LJDIFEDSEILU I Il " Lomini ~iate, e no11 pec,,re mfllle, sì che 'l Giudeo di voi tra a:oi 11011 rifla!"' (Donte • P(lrodi10 YI ANNO111. N. 1. SPF.OIZ. IN AIIB. POSTALE. 20 DICEMBRE XVIII M'lf.\11 non llf\TlllO\E l'lllEl/k'I lii f.HIO\ 11110 L.1 DIRETTORE TELESIO INTERLANDI
ANNO Ili - N. < SOMMA.RIO 20 DICEMBREXVIII SCIENZA SILVESTRO BAGUONI:- CONTINUITA' DELLA RAZZA: FERDINANDO LOFTREDO: IL SIMBOLO PIU' ALTO; PAOLO NUUO: RAZZA E STORIA: GIUSEPPE COC CtDARA: TRADIZIONI NATALIZIE DELLA NOSTRA RAZZA. POLEMICA G. DELL'ISOLA: STORIA lTAUANA DAL PUNTO DI VISTA ITALIANO; MARIO BACCIGALUPI: I DELITTI CONTRO IL PRESTIGIO DI RAZZA. DOCUMENTAZIONE I. EVOLA: LA RAZZA E LA GUERRA; GUIDO LA.NORA: L'UOMO FOSSILE. QUESTIONARIO L'EDUCAZIONE DELI.EMADRI; PROSPETTIVE DEMO, GRAFlCHE; POPOLO E CINEMATOGRAFO; DIFENDIAMO I COGNOMI ITALIANI; ecc. ecc:. PENSIERI DI LEOPARDI I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIDELLA '"DIFESA DELLA RAZZA"SI TROVANO INROMA - PIAZZACOLONNA IPORTICIDI VEIO!• TELEFONO61737• 62880 Per combattere .I e m a I a t t i e --dell'inverno ·RODI 'Rodu.a 'U(oiJ«.alu,;.' è PaOOOTTA INTBAMEHTE IN fTAUA montecatini è ~ sic.wio td ~ co,J,.,,: INFLUENZA• RAFFREDDORI NEVRALGIE • REUMATISMI
ISTITUTO.NAZIONALDE LLEASSICURAZIONI I VANTAGGI DELL'ASSICURAZIONE-VITA PER LE PERSONE ABBIENTI L0 aHicura&ion•••ila roppreHnla \ll10 tutela presioaa • insottituibile per le persone che 9odono di buoni redditi, ma ancora non ai 10no formati uno soato.naa. ma rende aenrW ••9nalati anche alle persone che 9ib diapongono di ,u1 patrimonio coalituito. E apìe9hiamo come, Ben pochi riapcumiatori manten9ono i loro a"Uri .otto forma liquida, in deposìti bancari o addirittura in IHore9gic:u:nento infrottifel"o di bi9lietti di banca. · Quasi tutti in•ece hanno it loro pcrtrjmonio in•Ntito in beni produttiw:i - terr.ni. cose, miende indU#tricdi o commerciali - oppure in •alari rapprHentatiri, come titoli di Stato, cartelle a reddito fiHo, asioni di società a,:1onizne ecc. Orbene. chi ammlniatro con oculateua il suo patru:nonio, •i· 'Jll-Otdo con 09ni cura dal pericolo di doyeme rectlissare con fretta anche uno sola parte di euo, essendo ben noti i danni c:be deriYano dalle liquidalioni lonate • daUe Yendite in ui:i. periodo liNo • ristretto di tempo. Ora c:ib pub molte Yolte YeriJ,ic:an:l, in c:a.o di auc:ceMic.ne. ·per il po9ame1:1.to delle la.,.. auc:c:euorie, dei legati ed altri oned dell'eredit6., c:he non ammetloao dila..ioDe. D ,aggio ammioiatrolore della propria fortuna d•"• pertanto preoc:c:upo,-i subilo, .. già non l'ha !atto. di quHtO peric:olo. • perc:ib proYYeder• a lasciare al auoj aucceuori ed eredi una somma liquida, prontcnnente iDc:a.uabile, colla quale eul potranno lar &-onte a tutti 9li impe9D.i • a tutte I• necHaità. HD.s.a doYer proc:eder• a rea.lini atlrettati • dannosi, • uiua incorrer• in d•biti. QuHlo risultato ai otti•a• io modo perfetto m•diant• una POLIZZA DI ASSICURAZIONE SULLA V1TA. Con tal• m•uo in.latti. colui eh• poui•de titoli. a1.i•nd•. t•n•nl. labbricati e«. pub metter• a diapoailion• di c:oloro a cui yuol• la.dare tali b•ni in eredità. una .omma liquida pel pogam•nlo d•ll• la••• di auc:ceNione, c:be eW molt• 11olte non. aYr•bbero aMolutamei:i.te m.odo di Yeraar, un.ta ricorr•r• alralieaalion.e di un.a parte ing•DI• d•II• COM er•ditate o senza conlrarr• d,biti. PER AVERE NOTIZIEPIU PARTICOLAREGGIATBEASTA RIVOL&EBSI AGLIAGENTI DllLL'ISTITUTO NAZIONALEDELLEASSICURAZIONI
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LADIFES! DEW I Il ANNO lii - UftlERO ,~ 20 DICEMllRE 1939-XVIII 11:SCII Il. S Il: IL 1• IH Oç,"1 ,uau. Ul'o !'CLJNt:•o !11:P'A ■ .\TO Ll&t; I AS■O'f.UIIIC:ilTO A:illHIO Ll ■ I! le •••o!'IA.Jllfl"TO SC)U;s''fll,U.t: • li l!:!!1't!NO IL nor-f'IO Dirct1ore: TELESIO INTERLANDI Comj1a10 di red••ione: p .. or. dou. GUIDO LANDRA pror.don,LJDLO CIPRIANI· don. LEONE FRANZI dou, MARCELLO RICCI • doli, UNO BUSINCO Segrtluio di rcduiou: GIORCIO ALMIRANTE SCIENZA•DOCUUENT4ZIO POLEUICI. OUEnlONitmo :,ÒIJtt(Jr l)it-('ttflr(', 011i ..in,. Ml 41.11/0 I• 1r..Jilt1 f41r,tts. Jl ~iv:,•r la .. D1~ Jtll• R..:.:ia -. P0tM-i'a de t•llo ~ ,~iu,, 11 C'Ml$a della 61Urf.11, '"" C'll'Utnto d,e flrJia C01tli1u"' • r!ft'<rft /orte. •(fila W pt('UnlotÌone è 1Jp/C'ndidapu ,:li a11u,r1 r 1«"kcMr111r •llutil• CCHI 6rio. Pr, 11-1110 •i t:M«ntt ,a-ol•ntc, f'C 11e rs,riwio i Miri mi1li.,,; rin1ro:iomrnti. Mi ~mwto MKJ.e Ji crn/e,e dc I. ,,.;. '1U!ttu,,1, Ml lflOfflfflto •t1.,,,/c, t,11 ,.,.1j - ta.... nati ... 1tD11 p11Ò e"e,r, 11d ,i111ordi Jdfopi. •*e-ilJiMa. c:Jic ,..ai.ffioMi ~r U mio - l'j prt,r,>, tt<, GIORGIO \10:'lì"TANDO:"\ r ........ '-"""-- ... ==- ··-~---- ... -- S1imu1inimoSi,,w,e, Solo oui rnp • tlll1ra:i-arJ'; ~, t.i1e le ,;•1~ che Yui t.1,>tJIII' ~, il mio uaicolo "1A Rft11e Jdla ~-. Il ,._,.,,,. è rilucit• ,,,lrttd;d.,,,,t,1tr. Il mio 11,ticolo ro1,>tte,pirndi. d11mfHl1tUlwua10 "°" Ji,.,,e,~,e ki miei ,,Wi lihri r J.; •iri ,,i,.,. .,,koli. Mi IO'• prc.,de donde Yoi abbiare prrMJ lt,lle qut,tf" a1,e. Duulcr• ~, q~JJo. c:O•e n Jto tkm,, corJJ.J,.e111e rilt1ro,iarYi. E ,~,o de q~lu n11mero arri ro/jor:JJto e Ji/111.J,o il ltt4t:Mle•to t:uct:~10 FISCHER Ubian11, I0-12-l939_ I mi,l#Hi ,Vl1r•::i,omt11tl~, I• Yo,t,11 tJtl•• lettua. 11dl• q11ole Y~ •i ,-ittt,ate dc- i 11,,011<1 il mio arlkolo. An:cl6'} con ,iottrr; fi,wila ,J """ ,Juriore CGU.bt,FWIDOllr. Pot,ri ,critt", ,,n tJe•/fl•. 1,./fin/lMUO Jd di•• t di 11/tri /ottori aMbienla/i J4Jla mutwiti, Hl· uuilr Jd/11 J-. 0,,11,e - .,,"""4, uJ.lc Jorma C/H/JO'N Jdlo donne. l'i prtffl Ji .,-.. Jc,mi, portcc:ipart qlUllt Ji qw,ti J.,e •t1k«i ,là Yi ÙllcrUHn6ir, aH, qlNllt, ,e, ON, Jo.,1ei JMM/au .. B. SKERIJ
Uno dei problemi cenlrali e più importanli dei lo llltudio della razu, , icino a quello della determinazione delle qualità (biche e morali che caratteriuano le \'&rie rau:e, e che ne stabiliS<'ono per così dire, la rinilà nello 6pado e nel tempo. è quello della loro durata nei !CCOli. M!ia della loi-o soprav,·iumia. della loro continuità. Si conOKOno razze che hanno prttC'• duto nei &eeoli le alluali e che sono ~mpar&e, 1>er l'opera deleteria del tempo e per le razze nemiche. che le hanno klpraffaue e tommerw; altre, im·ece, che in ,irlù delle loro doti di ~i5lenza e di foria. oltre che di adauamento alle nuo- ,e aHerse fortune. hanno retislito nella feroce loua e !'i l'On m~ntcnutc integrf' 11ino all'et~! odierna. Il problema dei fattori che hanno 1>ermesso la durata e ia continuità di quesle razze non ha &0ltanto im1mrlanza per lo studio &torico, ma ha anche importanza pralica. ptrd1è ci fa cono.cc~ i mezzi e le \ ir1ù di retislenz.a e di rafforu. mento. di vitalità e di ener~ia. con cui son riu$Cite a controbattere le aH·erse vici!lsitudini. .. ' . L. __ ... • • '.: 'li ~ Dcmza dì ,
ddla Pu cvuo&cere questi huori, è llett'$!1-8rio lener di:stinli 1 concetti di raz.za, di nazione e dì popolo. Non è infaui deiro che la :icomparsa politica di una nazione e di un popolo. per la momentanea supremuia di ahra nazione dominatrice. significhi la sc:omparsa di una razza, la quale pur essendo dominata dalla nazione più agguerrita e più forte. può ancora so1>r&\'VÌ· ,·ere e mantenersi inalterata nei suoi C0$1umi, nel suo patrimonio arlistico. culturale leuerario, ,·erhale. Anzi può anche anenire che per queste sue doti di ci,,iltà superiore riesca a dominare persino il popolo e la nazione che l'ha im•asa e politicamente dominata. Numerosi sono gli e$Cmpi di questi casi. sui quali non è necessario insistere. Preme qui invece ,•olger l'attrnzione.ai fattori che si dimoi-lrano adaui alla conservazione della razza nel tempo. Questo problf'ma ha un a.spello puramente scientifico e un altro prettamente J>!IÌcologico e morale. Scien1ificame111e i fatlori della conservazione della razza :,ono gli sl~i che agiscono per la constn•azione della SJ)CCÌe: 1:1 tra.smi"!ione ereditaria degli clementi genetici (oggi detti ge11i1 /i.. Licinio
che dai genitori (padre o madre, avviene materialmente ai figli. La particolare struttura statiu (morfologica, e dinamka Uun- ;tionale, degli elemtnli lrume59i {geni) ,ariante da ii~ic a .tpeeie e da raua II raua è quella che determina fatalmenle lo ,wilUJJJJO dei caratteri fisici e morali della prolt-, ~ondo le leggi delreredilariet.à e de.Ila ,•ariabilità (~h:.son e altri). E' qut:!lo un upetlo puramente obiellho e M!ientiftCO,che non è n«US.ario qui ulteriormente sviluppare. E' aulrahro lato che desidero richiamare l'attenzione: quello cioè inlCJOs.oggeuivamente, come senlimento psichico e morale della consen·nione della raua. Sono i !Cnlimcnli, che io ho indkato col nome di tenlimf:nli gendici, quelli che adempiono a questo importanti.uimo còmpito 1ociale. Ot questi &entimenligenetici. oltre queUo ,iretlamentc iCHualc o dell'amore. nel aenso µiù largo e meglio tfltcso, che i n<>Mri antichi faeenno pro,·enirc dal dio Cupu::lo, è l'amore dei fig"li e dcll11 prole che agi&CCcome ,ero sen1imcn10 della ruu. Non è idea nuon e peregrina quella d1c finchè nei popoli e nella ruu ,i è mantenuto integro a polt'l1tc l'amore e il cullo dei figli. ha prosperato il destino sociale e politico; col declinare di lalc §elllimenlo ha ~prc coinciso fatalmenle la decadenaa e la scomparsa della nnione e del popolo, che ha do\Uto edere alla invaJione di altre razze più numcrOM: di figli forti. ed esuberanti. Nell'epoca più fiortnk!: del popolo romano. al rempo della HepubbHca, l'amore dei figli era celebralo come prtelara ,•irtù. A luni è noto l'epiaodio di Cornelia madre dei Gracchi, che. alla sua amica orgogliosa di mostrarle i gioielli di oro e di pietre ,,reziosc attoc il ritorno dei suoi figli dalla acuola per dire che quelli erano i 11uoigioielli. Quando nell'epoca lfuocusiva, del medio e btiSO impero, ~ coll'allargani del dominio, ~nero i ricchi e i plutocrati. si iniziò fatalmente il periodo della decadenza. appunto pen::hè la calegoria dei privilegiali ricchi, volendo manlt'nere in pochi memhri della famiglia il pingue palrimonio a,i10. et'S!Ò di amas
re l:i prole 11umerosa. cadendo in 1m:da ulla corruziont: ,tt-ì "O- .,itumi. JH'~ solo dai godimenti personali edonislici. Fu allora che praiso la nobile società romana la parola pro• lelt1riu acquislO quel $11.W dispregiath•o. cousen·ato <1118.!'i ~no ai 110:.1rigiomi. e che si consen·a anoora f>r~ le democra,:ie plutocratiche. ;\1a 110n pre§S-0 la nostra nazionf", che per \Olere del Duce sa oggi celehrare eon balda sicurezz.a la Prolificità deile Famiglie Fai1ci§te. riconosoendo che f 90(0 nel numèro dei figli sani che la Patria può fare affidamt-nlto per la 8Ua grande1.2a pre:wnte e ftilora. Anche nelle vicende pas.,ale della nostra razza dobbiamo ~-::. per ben distinguere gli e,·enti ciel dominio romano da quelli df"lla ricca e forte compagine dei po~li italici. Il Sf"nlimento di razza, che come ho dello i implici10 nell'a• more dei figli. è un st:ntimento antichiMimo e profondamente radicato nella noslra 111irpe. eJ è proprio a,I ~o che dobbiamo la millenaria esil'ltenza e forza della nostra magnifica razzu. Nell'inter~antiMimo musco di Uvua ( 1111 lt"m~ fior.-nti'8ima cinà campana dei aecoli VI, V. e I\'. lii a. C. e che !eme IC!fa per molti anni alla potente Romal :oOJlO ru-colli monu• menli di pietra rapprNentanti in forma. s.ia pure, rozza, ma ilig11ifica1iva la figura solenne di donne fonnose che recano in gremho uno, o due o Ire bambini. u•,olti in fa.,l(!C(come è ancor oggi uso p~ le ramiglie dei nostri , illici1 e che, secondo l'opinione concorde degli archeologi. 1•ro\eugono ds uu grandioso tempio dedicato alla Dea della Malernità (Matuta). alla quale le donne•camvane prolifiche e amanti dai figli reca• ,•ano in dono il simbolo della grazia ottenuta. in forma di ,datue muliebri aventi in grembo i figli appena nati e lattanti. L"amore dei figli. che potremmo anche chiamare culto d.-lla prole. che questi i'niligni momnnenti ci atl~tano uel modo più eloquente, da poter senire come ilimbolo della n~tra razza, t1in nei tempi più anlichi preromani. di popoli ilalici viventi µro• eperO:!.i \'Ari ilecoli avanti la nO"lra era. &i è mantenuto integro e saldo preMO la nostra stirpe non inquinata e corrotta da fal .. j irft>ali edonistici. o~ia 1,rrsso tulle le fami,:lie airicole italiane. (Corr1199io} Il
Non è puro ca.so fortuito, ehe 1r• le madri più proli(ichc, che hanno a,·uto l'onore di esttere ricevute dal Duce, erano numerO§e quelle degli agricoltori. Per una ana (amiglia di agricoltori (spe,cialmente nella t:ua forma migliore di ordin.a~to e costi• luzione della mezzadri.a 10500.umhro•marehigiana e romagnola) infatti, la venuta di un nuovo figlio è salutata con gioia. pf!rchè esso. nel patrimonio &enlimentale. se vogliamo. alquanto m.ie• riali.s1ico,del contadino, rappresenta un futuro collaboratore e sottegno della n~cchiaia. Non ~ numero«i e ancora più significativi docun)Cnli di questo profondo amore de.i (igli, che caraueriua la nostra atir• pe. pouiamo trarre dallo &tudioe dalla visione panoramica che le più di.sparale produzioni artistiche ci oHrono nel campo dei più grandi maestri della acoltura e della pittura. Il riortntino Orcagna, conlemppraneo e Sucal!i$Ore di Giotto. scolpi.M:e nel Ta~marolo di Orsanmichele una madre col putto al seno; Masaccio. nel .ecolo succeuh·o (Quatlrottnlot dipin,e una form~ Madonna col Bimbo al !C'RO; che nella loro grandiosa &0lennità muliebre ricordano i monumcnli di Capua. Ma è nel Cinqueunlo c'f, (ioriscono i capolarnri arti.11iciin tuUi i campi, quindi anche in quello dedicato alla (igurazionc i l)retentimcnti di un'anims adulta. Michelangelo tra-iporta ncllc (altezze dei bambini la sua anima fiera e quasi aeh·aggia (li energi:I e di viole-nu. Sono specialmente gli allie,•i di Leonardo che ttrcano di scrutare i profondi, reali sentimenti della grat.ia dei bimbi. E su lutti eccelle in questo ~ravigliow cullo della gn.i:ia dei bimbi. il Correggio. Fu in questo particolare amorf' di lutte le mo\t1n:e e grazie dei pulli, da lui C'OtlÌ riccamente profusi nei suoi affreschi e nelle sue tele, guidato dall'amore reale i,er il suo figlio. Pomponio, che luciò in età appena dodi• c:ennc,ai propri gfflitori, morendo in età di quarantacinque anni? Il culto arti&tico dei bimbi si continuò negli artiati dei i5ttoli 1uettNivi. tra CMi ricordiamo alcune opere del Gcno\ae G. B. Gaulli (Baciccio), che fo particolarmen1e (elice nella figura• zione dei putti. In quC!la rapidWima ra!Segna delle orti che c-elebrano il culto dei bimbi, sard>be una grne lacuna se non rieordaS!i anche l'arte letteraria e musicJle. che nella bocca dcl nostro po1>0l0 da eeooli dedica al bimbo una delle forme artistiche più $C(lu• ttnti e care. quella della NiltM nonAO. Non mancano piccoli gio~lli di arte mu»ic,de che 1101Dmimaestri hanno composto 110 quNlo moth·o. dei puni. SENTIMENTI GENETICI ED EUGENICA Nessuno dei più grandi artl!ti di questo meravi,:lioso secolo, nel quale l'halia. per opinione indik:uM&. rifolg:e iu tulle le Ma non sono questi aoltanto i scntrluenti e i mo,·enti psichici altre i1a tra.scuralo di lasciare un eloquente documento del loro a cui dobbiamo (are appe,llo per la grandi.sstrna maggioranza; particola~ ~udio ~r la raligurazione del bunbo. Fu toprat• 11&riaempre piccolo numero di eletti e di colli, che potranno lutto il moli\'o della Madonna con divin Bambino (alla religione attin~rc al culto delle opere art.i:stichealimento e fiamma per i cristiana ,i de,•e.,'ricon09Cfreinnegabilmenle un prodigioso im- ff'ntilncnti genetici. pulM>nell'eleva.re l'amore e il culto del hambino c:olla divina E' al sentimento e all'ietinto più inlimo e più profondamenle credenza delri.ncarnazione umana del Redentore), c_healimcnlÒ radicato. quello dell'amore dei figli, che btalmente e natural• la ricca e magni(ica jtrie delle rappr~nlazionL ~ '" mt:nte ci proviene dalle leggi .{ondamt:nlali della nostra ,,i1a ~ H.affaelloebbe dei bambini un ideale (antastic:9, ri'elquale più o,ianiu.azione Hsiolog~ quell'i5Ììnlo cioè che corrisponde alche le mo,·e-11ee (attnie reali di bimbi viventi J>arla.nola pro- l'imperioto hOOgno della conlinuazionc di noi &l'CMi nei no.•lri fondità degli occhi e l'atteggiamento scrio del \·olto, quasi sollo (igli e che non può tro,•arf': po9,11ibilecontra,10 Ml non coll'altro 10
" LA VEJIOINE COL FICUO ..: Il An-.J Il' k:u
,. . 12 i:iitinlo ,lella con114:nazio11e di tt ,tN~i. i,ulh•idualmeult' iut~i e i-tnliti. fon la sl~S-1 formidabile ragione per cui il proireuo di ogn: 'Oeit"ti e di Ol'ni chilti. è •u·emuo e aHerri. s«e>ndo il pri11ci1>ioche ele,a il bene pubblico al di iK>pradel bene µri,ato. dO\ rà sempre pre\•alere la legge e l'imperioso bi~guo della con1'4!ru,zione della spcci~ !l-11 queaa egoi.stica dell"indi,•idu?. 11 con«cto df'll1 ~itti non ti limila solo all'odierno numerc, dei ,henti adulli. ma abbraccia con una ,inl~i spirituale. non m('no ,·era e f>08!1ente, tulli i vin!nli paM&li e &J>ttialmenP fu1uri: poichè è da qut81i ultimi che dobhiamo allcndcrci ,io, ...olo la continuaziome di noi e dei nostri l~ni alluali. ma la loro eleutione e il loro yrogres.._~. Oobhiamo. cioi. fare appello a quel nucleo fondamentale <k-i 11cn1i,~nti. eht' 15embrano più »,•iluppali nell'anima remminile. me chi.' 1tono anche. for~. ;lt 11arte migliore e pili ele\ata dell"i111imn mucliile. dei sentimenti e i•tinti genetici inl~i 11011comt" i11nalur11leMlopµiamento dcli, ~di.i,(uione 6'Ctiualt" erotica. ma nel dc!iderio e nell"amore dl"i figlioli. Oohhiamo tutt-lare l! ri- ,alJare sempre !)ili que..i.to intimo foc..-olaio di arreni. 1~11 sapendo che in ~i ita il mo,·e,ue 1uim::ìpale chf' rego:11 le uioui del cam1,o ,;e~uale. Hi~ldare ed elexare qu~li ~ntìmc-nti significa da un lalo rame eon<>Sa":re e apprruare ~mprr viù e Rmpnmeglio il loro nlore .sociale e indh 1iduale. dall'ahro temperar'" e moderare sempre più e stmpre meg:io le tendeu~c- antagoni.stirl1e ,li un malinlNO e drenato desiderio ,lel proprio he11r,,i1-er~ edoni!!tico. \la ,.1~art" e cohn•att l'arnore dei figli ,-ignifiea a11d1e 1..er un altro riguardo compif'rt ove~ euge-1ica. N('n disle '°~tan.tialmenle Jj .... jJio ha le conclusioni 1,ratid1f' che ~lrrh·ano ,folle l!oC01,erlt"delle ~i.-na:~ biologiche e medicl1e 11111ft' cau5e dettrminanli la cornpa~ di prole degenerata o rr..-- nomala e un 1:lf'ne inleM.1 amorr clri figlioli. Piullmlu ehe ricorrere al mt":UO reJJreMi,·o non JHOC'ttlrt', che cozza con l'i.~lint~ " il !lenlinw-:nto di l\'e"re fi~lioli. anche qui è pre-(eribile il meu.o 1>rcH:11tfro. Poichè. le cau8C 1,ii1 importanti che producono prol,• menomala dipendono dalle condizioni patologiche o ahnormi rkgli oriant!nti dei gt>nitori. tra cui ìe malauie ..oci.ali <! lr •• inlOM.icazioni. i- chiaro che l'opera dell"eugeni.sta do, rebhe con- .,;, .. ili,-lur nel pre,enire que1,te cau~ ck-bilitanli la ~tirpe 1,rima dw flf(i>l('_frno inSt"<liando.!ii nell'orianismo t'lei genitori. lo floOn com•into che molto si potrà 01te11ctt su r1ue;1111via: ' temP4"1 f' ~r l'inderogabile n~iti di prowefkre alla nostra \ • mn 64rehbe utopia il crttk-re. te non altro per la ristttt:tuu del e :., eJ'OCa. che .olo con qu~lo fm':ZZO !Ì raggiunga un pratico fint'. ,; almeno se 11011 11ivuole attendere. con le braccia incrociate. cl,r ~ ~~~;::i efreui di quNta propaganda l'òÌ mani(~1i110 a lunga ">: .,,• Credo che si l>OM.Iproncdere ancora nel r raur1111}() c,:rcando . , . lii dirtondere .empre più epuialmen1e piti80 la gio,·e.n1ù. :in dall'"inizio della ~ua vita itt.'fa!uale, le. conoscenze iw:irutiriche e-i pericoli che p<>MOno deri,,are $ia dallr rnalauie ~u•li. ~i• daili ahuji e ,talle intemperante.. Si ~·r cercar~ cioè. di allar@:are i'Cmpre. più l'amo~ de: fii:i. ancor primu ciac. nuv:ono. l.~ que,to pre.nau,/,-omore dt-J ritt;li,che den~ n~re il mo\·enlt' princi1u1le per trattenere i gio- \'ani dal perieolo d'incorrere nelle malattie e nelle in10!~!aica- :tioni che, ck:bilitando il loro organUmo. 6eran~le colpi!C:On<- i loro orlani ~rminali. Ama1t i fii:i prima che nucano ,·uol dire 1>~rnre gelosamente questi organi da ogni p~ihil~ C.U!a di drhili1azione o inquinamento, Una bene inlt'!'..S eugenie• do,·rebbe pouiare. per il no;tro popolo. su questa bast' di raui e di !ffltimeuti. Sn. VESTRO BAGUONI Dmotton tlell'l1d1111e 4! rw.-.. U•••• .. u. •-.t• u.1...m.. • •-
JL3 potenza demografica di un popolo, e quindi iJ primo fai• 1ore della sua potrnu politica, derin immediatamente dalla fe.. condi1à ddle sue donne. Fertilità fisi,,logica ed eHeuiva. fertilili o rMglio fecondità generica e ,-pecifi« sono etpressioni tecniche delle tcifflie biologiche e statistiche, che dinno • quella ,·erità un valore numerico. L'cflicicn:u. qualitalin di un popolo, e quindi un (attore anch'cuo primario della sua potenu politica. deriva pure. in gran parte dalle caraueNtieM' (isiologiche e biologiche delle tue donne. La tcitnu medica afferma che la donna gen~icamente sana lende a neutrali:rZ3òrt, nella prole, le tare ereditarie o i difeui acquisiti del marito. Nel campo <klla ,·olonti l'influenu della donna e quindi della mad~ !.ull'e,oluzionc quantitatin e qualitati,·a del popolo è egualmente manifnta e preponderante. La generalizzata emancipazione della donna è M>!lanzialmente uno degli aspelli più nuo\'i dell't'\·olu1iont soci.aie moderna. ed è ~rtanlo fondato ndere AOpraUullo in ~a la cauu della \·olontaria limilaiione
della prole. Se poi si considt:ra che nell"ordinc morale l'indiriuo delle cosidellc e tlites • è da10 dalle donne, e che le e ilites > nella M>Cict.ìmoderna escn::itano una potenz.a di suggcslione che non ha con( ronli con if p,u!,ato, la decisiu inflllfflu. della donna nel &ntorc- <k-mografico ne , iene ul1uiornw:nte confermata. L. nostra razza, nella quale dominò tt:mp~ una concnione 01timi$1ica dell11. vira. un terem) sen§Odi fiducia nell'avvenire - e lo prou la continuità del pentiero demografico ilaliano, Hmpre t- nritamente popolazionistico, dalla Roma dei He all'l~ro f'uci!ta - com1>rne per i.&tintoquell"alti.aiimo ,alore della donna; e il popolo ilaliano eo&tantemenle. in 11111,.. le fasi della 11uaevoluzione storica, rispettò e lnmandò un assieme di principi basilari nella definizione dei còmpit~ deHe J)ttrogati,·e. dei diritti e do,·eri redproci dell'uomo e della donna. Sullo (enne.ii.a di que510 aH~mento influì certo mohiSAimo lo spirito MIia famiglia. inJC:indibile dalla ,cnerazioM tradizionale della u.-Jre e della donna; ~irilo che in più occHioni (nell'epoca Jella riforma protC"lante e in quella dell'infatuazione per l'indi,iduali.smo rivolutionario, ad e-ttm))io) tenne loutano il no-tro popolo da quegli ecce:,,gi di cui poi ai do,·e,ano altro,·! e ttctntenle:nte C:Ap<trimcntarrle estreme conse,ue.nu. L"atte~iamento Ml n<btro popolo nf'i riguardi de-Ila donna .si può ria"iun~re nel J)rincipio della nella differenziazione f' della prt-eii.a «eran::hia fra i fftai: differentiazione e gerarchia lontane però da qualunque estremi~mo. anii concepite in un'atmosfera di solidarietà e di collaborazione. Forse non è errato ~edere nell'i51intha tendenza alla difrerentiazione e alla ~tarchia fra i se-Miuna prou uheriorr <klla sauità Mila nostra ruu. in .. UUo la c:vllu ..: di Andrea Spadini
conlr.1ppo--10 ad .1llf',!!gitt11H,mli che in allri 1,opoli ri\elano J'a1lcnua1.iont· o 1":thera1.iom.· de-I :,.ano btinlo ~enelico. \la qu,-;,.10 a11e~l(iamc1110 del no~tro popolo nei riruardi della donna.- dr•lb fomi~li:a i :.11110.sottoposto ad una duri--sima pro,a cluranl,' ~li ultimi cen1ociuquani"rrn11i: 1,ro,·a lanlo più diAicile 1 in q11.:111to e mancala l'aziout' dello S11:110 di(' direndt"l"$e la rauu nei suoi ,alori fi;iiici e spirituali. Uu è>Crcito intero di nemici ha 3.!-:,.a)ito lt' po:-.izioui. "-emprt> più indif("se. dello no-.tru .--.·ma tracliziouc. In primo luo~o: l'erniuziont' filo;;;orica. t'8.'.lhatri~ dell'iridi, iduali~mo rino a dii'lrll{?· l!Cr"' lo --lt."il'soamhiente immediato attorno alridi,iduo. la f:unirflia: l'e,oluzione della toeicnza e della ,ita CéOnomica. anch'es,,l' ('Sllltatrici ,lell'indi, icluafi;;;mo e quindi allt'ate nel!.-. demolizio,w ,!elle dife-,.e ttonomiche della fanli-.li:•; lo :,;, ilnppo del matcriali~mo. incontra.staio nell'ordine- .. ,,;rituale. foH)rilo dall'orga• 11i11.a1.i0nt'produui,n. Ehbt'n<'. lullo <111e5tocomplesso ,li mali - che alla h111gu 11011 pote,ano 11011coutamin3re il nos.lro organi!lmo ~oc-iale indife~o t; cli ori~int" egotic.\. P<'r com iuccr..ene ha.sta. ad ~mpio. t'lenc:ul.' proprio quelli che hanno alteralo la nru-lra concezione cra,lizionale della douna e quindi della famiglia. Il primo indizio della , oloutà cli iton t-rtire l'an1ico or<lirie di roSt" iJi !I\ ,erte- in Fr311cia. durante la Hi,oluzione. quando \I' Dt- Keralio pr~e111a il « Cahier des doJ.•ance-- clt":-femm~ :t r c1ua11do 11' Oc Gouge.(I. pre5enta. a sua volta - sehl.>eue •t"IW:l fortul'lt •- la e Dichiarazione ,lei diritti d('lla clomm "A•e Mario··: di Arluro faldi
e deUa cit1~di11a ». L'occupaxiouc exlradomci!lit:a della ,Imma - rhc 11?-•time agli iuiii aspctli J)&rlicolarmcntc piclosi è la con~~~,1.a del ~i•trma produui,o d'ori~inc angl~smne e del principio egualmente angl~nc del non inten~110 dei puhhlici poteri. E. un MXialisla fran~. Fouricr. colui che J>er la prima , oha parla di e emanci1>Hione :t ,lclla donna. Sono an• ilo•u~oni e fra.n~i i propagand~li - dei due ~i - del fcmmini,mo e dell'miancipazione MIia donna in tulli gli UJ.ld· 1i. Ja quello economico a quello ~ualc. Co5i <'OtnC' è d'ori~ine ~i('a la propaganda dcll'infedehi coniugale e dei disordini ~uali, C:!Crcilata nllnn<en,o la letteratura, il teatro e. 11iù lardi. il cinema. E co~i fino alle più rettnti manifesta:r:ioni dell'emancipazione femminile e del ripudio delle conce:zioni tradi• z.ionali 1!Ulla famiglia: maKOliniua.zione della donna. trucco. im1mdiciiia, promiguità. amore sterile e - con~,:ucnza ultima che tutte le ria:5~ume e che di lulle esprime il deleterio effetto dcmogr.fico - e in1cri1CMuali1i•• cioè a,•,·ento di uno stato fo:iologtCO e psicologico di dchole allrazione reciproca dd ~il.a lotta contro tutti qut.tti mali di origine esotica è una ma· nifNluionc ntte5$aria della n~ra riacqui.&tata coscienza. di ru.za. ~on b&Staoperare soltanto e:ul terreno hiologico cioè ,·olgersi ..ohanlo a rafforu~ la rnia, e per e55a la donna. nel fi•tCO. 18 i\011 ha~la OJH"rurr-M>h1mlOnel campo .ipirituale. cioè for rj11aJGttrc- atte~gia· nw1\1i c-he .iiano in armouia ro11 la ronCT1ione tradizionale <klla fami~lia e dei còm1>ili della Jonn:t. [ non (' nc•mmeno 11uffici1•n1e operarr 11ul a0l0 lrrreno tt0nomioo. cioè eliminare lutte I" dekrmi11an1i r le giu,-tif,canli ttO• nornicl1e Mll'emandpazionf' femminile. m.. o~n:a aeirl" t'Olllemporanea~nle da o~ni Iulo: gr141ualmenlt' mn '1tti$1J• m1'n1e ,<0pprinu•re ogni pre1~10 della em:trn"ipnion\'.' in1ell~1ual\'.'. di c1m~lla tt011ornko-prof~~ionalf' e di quc-lla morale. Prr l"eliminuzione del!a emancipa• zio11e i111clie1tual(' ,ià qual<-h«" utile 11rt~-.a è- 1>0..111: c:h~ 1,re,ne..-.e in que~lo ~n,.o ckhhono ~re <'Oll'"idc-· rnte le iniiia.1i,e inl~ a fornire alln 10111111 una prt'par11zione familiar«" hul ~1111,io l'inM"gm•rn«"nlo dcll'iti:ie11e in• fantile e della puerirol1ura nd;e KUO-- le mfflic-,e t-Oftratlutto i princi1>i :-an• citi in malrri11 clt'lla Carta ddla Sc-110• 111. Però l"climin1u.ione tleil'rmancip:t·
zione intelleuuale non \'a intesa nel M!llSO di un inammissibile ahbllSJ!amento del livello inteHettuale della donna; bensì nel .sens.o di un orientamenlo dell'istruzione femminile ai fini di un illuminato, J>erfetto go\'Crno domestico. E b&sta pensare a quale copia di cognizioni dovrehbe possetlere una moderna p&drona dicasa onde il suo rf'gime familiare fos~ in armonia con il pro• gr~ ,;cientìfico. per conrnnirl'! che mai sarebhe da temer-$Ì un ahb11:1samentodel tono indh•iduale; tanto più i,;e si riflette alla dh-eno.a preparazione che anche per la donna e:iige l'n.pparte11cn:1.a di,,en:e categorie sociali. Per l'em.:mcipazione economi<::o•prof~ionale si è andati più in là di qualche semplice preme:!$&. I tre principi: dell'assegno familiare (specialmenle dopo la reee111e e:!!tensione a favore della moglie). dell'assicurazione ai superst.iti e tiella limilazione {lel lavoro remminile CO$ti1ui:l00no la base necessaria e ,rnf• f1cien1eonde conseguire. con appltCazioni coraggiose. la compiela eliminazione dell'emancipazione economico•profNSionale del• la donna. Ma anche in qu~to campo sarà nt"Ct"S,S.8rei,o,itare che un nrntaggio si accompagni ad un danno: occorrerà cioè far sì che la diminuzione di produni,•ità deri,·anie <lalla minore partecipazione della donna al J>rocc~"° produtth·o tro,•j un com• 1>en.iOnell'accrt"!ICiut.a prO(lullivilà e nella diminuii.a aliquota di consumo delle economie ramiliari. E non è facile riW<:irvi; cmii come non è facile far ~ì che si ele,•i la frequenza dei ma• lrimoni e !'i abba..."Sil'età media delle s1>ose, seppure ~i debba riconoscere l'utilità economica e morale di un malrimonio certo " La Madonna col ba:mbi.no ": di Nino Piacno e precoce per t'utle le donne che in an<enire non dovrebbero pili essere occupale in attività extradomesticl1e. lnri11e occorrerà arfronta~, cou misure più efficaci di quell-= finora adottale, tutte le manifestazioni dell'emancipaziont- morale: dal trucco alla moda impudica. dallo sport alla promiscuità eccessiva. In questo campo, infaui, bisogna riconoscere che finora. nonostante i buoni propositi, non si è fano nulla e. nono• .stante le varie .affermazioni retoriche. si è ot1enu10 ancor meno. &I è proprio la rinata coscienza di razza che de\'e costituire qui il più potente allealo: quale maggiore offesa al nO§lro orgoglio di razza dell'insulsa imitazione della donna straniera. ecimmÌot• tata nel ,·eslire ... e nello vet1tirsi, presa a modello J>ersino nel co• lore dei capelli e della carnagione? Alla politica della famiglia e della razza si impone un imperativo: ridare alla donna itaJiana l'antico patrimonio delle ime ,·irlÙ tradizionali, rcstitui-rle l'orgoglio co.sciente di essere il fauore decisivo della fona numerica e dell'efficienza qualitativa del popolo. La reuione all'esotismo, la conqui:s1a di una completa autarchia spirituale, Oltr~hè economica. debbono com. prendere la realinazione di queslo importantissimo postulato morale e politico. FERDINANDO LOFFREDO della R. Uni••nità di P•rugia 17
' Milano • Lo: Storia, ••atu.a del monumeato a CcffoW" (A. Tcmdcadlnl) ]Epossibile avvicinare i due concetti di in 1111•0- lo s«udio in ,Utro), vien fatto di dorazu e di storia in modo che {ntertoru, mandarsi se la tecnica - per amore di vcf ra loro il nppotto da causa ad effetto? tità e di ptcòs.ionc - non abbia 50ttntto Lo wdio dei problemi della ruu troverà, troppo aJb fantasia e all'intuizione. rispetto aJla storia, un ottimo impiego mc- Gli scieniiati sono pregati di non farci todologico, o dovri in awenire - col pro- oggetto del loro compatimento per questa grcdire delle innumert'\·oli di.scipl"'ne che riflessione ptù che legittima. E' un fatto, lo oompoogono - essere considerato il ve- che .I signifiato prCCUOdella parola nua ro e so.stanziale fondamento per una re- ha subito delle corruzioni, sia in ordine ad visione della storia ddrurnaoi.tà? una re5trizione,sia in ordine ad una :ampli. Se si pensa che agli albori degli studi ficuione di ciò che vuole C5primere. E' uri dd concetto di raua tnr,•iamo due cultori fatto che ogni JtUdD,SO di tale questione di diKipline st0t1.dle: Amedeo e Agostino h:a dato del concetto di nua una ddiThierry, cui seguirono subito altri storici e nizione tutta propria e spesso non concorpen.satori,e ai nostri giorni in\'«e la solu- dante in nulla con le de6nitioni pr«edenti zione cl) tale questione ~ rivendiab quasi o scguenti. E' un fatto che le maggiori dicsdu.tiV1r'llfflteda uomini di scienze cos d- ,·ergeru:c di metodo. Je ptù aspre critiche dette po$itive (quelle che misurJ.Oo,squa- dei risultati, le più contndittorie impo-- drano, distillano, mescolano soluzioni in stazioni di ricerche si vcri6cano proprio ab.mbiroù, scrutano, ionestaoo, roll'.vano nel campo $0entifico. J filosofi, gli 5torici, ~ e bacilli e preferiscono allo studio i pensatori h:anno, com'è loro CO$t\lf1"1C', o 18 RAZZA ac«ttato o negato un pt'obletna della rllla, ma sempre esaminandolo da quella convc~ mente altezu che permetta uno sguardo sintetico. Con questo non vogliamo attnbu re a priori ai soli studio,! di dis,eipline storiche, 6toso6chc o sociologiche il diritto di giudizio. Anche tn ques1i uhim=. tentath i m,·olontari di intorbidare le cose non sono mancati, sp«ie .K' si riflette alla form:dabile barriera posta dai religiosi cattolici i qual si rifiutano. smu discutere. di accet1are la questione dell'eredità dell'anima - importantissimo (ondamtnto quNto per stabilire una correlatone tra rana e storia; se si riflette all'accesa finalità nuionaJistica che tu preso presso al. cuoi filosofi e storici il problern.i della r:u..u, e alle violente forme di ani ruzismo, ntlrideale nome di un malinteso socialismo, o in obbedienu a interessi di ru.tun prettamente ma.ssoruca.G ba.su.soltanto porre per ora la pr«'!Sa domanda se tutte le discipline di carattere tecnico-scientifico non <kbb&no ~re coruidente nè più M meno come discipline ausiliarie, che nel loro imbito risoh·ono particolari problmti sull'argomento ranista, la cui ultima claboruione va affidat1. nclusivammte ai cultori della. storia deffumaniti. Poicht' la conoscenu d1 un organismo. considerato nel suo in,icme, è subordinati. in tutto e per lutto a.ile singole conosctnu: delle parti che: lo compongono. si è finito col credere che la $Offlffl1 di queste conoscenze singole possa darci appieno la conoscenu ultima e sintetica dell'organismo stesso. Ma non è cosi. Se l'opera associatJ. di un dendrologo, di un ,gcclogo,di un botanico, di un tttnico agnrio, di un esperto agricoltore non potrà mai dirci in modo nauriente in che consista la ,·era essenza di un albero, senu che prima tale somma di conoscenze sia p:a.ssa1attnverso il la- ,·oro unificatore dello storico, potranno mal Jircclo separatamente i dcndrologi, botanici, i tecntCiagnri. gli agricoltori? Ma Cè una CONidernione di ben mas- ~iore importanza. Quando tutti gli uomini di scienza, siano essi etnogr1.fi biologi, antropologi, si fossero messi d'accordo sulla intttprttll!one scientifica del problema 4 della nzz:i e ne avesseroun:avolta per sctnpre chiarite l'origine e revoluzionc, le cause e gli effetti in modo acctttabile da tutti. si~ in sede strettamente scientifica il pro. blcnu potes.se consldenmi esaurito - csso non dovrebbe poi risolversi in sede punmente s«orica? Chi può credere che le Fffierllioni future per studiare gli niluppi
STORIA di questa appassionante questione ricorreranno p:uuosto a trattati di sinpc- discipline, le quali crNlono di nett pn- proprtO conto euurito l'u-gomcnto, e ripercorreranno tappa per tap~ le verità e gli errori di ciilSCUno. invea di chiedere ta precisa conosann del problemaa potenti s.nltsi SLorichc le quali soltanto potranno risokcre gii crrori e mct:tere in maggior luce la verità? Ammesso che si sia riu.scito a porre chiaramente b. doaunda a propoito della necrssità dl :a(fid.rsi al giudizio ultimo dello storico su questo problema della ruu, ciò non significa aver posto con esauriente chiarrzza i possib1li rapporti che intercorrcoo tn ruu e st0tia. Il discorso va mcs.so ffltro i $U01 giusti limiti, L·ettditl dei orattcri somatid, e psichici di un popo!o può rsscre considerata la principale se non fa 50la determinante della storia di questo popolo? Non crediamo che ci possano ~re dubbi sulla risposta qualora si pensi agli strettissimi leganti che intc-rcorrono tra la rana e la storia del popo!o tbn.ico. Trattare i due argomenti sepan111'nttlte urcbbt un non sm,o; tanlo maggiore in quan10 or - m.Ji si ~ 1uni d'•ccordo nel considerare il popolo ebraico volon1:ariamcnte e.sir :atosi dalla storia appunto per obbedire a csj. gcn~ di eartnerc p,tt1a.mente raniale. Ma poicht rcscmp"lo del popolo tb,-a.ico porrebbe essere considttato - e a torto - S(lspetto ricorreremo a un 111gionamen10 in- \'Crso. Un esempio ci~ di un impul.so sto.. rKo di un popolo in dipmdffl.u. dflJa sua mu. Le ptù importanti migratl:>n.i di popoli o i punti cruci:ali della loro storia hanno sanpre :avuto p« capo o fulcro del rnovillltolo un uomo, un condottie-ro, che è- il npprcscntante più puro dei can.ueri nu:iali d questo popolo. Non ci sembra che ci siano «ceiioni a qutsta regola qualora essa non si voglia gencralizurc-. Anche quando !e-migruK>ni o le conquisce sono dcterrninite da più popolnion1 riunite, e tah-olta d1 nzu diversa, il capo. la mente direttiva del movunento è sempre un uomo che riusume in sè i caratteri ra.uiali o del popolo ptù nu~ che sen·e da guida, o del popolo che ha determinato la migrazi~ e la conquista. La regola, ripetiamo, non ammette eccezion{., sia che vcngino consider:atc migrazioni e conquiste di popoli di sii solida cultura o ci\'ilti - qua.li ad esempio i greci, i romanì, gl: arabi - sia che si considctino popo'i privi di Ci\'ihi al momento del loro Romcr • Palauo Vaticano, lihliotka • • La Storia .. 1 di Rolfoello Menga ,no\'1mento migratorio: i mongoli, gli anglous.soni, i tartari. In sost:1.nZJ. i re, i condouieri, i consoli debbono cuere ritenuti e."OOlC campioni delle qualità e- difetti mo,. fologici e spiltuali, dei caratteri somatici e psichici di una s1irpe che affonda. saldamente le proprie ndici nella rana. L'osscrvuK>nc- sulla prd~ ckadenz.a delle stirpi rtg;e, le quali doncbbe:ro essere ritenute frutto di comrrusdoni di famiglie, talvolta. appartenenti a ceppi divcni. in contr.ipposto aJla purcua n.uiaJc di famiglie- popolari, DOn ci semb,a tale da m6rnure b. nostra. a55Cf'Zione; C' spttialmcnte se es.sa. venga riferita a popoli p,i,·i di civiltà. presso i quali si conserva più tenacemente l'endogamia. Pc:ra..ltro,comincia a (usi st:nda tn alcuni deì migliori studiosi - dei quali citeremo ad esempio il Montandon - la con- ,,intione, appoggiata da solide esperienze, della scarsissima o nulla .inucnz.a ctnièa che popoli • .-ivasori esercitcrtbbero su popoli invisi. Pa.s.sata la J1namis dcfl'inn~ sione, ognuno rimane l'nponcnte dd proprio ceppo originario. Qui. posta la domanda e tentatane uni J>OS$ibilc-giu.stificuione ci limiteremo a mo' di cooc.hu1onc, a rifctire quanto scrive in argomento, nella sua pre(az.iooc al libro di M. Dottin: « I.es anciens pcuplcs de J'Eu. rope » Ca.mille Julìan, il quale, si ba.di, appa.rtiene ad una nuione che ptt le- premesse cultunli di cui si gloria, ostenta.. pur studiandolo, di non crcden: ad un pro.. blema della razza : e .. .la questione della nua,. in qualunque modo si arri\'i a risol- ,·crla, ~ la questione più. imporu.ntc dclb. storia de popoli. Si pub dire quasi cbe noi non raccontiamo questa ltoria. che per arri- \-·a.re a risolvere questa questione del la raua». PAOLO NULLO
TRADIZIONINATALIZI I Vangeli. com'è noto, nulla ci dicono sul giorno della nascita di Cristo. Furono i Cristiani d'Egitto a considerare il 6 gennaio come data della natività: e tale data fu commemorata, si può dire, fino al 111secolo, dalla Chiesa di Oriente, tinchè, al principio del IV secolo, la Chiesa d'Occidente adottò come veJU data quella del 25 dicembre: data, questa ultima, che anche la Chiesa d'Oriente tinl coll'accettare. Uno scrittore cristiano siriaco spiega, con grande franchezza. questa innovazione: « Era uso JXl9anO celebrare il 25 dicembre la nascita del Sole e cui si accendevano dei luochi in segno di festa. Anche i Cristiani prendevano parte o questa solennità e a questa festa. Quando i Dottori della Chiesa si accorsero che i Cristiani avevano uno certa inclinazione per questo lesta, tennero consiglio e decisero che la vera natività dovesse essere solennizzata in quel giorno e la festa dell'Epifanio il 6 gennaio. Per questo ho sopravvissuto insieme a tale costume l'usanza di accendere dei fuochi fino al giorno 6>. I Pagani celebravano il Sole. I Cristiani, come ammette lo stesse S. Agostino, celebreranno, nel 25 dicembre, riconosciuto nel calendario giuliano, come il solstizio d'inver• no, il creatore del Sole. Cosl nasce la festa del Natale: ed è una festa questo - la più umana e la più commovente - che avrà in ciascun paese i suoi usi e i suoi costumi. i quali. aderiscono all'anima stessa del paese che li esprime Gli usi e i costumi che, in Italia, accomJ:X)gnano la festa del Natale trovano, indubbiamente, riferimenti e confronti nei paesi più lontani; e a volte l'uso nordico dell'albero di Natale (uao che, ormai, da noi dovrebbe essere seppellito) s'unisce colla tradizione. schiettamente italiana, del presepe. ed elementi pagani (quali od es., debbono considerarsi i fuochi che s'accendono, soprattutto, in Abruzzo) si uniscono od elementi schiettamente religiosi (la nascita del Bambino nelle Chiese, l'adorazione di Esso Bombino nel presepio eccJ. In questa fusione. di cui s'alimenta lo tradizione natalizio, rimane tuttavia impressa l'orma profonda, con la quale la nostro razza ha saputo segnare nel commi no delle tradizioni popolari il segno di una sua potenza rivelat,ri.cela quale purifica le contaminazioni e tempro nel sano realismo cristiano il mutevole misticismo orientale. A questo realismo si informa e s'uniforma la più tipica tradizione che accompagna, do noi, la celebrazione del Notale: il presepe. Un acuto studioso, il Polese. 20
ELLANOSTRARAZZA hci1a di G••'1 Criato ": del Giotto ... ha già notato che 4C il bue e l'osino sono, nel presepe, una inserzione o---supJX)Sizionepopolaresca». tanto è vero che «il Vangelo parla soltanto di mangiatoia)); sicchè aggiunge il Polese, « il volgo che non so immaginare la mangiatoie senza gli animali suddetti, suppJi con un'aggiunto realistica di suo capo ciò che nei libri sacri non sì dice aflotto>, senza poi dire che il nostro popolo, appunto per questo sua tendenza al realismo, « conduce i Re Magi alla stalJa di Betlemme mentre la visita di quelli avvenne in una casa del villaggio». L'origine del presepe si attribuisce, generalmente a San Francesco di Assisi. Sta di fatto, però, che prima del 1223.anno in cui San Francesco costrul H presepe del Greccio, assai diHuso era, in ltalia, l'uso P,i rappresentare nelle chiese il Bambino Gesù attorniato dai pastori o dai Santi. Il Liber Pontilicalia ci testimonia. del resto, che primo del 1223 il presepio si costruivo con scenario a figure mobili. [' merito, comunque, dello rappresentazione francescano l'aver trasle,rito il presepe dall'interno delle basiliche nelle mura domestiche. Così, mentre le rappresentazioni della natività arricchiscono l'arte figurativa. fiorisce, in Italia e soprattutto nel meridione, l'industria delle figwe da presepe (elementi questi indispensabili per lo rappresentazione realistica della Natività di Gesù). L'arte del presepe ha cosl dei veri e propri artisti. In Sicilia alla fine del Seicento eccelle un trapanese, Francesco Matera, i cui pastori, oggi, sono conservati nel Museo E1nografico Siciliano e nel Museo di Monaco. In quest'arte eccelse,ro anche molti artisti napoletani (i Sammartino. Giuseppe e Gennaro, Nicola lngaldi, Lorenzo Mosca ecc.). Notevoli sono. però, le differenze tra i pastori siciliani e i napoletani; chà nei Jlr)rni infatti, troviamo generalmente uno modellazione completo e unitaria (ottenuta coi mezzi più disparati) mentre nei secondi la modell02ione si integra con dei vestiti di stoffa, sicchè, in fondo, la modellazione stessa ne risulta impoverita. Un )'.X)Sloa ~ occupano i presepi dello Liguria settecentesco e di Bologna. Le ligure che compongono il presepe si possono dividere in due categorie: i personàggi necessari (lo Madonna, San Giuseppe, il Bambino Gesù. il bue e l'osino, i Magi o cavallo e a piedi, il dormiente. lo spaventato, il ciarornelloro, il pastore genuflesso, vacche e pecorelle), e i personaggi secondari (gli offerenti e gli uomini che o11endono alla campagna o al mare alle arti e ai mestieri). I personaggi necessari sono cootruiti da quasi tutti gli artigiani. I secondari cambiano do paese in paese (sicchè, ad es., nel 21
..n pNNpio ": da un'antieo atampa Napoletano troviamo la scena del presepe popolata spesso di taverne o di venditori ambulanti). Insieme ai pastori che raggiungono un'autentica dignità d'arte per la duttilità dei loro movimenti e dei loro atteggiamenti, l'artigianato ci offre, poi, dei pastori, di creta o di legno, che fanno la gioia dei nostri bimbi. Tradizione modesto, quest'ultima, ma, indubbiamente, la più utilitar"ia, perchè essa, offre appunto ai bambini la possibilità di costruirsi un JXesepe. Ed ecco come il Pitrè descrive, ora, uno di questi presepi: « s·~magini un paesaggio formato di pietra, di rocce, di sugheri misti e ottoccoli con orgilla o con cartone e CO· perii di muschio o dipinti ._ con colori imitanti lo natura. Qua è un monte o una catena di monti, ora rapidi ora scoscesi ma greti a guardarsi, sui quali si arrampì• cano, si inerpicano capre e buoi guidati C.:o pastori. Là una valle, ove pocorelle van piluccando qualche fil d'erba. Laggiù una grotta e una capanna, con entro dei pastori, quale a mungere pecore, quale a demenare una caldaia di latte e quale o far luoco sotto di essa. In luogo solitario ed ospitale è un pastore che' si cava una spina confittaglisi nell'un dei piedi. Verso la va1le. ove finisce una collina è un ruscello con limpide acque, ovvero un fiume che ne bagna i piedi, sul quale provvidamente è stato alroto un ponte ... >. E' atto.mo a questo presepe che si riuniscono i bambini. e coi bambini i genitori, mentre il canto si sollevo dolce e riposante: Staooll• - a meuaootte ii nato un bel bambino bianco, roHo e ricciuto. La •u· mamma lo pi9lia e lo bacicr e gli acaldcr i ~i piedini. Ohi mirale begli occhini dentro d ii il bealo Cntllo • nato. Venitelo cr •edere in quellcr capannellcr tra il bue e l'a•inello eon Gi11Hppe e con Maria f Ohi che bella compagnia. 1 E' un dolce cxmto toscano: e dalle case, intanto, i canti _I ~ssono sulla strada, dove l'aria stesso respira di mistero. : In Sicilia, fino a poco tempo, viveva rigogliosa e solenne, l'usanza dei cantastorie, i quali si recavano, di porto in porta, per cantare le novene di Notale .Questa tradizione non si è ancora del tutto perduta; ma, indubbiamente, s'è illanguidita. I cantaalorie quasi sempre erano dei cieC'hi (perciò venivano chiamati orbi). i quali cominciavano e finivano la novena del Notale un giorno prima della novena del calendario onde il modo di dire proverbiale: l'orvi fannu nasciri a lu Bamminu un jomu prima. Gli orbi comminavano sempre a coppia: uno cantava, l'altro accompagnava il canto col violino. E il canto cambiava di giorno in giorno, commento e documento della venuta di Gesù sulla terra. Durante il primo giro l'orbo P,Jneva lo sfondo alla scena: Obi chi ao..-a dulun,1Ja lu ..-t por1u amata epuaal Obi eh' edittu pubblicari 'Nlro la c:hiaua or ora 'oliai Gran ca:minu diYU fari E pa:tiri alcuni apiai Ed, iu alfrittu, pr'ubbidiri A Betlemmi di..-u jiri.
E Giuseppe, intento a partire per Betlemme, è indecise se portare o no Maria: S'io 'l'i lauu, ahi P4'oa rial S•nlu spartimi lu cori Si 'l'i portu 'ncumpa9n.ia Ohi c.hi p,41o.i• c_..pacoril E chi fari 'un ,acciu ancora L'uno • J'autri auaj m'accora. Senonchè Maria, di rimando: Spu1u miu, nun Ya!fri9gitl Iamunio.ni unni YuLiti La diYina ,-ulunlali Cuul •oli chi par1emu Ve9nu pri u.oni mi pur1ati Nun la nenti si palemu Iamunintti tutti • dui Anb Oiu cura di nui. Finita lo novena (come éivviene. in Toscano, per le befa~ nate o per le maggio)ate), i cantastorie concludevano il loro viaggio col viaggio di Gesù sulla terra chiedendo lo questuo: Napoli · MUHO d•Ua C.rtoea di S. MartiDo • .. D Pffaepio ": di Polidoro, Sammar1ìno, ecc. XVII e XVIII secolo.
centesimo l'una. Edite in fogli volanti, i quali si aprivano con una rozza e ingenua xilografia rappresentante la no~ scito del Bambino, queste cuntate. che in Toscano assu• mevano il nome di pastorelle. cantano la Nascista di Gesù Bambino: Tu •c•ndi dall• at•II•. r• d•I Ci•lo E Yi•ni in una grotta al f~ddo • al g•lo o la Zingarella che va incontro alla Madonna, nella fuga d'Egitto col Bambino Gesù e il suo sposo Giuseppe: Zin9.: Dio ti •crlTL b•lla signora 11d•I ti guardi in 090i ora S.n,.•nuto. o ••c:chiar•llo Col tuo bimbo <ra90 • bell_o Madonna: B•n tro•ala. aor•llo mio La tuo graaio, Dio tj dia Ti JMrdon i tuoi J)41c:c:oli E o lui FOr9li <ill•tti 9rati. E questi fogli volanti entravano nelle case, allietavano le bngate, si diffondevano di paese in paese. per la gioia degli uomini che, in essi, ritrovavano la loro fede Prescindendo dal cenone o dai dolci !estivi che si SO· ghono preparare per Natale, (chè queste sono usanze eu• ropee ed ex haeuro), un'altra tradizione, di origine pagana ma ormai allignata nel nostro suolo con un spiccato carot• !ere, è quella delle cosiddelte farchie. In Abruzzo, dove questa tradizione è onco,r oggi vivo, la fmchia consiste nell'accendere degli immensi falò, nei diversi punti dei vari paesi ma soprattutto sulle montagne. Se voi doman. date a qualche vecchio abruzzese qual'è il significato di questa tradizione egli vi risponderà che i fuochi servonc od accompagnare i Re Magi nella grotta di Betlemme. L'Appennino è bianco. Dai « monti oscuri> e« senza dir niente» sono venute le ciaramelle che modulano, con nitidi accenti, i canti del Santo Notale. Intanto i bambini girano di porta in porta. saccheggiano i canneti e le bosco• glie, scompaiono lra ì-i-ovi. Cosl coll'aiuto dei grandi. essi compiono la tarchia; e quando i fuochi si accendono par che si incendi la Maiella e il Gran Sasso, i quali si designano sull'orizzonte. Il Medio-Evo ci offre molte testimonianze. le quah confermano quest'uso che nel sec. VIII i sinodi cristiani volevano abbattere e che più tordi fu sostituito dal ceppo di Natole. Il quale, ad es. nella Romagna. come testimonia ;I Toschi. « è tanto smisurato di peso e di volume che deve essere trascinato da un paio di buoi». Il ceppo, infatti, non è che il lalò acceso in casa anzichè all'aperto. E' vero che lo ce.rimonia del ceppo si distingue per il suo carattere domestico, intimo, raccolto: ma è pur vero che il passaggio dal falò al ceppo sarà stato, indubbiamente, determinato dal tempo cattivo. Non si può negare. d'altra JX]rte, che. in origine, quesu !alò abbiano avuto la funzione di ino:mtesimi per il sole. Ed è pur vero che a tale funzione era legata la crescita delle messi e l'allontanamento delle forze nocive_ La funzione, però, che essi hanno oggi è quella della gioia, (per quanto il pensiero di essere utili alla compagna per mezzo dei falò o dei ceppi non è del tulio estraneo olla mentalità degli odierni vo~g~i .dei popoli civili). Cosl il popolo italiano celebra il Natale, il «suo> Natale. E in queste tradizioni è l'anima stessa della nostra gente, che è quanld dire della nostra razza. la quale rifà, in sè. un commino- ideale, che è un po' il cammino dell'umanità, di Dio che si fa bombino, del bombino che si fa uomo, dell'uomo che si fa umanità. GIUSEPPE COCCIIlARA . \" ~ ~i:: ·~,- . ~ ., ~ 4 i. ,: • -p<111ori ..: di F. Matera 26
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