La Difesa della Razza - anno III - n. 4 - 20 dicembre 1939

centesimo l'una. Edite in fogli volanti, i quali si aprivano con una rozza e ingenua xilografia rappresentante la no~ scito del Bambino, queste cuntate. che in Toscano assu• mevano il nome di pastorelle. cantano la Nascista di Gesù Bambino: Tu •c•ndi dall• at•II•. r• d•I Ci•lo E Yi•ni in una grotta al f~ddo • al g•lo o la Zingarella che va incontro alla Madonna, nella fuga d'Egitto col Bambino Gesù e il suo sposo Giuseppe: Zin9.: Dio ti •crlTL b•lla signora 11d•I ti guardi in 090i ora S.n,.•nuto. o ••c:chiar•llo Col tuo bimbo <ra90 • bell_o Madonna: B•n tro•ala. aor•llo mio La tuo graaio, Dio tj dia Ti JMrdon i tuoi J)41c:c:oli E o lui FOr9li <ill•tti 9rati. E questi fogli volanti entravano nelle case, allietavano le bngate, si diffondevano di paese in paese. per la gioia degli uomini che, in essi, ritrovavano la loro fede Prescindendo dal cenone o dai dolci !estivi che si SO· ghono preparare per Natale, (chè queste sono usanze eu• ropee ed ex haeuro), un'altra tradizione, di origine pagana ma ormai allignata nel nostro suolo con un spiccato carot• !ere, è quella delle cosiddelte farchie. In Abruzzo, dove questa tradizione è onco,r oggi vivo, la fmchia consiste nell'accendere degli immensi falò, nei diversi punti dei vari paesi ma soprattutto sulle montagne. Se voi doman. date a qualche vecchio abruzzese qual'è il significato di questa tradizione egli vi risponderà che i fuochi servonc od accompagnare i Re Magi nella grotta di Betlemme. L'Appennino è bianco. Dai « monti oscuri> e« senza dir niente» sono venute le ciaramelle che modulano, con nitidi accenti, i canti del Santo Notale. Intanto i bambini girano di porta in porta. saccheggiano i canneti e le bosco• glie, scompaiono lra ì-i-ovi. Cosl coll'aiuto dei grandi. essi compiono la tarchia; e quando i fuochi si accendono par che si incendi la Maiella e il Gran Sasso, i quali si designano sull'orizzonte. Il Medio-Evo ci offre molte testimonianze. le quah confermano quest'uso che nel sec. VIII i sinodi cristiani volevano abbattere e che più tordi fu sostituito dal ceppo di Natole. Il quale, ad es. nella Romagna. come testimonia ;I Toschi. « è tanto smisurato di peso e di volume che deve essere trascinato da un paio di buoi». Il ceppo, infatti, non è che il lalò acceso in casa anzichè all'aperto. E' vero che lo ce.rimonia del ceppo si distingue per il suo carattere domestico, intimo, raccolto: ma è pur vero che il passaggio dal falò al ceppo sarà stato, indubbiamente, determinato dal tempo cattivo. Non si può negare. d'altra JX]rte, che. in origine, quesu !alò abbiano avuto la funzione di ino:mtesimi per il sole. Ed è pur vero che a tale funzione era legata la crescita delle messi e l'allontanamento delle forze nocive_ La funzione, però, che essi hanno oggi è quella della gioia, (per quanto il pensiero di essere utili alla compagna per mezzo dei falò o dei ceppi non è del tulio estraneo olla mentalità degli odierni vo~g~i .dei popoli civili). Cosl il popolo italiano celebra il Natale, il «suo> Natale. E in queste tradizioni è l'anima stessa della nostra gente, che è quanld dire della nostra razza. la quale rifà, in sè. un commino- ideale, che è un po' il cammino dell'umanità, di Dio che si fa bombino, del bombino che si fa uomo, dell'uomo che si fa umanità. GIUSEPPE COCCIIlARA . \" ~ ~i:: ·~,- . ~ ., ~ 4 i. ,: • -p<111ori ..: di F. Matera 26

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