NATURALEZZA DELL'ARTE Noo solamente bisosna che il poeta imili e cli. e- diping~ ron na.turalttta, anzi non imita la ~ 1ura chi non 12 imita con naturakzza. Pa6 eh(. Sfflza naruralczu la dipinge, ~ w. di<tro a quesli ossan. che 6nalm<nle sm1-a, e cc li fa anctic vedere e toccare ma dopo infinito stento suo ( cosi che a I w,a po.Sin• per f am vedere quello fa vtdctt '" una tcnina) e con una po,ì tioaw eh "dliacia; presto sazia, • . molto piacevole, p,tth, non sa · e a,o qud tmto aggirani intorno (- IOlo p<t una pcricoloaa illin.,1-•-- amlnlblbililà, - ~ balli - ci .. ,ul,ito 4isepar .._..., _ _...,_. •. ' ,_ ~f ' diligenza. e la diligcnu nei ~i è-con1raria alla naturaleua. Quello che nt'i pc>cti dtt parer di vc. dcrc, oltre gli oggetti imit:ui, è una lxlla negli. gcnu. e questa è quella che vediamo negli antichi, maestri di questa o«essarissima e sostanziale artc, questa è quella che vediamo ncll'Anosto, Prtrara 6..., questa i: quella che pur troppo manca anc..he a.1 migliori e cla.ss1ci tra i moderni, questa è quella d1c col sentirnent2le e col sistema dd Breme, e ndlc poesie moderne dc' francesi, non si ottiene, e poi non si ottiene; chè questo stesso Stntimcntalc scoprc una certa diligcnu «. scopre insomma il poeta che parla cc. Jn Ovidio si vede in somma che vuol dipingere e far quello che colle parole è cosl difficile, mostrar la figura cc. e si vede che ci si mette; in Dante no: p.ire che voglia raccontare e far q~llo e~ rollc ~role ~ facile cd è l'uso ordina. rio delle parole, e dipinge squisitamente. e ruttavia non si vede che ci s1 mctt3, non inc:lica quata circostanziola e quell'altn, e lllui.·11 /11 ""111.0 t /11 Jlri'1lN'a ~ si t:o/Java "" '""'i•o e che so io, (cocuc fanno i romantici descrittori, e in genere qunt1 poeti descrittivi francesi o inglesi, CO$Ianche prow ec. 11nto in vo&a ultimamente) inoomma in lui c't la Mgligmu, in Oridio ao.
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