Dcmzu cli una trib\l d♦l c.Qtn, d•I Bra.il•. (da e D'Orbigny . Viaggio pittoresco nelle due Americhe»). che da un punto di vista s1rc11amcmc sciènlifico. Ma, per ragioni di comple1czza, dobbiamo pur ricercare chi sia da ri1eneni responsabile deJl'apparizione di taJ.e meticciato. come anche di quello e cahòclo » già ricordato. Secondo una statis1ka relath•a allo s1ato della situazione demografica brasiliana alla fine del XVI Il st:colo, ,·i <'rano allora, su una popolazione di circa 3.248.000 ani• me, 221.000 mulaui, il che vuol dire una vroporzione del 14.69 per cwto. Ora, non v"è dubbio che quella popolazione mulatta era stata messa al mondo dai soli Portoghesi: infatti i bianchi di altra na. zionalità non posero piede in Brasile che in seguito, e particolarmente le due altre correnti migratorie che concorsero a for. mart l'odierno complesso etnko brasiliano - l'italiana e la germanica ci~ - non !(i manifestarono che molto dopo. Per contro, la s1atistica del 18c)o già #Citata da,•a, su una popolazione comples• sh·a di circa 20 milioni, una quota di mu. latti valutata al I s per cento. Come si vede, in circa un secolo l'indice percentuale non era sensibilmente cambiato, rispetto alla e produzione» di mulatti, pu il sopraggiungere delle nuove rane colonizzatrici. Occorre poi ricordare che è in Brasile fatto di comunissima osservazione come gli Italiani siano estremamente restii a ·mescolarsi con l'clanento di colore - fatto che in gran parte spiega l'ostilità, d'altra parte rimasta allo stato di pio desiderio, che quest'ultimo ebbe per noi. durante la camp.agna etiopica - e (:Offle i T-edcschi, oltre a tale te:ndenta. ugualme-ntc accentuala, si siano stabiliti sopratlullo negli stati di Paran.i e Santa Catha. rnla, nel sud del Brasile, sfuggiti dai negri a causa del clima troppo freddo per loro. Infatti si ha qui una pcr«ntuale di bianc:hi del 90 per cento, che si riduce a meno del 30 per cento nello stato di Bahia, taratterizzato dal ~'!1!; subequatoriale. Abbiamo finora considerato la situai.ione rauiale brasiliana soltanto in rela. zione aJle sue determinanti demografiche. Occorre: tuttavia riferire qui alcunj fatti c~e, pur essendo di ordine storico-politico 42 e non strettamente demografico, non mancarono di t'sercitarc la J)iìt indiscutibile influcm:a. Il primo di essi è la fine della tratta degli schiavi, ,•crificatasi nel 1850. Tale pr:ovvedim<'nto fu originato dalla sugge. stione - allora potentemente esercitata in tutto il mondo - dell'umanitarismo dell'Ottant.anove e dagli echi delragitazione antischia,·ista negli Stati Uniti, agitazione che non molli anni dopo doveva esser causa - almeno e ufficialmente» - della lotta armata insorta. fra la Confederazione degli Stati del nor<le quella degli Stati del sud. Si ebbe in Brasile, anche, una non trascurabil<' INt<'ratura antischiavista, di cui vivono ancora oggi il nome di Castro Alves, per il bel e Poema dos escra,•os », e quello di UX'lho Netto, di cui un romanzo, e Il re negro•. è 11010anche da noi. La fine della tratta degli schiavi ebbe, sul momento, conseguenze benefiche dal punto di vista razziale. Infatti, dalle 6o.ooo unità negre importate nel 1834, cadute a 16.000 nel 1841, si passò a sole ;oo unità nel 1852. Ciò significava l'arresto dell'incremento artificiale pt>:rimmigrazione della popola. zione negra, incremento che, !l.()mmato a quello naturale per riproduzione, fortis. simo in quasi tutte le razze africane, avrebbe potuto - nel giro di qualche decennio - mettere in pericolo lo stesso carattere e bianco» di parecchi s1ati del Brasile. Materialmente la fii"tt: della tratta degli schiavi ru dunque utilissima per le sorti razziali del paese, in quanto contribuì a d<'tenninare tra l'elemento negro e quello bianco un equilibrio numerkamente sta• bile, che in seguito do\·eva es~re Yariato, ancora a beneficio dei bianchi, per il sopraggiungere delle imponenti falangi di immigranti europei. Se questo fu l'effetto pratico <:he ebbe la fine della tratta degli schiavi, le determinanti di essa erano però, come abbiamo ricordato, di ordine del tutto diverso. Non si aveva occhio alla situazione e all'avverrire razziale del Brasile, ma quasi escJu"\ivamcnte a considerazioni umanitarie e a ideali filosofici, del tutto secondari dal nostro punto di 'Vista. Ciò spiega come, non molti anni dopo la rìnc della tratta, <:hcall'osscn·a1orc superficiale potrebbe apparire un ano saggio .- anche• sotto l'aspetto della poli1ica razziale, fu commc5SOun errore gr:l\'issimo, pregno delle più 1)('ricolosc conseguenze: fjucllo cioè delraholizione e ex abrupto » cklla schia,·itù, cui accenner<'mO tra hre\'e. Questi due momenti - fine della tratta e aboli:done della schiavitù - capitali nella storia rauiale del Brasile. furono tuttavia intramezzati da un ano, che avrebbt fauo meglio sperare. lnfaui J'impera1ore Oom Pedro 11, sotto la pres. sione della crucente propaganda antischia. \'iSta del partito liberak - alla quale egli sa·sso non era sordo sia p<:r il suo buon carauere si:t per la preoccupazione politica di mettere il Brasile nella scia ideologica degli Stati Uniti, che di rtc..-nte si erano posti con l'abolizione della schiavitù all'ordine del giorno della storia - sanzionò nel 1871 la famosa e lei do ,·entre lil're », cioè .. legge del ventrt· libero•· Il titolo 1>ittoresco della legg<' indic.-.achia. ramente il suo contc.-m1to: sarebbero stati liberi i figli cht•, a paflire dalla promulgazione della legge, fossero nati dal grem. ho di una donna schiava. La l<'ggt d<'I 1871 era St"nza dubbio un capola\'oro politico ed economico: poichè da una 1>arle prevedeva l'abolizione della schiavitù, da attuarsi gradualmente per il lento ma fatale scom1,arire dell'attuale po. polazione schiava, non sostituita in tale condizione.- dai suoi disctndenti: dall'altra salvaguardava gli interessi den·economia brasiliana, allora di carattere quasi esclusivamente agricolo e fondata quasi interamente sul la,•oro dc.-glischial'i. Ma, non molti anni dopo, gli effetti benefici della e lei do ,·entre Ji,'re » do- ,•evano essere improv,·isamente annullati da quello che abbiamo defìnito un gra,•issimo errore politico: l'abolizione e ex abrupto » della schiavitù. L'imperatore l)o,n P<'dro Il, buono ma debole, era in Europa; il libcralismo toccava in Brasile i limi1i della demagogia. Spinta dal suo idealismo e pressata dalla violenta cam. pagna liberale, la reggente Isabella firmò il 13 maggio 1888 la legge cht decretava l'abolizione immediata della schiavitù. In virtù di essa bianchi, ll<'ri, ramati e, colori intermedi erano posti di punto in bianco nella stessa situazione giuridica. Non staremo a spendere molte parole per giustificare il giudizio dato sopra di questo aJto: infatti, oltre a produrrc.- sfa. vorevoli ripercussioni nel c:ampo Cconomico, esso ebbe, sul tc.-rreno politico, il gravissimo torto di a,•ere volontariamente determinato un'ambigua. e pericolosa parità giuridica tra l'elemento bianc:o e quello negro. già prima materialmente troppo ,•icini. La legge del 1888 può dunque conside. rarsi l'acme raggiunto dal dramma razziale del Brasile. Ci se.mbra che le linee del suo svolgimento, c:he abbiamo cercato di tracciare, possano utilmente servirci di pttsupposto storico per il giorno in cui porteremo fol"SC io sguardo sull'attual<' problema razziale brasiliano. ROBERTO RANIERI
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