cose del loro popolo, a par:arne a lui stesso. e a comunicargliene l"amore e la comprensione. Proprio quesli scrittori ,•idero per i primi le cose alle quali ho sopra accennato. Per non dimenticarsene, .sarebbe bastalo seguirli. Fu la perdita della ci• \ihà del Hinascimento, cominciata al tempo di Vico, che ci foce anche ~marrire la strada. Donde la contraddizio~ie. che appare ormai così stridente. lh un canto un regime popolare e nazionale. che ri,;ponde fi. ualmente alla vera indole del popo:o ìtaliAno; e dall'alt10 una 16 rornàn
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Effige di. Tito Li•io premH•a alle ••Deçhe dì Tito Li•io •ol9ari ··. edite a Vene.ia nel 1535. inlerprctazione della s1oria. auzi della massima storia che qm·- sto popolo abbia mai a,ula, cioè ùella storia romana. che l'Ì direbbe pe~ino rirnlta contro il suo Bcgime. Nè viù. nè meno. Co11iideriamo. infalli, il terzo dei quatlro vunti, che sopra liv enumerali. Cioè: funzio11e popolare dei re e dei primi impe ratori. contro il prepotere delraristocr:u:ia fondiaria e della plutocrazia. Vetliamo che cosa se ne pen;,..a. là doH! le opinioni non res1ano opinionì. ma souo destinate ad e:.sere largamente diffuse, e a formare la coscienza, J'o~atura dei gio,ani. Dico. cioè. nel:e scuole. Apriamo, a caso. uno <lei tanti libri di te:-10. .incora colti in uso. f.:Cconeuno. che s'i111itola: « Storia e Ch ilhì dei Romani per il ginna.,:;iosuperiore>. Torino. Socil.'tà editrice iutcruazionale. Cuardiamo,i il perio.lo più caralleri.:otico di tullì: quello di Au~uslo. E' noto il culto che il Fascismo ha ri.su:.eilato intorno al grande imperatore, che, dopo due secoli di lenta demolizione di quelle che erano siate le hasi della potenza ilalica. la religione la famiglia. il culto dei campi. l'e.:.erci1.iodelle armi. la piccola proprietia agraria, fece lutto <1uanto era in suo potere per ricostituirle: mellendo defini1ivamc111ea freno gli inlerei,..~i opposti. cl1e nl.' a\·e,,ano cau:!-ato la perdita. E. :.uperfluo ricordare le forme, pe~ino tangibili. di quesla predile1,io11cfa~isla: il poslo dedicatogli nella :\lostra della romani1à, la liberazione del suo mauwleo dalle case che l"a11ornia\a110. la ricostru1ione e la sis1em:11.ioncdell'Ara della Pace. Ora tuttO{"iÒpare non abbia arnto ne:.suna inrlue111.a ,mi libro. ammannilo. ancora oggi. 1>eri nostri gìnna,-i. dalla Socielà editrice internazionale. Nel quale Augusto. e il go\·erno da lui fondato. e\identemeult :ion tro,ano grazia. L'uomo. infaui, , i e dipinto esclusi,amente come 1 a~tuto ed egoista: per queste sue qualità a,•rehbe oltcnuto il ~u«~. Non per la buona cauM, che gli era suggerila da un J>rofondo amore della sua razza e della sua lerra. Tullo era ,,er lui attcggiamenlo. Contro le tendenze ellenistiche e separatiste di Antonio « $i llllct,giù ad asserlore ddl"unìtà nazionale romana> (pag. 1461. Si e allet~ii.,, anche. a restauralore de:la religione e a riformalore dei ço,.tumi > (pag. 15:JJ. Fece ~nirt' « le lettere <1ipropri $COpi. le rese strumento delle sue riforme e banditrici delle $Ut' lodi. Perciò la lctleratura di,enne più religio~a t' morale in ap1,are11za, ma in fondo meno sincera ed adu:alrice; alcuni. t,enai cotltlero di per sè. come l'dQIJuen::.,1, c/1e t'in! solo nella /ibcrlà > (rag. 15\1. (E' tipico che quest'uhimo brano sia qui ri1,ortato da un "opera <iel Hamorino. filoloio dell'età romantica e democratica, in cui tali erano appunto i giudizi sulla storia rorn3na.) Dopo lutto questo il libro. però. 11011 $piega come Auguslo riu:!-<:is:.ea consenare il potere. tranquillo e ri,·erito,·dal trentatreesimo fino al scttantcseesimo anno della sua età; e a trasmelterlo. per ,ari ,;ecoli. ai suoi succ~- sori. L'unica spiegazione che lenla. r~ta. in fondo. questa: e do1>0sessant'anni di guerre ci\lli era unh·ers.almente sentito il bisogno di pace> ( pag. 150). La ragione ,·era. la ragione sostanziale. clic era slala compr~a 11el Hinascimeuto. da Macl1ia,elli a Vico. e che, soprallutto ogii. appare della più grande attualità. ,i è .:.lata messa, im~. interamente in sordina. Un solo accenno. molto indìrello. è presentato a questo modo: « Con la \'ittoria di Azio, Ottll\iano, ... /orlc deltappoggio morale del popolo r dell'eu:rciJO ... re5la,a uuico padrone dello staio romano. ;\on una parola sulle ragioni di quell'appoggio: cioè della que-sti(mc <lella 1erra. dell'anarchia plulocralica. del lunghissimo contrasto. clic risali"a ai Gracchi. Si insiste solo sul!'« unico padrorie >. che è. Ira parenlesi. un errore. perchè nè go,·ernare uno s1ato sig,!i!ìca esserne il padrone. nè questo 1>0tevadirsi cer1amcnte di Augusto. Ecco, dunque, in qual modo FrontHpino del - Vilgilio- della Bibliotec:a Ambroaiana:. gib la questione massima dello slalo :omano. che era stata risolta ~ulo dal Petn;rrço:. prima dai re. poi dai tribuni (rendendo possibile. J)Cr 1re se-
1.;oli. il mera, ii;?:lio-.o periodo. del lullo popolart'. dt•llt' c<uurui~ ~tc). poi. corrolli' i tribuni e decaduta l'a~ricohura. J'Cr qua.n1 aa ancora fauihile, .lai triu,miri e dagli imperatori. ,iene. i{' que;:.to lihro. pr~ntata ai 110,.1ri ragazzi. l 1n a:1ro acn·nno. più ,1HHllÌ. ;;l•nc. ancora meglio. a dissinmlarla: e a :s,iarc le idff' ,erso una Ji,ezìone affatto inopporluna. l)ice: • f\clle pro,iucie. \C111lt'ro ~1ahili1e nu<ue colonie di H!krani. per ,li/Jomln1• la <'itt«di,wri;;a ,ommw. per dare ,.,•iluppo al:'a:;ricohura. e la .. ,oro alla plebe ozioila » <1n1g. 15:J,_ Orn, che cosa ..ignifìca. quel e: di!Tondcrt: la cittadìnarii.a romana»? Il libro lo ,.pic@'.a anche troppo chiaramente: e non ad altro. ~i può dire. è ri- }_I ,olto. in tulle :e pagine ~egut.:'nti. , ,, S'affaccia. co,;Ì il quarto punto al qua:e. corrn• dict'VO in princivio. do, rcbhe e~~ere (lt"dicata lulla ra11t-m:ione di quantl op;f(i ~cri, 0110 di ~toria romana soprauuuo JICr le ;,cuolc. Il punto cioè della preminenza dl'll"ltalia ~ul rc~to dell'lmpt:rq. e d('I di~~olver.-i di que-<to. quando <p1ella a.I un tratto H'rlllc meno. Il no~tro lihro. edito tlalla Sociclà <'<litrice indrnazionale. mo$lra ~ulrargomcuto. delle idee eo~i cotrcnli. pl'eci~e. e ro.~lantemenle ripetule. da far pcn~are d1c ~i ~i.1 i~pirato al 110111(' al,ha~lanm ~i~11ifiea1i,o ,lella ~ua cliua. Eccoue qui un i,(lggio µoco prima a,e,a deuo: « per rliffondere la cittadinenu ro mana»: ora spiega: «Cià C~are 3,e,a inte--o dan:: una mai ,!!iore unilà all'organi>;mo politico romano. fondendo in ~ di ~,aria1i clemenli etnici clie lo co1111>one,a110e. d armoni 7ando la ci,ihà rQlnana eoll'el:enlilica: Augu~lo continuò <1u ~t'opern ~randio~a » (Jla::-. JS:~,. Vi raccomando il « grandiosa t• poi. in i::erwrale l'attribuire ad Augusto un'intenzione che 11 d,ht". am:i dl(' comhattè ~empre: tanto clie il combatterla il ,:i~11ifìca11, e la forw della ~ua azione 1>olitica. Per <111es ,in.se Antonio: o que:.lo ~i i-.pirò 11111ala ,:ua opera di rie ~truuore dello <:lato c di legi"lalorc. Pcrchè attribuirgli un'in lfnz.ionc che 11011 ebbe? l..a cosa è parita cm-i gr<>s.~. nuche ., <'lii ha Mmpilato il libro. che ha clo,uto atte1m la. i~1 ~Ol (Sopra) Bollkelli: Pallade • il Centauro, umani. •tico simbolo dell'equilibrio fta il corpo e lo •PÌrilo - (Sotto): Loren:10 il Ma9nifico nel ca.3j11,~ di S. Marco <munira il fauno di Mich•lan9elo (quadro di Ollavio Vannini, in Paiono Pitti).
con questa aggiuula con1raddit1oria: e a , unla~iio dell'elemento nazionale romano :t. Oipinlo. in que510 modo Au!(U"-lO.contro la ,erità storica. già con~ un primo faulore del co mopoliti~mo e della confu ..ione delle raue. e definito come e ~randio:.o » lale $UO p~no inte41to. non è difficile immaginare ciè che , iene in M"f!:Uito.Ricompare quel L. Homo, di cui a,e,o accennato, aempre a propo ..ito di queiuo libro, parlando dei primi cinque secoli MIia storia romana. Sembra cl1e a1le o~re di coi.lui aia ;;tata de,oluta una specie cl"CKlusi,a delrin~p:namenlo cklla ...foria romana nelle no:ilre M:uOI(", Eccone infolli un'altra: « l.eà j~titutions politiquN romaino.: dc la Cité a n:1at », da cui. nel no ..1ro libro. ii riportano. ora. numero ..i brani. E'. come si ,e-de, uno ~rillore di lingua francese; di raua. non -.appiamo quale. Comunque ne citiamo un brano naturalmente qui ripor• tato (pag. 1781, che può i,en ire a far:-cne ~ufficienkmcnte un'idea: e Co$Ì. alle due formule possibili. /(J formula romana di Aut,IUlo. la fornwla &rtt'O--orienJakdi CeS<Jree di Antonio. corrispondono ,lue suie cfim/H'rutori: t,li imperatori l11Hrali. pre<>ccuptili sopmUullo dellt1 qu1:slio11e polilicll-.. che 1'i1;rwwo di buo11occortlo col Senato. ri.sf'('lt~ra1111Q i suoi pri,•ilf't,i e rilurduanno. fine/ii polranno. lu u:ompar6'1 dd n~cclaio conceuo della cil/4: AuS#JlO, Tiberio, Vespasiano. Traiano, Antonjno. Marco AurllW, AlesJ«ndro ~tuo. saranno i principali ruppresentu11tidi quesUI JK>litic<J; &li imperatori autoritari, Jpiritì moderni, sen.sibili JOpruttuUo t1ì biJQgni amministrativi dell'lmpuo. <lie mireranno alfa.uoluli.snw, uilupfH'ranno lu cenlrali~- :l1:10,~. f.' t1bbot1t'ronno, lf'll:U rigulirdi. i uslisi Jd pt11.,1llft :t. I e \~ligi del pa"-Salo :t ed e i prl\ilel(i :t sono, naturalmt·HIC. quella J)remine111a del/Italia nt'lrlmpero. che Aui:;u~10.Tiht.•rio. \'~pa"-Ìano. al contrario di Claudio. Domiziano. <\driano. !°x'I• tirnio ~,ero. au::,ano ,oluto tenacemt'!nle diren.lf'n• \la c"i dell"altro. A va~ina 180 (... t'mµre L. llomoJ: e Au11:u.. 10 Ult'rn lll/rllùlo di muntcncre (p1e•Ua condizione pri\ ilcgìutu dell'Italia :t. Più ollrt': e Fino dall"aho impero que--te diH·rM" i,rero- ,:a1i,e furono h.attute in hrtteia dal polt-rr imperiale•· A ya- ~im, 181 !St-mpre L. Homot: e \"ero filrlleno fu Adri:mo: e la '"lift ~impatia t'i t'!-lt::nde, a ai Greci suoi conlem1,oranei: mt'n trr i ,wbili d'ltu/i(I a//••ll(11w10 dì riserwrr h, loru allr f!,rtlll(/1 fi1,urt' dei .srroli pasM1li >. \la i romvilatori del libro 110n :.i conlenlano -.olo di <'Ìlarf'. Riportano tali 01>inioni a pàtnt'! mani nel loro 1e--10.Per ~m pio (pag. lftl,: e La popolazione andò aumenlando nole\01 meute: tutto riò fu po:.Sibilc per le progre-she ('i;IC11~io11i del clirillo di d11ulinan:r.a. il quale contrilmì polentemc-11!(' a da1i' unili moralt' e politica allo •talo romano ... Ciò na 11a1urale da quando ,:li '"t~i im))f'ralori non furono più !-e-ehi ut"lla nobiltà romana. ma. doµo l\erone, nella horgh~ia, rtl i11 lullc lr porri dell'lmpno. Nello slcs:io modo modo olle r.irid,r dello ;;;lato:.alirono cilladini cli lutto l'lmJ>f:ro. finchi il prrJominio rOnl(lfrO·ÌIUlko nf:ilo $/IJIO srompane :t. Questa. insieme e alla i,empre più ~piccata e J'<'rft'zionata unità medi1erranea > (pag. IS.l). SC'!rnbra,a clii ha t'Ompilato H libro. il più feliCC'!risultato della storia di Roma. G. DELL"ISOLA I.a stamperia: c1J hmardo C.nnini (q\Kldto d1 T,10 I.ANI. nella Galler1a d·arte mock-mo a Roma).
Ge1·11u111ia :-tcondo. il 1-fatzd. a,Kl'inizi ddl;1 loro , ..,,, .., i (.;crma11i ci appaiono molto ))ÌÙ a•! hfll'llk ddll loro -.1."l11 at1u.1.h, do, e tnnarono dopo ;ntruc cacci.tto i (dt1, Fin <I:, pr111cip10 1ro,·iamo i <.;t•rmaui di, 1:;1in Ire ranu: ~c;111tlina,·i. Goti e Tc:utul\l. I (;.1•i m1J.!r,4.ron,, tl.ll nonl-l·"t ddl'od1erna ( 1.·nnania, e: lfall..i Polon,;, n-r:;o llll"Uùf:Ìorno '-' vcr~o occidcnt1.·. I Tcutonj anct-·n,1 ;1van7arr11u, da Orit·mc. I tedeschi e~ 111 ,ono tro, ;ui a mag~1or co111auocon i Ctlu. rappr1.·wn:,mo l'du111.·1110 1mrn.. \p. l)..rtt·n~ono :illa razza .l:"'-·rmanic;t i Franchi, che conquutarono 1>i\ltardi la (;.1.llia. e Jh \n1:J,,-~ai .. oni (qm:.. ti uhimi già liitòl. hilm 1>U:ondo I acito tr., l'Elba e la \"istolal, ch1.· C(lt1q111s1arono la Bnt;111111a.I m,rmanui, l'l()JJOlo germanico appartenenteal ram,i ,cantlm.1,0. complc1arono la cou- (;lli,t.1 •ldl'lnJ,:"hiltt rra e fondarono iugno,- 1ie :rnchl: in Francia. l nmllre ren1iniscc11u· scola:,tichc ci u:1m,111tl-'lll>l'immagine du Ge-rmam, colli< qudhl di 11,1mini di alta Slatura, dalle wn 'l , ÌJ:"Orost•,tl'Sta grossa, fronte larga. o e Il lii e Il a z I o Il t• Jltllc hiauc:t, ca1>dh hiond1 t·d occhi nzTurri; 111:i , i sono anchl' molti tedeschi di :,latura me<lia. captll1 bruni t'C.I occhi scuri. J..;i. Germ.:ania 11011 ofTri,·a, s1~ci.:11lmcntcnel J>;.ii;s.ato,ronfim oro1drografici ben dcfiniu, l' \>erciò <111cstinon an'\":Um impedito facili mescolanze n:rM> il nord con le popof;,ziom '-Candina,·e, , cr~ oriente con qud_ le sla\"C. a occidente e al sucl con la popo1:oziouc Ialina. E.' solo ,·cr,o il centro e , uso il nord che s, mcontra il tipo bi,mtlo oolìcocefalo che è stato pre)O a ideale dcll I raua, ciot' il tipo ;triano al 100S,., nor- <:1co per eccellcnz.1. Se noi dovirssimo seguire 1'trtttamcutc I· classificazioni amropolog1ch<:", in ba'le a1 dati $0t11:&1ici,ci tron:rcmmo htn imbarazzati nc::llostabilire caratteri comuni :ii (.òcrmani. '.\dlc i.uioui 1110111ag:110,.,. te ;,I !'ml !'I tro,,mo 1 111,i alpini brachict·fah. n~ J'lÙ nè nwno coint 111 Sa,oja e tllll, nmtrl' Alpi; nd oricmc :,i 1ro,·a110 1ipi d1 narici. al nòrd dolicocefali biondi dal:., naiura sl.2nc1:ua. \la se si prrnd..:. ,::ruppo d1 tNluchi, ,1 qnalunqut· cla-.~ifi c;.uonc :rntropolugica uso ap1l,1rtl'll):"a.\ ~i confronta. con un gru1>1><> slaH> o e• \Il, gruppo italiano. 1.1tr un c::ompk,-.o · d1 t;.rattc::ri. che ~rH:".,so sfo,:,:ono ad ogni c,1 talo~azionc n111ror1olo,:ica. i.i riconO.!.t"\ ~.-rlta soverchio sforzo eh<:" cs:,o è tirdc~c::o. E non sono soltanto i carancri fisici. m.. bc.11 anche quelli morali che n\ tlaoo la r11::;o: tenacia al la\ oro, 1.azil:nra ('d ('Sath.u.a nello studio e ncll't·scc.uziout. anda. memo e ~1>irito d"orianinazionc:: namraln•cnlc militare, amore IK"r la fa.miglia. 1_. casa. la natura, la musica. E ~i p01rcbh\ segui1:,rc se questi cd altri c::arnttcri non ,,~•!,l rn già uni\'c::r11:ahr.01tc.: nQti. Q11an?i sono ,ittualmentc 1 1c1k,c:h1 dd turitorio mc1ropolitano? 1\ll'originc della ,:ttcrrn mondiale crauo 6;·.Soo.ooo: nl'I 191Q, dopo \'cr!l.lglia, ridona nei territori, la G.:rmania ann .59,li.S-000 abi1anti: nel 19,\3, la J>OJ)Olaziu. ne era risalita a 65 milioni. Tenendo còu: , 21
,di,· 11h1m,· :mm·ssio111 l"ll occu1taz10111, s, 1o110rnen(•r<" /{rosso modo che la 1>0Jl0la11oll(' tt'desca nei tcrrnori auualmcntc occ111,a1idalla Germania ammonti a circa 77 m1liom. Tcdnch1 fuori del tcrrnorio ddla JQ· tria, a11chc dop,c1 lt: rcce111i annesS11)fl1. n· n'è: :rncora un po' da1)Jk'rtt1llo. \ ucctdcm,: sc ne trou.no ne; tc-rritori tli confine ddl'Olancla ,: dd Hdrio: in quc,;i"uhimo stato ai.sonumrno a circa 94-1 nula. d1,tnbm11 nella 11m,·11\Ciad1 L1e1ti c rei Lw,s1:mbur1,:o belga, ad E111~re ,. ~lalm,-Jl, r;1p1,r,·scmando poco pili de11'1'h dc-Ila ,.._,,;oJ,u.1<.mt: hd~. Etmcamenh· è: tctl,•sca l;1 llO!,ol:o:ionc dcl Lu),i.:mhurgo ,. cosi !Mm: j:'ran vartc dell:t 1><►1)0lazio11,· dcL I' \lsaz1.1-Lorc11,1 111 ll'rriwno ir:u\Ce:k. Oucst"uluma ,1,;'°mm.i a circa 1.500.000. ·1,-de:sc;1 è: la ~rand,· maigiura11za (2 mil,01118.1;.000. cioè 11 ;.1ç#) ddl.1 popola11onc s, 1:uera . •\ Jl(~,500 JM:rs(nu-ammoma. COtn,• da ru:crur «ns1mt:1110. la Vol)Olauonc d1 lingua tl'<l<"sc" 111 1,rntorio italiano: quanti- ,., as!>Olntamentc tra~curabile rispc11c1 alla m,1,ssa ·le-Ila nostra 1>opolaziom·. t' che 111 ,1tran parte. al p1l1 tardi ,·,·rw fa fine dc! 1940. a sua sceh.t, d,>, rà :1bh:111don:1re 1! 110nm lf'rritortO. secondo gh accordi nalo. 1,.Jcsch1. p0lll0ll(ÌO 6111.•ad o,,:m QIICi\lOllC ,111ic.i, fra i duc J:randi•ilat1 confinanti. (keorrt. :llk'r 1•rf"}.Cllt,·eh(' ,.:-rand1ss1ma Jl;,rtc d1 qucst~ 1)0))01.-:done p.'lrla\'a in origine ladino o italiano e solo pili tardi fu ttdt."SChiuu2 con l'infihrarM di clementi l,a,·aresi, scesi da ohr'al1K'. \ oril'."nh.·. ll'tleschi )i trm mio nelle rei· nni ~l.1.11ltiche,dei quah. JK·r n-«nh ac- ~·•mh. ~ nam mu:iato gi:I il ritorno nel h·rritorio m,·iro1iolit:1110. Xumcros1 1cde- ,..,hi 1i 1ro,·auno nei «ntri maJO:lon dcl11·.)toni:i., il J,<>',.-111l.t'1t0111a (di cm 2/J a l<Ìj'.C'.ile il 4'4 in l.i111ania, prima della 22 Ci.b1011~·del tcrnwno d1 :\lcmd. Ben 1Hi1 muncrosi d1 qna111o uon app,uis~ro dalle su11islloht' nfficiah. sooo i 1cdesch1 nci tcr. riion !,('ii ap1>artenl"nt1 alla C«olllo, acch1.1 e in quelli ora occu1:ia1i dalla Polo111a: 1K"r b 11r11na. ila dc11c ,1a11)hche nsult:u·ano in numero d1 J.~.ooo (1 1,'tlt"sch1CO)titm- ~cono qua~i la iotalnà <klla popo1azumc .:ella Slesia c S1 1ro, ano sparsi 1111 po' daJ). pcnnuo. s1)("c1enclk zone nrnwrar1t'). IX'r la seconda 111numl'ro di 1.040.00o. S(-rn11n-s-."Cundo dati 11ffic1ali,s1 rcptll2 che 1 tcdcsch, siano pili d1 550.000 (<>.9',') m L'nghl·ria, 5o6.oùo (.\.6'#) m J11goslana. ;<,o.ooo (..i.2'•) in Romania. e in fin,· 1 1111. !ione 239.000 lo.S..•~) nel t,:rrnor10 dt'll'C. R. S. ~- D1 quttte nhnnl' colon11.: pre,:i.knu motn·i sono Slll.h 11 h1so,:no d1 cm1,cnrc da ur. territorio po,·cro J":•i::ncolmr:i. come era una ,-olta la Gt•rmarua, e l'allenamento e .k offerto: d1 PTi.-.cip1. I 1t-d<.'.sch1rt:~1dcn1i in Russia. \ 1 furono in l,('f:111p,Hlc chiam.1111d2 Cakrma Il:~ ne tro,·ano ncll'L'- cr.una, prf'SW Ode)sa. 11('1corso 111fcrl0rt ciel 1>1111'."1)1..•r ,. pro)l1 11.\lar d'.\i:uf. ,. poi 1·1 11uclt'1molto com11.ttti ndle rl·gitmì dd cor)(• mt.'tho dd \"olga. L'em1gni:riont' m Cnghcria, o 11er nl("gho dire, nc1 1err1ton ~1.à a11partt:n,·111i:ill'l'nKhl·ria, a, \"(•nne per colm11uaziont:, dopo l'cspt1b1onc dc1 Turchi. I tcdhchi rcsulcnti in Romani.t sono Sauon, c ~,(",i: 1mmi,::rarono 111Tnn. :!oih;.ima nei ,;ccoli ).Il e Xlii. ch1ama11n dai S()\•rani ungheresi: pnì tardi, nel sc. colo X\'111, i;:-li S\Cn immigrarono nel Ban:110: altri tcdeKh1 si 1ro,ano 111B11co- ,in:1 e Bcssarabia.·1 lt.'<loch1 della Jugosl.a,·ia !ii lfO\ano ,;pl"Ciahnclllc nella Slo- \enia e:- \'ol\odm.,. :\1oho intl'ressant<" è constalaTc chç do. llO tanti am11. quUt1 imm11,:rati :iibbiano consc-rvato c03-tunu. lmgua c rd1g1one: u sono ,•1l1agg1 lutcr,1111, \·1ll:1t,:-g1cah mis11 e , 1lla,:-g1c~ttollc1. I m:1trmw,111rc-ncnlmt:nl: :\\'\'l:IIJ::0110~oltamo fra gli ,lpp3fl('IIUI• 11 alla s1c,s.1 rd11,:"1ont·,oltrc-ch~ alla i.1t·i.s.1. rr.ua. Frn <1111:iblii:11110 parlato dci tcdt)ch1 n·. s,de1111 in Euro1J.a: m;; ~, IX'llS1 che i 1edcKh1 (od originari 11:d,·Kh1) rt'Slllcnti m-~h ~lati L'11111,:,.{1110circ:1 11 18•;; di <1udla J>OIN'Jlazione, Il rapido Hllu11po tklla 110p•lu.._,11,·della Germania è do,·uto. oltre alla fort'-' 11.l· 1:1.lnà d1 quesm JK>polo. al cosrnuirsi dcll;,i grandc 11Klustriil., che 11011solo arn-stò ,I mo,·1mc1110 m•J.tratorio \ l'r:so 1'.\mcr1ca, ma rich1;unò in !Mina mohi l'mi,:ra1111. La llt"nsuà mt't11a. chc ncl 1871 en di ;ti :i.bit: 1111 JX'r Ktj .. lld lt)IO t:ra tl1 ll,1. ,. nd lf)HJ, pur dopo l'ra,•i 1.erdit~· c:rn~ti· dal. I;. ~ucna, d1 1.15: t'llY poi ,ana da r,·. gwne a re1,:ione, facendosi sentire iiOl•r.11. 111110 l'azione attraui,a 1.kllt" rt~ioni mi~ nuaric c delle ,:rand1 cuti. Xdla rt>,::1011..- c.irhonifrra sale- a 1500. mcntn· nellt' l:111- ,h- dd ~ \\'. M:("mlc a 25. LI.' cani a J)O· pofa:cit'>nc- oltre 1 100.000 abi1an11. che ncl 1871 cr:1110 soha1110 fC m tutto l'im1x:ro. con circa 2 nnlioni di popola11ooc comJ ki.51\'a. 11,1 1910 erano 48. con quasi q m1hom, ,. dopo I,: 11111til:u1onisnlnte. tanto ali o, esl chc atl l'i.t, f"r.tno bcusì ridotte a .;.l. ma con p1i1 d1 15 m1honi d1 :1bita1111 L'a)sorb11ncnto di J>OJ>0lazionc dei crntr· minerari. industriali e commerciali, è J,inostrato dal f•no cht, mc-ntre la l>OJKJ.- 1: uonc ruralt- ra1>1>rl'."i.ent:l\a nel 1882 il 4.t,5r~ ddl'intcra Gl'flllania, 11,•l1907, dala ddl'ultuno «-ns1mcmo anlcriore 211.a,ru,:rr.1, non rapprctc-nta\ a che il AJ,6'jf. Il notnolc numt·ro d1 c1tt.à si 3piega col. Il aggrl',::.1:uonc ll0ht1ca dommant" fino 2I s,·colo scorso. +.: che: in Jtartc si mant1c11, .tncora. colla moltc1>lic1tà di stati e calllo• n• forma1111 conft-dcruioni. ciascuno <k•j' q11ah c-hl>ecd ha la sua ,::rand,· o ptc:C"ol;t
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