questionario Paolo Guidotti. da Bol09no; Gli acritlori del Risoroimen10 vedevano lo nostra resurrezione $010 nel conaolido- :nenlo d'un costume, funa letteratura e 01 un'arte oenuinomenle ila1iani: quaalo più 91'iatrumenti della cultura sono intimi • connaturati ad unili •ti~ tanto più ella 1uole .... re alla o ... farli 't'l•i. (Giob.,rti]. Il ~oatro depauperamento spirituale era visto come diretta conseguen:r.a della noaua mimetiuaziono esterofila: noi' non eraYamo pi.:t nulla qu&ndo di•ento-mmo a •icenda 01 francN.i or ted .. cbi ora ingle■i. [V. Cuoco]. Lo maDla per le ~• Nlere, scriveva V. Cuoco, prima a"niliace indi a~~c•. finalmente ruina una neo.ione 1P419nendo in i-1 091li amore per le co.e 1ue. Per questo V. Gioberti. rivol9endoai agl'Halìani, li cilftmonlvo di riS<:Uotere •• atffli da ogni lore1tierume. non solo nelle ~ gr-a•i. ma onco nelle l~g•re. che in opera di muta• i.ioni morali • la •onni:,a del tutto. E tutto in quel mirabile sillogismo che nulla può esservi di vivo se non prorompenle dalla vita nostrana, formula la dottrina delle spontaneitò n02ionali per la quale, essendo il :sentimento l'anima delle lettere e di tulle le arti che 1i riferiscono alla lacoltc!i ranta1lica e rompollando dalla 1empra personale de! particolari uomini e delle rozze, le lettere e le arti belle debbono esprimere l'individualità d&91i autori e del popolo a cui e.ssi appartengono. Perciò l'uni'taaioi:,e 1traniera à lun .. la aj componimenti di tal 9•· neni. 1>9rcb• ape<Jne_ l'in•enti•a nella 1ua Ionie; ed • lauto più nda•a a noi italiani. quanto che l'ammirabile natura pt,lal'iJica euendo pii:a feconda ... euritmfoa. d.laJettica di tulle, noi non pouiamo ridurci ligi e copiati d~Ji altri popoli HDIO: r.. trln.gere e diueccare quella •ena ubertosa. [Gioberti; Pri~er~ 0 t~:i!Ua tendenza che indulge ~I{. maniere d'oltralpe, fu considerala semPl'e dai nostri, acrillori nazionali una ver9ognosa abdicaz.ione delle nostre innate esigenze interiori, le quali, sole, 1viluppandosi, avrebbero dovuto dare l'imJ)tonta della raua a tutta la nostro vita. E grande à lo sd&9no contro quella frivola mania per le maniere degli esteri, che produ~ nella sua genesi, che va da un paìo di forbici d'un ,arto alle speculazioni sociali e filoaoliche, un gran male alla vita nazionale. In Napoli. lamentava V. Cuoco. un .artore non IOpt,• •a cucire un obito .. il dl.evno non foeu nnuto da LondM o do Parigi. Ciò. che parrebbe banale, ha addenlellali che ne• suno può negare: dalla •imll~ione delle vesti si JXll8<I a quella del costume e delle maniere, indi alla imlt02ione delle lingue, l'imltazione delle lingue porta seco quella delle opinioni. E con quest'ultima entriamo propriament♦ n♦I coralt♦re che definisce ogni n<nione com>tta. L'imitcn.ione delle lin9ue. anche nella semplice adozione di monosillabi, è come l'imbastardimento della razza. una parola straniera nel nostro vocabolario ha la 1tessa funzione di1gr09atrie6 di cenlo mulatti nella nostra vita sociale. Nè il concello è nuovo. V. Gioberti, dopo aver dichiarato che la superionlc!i dell'Europa suU-Asia proviene dalla sua unilè'.I dominante della raz- :.ecache • bianca, 9iapetica • 1>9rtinente al ,amo de9li lndopt,la19hi, aflerma che l'unitò della 1cbi0Uo: s"impronto: nel 1uo •erbo, Sicchè la pureua della lingua non si ri• duce a una pura questione hlologica. com• la purezza razziale non s'eaaurise♦ nel problema biologico, e la conservazione del costumi e delle lradizioni proprie non si identilica in un atteggiamento sen1imen1ale d'attaccamento al pcsaato: ma si lratta di falli ben ph) profondi e vitali, che originano e ravvivano il noslro genio nazionale disiinguendolo per dignità di pensiero e di· vita dagli alln popcli. Dal sentimento di razza, che V. Gioberti po5siede e della quale dà una completa e chiara definizione nel Prol99omen1 del primato morole e civile degli Italiani, quando scrive: 09ni rana ... 4 la spede compt,ndiata coi '11ncoli di una origine e co~<m9uineitò comune, di un vi·nre unanime • di uno fa•ella simile o conforme: scalurisce quella sua profonda lede d'avvalorare ogni nostra minima manifestazione spirituale contro qual1ia1i. Infiltrazione o n03talgia eslerofila. Lo favella poi essendo lo specchio dei c<uaueri mora1i ed intellettuali d'un popolo, chi la tra• scura o la diepreua pur con l'adozione di una semplice parola estero anche per lini pubblicitari non può MSere •eromente li. be,o. n♦ a•er CaJa l'indipt,ndenra e la libertà d♦lla patria. Poichè la parola non è una banale vibrazione d"aria ma è in stret• ta ed infima unione coi pensieri, onde dirò col Gioberti, ado'perando le sue medesime p,arore, gli uni tO"Dto .-ol9ono quanto la MpreNion che li •e•I• (dal che "9ue che le parole non 110D pw parole, ma eaiaadio co1e). Quell'indegno coslume di parlare • scriver.e in lingua forestiera ch'era un terribile /vezzo del pri:no Ottocento, oltre che arguire una raro: medioaitò d'inQegno (io non mi ricordo d'cr,er conoeciulo un poli, 910110:6loqallo. che non ioeae eziaadio un pappagallo) • oltrell baao e -rile. Il cinguettio forestiero è un carattere, notalo dal Cuoco e dal Balbo e dal Gioberti e da mille altri. oomune ai popoli che scadono e si accostano alla rovina, come all'etò dì risorgimento è proprio il rifiorire della fi. lologia n02ionale. Come la letteratura e l'arte in genere debbono aver riflesso, per essere vive, la impron1a della ra:z.za nella quale sor9ono, coel il costume che V. Cuoco chiama e spirito publlco >. deve essere un riflesso della propria individualilà rozziole. Virgilio credeva di. non delinire il popolo romano N non univa al titolo di e padrone di tulle le cose> anche l'allro di gente e 1ogata>: Romanos rerum dominos gentemQue togatam. Quando I romani, scrive Y. Cuoco, i::·;,., minciarono a corrompersi e si mostrav.Q~,. in teatro lunicati, palliati, 1ullo intcm:,,;;: luorch♦ togati, Augusto richiamò loro n vef'IO virglliano e cioè lo loro individualilò etnieo. E diJaUj onde incominciò la comi.- alone dj Roma? Non dalle 9?(mdi' coH ma dalle picciolilaime. S'incominciò a YOler -.e. stire alla gnica. pettino:1'9i alla greca, parlare alla 9reca: omnia graece, cum ait turpi;e;mo:91• n.. ci,e latine. [V. Cuoco]. I parruo:::hieri, i sarti, i modieti, prima delle ma&1e barbariche, iniziarono la disgreoadone. Se per noi l'imitazione è la morte, per gli altri popoli l'abbeverarsi alle nc»tre font, à alata la vita, poichè, dirò col Gioberti. J"llalia accoppi.a in sè medesima i conlrari ed assorbe il doppio rivo classico e cristiano più ampio e comprensivo d'ogni al• tto. S. qu .. t'ordine •i ri-.ol9e e ai •uol lor cammino:re il mondo a rov .. cio, conai• 91i<1ndo alla 1ti,pe çi-eolrice di larei imitatrice, fon.a à che lutto •oda alla ~Q'io. [Gioberti: Prolegomeni). fu un vizio degli italiani anteporre all'oro nazionale il piombo lorestiero, e lu il loro disorienlamento spiriluale, ma quando si richiamarono alle voci della propria r02za fu la gloria. Le 1opra1lrutture, le mimetizzazioni 101loco:no l'animai per Questo $. Bettinelli esallava la vita inglese ch"era riuscita, dal• le vesti alla lelleratura. ci trionlare della Francia, un tempo rivale e allora sua diSC1'1pola,e chiamava la maggiore villoria inglese quella d'aver reao tribu1ario del sue gusto quello dominatore di lei. Chi si tuffa nel lorestierume non riuscirà che un e11ere anfibio. Tale ò la pena cui la severa natura impone ai violatori e ai rinneg-atori della apontaneitc) della ,azza, poichà, per noi. questa ... come ogni altra Nmente fu.or di auo ro,vion fa mala pnio.a ~e,<&i,~ Morio Bo,ba. studente di giurisprudenza, da Napoli: Sono un fervente lettore della voatra Rivi11a lin dalla aua fondazione e, come sem• pre, ho SOQrso con particolare inter♦sse la vivida ed operosa rubrica del Questionario nel numero del S dicembre. Sotto il titolo, 1trano in verità, e lo spirito di Cartagine>. ho letto una vostra risposta a Jemma e Viglia che -.i hanno scritto perchè fosse chlarila, nei v03trl fogli. l'opt, nione che voi ed I vostri collaboratori avete dei protestanti, verso i Quali Gior9io Attill non è alato mollo e dolce di sale>. E vi dico subito. franco.mente, che questo vostro 1critto mi ha spiacevolmente colpito. In esso contrajjponete li razionalismo europeo e protestante allo spiritualismo italiano e cattolico. E lin qui la posizione, si può dire ancora, relativamente, è chiara. Ma la oscurità diventa lilla allorchè p,oeeguendo estendete i termini della vostra contrapposizione, facendo osservare che e l'ideole deçih
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