a tendenza a voler semplificare arbitrariamente la realtà ddle cose può portare a degli orientamenti del tutto crrt>nci. Non ~mprc la semplicità è l'indice sicuro della vcricà; questo vale particolarmente per la. psicologia razziale nella quale la giusta gerarchia dei va.lori sovrastanti è la base di ogni ragionamento. Da molto tempo lo studio e l'attenzione dei Grandi in ogni epoca sono rivolti al fenomeno dd carattere, del stntimcnto e ddlo spirito umano. Ma le molteplici scuole e sistemi che cercano di indagare sia dal punto di vista filosofico, sia da quello naturalistioo-biologico e fenomenologico, oonsiderarono le manifestazioni della psiche come uprcssioni gcnc::rali della s~cic e homo •· E' facilmente comprensibile che il campo delle infinite possibilità è addirittura incommensurabile e perciò non era finora possiPSICOLOG bile fare veramente un quadro comple10 delle facoltà psichiche umane. Due sistemi dimostrano gli estremi delle indagini: uno è il grande movimento filosofico che vede unicamente nello spirito e nella ragion: la vera sostanza dell'essere e Uomo•• trascurando in questa ,·isione idealistica quasi totalmente la funz.ione e l'intima unità dello spirito colJa materia. L'altro opposto è la considerazione unilaterale della materia ov\'ero del corpo, in quanto è soggetto alle leggi della natura cd in quanto questo rappresenta una specie zoologica per la quale la psiche è nient'altro che un aggregato cd una dote secondaria della materia. Questa dottrina ntlla quale è nata e si è sviluppata l'odierna antropologia umana, volge nei tempi nostri verso la sua fine ro al posto del superato materialismo e naturalismo appare una nuova considerazione, il vitalismo. Quest'ultimo che abbraccia già moltissime caratteristiche es.- scnz.iali della nostra tita, non può più essere analizzato con metodi m-ipirici ma rientra già largamente nelle sfere della coscienza, del Kll1imento e dei sensi. Al giorno d'oggi si de,·e purtroppo constatare una tendenza a sopra,•,•alu1are il bios e la ,·italità, mancando il necessario equilibrio <li dovuta valutazione. Tutto dovrebbe essere adesso una funzione dt'I sangue, della razza e perfino il mondo psichico viene souomesso a questo mito. Necessariamente si cominciò col tentath·o di una classificazione della specie umana con i dati ercditarii più e:,•identi. Perciò l'antropologia classica la\'orò con indicazioni esteriori come indici cefalici, aheue del corpo, tabelle per i colori degli occhi, della pelle, \lei capelli, ecc. La biologia umana ha integrato efficace:- mcnte i risultali degli studi naturalistici colle esperienze delle leggi d'ert"di1à, nonchè colla conoscenza del diverso comportamento delle doti ataviche nella ,·ia di trasmi.ssione. La psiche, il di cui rapporio col. la materia non fu mai sufficientemente chiarito, veniva considerata obbwicnte alle medesime leggi del corpo. In questo sta però l'errore pili imp:lrtantc. Seppure l'a. nima ~ la vera fonna della materia, nella quale penetra. essa condi\'idc in un certo senso le sorti del corpo e: si potrebbe dire che anche essa abbia quindi una specifica razziale. ~aturalmeme: la struttura e le leggi del fisico non SOI\O affatto uguali ed idt"ntiche a quelle della sfera psichica. Una simile opinione, spesso sostenuta da vari noti razzisti, è però una mescolanza ontologicamente inammissibile delle due sfere: quella della moltri<s da una parte, quella <lella 1mi>11a dall'altra. Può trattarsi quindi solamente di analogie e proporzionalità. se espressioni psichiche si manifcstano attra- ,,erso il corpo ov,•ero se il corpo sia il campo d'espressione dell'anima. Tutte queste considerazioni debbono ess.ere chiarite se 110 si andre~ a finire nel più spicca10 materialismo del sangue. Le aftìnità tra psicologia e 1cologia, la quale ultima esercita una funzione di ordinamento nelle più sublimi affermazioni dello spirito, sono intime e spesso nemmeno separabili. Sovente i curiosi si sono domandati perchè· parlando di quu1ione di razza debba essuvi coinvolta pure la quu1ionc della religione; cose, che a prima vi~ta, sembrino non avere alcun rapporto. Ma Yokndo 1rattare sinceramcmc il problema e: raua • in tulta la sua eSLensione, non si possono affatto trattare soltanto determinati aspetti dell'argomento, ma bisogna avere pure il coraggio di concepire la inter" grandiosità del còmpito. La civiltà dei popoli non è una lenta e progressiva evoluzione alla quale partecipano tutti i ceti in ugual modo, ma è in- ,·ece il risultato della composizione tipologica dì queste razz:e. Se un determinato gruppo con particolari doti per il dominio e per le creazioni culturali si estingue per
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