La Difesa della Razza - anno III - n. 8 - 20 febbraio 1940

cadaveri. Vi sono uomini di grande talento e vi sono uomini 9a91iolti. Vi sono pure popoli oostruttori, lavoratori .e 9uerrieri. dal seno dei quolì esco un 9ran numero di artisti, di condottieri e di santi, e vi sono popoli che val9ono molto meno. Brilla fra tutte le rm:i:e il noalro antico ceppo clauieo, di sempre fortissima vilalitO:. Dice DiJHa della Rema, per comprovare la decadenza delle altre razut euro29e. che l"Europa nacque come la Grecia fini, cioè con la riflessione dei filosofi e della cultu• ra in genere. E Pi.atoni soatiene che si nasce una volta isola e l'Europa 411nata in Grecia, perc:i~ adesso siamo tulli vecchi ed 411jmpoulbile lar:e a mono del culturalismo e ritornare ai tempi eroid. Oui è l'errore gravinlmo. Perehè dimentica che Grecia, Roma, Italia sono la rana clonico, mentre l'Europa è formata da altre roue. La frase di OiJ-.a della Razsa va Interpretalo, per maggiore chia«itzo. cosi: La Crocia. allor• chè il ceppo do.a.slco lu eorrollo dalle in• filtrazioni della rcnza levantina di39regotri• ce con la sua cultura internm:ionali:sliea, perdene lo alaneio creatore, la fon.a com• bolliva ed espa.naiva, diventò una accademia di filosofanti ed eruditi, al tro.sfonnb nel mondo ellenistico. Piò s!ortunata di Roma, la Grecia vid(l dissipare il sangue classico, perchè le innumeri invculonì 50• werehiarono la sua a.corsa popolazione. L'Europo invece è nata alla civiltc), già in• letta, con lo 11es.:somale e le stesse cenai• teri:sliche che )a GNtcia manifestò solo nel• la sua decadenza. E questo perchà l'Europa non posaiede il aangue del ceppo ck11-• t,ICO,nè perdb lo spirito eroico ed il genio artistico nella stessa misura del popolo ila• liano. Il ceppo cla.sslco puro ha sempre avuto uno lortissima vitalità (militOTe, politica, ar1istieal ed è semp«i stato giovane. S'è manifestato a Sparta, Atene, Roma moncm;,hlea consolare Roma cattolica (Roma Imperiale decadde perchè la dlladinam:o concessa a tuiti I popoli dell'immenso Impero Ieee sluggire le redini politiche di mano oi Romani, sicchà l'Impero si lmbarbarl e decadde), nei C,omunj italiani, nelle Repubbliche Marin0l'1', nel nostro Rinascimenlo. Si· è oscurato nel '600 e '700 porchè Il predominio politico di popoli stranieri ha com• pres.:so il genio nazionale, danaoglì uno ver• nice forestiero; è ri1ornato a splendere al lempo del Riaor9imento, s'è oacuf010 paurosamente sul primi decenni del Regno di Italia, per riapparire piò vigoroso che mai con la guerra mondiale e col Fascismo. Beninteso però che sui periodi di oscuramen• 10. dovuti alla decoden:ta politica, la quale comportava importazione di idee e eoelumi estronei al genio nm:ionale, vi sono sempre r;tate le e«ez:ion1 dei grandi spiriti. che hanno dimostralo la vitalilò della rcua ed hcmno mantenulo il collegamento con lo tra. dizione. Mi piace aggiungere che se il ce'ppo clossico disde9na l"erudizione ed il lonnalismo logico e riflessivo per prelerire il genio arti• 11tìco. tuttavia ama la sa99ezza reolislioa e 00$ttuttiva di Aristotele, il quale sa leggere nella natura; vede di Platone l'utopia ir• reollzzabile; al compiace di Cicerone reali• r.lico ed eclettico, che non al astrae. studios~ solitario, da cib che lo circonda, ma vive nella sua repubblica. facendo l"oratore e l'uomo politico; ama S. Tommaso, Il quale sistemò il patrimonio spirituale della Chieso Cano!ico, con quelle qualità tutte ctO.S: 1iche dell'equilibrio; ma ammira soprattutto Gìomballisla Vico, che ha aapulo legge- ~ nella aloria dell'hnmaginm:ione. Per conctuudere. la cosclenw rauiale di pos.edere sangue daasico. deve suscitare iJ senso di una grande responaobilità storica e deve esse~ di SJ)f'One alla vita eroioa e costrultiva. Cado Mcmnucci. da Roma. Sono un vostro lettoro ed ho seguito con grande interesse soprattutto Il diballilo sul• la filosofia, da voi promo.sso per disintos,, sicare il pensiero italiano. Non sono particolarmente versato In filosofia, però so quanto possa pregiudicaro nella vita dei singoli e della Nazione la dillusione di errata filosofia. Specie quando sia proprio lo Scuola a somministrarla. Su Ouadriorio ho letto in queslì 9iomi l'ar. ticolo e Ancora sulla nuova Sèuola > di f. Porfiri, In cui •I parla della via da segui• re per la aana formazione della gioventò nostro; ed esso à veramente conlortante. ln questo stesso numero di Quadrivio (n. 13) c"à un altro articolo doll'alleuante titolo e f'il0110fia i1oliana e filosofia stra• niera > di A. Corea, tult'altro che chiaro. In que-sto. si termina ccl dimostrare che il razionalismo (?) ò di due specie, antistorico (2) e storici.stico (?). La spe<:ie antistorica è straniera. quella storicistica invece nostrana. (?) Voi potete meglio di me giudicare, ecco i punii (:'!.criminali: e Lo indifferenza dello Spirito dell'idealismo assolulo in cui si neutralizzano i due momenti dialettici dello spirito, è una parvenza, è un facile appt. glio da llcelati, per condannare l'ldeali1mo proprio In ciò che eui credono di aver capito dell'ideolisma assoluto, il quale, con buona pace dei loro maestri neo-scolostid. non ha mai inteso negare n411l'oggettività dello natura nit quella dello spirito umano, ma ha preteso soltanlo di risolvere il problema del d.i.,.n.i,e {I) con una mente astrai• ta e completamente divelta dai co~i e dai ricorsi storici comunque queali si vogliano intendere; il che doveva tatcdmeate portare al psicologismo o al materialismo. / c. L'altro aspello del razionalismo (?) del Rinascimento, genuinamente ilalico, à quel• lo 1toricislico. c. Gli italiani. inlalli, pi'Ù vicini alla tradizione e pi'Ù preoccupali dell'09ire che del sistemare. svilupparono il loro sistema speculativo in relazione allo operare nella storia. ricavarono le leggi del pensiero non da un 9ioco matematico e aatratto, ma dalle ateue esigenze della vita concreta dello spirito e cio6 della storia.> Ed ancora: e Il razionalismo storicistico del Vico non poteva euere concepibile fuori d'llali:::i, ton• to è vero che •I falsificò la sua lilosolio col titolo di lil1»0fia della atoria, contro il qua• le il Croce si levò per allr• ragioni, ma in aootanzo è giusto ribellorsi, poichè la filosofia del Vico è naia come filosolia, la ,torio non è che il dolo del penaiero, "inlotti egli non prelende giustifioare la storia nè al• lido alla filosofia il line di prevedere l"evento storico, •i vale invece di questo per de• lerminore il commino dello spirito, per lia, sare una lfl99'e al pensiero e all'azlone. Ora questo concetto lo troviamo nel Maz. :r:inl, in Gioberti e In coi"Hnli varie del pensiero italiano come od esempio nel Cattaneo, voi :sentite che, potrà variare l"lnterpr• !azione o il credo, ma che la mentalità ila• liana è eminentemente aloricistico. (?) e Uberarsi dall'astrattismo del romantici stranieri, dar poeto ai pensatori italiani: ecco il nuovo compito della Scuola fasdala; ma che la .sal~zza della nostra scuola e quindi del noatro avvenire, debba dipendere da una interpret<nione cattolica o mono del pensiero, al punto di bandire un Bruno o un Campanella, questa Ci sembra ionie e aberraiione >, Non sembra a voi che dare maggior posto ai pensatori italiani non ba~la, che à un modo aempl:icistico di vedere le cose? La salvez:z.o della Scuola fasciata esige il Ta9lio dei noslti, perchè oceorre restau.- rare in tutta la sua purezza il punto di vista di Roma. altrimenti resterà sempre la porta aperta agli ebrei con il beneplacito delle leg-gi razziste e dell'autarchia cultu• raie. Siamo. caro Mannucci, pienamente d'accordo. Che ci vuoi lare? Consolati di aver lelto uno scrillo, come quello del oamerata Porfiri. Tutto sto che si cominei a rompere questa cr011ta senile, che ha anchilo:sato le articola:r:ioni della gioventù. L'artrite lil0$0lico ha lotto scuola lanlj anni, e 91i al!ievi l'hanno presa. Non è una malattia dei giovani: vuol dire che è infettiva, oppure eh• anche i gio"t"anl PQ$sono essere vecchi. Non vedi che ora il Rinascimento è" diventato atorieistico, Vico sloricialico. l'ltallo slodcistica? Cht l'h~ inventalo lo storicistico e lo storidsrr.o? I tedeschi. Ma ora che i ledeschi non se ne oecupono piò, ~rchiamo di lare storicistica l'Italia. E contentiomoei di fare qualche scoperta. Per esempio, che lo spirito· è oggeltivo. oppure che Vico non era indovino, oppure che i filosofi italiani sono preoccupati più de\l'a9,ire che del aistemwe, e che perciò invece di meditare, tirano di schermo o gh,ocono o ba11imuro. A battimuro d si giuoco coi soldi o coi bottoni. quando si à raga%%i, ma quando si è lilosoli, ci si giuoco con lo Spirito, con l'esse maiuscolo, che sarebbe una specie di moneto d'oro; col di, venire, che sarebbe lo moneto d'argento;; coi momenti dialellici, il psicol09i11mo, il concreta, il dato del pensiero. ecc., che sarebbero gli :spiccioli. Con questo 11istetna mone1orio, •i rende oma99io anche alla lingua di Dante. dopo averlo reso all'autarchia liloaoliea. con lo storieiamo. Ma il più sintomatico è che dell'ep0CCI di Ra!faello e Michelangelo ai possa ttoV(ll' modo di dire storiciatioa. E', con la greca, la piò grande epoca del mondo. Un'epoca di opere. naturalmente. E il li!Ol!Ofoai contenta di metterla nel sacchetto di una dc,. finiz:ione. sia la definizione di storicistica, sia un'oltra, Si contenta? Ma non vedete quanta superbia c'è in questo insaccare il mondo in una parola? E quanta rinunzia a comprendere. A vedere. Mettendosi al di sopra della natura e dell'arte. E' cosl che procede la peggiore barbarie, la barbarie colla. cosi nacque lo deeadento greco, oosi è naia l'Europa. Lo ragione comprende e non pub lare. E le epocho di decadenza sono tutte tondate sulla ragione. La ragione comprende, senza poter com· prendere la nalura, ma riducendola a se stessa. Ri!leuendola. Sono n!ente altro che epoche di rifleuione le decadenze. Di incomprensione dell'immagina:r:ione. che è tutta natura. Incomprensione dell'arte,

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