La Difesa della Razza - anno III - n. 6 - 20 gennaio 1940

aNO Tempio di lomone. Il Tempio, eablema pietrificalo della loro fede e della loro ci\'iltà, fu dovuto quindi • mano straniera! Non fu altro te non un monumento di stile tra l'assiro e l'egizio, Ìnlomo 11 recinto del qu•le gli elm:i ou11 ~ppero che drizzare tende e capanne. Essi non sape,·ano alcuna cosa dell'archi1euura, della pittura e della scultura. Gius1i6cavano quesla loro defic~nu con l'antico preceuo mO§aico: e Non fare :,cultura alcuna, nè immagine alcuna di cosa che ,-ia in cielo di M>pra,nè di cosa che Aia in tern di sollo. nè di CON cht:' sia nell'acqua di sotto alla terra•· el 40 a. C. i Romani per meuo di Erode il Grande dettero il primo colpo • quel popolo. el 70 d. C. Tito compi- \'a l'opera con una repressione da cui non riesci sal,o ~m~o il Tempio, che fu dato alle fiamme. Cli ebrei furono condoni in ~n itù, ,·enduti nei mercati dell'impero o mandati nelle miniert> dUpeni in tulli i paeti del mondo. Delle loro arti pl~iche non rima.n~- 110 che ~n misere cose, monete e ataluine che aembrano idoli .eh aggi. De.ITempio di Ceru&alemme quasi nulla, tranne un tratto di mura, il hmot0 Muro del Pianto o delle I.Amentazioni. che apl)artenen al recinto del ucrario. E' un avanto di circa una quindicina di metri i gh otto o no,'e di aheau lo da blocchi squadrati e me.,i uno ... l'altro §CnU cemento. E' quet.ta fo. \'t'lti gia di. un popolo che è tra l'altro il pii, orgogli0to di tulti i µopol~ che .si teni~ eletto e predeiitinato. fnorito e guarda.io Ja Oio. La indiffere:nz.aall'agriçohura, la tendenza alla migrazione. la COilrizione ai confinamenti crearono nd popolo ebraico un'abitudine a \'h·ere sollo la tenda senz.a.~truire ca~. Altro,·e l'archiletlura ttligiota e ch•ile dei popoli 1lu.va moli eu cui innno ti sarebbe acanito il tempo. Gli ebrei im·ece guardavano e lucia- ,·ano fare. I popoli che li circondavano nenno acmpre ragione su di t'Mi in quanto 1rov11·anoc,mpi di tende e non città cinte di mura d. e&pugnatt. Di.spcr- •i. cttarono quei sordidi rioni chiamali più tardi ghetti, ,crruche ignobili nei cuori delle città stranicrt. in cui il sudiciume, le i.n(uionl, l'09C\lrità, i maneggi l)iÙ loechi trovnano ricettacolo e tlabile &ede. L'antica tli.rpe semita con la tipica indolenu, con l'avidità al danaro, con l'abitudine alla tporcù:ia rivi,·e,·a nri quart~ri de.tinali agli ebrei. Ogni città a,·e,·a la tua corte giudaica dei mi• racoli. Dalle piaue e dalle grandi vie. il viandante improvvi&amcnteeboocava i,· un agglomerato di \·icoli. di androni ciechi, di cortili, do\·e una ruu che sembrna vh·ere in dispar1e vegetava e si

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