easi, tranne poche eccezioni. gli epigoni giungono dai limili dell'Impero, nel tramon• lo dei valori rau.lall. Jinchà un barbaro, Caracolla, le dà il colpo di gra:s.la oon il ,uo editto equivoco. Altrove~ gli i1tituli giuridici si può Hguire, a paa.ao o pasao, ~mv~~t'!° d~~1l!a /:::: ;;1fa 0 ~~~ri!. ~: 1 :!u! che Roma sostenne per li •· iu, civiloti1 .. sono di oarottere etnico. come quello on, nil>alico. Solo nello decodenlCI in cui lo carne e lo ,pirito erano cenosi dalle piaghe asiatiche. s'elevo lo voce di Tacito. il primo dil•nsore dello rouo. Questo di Giacomo Rec1.UOnJ è solo un brano d'un suo lunghi13imo 1cri1to. Vedt• mo 1e in seguito potremo p1Jbblioo:me un altro brano; ma come si può chiedere lan• lo spazio o queste colonne? Rinnoviamo· la raccomandazione dello concisione a 11,1t. li quelli che v09liono partecipare alle nosire discussioni. Boatono poche pagine per · dire cose importantissime. E l'abbondanza · delle parole non può lare altro che togliere Importanza olle cose veramente importanti. 'Ed à superfluo' ripetere che l'abbondanlCI à un vizio morole proprio di quell'eloquenza. che chiamiamo ovvocotesc:a. Cogliamo questa occasione per pregare i nostri collaboratori di lasciare in pace l'eloquenui. L'eloquenza ho bisogno d'uno svi1Upp0 che queste colonne non consentono. Tende o persuadere gli altri. e noi non dobbiamo che persuadere noi stessi. Ri11tnle dello spappolamento d'un'epoea parlamenlore e curiale, che consideriamo tramon• lato per sempre. Similmente un altro vizio dobbiamo sconsore. il liloaolismo eloquente. Questo lt un -oltro modo di dir parole superflue. Un'altra abbondanza. Quando volete parlare di taz• :za. non incominciate col dire: il concelto di razza ecc. ecc.· - ma ditemi che coea volete dire della razzo. Ci penserà il leltore o lor-si un concello di quello che dite. e a capire il vostro concello. Qut11!0 vo1er rendere espresse le forme l09iche e lor vedere il traliccio del discorso • un'altra grossolanità del perduto accento della lìng-ua viva. Andate al mercota. cer• cote di rilrovore fra il popolo l'accento della lingua, proponetevi di rifare illustre 11 volgare, come Ieee Danle, e ritroveremo l'Italia. Concisione, dunque, e accento popolare. Dobbiamo vergognarci di usare una sola parola superflua e di usare una linouo da Intenditori. ipocrita, come quello deoli òuguri. E un'altra coso: troppe maiuscole. I nomi comuni si scrivono con lo minuscola. Ghdio De AD9elia. do Roma: Mario Barba studente di giurispn.idenia in Napoli, dissente vivamente da come alcuni eameroli pensano dei proteatanll. E per servirmi delle sue parole à rima.sto e spiacevolmente colpito> dal lotto che voi -abbiate contrappotlo e li rm:ionaliamo europeo e protestante allo spiritualismo italiano e cattolico >. E sogglun9e che e la religione _. culto dello 1plrito come lo à il patrimonio f(IZZiale e perciò va trattato con rispetto -ed a1tenzione. Ed il protestante italiano veramente l!ollano va esente do confronti fo. ciii e da e1ten1ionl eccessive >. -16 Conchiude dicendo che lutto ciò viene da lui osservato e per semplice desiderio dl chiareu.a da buon cattolico e da lervido fascista>. Questi suoi sentimenti 10no ammirevoli e non c'à do dubitare delle sue intenzioni. ma • impossibile non lor-gli queata sem• pliciulma domanda: che cosa significa protestantesimo? - Significa quell'a1190glamento di una parte dt1lla comunilà cristia. na che ad un certo momento ho voluto stoccorsl da Roma, anzi che ha dichiarato la più aspra e lena~ guerra alle idee ed agli insegnamenti della civlllà di Roma. Significo l'atteggiamento di quei paesi d'Europa e prima di lulli l'Jnghilterro. che da tre secoli presumono di poter soatituire la civiltà creato dalla Chiesa e dal Rina. scimento. Significa inline quella parte dello cristionilò che speuando l'unità della Chiesa ~d indebolendo la resislenza conlra tutte le !on.e negative e distn.ittlve, 1[ à allontanata In questo modo dolio stessa parola di Cristo, ed Infine, come in lnghillerra. è giunta all'aperta alleanza con la più temibile di quelle Ione, cioà l'ebraismo. furono J protestanti inglHi, che da Crom• -well In poi, prendendo lo ■punto da quel ritorno al Vecchio Testamento, predicalo già da Lutero, fecero del loro paese la migliore piollolorma per lo coalizione mondiale con• tro Roma. Essere protestanti anche se di nozionalitò italiana significo cooperare aio pure telo in ispirilo alla distru:zione del mondo romano e della forma che il oo:llolicesimo ne ha oggi conservato, opero evidentemente contraria all'Itolia, al Fascismo e a quella ri• nascita classica nella quale soltanto POI· siamo vedere l'avvenire del nostro popolo. Non credo dunque come Il camerata Mario Barba che tutto ciò posso conciliarsi come eg-li sembto pensare, con la qualità dì buon oo:ttolico e di buon la.scisla. Cosl scrive De Angelis· Sullo stesso arg-omento, torna F1ance1co Jemmo. che ci ha scritto da Cittanova (Reggio Calabria), insislendo dal suo punlo d1 vista. ma dimenlicando che le OHO delb nazione italiana furono falle con l'e• popea caUolica, da Dante a Michelangelo. Bisogno che Jemmo consideri che cosa significhi per noi oo:Uolico, che coaa protestante per 9l'inolesi e 9eneralmenle per l'Europ;P. Ma che non cerchi questo signi• licato nell'economia o nelle dottrine politiche, ma nel diverso conce!lo dello vita, di• verso dal coltollco. In cui consiste ancora. oll'atlo protico, il proleslantHlmo. Bisogna che Jemma si decido a considerare se la società, quale • nato dalle rivoluzioni inglesi ed europee, non gli possa ricordare oltre società, per quanto antichiselme. come per esempio, ripetiamo, lo cartaginese. E sl decida a cercare Il slgnilicoto di quell'alternativa, che diceva: o Roma o Cart09ine. Gli sembra !orse indlllerente che scomparis-se Cartag-ln_e e Roma vincesse? Non gli sembro questo il trionlo d·un diverso modo di vivere, diverso dal cartaginese? E le rivoluzioni hanno riedilìcoto Roma o Cartagine? Roma era un matriarcato mer~ ccmlile o invece ebbe la spino dorsale nel• l'eroismo e nella comunlcczione degli ouspi. Ci allo plebe? E che d.illerenm c'è fra una società latta d'eroismo plebeo e un'altra fondata nel commercio? ')t~~ Qcn.adio Corocd. da Temi: Sono uno studente liceale. l.e9go la rivialo fin dal ptimo numero e ho bisogn:: di esprimere la mia assoluta gratitudine a! nucleo di coloro che sulle sue pagine vanno scrivendo lutto ciò che mi ha aiu1a10 e ml aiuta ad uscire dallo sbandamento culturale in cui noi tutti Cl troviamo. Vo• glio sperare che aio accodu10 lo stesso lotto a molti molti altri come·roli oltre o quelli che sul Questionario hanno espoato lo loro adesione. Ho detto v091io sperare perchà sono cos!Jetto o condudere un po' amaramente che nel mio ambien1e non ho trovato chi condividesse pienamente le vostre, nostre idee; anzi più che Idee, la nostra coscienza di italiani. Ho di$CUhO molto con tulli, .conclusione: i meno intel• ligenti sorridono, I più eleYati, imbevuti di tutto quel larraginoso bagaglio in cui lo spirito attuale della massa degli lntellel· tuall di oggi ha tra.sformato i prog-romm1 di insegnarnenlo, Si accaniscono in punti d1 vialo particolari, e con un linguaggio do ecle!lìd computano. secondo loro, secondo me arretrano di Ironie dlle questioni. i capisaldi delle nostre convinzioni. Po1e1e voi stessi scorgere esempi. di questo lin• guoggio in molle lettere che pubblioote. Confesso che molte volle son rimasto sco-- iag-giato. Il male sta non tanto nel fallo alesro, quanto in quello che il popolo sano non ragiona che per meno di quella opinione che à appunlo controllato dai cosidetti in• telleuuolì. Mo in fondo la mossa non si èontamina. Può dire quel che non coplsce. può anche a9ire in conseguenza ma con• servo intatte le aue energie. L'operaio il contadino ragiona sl qualche volta con la meni• altrui, mo lo sua famiglia cresce d1 ur. elemento all'anno. Quindi è verso gh studenti di oggi da cui proverranno i diri• genti di domani che deve concentrarsi 11 ma99iore sforzo di persuasione. Hitler in •· Mein Kompf .. ovveite lo JX>lenm che può avere una propaçionda ben condoua. Si n• sponde~: non 111 può parlare di propagon• da o riguardo di una coaa cosl viva, così santa quale lo formazione di una coscien• za come deve essere quello di noi italiani. ma quel che si vorrebbe in.s99nare non è questa coscienza. che non si può insegnare, ma i punti di partenza di questo. Lo scuola non basta. il fine della scuola à di inie. gnare o vivere, mo per lor ciò occorrono · docenli, padri che ,oppiano educare figli ilalionl, e non aiano imbevuti di quello spirito che voi avete spesso individuato e ci avete additalo. Occorre quindi propa• ~:d~.~~llc're::ll~}i~mt:t:ia I l~~:O~• ~= come me do voi imparano, aia,io pronti o qualsim:i sfono. Vogliamo che gli ltalioni sappiano chi slamo e chi siamo stati. conoscono i nemici e sappiano neulralizzare le scorie. ia, ~ e, t' ~ Il sacerdote Carlo BorçiateUa, da Torino: Sono sacerdote e litolore d'una cattedra di storia e liloaolio in un liceo parilicato di qui. Assiduo lellore dello Vostra Rivi.sia. di cui possoooo l'intero colle:zione, nonchà propagandista della medesima in mezzo ai miei alunni ed ex,<:ilunni. esamino ogni voi• ta, ana1 ollentamente. Il Questionario. che trovo lnteres1Cnliasimo. Benchà tenta1o più volte, sempre ml astenni dall'intervenire nelle feconde discussioni, che ivi si dibot• tono, per fini di scienza e di prassi rozu• etic:o. Mo stavolta sono proprio costretto ad inlervenlre. Nel numero del 20 dic. 1939-
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