La Difesa della Razza - anno III - n. 8 - 20 febbraio 1940

c-he lo cultura assume il valore d'un dovere. Tutte le sue torme; Arte, Religione, Scienza. oapacilano a rendere questa realtà nello stesso tempo che lormidabilmente attiva; laltrice del valore COlletlivo del popolo, il quale s'avvantaooio della coruiistenza d'ogni individuo. per affermare lo sua AOtenta. n valore dell'educozione, che apixesto sulla base dello sviluppo organico dell'in• dividuo, il terreno per uno resa razionale dello Spirito; roaa che mantiene lo copo. dlò di onere un organo vero dello Stato, non Il flaceido adepto·d'un'ideo. Mi son dilungato per dimostrare. contro• riamenle o quanto one.risce Grieco, che l'equcn:lone ideoliarno-ro9etsrno esisto ed è vera. Alfermato cib ne risalla che l'idealismo è una verità, che dev"essere "ntito • co-. itciuto doi giovani. Ed il rascismo divento un Fascismo ideo listico, a cui non ci si rou99na, come la Grieeo. ma o cui si è !ieri di oppol1enere. poichè si conosce l'impor1anzo .dei suoi postulati. L'ideo)~ • rimo.sto ncrle neu·-- d•lla ~cuiooe M\INOliDicma. Vivoce palpitante realtà dei giorni nostri. in cui si roogiungono le più olle velle; dei giorni futuri in cui si raggiungerà !"apogeo, superalo il quale, esso entrerò come partecipe dei canoni universoli di vita, a dirigere · il mondo nelle sue attività sociali. 0,1M!,'I-& ,&, - ,de~~ Coro romelli, perchè la vita materiale • un'obbligazione transitoria? Che vuol dir117 Spiegali chiOfOmente. Vuoi dire c-he il no, stro regno non è di quo-sto mondo? E per• cht dici avventuro dello carne? Ti pare un'ovvenluro della carne l'Iliade? La Divino Commedia? Perchè non chiedi o un volto dipinlO do Rallaello lo raglone della no.tra eai.stenza? Perchè non cerchi all'arte, che ti ipi&9hi quello che tu domandi solo olla ri· fle11ione. Non li sembra che noi al mondo ci. aliamo per lare· qualche coso? Che questo è Il mlatero. questa la gr02.ia di Dio? Non ti preoccupare Ionio di svelare il mi• stero, Ml è un mistero, quando di comP«Jndore la grcnio, che le opere dell'uomo li lo vedere .. Che coa'à che ho follo lo civillà. L'lllode o le opere dell'immaginazione omerico. L'epico di Ennio e l'immaginazione romano. Le opere dell'immoginozione vol90re di Dante, del Rinasci.mento, lo nostra età ome• rica. Guarda qu&:sle opere, Ascoltale. Nul• lo più gronde ho creato l'uomo. Dove altro vuoi dunque andare a cercare l'uomo? Guardo l'archilellura. Non ti fa pensare olla politico? Somiglio olio politico e te lo la vedere meolio dì tulli i 1rotto1i. Che te ne impor1a che il loscismo sia un'idea. uno sintosi, una concezione, un lenomeno dello spirito. un ponte materio• li:r:zolo. un oonlutolore di false dottrine? Questo è modo di euere e pensare. non di lare. E' uno riReulone, un modo di chiudere definizioni, metafore, uno mitolo, gia della ragione. . A nOi intere.sao che il la.sciamo aio invece un fare. Sia un lascio d'uomini di buona \O!ontò:, che l'ho lolla linilo coi modi di es~ere e agitare e pensare, che impedivano il lcue agli uomini c:apatj di creare le opore necessarie all'Italia. A noi iniereno che questo !oacio no:tio. nale d'itoliani l'abbia fatta finita col lendere e parteggiare e mettere in dialettico l'Italia. Finita coi partiti, oon la dialenico dell'opinare. E abbia dolo o Mussolini il modo di creare l'opero suo. Perchè anche lo politico i un'arle. Anche l'opera p,litica vuole un autore. Questo • lo scoperto italiana del lascio. Questo il nuovo. Questo l'uscire dolio dialettico della deeodemo europea. DoJlo Babele dei partiti. Ti p(ITO che· li partito di Dante, chiamalo dantismo, .. vuol, potrebbe aerTire a lare la Divina Commedia? Stiamo dunque alle opere. Conaideriomc l'orchilellura eo11truito da que.slo aulore. Guarda il disegno dello potenza italiana. guardo i particolari dell'opera: E alloro:, ee proprio l'interes,serò di dome qualche definiz.ione. almeno sarai phì esalto e non andrai o finire nel groluito e lncontrollo• bile. Mo sopratut!o il fare t'ispiri al fare, non olle definizioni. Bocco 5-niao. da Sonio Moria dì Nlacemi (Collonlaaetta): Inizio con una domando: Chi li il popolo? DI.scendente da avi contadini, figlio di genitori operai sono alato anch'io lino o pochi anni addietro, essendo ora passato al ramo dello studio. Ho avuto In tal modo il privil&9io di vivere in meno a lulti e tre gli ordini umani. rurale. operaio e diciamo ~l lntelleltuole. Credo quindi di poter JXJriare per esperienza, come dicono i nostri buoni padri. Ho cercato con on•io d'individuare il popolo, il vero popolo iloliano, in cui potessi K'Orgere I nobili carotieri dello nostro raz• za. Perchè non dirlo? Ho CTeduto di K'Orgerlo nei lavoratori, specialmente della terra, non lo.se altro per lo sincerità, sobrie16:, religione o alletto, che ti osprirnono anche da un balzo degli occhi. No ero tonto convinto e appassionato che per poco non credelli di aver cessato ormai cii opPQclenere al popolo. Ma non era ponibile. Io gradivo a'pesso {od onta di idiote critiche) di stare in mezzo o esso e chi non ho un'anima popolare, volgare, non pub oomprendere e amare Il popolo. Alloro mi convinsi che non ora questione di ceto, ma di natura. Ma dunque la natura ai pub perdere? Su questo punto vorr-ei parlare eolo dei giovani e ai giovani. SI. in quanto a me, credo che lo notwa ai può perdere, ma anche che si pub riacquistare (non facilmente e d'un colpo, a'intende). Guardate Martini, Grieco e poi l'on:nal lomoao aludente di Milano col suo degno collego ed eroe idealista. Solo contra.sii d'idee? Certamente no. mo bi.sogno ammettere che ci sono ancora molti giovani (e ciò lo molto pena 0991, in · Italia) deviati (snaturati, li chiamerei io) che aspirano o una vita comoda, arì.alocrc• tico, senza morale e atea, borghese In uno parola. anche se mascherata lnd99namente do frasi di eroismo e di rollgiositò. Porlo specialmente dei giovani letterati e !ntel• lettuoloidi, perchà - veramente dobbiamo riconoscerlo - a scuoio s'è trovato spesso l'ambiente adatto (le cous.e son note) per distruggere, voloiiloriamente o non, la no, Direttore retipomabile: TELESIO INTEBLANDl slra natura spiccotamen10 popolare, cioà umilmente patriottica e caltolico. · E' necessario che la riprendiamo. Come .semixe il Duce, animo achiellamonte popo, lare, ci sarò di guida, poichè bisogno con• vincerai che noi siamo l'Italia di domani e che, se avremo raggiunto ques10 unità di natura e di, sphili. possiamo essere si, curi di aver compiuto ·un'opera londomen• Iole per i d&1tini dello noslro. Patria. Ed ora un quesito. Nel Oue11lionorio del N. 6 sono staio colpilo dalle vostre parole s99uonti: Oanle Ieee lo lingua italiano con I diaJetti. Con la musica degli umili di tutta lo penisola. Se non ho compreso male. a scuoio ci è staio insegnato molto differente (come • nolo, a scuoio ci si preoccupa di lor sentire 91! amorosi lomenti del Petrarca. o del Mognllico, o qualche poele.sao del '500, piuttoeto che far leggere, direllomente e senza critico Hlelicc, le opere più ulili o lutti}. Ci i stato detto pressappoco cast Dante credette. nel suo De Vulgori eloquentia, che lo lingua volgare ilaliona ri.sultOSM dolio composizione deoli elementi più nobili dei vari dialetti. Mo ciò è errato, poicht una lingua sorge do un dialetto particolare. Per noi il !iONtntino. Quanto a me credo che cib in parte sia vero; infalli non è inaccettabile lo v~lro tesi, che farebbe pen.so«i o uno origine qua.si artilìciaJe dello nostra lingua? Se lo parolo nasce dall'immoginozione. è naturale che Dante non polevo servirsi che della sua. E' giusto però ammellere che Pante curicehl il suo dialetto con gli elementi più illustri d091i aJtri dialetti ilo• liani, che avevano avvinto la sua imma• gina:iione. Convinto dello importanza di tale questione anche ai lini della nostro unità et• nico - si ricordi che il Duce ha ribodl10 anche recentemente, che la Nazione è lo lingua - attendo do Voi, che so:pelo più di noi giovani, ulteriori chiarimenti. 'Jt PO~ ~ Sa:nnino cerchi lo risposto In Dante. Il volgare, diceva Dante, somiglio o quel• le cn:ioni italiane nobilissime, che non sono proprie di nessuno città d'Italia, ma comuni o tutte, e si fa sentire « più in uno che in altra, come la semplicissima sostanza divino, più nell'uomo che nel bruto, più nell'animo.le che nelle piante, 1n queste più che nelle miniere, e più nelle miniere che nel fuoco, e nel fuoco più che nello terra. E quello sempUci.ssimo quantità, che è uno. più Bi sente nel dispari che nel pori; quel eempliciasimo colore, che è bianco. lo vedi più nel citrino che nel verde. Abbiamo dunque trovato quello che cercavamo, e lo chiamiamo Illustre. cardinale, aulico, e cor• tigiono volgare del Ialino, perchè sembra di nHsuna ed à di tutte le dltà, col quale lutti i 't'olgari municipali debbono euoro comparati. lllustre. aggiungevo, perc:hà illumina e ri• splende; curdìnole, perchè è il cardine e il padre di tulle le parlate volgari; aulico, perchè è dell'aula comune del regno, che non abbiamo; cortigiano, perchè misura:o e pesato aJlo eccellentissima C'Otted'Italia. della quale esisle il grazioso lume, se non il principe. Slampatorl: Società Anonimo Istituto Romano di Arti Grafiche di T~inelli & C.• Città Universitaria - Roma 48

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