questionario Go!Jr•do Pialloni, da Milano; Pumetti che interven9a anch'io o dire due parole nella tua cortese discussione CQn Alberto Pouo? A me sembra che non riuscirete mal o mettervi d'oceordo perchè partite entrambi da due dilferenti punti di vista. Mi sembro di poter prevedere quello che ti rl•ponderò Alhflrto Pozzo; ed anch'io ti potrei rispondere preas'a poco coal: E' un assurdo ricercare gli stati d'animo della gioventù quando oramai questa è tra.scorsa, e voler rinunciare ai doni - saggezza od espe,• rienza - dell'età maturo, solo perchè I doni delle prime età - oramai irraggiungibili - erano piÒ belli, Tutti d'accordo che I tempi della Grecia prefilosolico: erano magnifici, vera espressione di gioventù, ma che farci ae anche i Gred sono inve-cchiati ed al loro Immaginare è 1uben1rota la rillesslone, frutto dì maturità? E perchè l'Europa è nota come la Grecia è finita? Perchè l'Europa • nata vecchia; perchà si nasce una volta sola, e l'Europa era 9iò nota in Grecia {e chi lo sa mai dove). L'unica soluzione - alla quale ev&n1ual• mente PfOvvederà lddio se e quando lo cred&rà - sarebh. quella che tutto il mondo venine ad essere distrutto, che bru• CO$&ero le ca'pre laddove 09gi vi sono sia• bilimentl • paesi e cillò, che alla catastrofe sopravvivesse solo una coppia di fanciulli di tutto Ignari, allevati dalle capre, e che da loro dlscendesae una nuova progenie di giovani costretti a ritrovare - occhi spa, lancati sul mondo - parole nuove per 09n! cosa, parole Immagini, parole concrete, & i primi sogni. .. Ma in mancanza di una solu:tione coel rodicale, non sarebbe m09llo che Invece di combattere la liloaolia per se stessa, se ne cercane una pii) vera, più nostra, italiana? Ma io capisco la tua Insofferenza per la lilosolia. Tu sei un arlisla. un poeta. e per il poeta, in quanto tale, tulle le idee astrai• te hanno lo stesso valore; non trova, il poeta, che un sistema valga di più di un altro, e quindi trova che è un inutile e sterile esercizio quello d! costruir sistemi e interpretazioni del mondo. Al poeta, In quanto tale. non interessano le idee, ma le cose, le persone. e le idee in quanto sono persona, dico moçilio: le idee in quanto in• tegrano, lormano, la personali1ò del personaggio che si vuole rappresentare - e può volersi rop-pfes&nlare, sia un « &roe > (nel senso antico) tutlo istintò, oppure un filosofo (ed a me sembra che il passaggio dall'arte antica alla modema consista op. punto nel voler roppresentme personalitò sempre piil complesse, diciamo pure e più vecchie> ma sempre più «contemporanee>) e se - dicevo - al poeta lnterfl-_asano le idee in quanto sono persona, per lui tutte le idee hanno lo stesso valore, potendogli interessare l'una piuttosto che l'altra per• son a s&eondo « simpatie> contingenti ( vedi -t2 per es. il Goethe nell'esempio citato dal Potzo). Non dimentichiamoci però che al poeta interessa anche la pro-pfia « pet11,0na > e didamo pure e personalilò > •e riusciamo a Intenderla in senso conaeto. Ed io dirò che al poeto interessa sopra-lutto la propria per• sono .. l'arte è sopratutto autobiografia (inlesa in senso ideale) e quindi al poeta interessano le idee della propria persona da rappresentare, ci~ le proprie idee. (A me sembro - espongo un'idea che vorrei meglio approlondire - a me sembra che proprio con la lirica greca abbia avuto in• gresao nell'arte come «oggetto> per la prima volta la personalitò dell'artisla - e Ari,totele lo considerava (lo \Irica) - quasi come non arte). Ma, tornando Indietro, da quanto ho detto mi sembra di poter ricavare che quante più idee il poeta avrò, tanto più complessa .arò la sua « persona > da rappresentare - a parte il fatto che quante più idee conoscer6 tanto maggior numero di altre persone potrà cono,cere e quindi ra'ppresentare. Ci si spiega cosi Leopardi che si nutre di studi liloaolid, che in sede poetica ha una filosofia sua e poi in sede teorellca disprezza l'ariditò delle lilosolie; d si ■PI•• ga Goethe che trova egualmente veri tutti I sistemi filosofici e insieme si costrulsce una sua vision• lilosolica. Non furono però ~rtamenle inutili nè a Leopardi n~ a Goethe gli 1tudi lilo1olici, anche se parlarono male della lilosolia (non esiste vero grande poeta che non abbia una propria visione del mondo); ed anche tu non parleresti come parli se non aveni letto, con il molto d'allro, anche il Vico. Certo che poi occorre essere poeti {le idee div&ngono allora un fatto morale) ma che d vuoi lare se i poeti 1ono cosi pochi? lo dico solo che la liloaolia non può ucci• dere la poesia. ma, anzi, giovare al poeto. A me sembra che occorro che I giovani •i dedichino - senza aridità di cuore - agli studi lilosolici, e eh& prima di essere 1icuri di loro stessi loçigano e studino molto; solo molto cercando potranno trovare ciò che si confà a loro ,tessi, e molto conos~ndo aaronno certi di non sbagliarsi nella loro ■celta (beati loro - e noi - se fra questi glovani vi ■oranno dei poeti). Mi sembra che occorra che i giovani ~rchino una filosofia nuova, nostra, italiana, critlcondo tutto ciò che vi è di spurio (e potrebbe anche essere tutto) nell'attuale lilosolia. Mi sembra che il nostro razzismo potntbbe essere una buona guida per noi e per loro. Caro Pi.stoni, 1lamo molto contenti che la achiero dei poeti giovani laccia sentire la sua voce, per boeea tua. Tu sei modemo, e vuoi mettere d'accordo poesia e filosofia. Tutto il moderno consiste nella ricerca di questo accordo. Che posso dunque obiet• tarli? Anch'io sono moderno. Sol che io sono persuaso, il più modemo di noì tutti, lr. fatto di mte, essere Omero. Te lo dico perehè è certo che ne sei persuaso anche tu, e che almeno su questo punto dobbiamo andare d'accordo per lorza. Ma è un punto essenziale. Come dunque facciamo a no!'l consentire anche nelle conseguenze e nei particolari? Con la filosofia, la Grecia Ieee ritorno al problemismo arcaico, svolse la aclen20 dei templi, in cui era consistita l'umanltò, prima dell'apparizione di Omero. Tornò indietro. E tu stesso riconosci che il cosiddelto moderno ha radi~ In questo reç,resso. Come nei lempi più remoti le religioni Pf&eri· sliane, cosi ora le filosofie si 10no impa• dronite della 1ocietò. E credo che alla tua sensibìlilò non possa sfuggire il carallere clericale delle società moderne. L'istesso pallino aristocratico di queste societò, per quanto golfo, sa di conlraternita. se non proprio di ieratico. A che cosa ci ha condotto Ionio liloaolismo? Alla lirica riflessiva, che da AristoUle. come tu did, non era considerata arte. Oue■to a, molto importante, perchò tu sai il rapporto che corre Ira l'Immaginazione o la vita. La lirica rilles.siva è aristoc-ratìca, come sono aristocratiche le società deca• denti. Aristocrazìa, lilosolia, lirica sono fatti consanguinei delle &poche decadenti. Le epoche classiche sono popolari, come potevano essere le monarchie omeriche, come fu Roma, la cui grandezza coincise con la comunica-z:ione degli auspici alla plebe. Il fondo delle monarchie omeriche era quell'epica, che vediamo nell'immagi• nazione di Omero. E Roma fu epica lino al prwiudizio. L'anima delle aocietò classiche è dunque epica, e possiamo ben dire nor• rativo. E infatti è la poesia epica che crea la lingua comune, e quel comune d'uomini, che solo merita il nome di nazione. Ma Omero non fu filosofo? Lo fu nel senso che tutta la sapienza di Platone era già piovuta nel peHo di Omero, come dice Vico. Questa è tutt~ la 10pien2a di cui noi abbiamo blsogno. la sapienza dei poeti. Vogliamo dunque la sapienza, ma non quella dei lllosoli, che à pemicioaa. Almeno vogliamo una filosofia che tenga conto della natura e dell'immaginazione. Una lil<n0lia completa e più profondamente ragionata del razionalismo ellenistico di Europa. Una filosofia come quella di Aristotile. Non allro che la lilo101ia di Ari• stotile. La filoe:ofia europea non ha detto nulla, che non fosse 110!0 già dello in Gntcia, soltanto ha Inteso alfrancarsi da Aristotele. Tutta greca, luorchè al'lstotelìca. Noi inve~ di lilosolare, abbiamo bisogno di tornare alla sorgente poetica del noslro essere, e non possiamo continuare in questo impe• gno funebre di razionalizzare la natura e rimmag-Ìnmione. Dobbiamo se mai colti• vare una !ilosolla dell'immaginazione, ma senza lascimci prendere la mano, sem:a Infatuarci, perch~ quello che occorre, per fare le opere, In cui consiste la civiltò, è
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