La Difesa della Razza - anno III - n. 7 - 5 febbraio 1940

xvm. olla hne del Oue1lionorio. leggo che AndrCa Rey di Torino lamenta che in Chie• ao ora non odo tanto la parola evangelico dei sermoni domenicali, quanlo le requisi• torie al rouismo. Polchà anch'io, ogni dom~nica, laccio qu.i il mio sermone domeniçole nel vangelo del giorno, dinant.i ad un pubblico piu:tosto numeroao ed attento, cui inculco \'amore e la ledeUèi a Dio, alla Chiesa oollolica o alla Patria, vonei preg-oro li 1i9nor Rey a voler preciaoN1 il luogo e la data e~lla dei sermoni incriminati e, ~ sibilme:\le, citare le parole precise. da lui udite. Non vonei c:ho sopra di me e sopra moltiss1m1 miei confratelli gravasse un'in• 9lu1ta accuao. ¼i, ~o. Mot:eo Mureddu. do Romo; frc vec:chi miei appunti, ho teslà rinlrac:, dato un loglietto sul quale tr0$crir.si. or è qualche anno, queste asserzioni del giudeo dirotto,e del defunto periodico "Le Grandi Firme · , il quale naturalmente non esitò a i:ubblioorle: - e La Polria à quell'insieme di persone che non hai nemmeno il piacere di conoscere e che ti fucilano olio achieno se non ti lai uccidere per loro. Lo Patrio è uno parola che serve a mandare le pecore al macello per far gli intere&!\ dei poslori che stanno a cosa >. - e L'eroismo giova soltanlo a brillare 091i occhi delle donne>. - e Lo lamiglia e\ una formula bugiarda. che copre le pili basse specula:r.ioni;... la coa.a è un lu090 chiuso e coper10. ove si mon9ia e qualche volta non •i paga pensione>. - e L'amicizia è un'avventura incidentale, come una eonoscenzo folta in tram •· - e Non (or mai benefici o nessuno; ri• cordati che ! benefici si espiano. Se qua\, cuno li domanda l"indicazlone di una via, 1u indiriualo alla parte oppo&la: se li chi•• de l'oro. di9li quaranta minuti di meno, cosi gli fai perdere l"omnibu, >. - e Odia il tuo prouimo come ami te stesso; e non dimenticare che la vendetta è una meravigliosa valvola di sicurezza per il nostro dolore. Se quakuno ti olfende. non perdonare; ouia fingi di perdonare, alfinchè la vendelta lo colpisoo insospeUata • in pieno ... >. Enrico ea ..o!U ci ha mandato da Milano queata descrizione di Luigi Banini, trotta da un'antologia del 1910: · Di popoloso non vi reato che il Mellah, il domicilio coatto degli ebrei, dnto anch'esso da mura fortificate. Quando la Fez Nuova fu fondata e 10110l"inlluenza di un astro propizio e di un'ora benedetta e felice>, U Sultano merenita Y'akub ben-Adb-El-Hak lu costretto a creo.re, proprio attl9uo al Dar EI-Makhun, un quQl'tle~ per 9ll ebrei, che, diapersi per la fez Ve«hia, soflrivano periodici massacri. Da alloro. in compenso della difeso. essi hanno do't'uto rinunziare 0U"eguo9llanza, coprirsi di un berretto n&- ro, vesti,. un ·· 9ellabo. " nero, calzare babbucee nere, denudare I piedi pasa.ando avanti alle mosch-. hanno dovuto consìde- :~,e delitto !"andare a cavallo, il portare armi. l'uscire do'po !"ora del Moghrib, il mosll:irsi fuori del "Mellah" nei giorni di lesta mOOt:'lettana. honno dovuto pa9are ape. ciall tributi. Anche oggi queste leggi sono in vigore, • 1pe110 il linda99io è la pena che toc:ca ai tra19re1sori. In tempi di tor• bidi e di rivolte, 9li ebrti ,ono 11ati oasa- ·lili anche al "Mellah ··. Un senso di paura 9ra.,,a sempre un po' su que110 recinto, •i è l"oppcessione d'un aualto che non si può r.. plngeN1, U senlimento che proverebbe un Inerme Ira n&- mid armati. Ad ogni .,,iltorla delle lruppe scerilliane sono 11li ebrei i primi o correre sventolando bandiere, suonando pilieri e gridando: e Gloria al nostro Signore! >. Lo loro aolvezzo è legata al potere del Sultan0. Queste conditlonl non contribuiscono a conferire loro un carallere eroico. Il •· Melloh" à 11010 pili volte soccheggiato in tempi recenti dalle violenti 10ldatesche ·· ahrard<!I", che Yivono accampato in un 9rande fortilizio o Nord di fez EJ. Gelid. Il Sullano auuole ha provveduto mettendo il •· Mellah ·· sotto la giurisdizione dello stesso "ì:ald ·· degli "shrard<!I "", di modo che ora 10no gli a.ualitori tradizionali che custodiacono e difendono il quarliere ebreo, che fu loro predo. E.sai sono re1ponsobili dello sua aa1vezza. Il provvedimento è d"una 1a99ezzo tulio marocchina. Adeuo 9\i ebrei 11 sentono più aieuri nel loro alveare, dove lermentano allori e sudiciume. Le case del ·· Mellah ", dipinie d'azzurro, meltono una nota 9aia nell'arcigna oscurit<!I delle antiche muraolie merlote; si alzano per tre. quallro pioni, si sovroppon11ono capricciosamente, 11 fanno scorgere da lonlono quasi v09liano oc:chieç,9iore ol di sopra delle mura. per le piccole lìnestre, verso la valle. Stretto do secoli negli stessi conlini, la popolazione crescendo ha dovuto cercare in altezza lo apa:zio che mancava in estensione. Le strade sono 1trette oome fendilure, sporche come logne, ingombre da uno folla oscuro - che lo dimenticare di essere al Marocco dove lo lolla è bianco - 10,dida, umile, 10rrldente. Non ovete lotto dieci pani che gi<!I una moltitudine di mani avide e sporche •i sono stese verso di voi ollrendo e chiedendo. Vi aentite gridare: - Signore, guardate. sono le perle del ·· kaid ·· Kellat ridotlo alla miseria, dieci " duroa " e 1ono voatrel - Cambiate moneta, signore, vi pago il t1enta per cento aulla moneta di Spa9nal - Un pu9nole, regalo del Sullono Mulei EI-Hanan, compratelo! - Soc:conete un povero! Ouakhe orobo a'intema per I vicoli dol: l'acciottolato viscido. e scompare in taverne . dove può bere di no.scosto liquori lerm•n• tali che il Corano vieta ai fedeli. Le donne, dal viso coperto,· il collo nudo, ornato la testa da una specie di mitra di seta, vociano sulle porte delle caae. Negli angoli 1oleg-9lati, vecchi dal vollo 9rilagno. con il capo coperto da un lau.olelto annodato sotto al mento alla guisa delle nostre ccmpagnuole, conversano .seduti in terre. Certe bambine hanno aul ccpelli un « laz:zoletto >- annodato: seqno che sono maritate. Ease 91uocano con I loro piccoli sposi, ailenz.iosamente, con quella orovìtb precoce che è nell'infanzia di cene ve«hie roz:ze. 'J ~ di, ~ Fauato d'Ortona. da Caserta: Quello degli ebrei e della rou.o in geDirettore re•poAaabil• : TELESJO INTEBLANDJ nere, è un problema che e\ stato aempre sentilo dai buoni italiani • in un modo originole. E verità incontrastabile di esiatenz.a resta l'euere italiani e non altro. Mo brevemente oro vedremo quale foise la condizione degli Ebrei in quegli stati e Ira quei popoli, che og9i ai erigono a protettori della umoni1ò, non chiamati, e 11 allrotellano col semiti. Da. quando, ai tempi di Tito, gli ebrei si di,per,ero, furono quasi sempr• incapaci di po&sedere beni immobili ed unico mezzo di 1u11iaten:r:o loro lascialo, o monopolizzato, fu ti commercio, col quale ai arricchirono; ma molte CON inumane conobbero le ,tanz.o di torturo di Ric:cordo, che ebbe addirit• Iure venduti gli ebrei dal fratello Enrico 111. ut qu01 rex e:r:coriaverol, come, eviscerare! (Malleo Parli), e quella di Giovanni di lnohilterra. che una volta covò ad un giudeo di York 0110 denti per mille marchi d'at9ento. Peggiore era la situazione degli ebrei in francio, ove lurono persino confiscali i beni di quelli che si convertivano al caltolice1imo. Se ne ha conoscenza dal\"editto di Boville, che obrogò tale consuetudine il 4 aprile 1333. E' dimostrativo il lotto che Il signor di LacreteUe allermò davanti alla corte di Nancy In una vano dilelO' di alcuni ebrei; e In una parola nulla è nella t999e che lì e1cluda. Eui non sarebbero dunque respintl che come ebrei, in odio alla loro no, zione, alla loro religione. Mo che mai sono 9lf ebrei di fronte a noi? Polche\ conviene che aiono a noi uniti da qualche rapporto, o meno che non •i abbassino ~I di 10110 dell"umanitb. che non se ne locciano esseri privi del nome generico comune 09li allrì popoli ,. Tale era la convinzione dei francesi d1 alloro. Per essi t,li ebrei non erano nè cittadini, nà borghesi, ma diavoli, e ai cercò di olfamarli. Un giurista lrancese, C011I si esprime: « invano eaclamano gli ebrei che sia in9iu1to ed inumano co1\rin9ere i loro ligi! unici, i primogeniti. gli eredi, ad ollontanonl dai tetti che li han viali noscere •· E non biaogno dimenticare che due volle lurono cacciati in massa dalla francio, la prima volta dal r99no di Filippo il Lungo, nel 1318, ed uno seconda volta nel XVIII tecolo, dalle isole lrancosl del nuovo continente, dove op'primevano i lavoratori della terra. Sono queste I• na:r.ion\ 1entimen1ali di 099i, ma evidentemente da quei lempi esse dovellero cominciare ad impietoeirsl dei lamenti di ooocodfillo e a pot9ere orec:chio agli ln1e9namenti della u,wa. Huiu,modi ceasiones <è Mekhior Goldaat che provai nulli ma9iatratu1, notarii, scribae con1cri bunto; alioquin de olliciia el Honoribua (11) dejiciontur; ooeleri Ideo ausuri. carcen, et olils modi a puniontur. E il buon cl unno euperò il maestro presenlondo ai credilort ricevute false in prova del proprio adempimento! Le C'Ollituzioni del Re di Sardegna del 1770, in v:l9ore nel Piemonle, nella contea di Niue e nella Savoia, sono illuminote dol buon senso della politica di isolamento. Le leggii del libro ottavo. dedicato interamente 09li ebrei. li obbligavano ad abitare In quartieri HparoU (9he1ti), non viela•ano loro di esercitare I ai.i.steri, purehà sottovoce, e proibivano l"acqulsto di Immobili e di alcuni allli beni. Stampatori: SocietO:,Anonlma Istituto Romano di Arti Grcflche di Tummln•UI & C.- CillO: Universitaria. Roma 17

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