La Difesa della Razza - anno III - n. 7 - 5 febbraio 1940

ne nuove, vive, attive, che esprimano la noalra morale; che certo nostro popolo, come c:onM"atore dello morahtll ontica italkma, • la .. mente do cui la nuoYo a:rillOCfO'l.lodeYe 10rge~: il popclo 6 il Yivoio dello noetro rouo, Combattiamo le vecchie arl•10c:to1ie non ~rc:M oriatoc:nnie, mo perch• •ecchie, pu, c:hè debaedote, perc:ht hanno peno l'intrinMo:l IOJO lono mo«de, perc:M .ona dìYer. late formoli11khe e Ieratiche, perché non hanno mal avuto od honno perso quello morale che appartiene olio no.Ira 101Za, E con eQvol:e lntenlo e per gli 1IM.&imoh'ri. combattiamo lo borghesia, lo quale a 1ua woho • slata un'orisloc:rcnla ed alla quale non 11 pub di1cono3cere d'aver ovulo alle 1ue origine • nei suoi pae1i d'ot1• gine, uno lana morale. A moggicr ragiol'le combo1tiamo l'ori1t00'01:io ebraioa. pericoloslAimo percht - opposto olla noatra - ha uno potenza morale (immorale per noi) lorll11lmo. Con1rappon1amo morale a morale. Non basto distruggere oocorre co1trui~. ~ ,& ,poti.tica, Caro Pistoni. alla cattiva !ila.olia.. pre• feriamo lo buona.. purch• non al dimenti chi che di due moli non ne preleriomo nea1uno, mo 101l01110cerchiamo di ••ilare il maggiore, Purchè aio tenuto ben fermo che la filoeolio • il liore mor1uario della d&CO· denza, come dimostro la maggiore di tulle le fik»ofie, la greco, la quale noi non locdamo altro che rlmaatkore. "ruo pcterio ceereacere d'un grado. Al 1empo di Socrate giÒ; 1plendeva la lllo101ia. E moriva la Grecia. Lo 11...a dobbiOlno dire della diatìnzione CM tu •uoi kue da ari1tocnnkl od a:rislocrazia. Sono l'una • l'altro ruine della decadenza, 01pe1ti funebri e delle IOdetb orc:oiche e di quelle che 1lanno per linire e dì quelle funebri per nolurCl. Neuuno co.a più Ingiusto d'una teoria anstocrotioa dello IOdetb. Più ingiusto per Il 1ongue dei popoli elo11id, del quale è fatto pure Il nostro. Chi li ne9a che la politioa d'Europa, dal reg-no 11 pu6 dire d'EIIIObelta d'1nvhUlen-a, 11a uno politica d'orbtoacnio ... ti piace questa parola; ma una politica che aorebbe più e1atto chiamare di ceti patrimoniali, d onentura patrimoniale congiunla alla pohtica? Ma un po' di oaritb per noi. che abbiamo ahta origine. Non 9010 ee l'abbiamo. ma la w09Uomo ritrovare, e condurre a tutti 911 effeol. L'Europa • noto rifleuivo, Il che vuol dire lirico e 1i10SOl0. NOi simno noti dal• l'epica. Omero cre6 la primo patria del mondo, comunic:ondo agli uomini la lingue greca, cioè parlando oll'immoginazione, e ~ndo il primo comune umano. E' pouibil• •edere chiaramente che omerico fu l'imma. gininione, c:o.l dell'arte come dell'ordine umano, dopo Omero. E che la 10r9ente di que110 immaginazione ero lo lingua, E che gli uomini parlavano, MCOndo l'Immagino, rlone d'Omero. e locevono, come pa:rl<n"ono. E che Omero 100pri cib c:he dùo.m.lamo ncn:ionale. •al• a dire un modo comune di parlare e lare. Si d••• olio 11.10lmmaglnozione la nascila dell'uomo comune e se il mondo fu ordinato a uno. Oue•lo • li fatto nuO'fO, crea1o da Omero. Ne!le IOcietb arcaiche maneowo lnweee il Mn&O dell'uomo comune. E la poesia ero J'alimenlo dello lingua sacro. che di1tinguHa 10cerdoti e c:o'+'Olleri da tulli gli albi. Vedi che invece il pii'.!. prolondo oceento la poesia l'ho: &00perto, quando .ho parlato lo lingua di tutti. q~do ha reso comune a tutti il campo IHll'immaginazione. Dalla lingouo comune • nota lo nazione classica e un modo comune d'Immaginare e fare, in ogni campo. e coa1 In quello politico, con la monarchia. che li pu6 definire l'or,. dine d'un popolo con uJ'I 901 capo. E la parte viwa dell'opero di Dan1e, che è vivo In noi. con la lingua, che ancora parliamo, qual'à. 1e non il volgare? Voi• 90,e • il poema dell'epopea C'Qllolica. e il "oloore d ho doto kJ acoperlQ dello no• zione Uallona, cioè \a lingua di lunt i •ol· ghi d'Halio, lo lingua degli umili. n YOlga. re non • altro che la lorma profondo dello nazione Italiana. Non ti umbro dunque improprio rinchiudere in una prigione ori• •loclohoa il genio Italiano? Non ti sembro di teoriuare i wlzl e il piccolo dell'umanità? lo Il dico iiplratl alla poesia 9ronde, diciamo pure il 1uo nome, alla poesia epica, anche per lo politica, perch• neNun'oltra cosa ho 10puto dare grandezza all'umoni• 16, ne•suna esi11e maggiore neotrice politica. Capi1co che mohJ dubbi ti ot10llranno, con infinite obiezioni. e io non pretendo d·<n"er1i gib persucuo, ma partiamone. pe,- cM • nec.uario allo nostra awlltò. Giacomo RkUM!:i:t.1. do Martignana Po (Cremona)· 11 concetlo di raua • biologico • 1torico. Nel pnmo elemento - l'etnologia - la do1trina ranl1ta trovo la 1ua ragion d'es• sere; nel secondo - lo ,torio - la 1ua d.imoatrm:lone. Ma l'uno e l'altro &i inie. grano a vicenda. .ano indi•isibili. L·antropologia aUermo lo differenza tarmale della ma1eria, della carne, dei corpi; lo 1toria., creata dogli umani e dal destino, proclama lo vit1ù. la grandena e la ml1erio dello 1pinto. F'oni non to.te a Yiwer come bruti Ma per 1e9uire wir1ute e conoscenza eeco il mollo più verace del ranl1mo Italiano polch• ne rivelo la miniane. 11 ranlsmo non • 90ltonto Kien1a. mo anche mlNlone; lnlout li 1uo obietto • neUo definizione di onimo. "principium lnlellecdvum quod e1Ì actu1 primu1 eotpori1 phy1id organid. I popoli nei millenni manUea1arono le Il> ro quahtò: immortali. Dal londo dei ffOOli risalgono le leggende. ricordi di rane perdute o memorie del progenitori di popoli vi..,enti. Si riconoace l'accento del 10ngue. Il Yolto degli <n"i. Palchi l'ereditò: • l'~ mo del roui1m0. Eua procede in un mutevole avvicendarsi di liaionomie, Conaer- •a i COl'otteri primi, lnolterobill ed inconsunti, del 10ngue e dello 1pirito, I quali cc,t;tituiacono la persona, accordo tramondante1l da padre In figlio in rapporti yaJi nelle pa"enze. ldentid nella toetanzo. Animo • armonio del vlwente: In una inde• finibile differenza di relcnionl, l'intelligenza: ed il aenso partedpano olla Yila. La prlma. libero da le9gi fisiche, in u.nilll 0110lula • ocddenlole con l1 secondo, lncotenalo dalla cauto, • nel cerchio della proprio Ji. ber1à, reapon10bile di wolere e di operare, coor1ala e frenala dagli Impedimenti dello natwo e dello maleriCl. L'ereditb • le couaolltll aono dunque le p,.meue, della dottrina rani1to. Contemplando l'anima, eo111come fu dellnlla da S. Tomma.o d'Aquino, forma 10stan:rlole intellettìl'o del corpo vevetotiYo, ~!J~~~;'. 11 f~:n~!.~:a~:~t::!'er~. dt~i:~~ 1tudiono I corpt ,nterp-etano lo genesi. la 'rito • lo motte dello carne, mo non spin. gono l'indagine nel oampo dell'anima. alla ricerca delle eau1e ultime, della qualità. Solo muowendo dalla 10pienza dell'Aquinate, al tiene conto dell'animo, e a un tempo, e del corpo. La storia doll'onttchitb ai 111111~ nostri d illumina. Nella civiltb mediterraneo 11 09itarono lrf! rane· lo Greca, l'Ebraioa-LewJntina la Romana. I oarallert dello primo f/Ono· in Omero, Platone ed Ariatotile; della HCOnda nella Bibbia e nel culto magico, dello ter10. In Vi,giilio ed In Ce10re. La tradl1lone 9uerrieta illumina l'elb anti. co.. Rilulge nell'Oiade • nell'OdilHO l'eapan. 1ione et.Ila rcrua grKO. oa:n1a,a cen da• 1ioa "•no.. nei dialoghi lila.ofkl lo .,frn) elewa l'Ideale. L'anima 9reeo rllleue Il 1uo destino. Socrate ha lo voce di un 10ggio, che oonoec. gli del. In Platone i l'apolec»i dell'anima. Ariltotile co.truboe lo pi, ramide del penalero antico. Accanto •I niluppa la llrona aorte del popolo ebreo. La Bibbia rappteumta il loto tipo. Dallo geneal la tragedia eche9gio nel cuor.. il plonlo ho laacloto un roro documento di maledilione. Dolio sapienza ebroioa sono rampollati I commenti rabbi, nid del Talmud: lo degenerazione di uno rcnza condannata, che Ignora la re1urrezione. Baleno aempre sulla miMria la spada dell'At00ngelo del Paradiso perdulo. Le Je.g. gende dell'origine. che seno di tulli I popoli, si animano di un cupo servaggio, 101, lo un Dio lerTibile; l'umanità non 10flre 1trazio maggiore per il 11..0do1tlno amar• nto. S.n diwerse tono i. l~:;:gedìe et; tachilo • lo tribolazione di Pn:im~eo, Incatenato 1ul Co\K'OIO, pale... e10ltç:'IO lo tensione eroic:o, lo p1-:i bella patenta dell'orlano. pur svolgendo eguale motivo. I:' una 1lnlonia guerriera l'audada di P:omeleo, mentre il lomento 1traz:i<mte di Gtol:De, ulcerato 1ul letamaio, ri1peochio una carne obbottulo. Immagine dell'anima ICOn..,olta dal terrore. Tull<n"lo i profeti ecnd01tleri .ano ln..,alOli daJ fuoco della Jo,o mla1lone. scon• volti doUo kitioa d.i guida:re una =a grewe, ple,gota olio beatialitb dell'oro. Potlacono Il peao della Legge. ìnd10 tro i luimini ed oUendono il glomo, in cui il vec• chio THlamento 11 tramuterà In libertt'll. Allota chi afferrerà e la ruota del dettino> uscirà dalla senitù ebr.a. Saulo 1ulla 'fio di Oamcuco conserverà, dopo lo rlwelazlone, lo medesima maachera: il na10 ricurvo. le gambe 1tor1e, J)IC'COloe 11paru10,mo diverrà Paolo, E' l'animo cho domo la mal• rio, in lui, mo O popolo inlle,o r\nnega questa liberi«, achiawo del denaro • dell'odio, cieco Ira gli uomini di buona volontà. Continua ad odorare la maledizione del 1u9 aangue. Affini od HIO sono I lewantini, per I culti mi1terioe.l della Madre Cibele, dal ceppo della trodllione lunare e della mogia nera. Flaccheronno I romani col veleno dello corruzione. alla lancia del guerriero al aoatitulrà il t!rso della baccante. Roma, allarga l'oriuon1e, -preparo I tem• pi nuOTI. N01Ce nella guen-a e con lo guerra. Ne ho il senso religio10, VI affina lo spirito, vi nobilita li eongue. Tomo olla terra: con l'arotro • la apoda. La P',lrena del OOl'Oltereal rinno'fo di 9ueno In guerra fino al momento C"Ndole. Sorge Ce.taN. l'emblema dello rana. Gli oriì1t1 dell'età: aurea, Virgilio, Orazio. Uwlo tramandano al poaleri lo 1plrlto dello Romanltll. Dopo di

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