Ho narralo, in un mio precedenle lavoro, la storia delle leltere inglesi dalle oscure origini celtiche ai nostri giomi. Ma poichè l'Inghilterra, non ~ solo il paese dei Jet• terati e dei poeti, ma anche, e sopra tutto, lo terra classica del progresso civile, poli• :ico, scientilioo, economico e artistico, del lavoro lntelligenle e proficuo. della filantropia illuminakl e del carattere, mi pare utile lor conoscere ai giovani italiani tut!o ciò che pensarono e operarono - anche al di fuori della letteratura - i discendenti :ion degeneri di Elisabetta, la lorte donna regale, di Sackville, l'integro moralista, di V/olter Raleig'h, l'ordito avventuriero, di 9ocon, il filosofo eclettico. di Newton, il grandluimo scientiato, di Addison. il glor• :ialista meraviglio.o, di Pitt, l'insuperato minislro. di Burke, l'oratore ciceroniano, d: S:dth, l'economista insigne, di lnigo Jones, l'architetto riformatore, di loshua Reynolds, i! t1l101tista psicologo, di Enrico Purcell, il :nusic:s1a sapiento e melodioo, di Davide Ga-.liC'k, il geniale Interprete dei capolo• voti dello scena drammatica. La roccienza delle proprie facoltà e del proprn; valore ai compendia per gli inglesi :iel motto superbo: Rule Britannici lo, non inglese, che 9uelle lacolU1 privilegiale e quel valore indiscusso, intendo glorificare in questo libro, ad ammaestramento dello gioventù latina - assai più intelligente che strenua e operoso - dico semplice• :nenie, ma con la più prolonda çonv\nzione di dire il vero: Anglia docet. E polchè a :ne sembra che Ella, illustre signor&, offra un nobile esempio del aucceuo dovuto, ap. punto, a quell'ingegno vereotile, o quella operosità e a quel coraggio morale che costituirono in•ogni tempo le doli più sin•· ço1ori d&gli uomini di governo inglesi, al nomo di Lei, e con animo schietto dì am• :nfr<..1<,rev, oglio raccomandare il mio nuovo v-:,i,11.,1ef,idando che dalle vicende in esso na:rctt; e. insieme, dal vivo attraente esem• pio di Lei, signor ministro, i giovani ila, !ioni ai innamorino di ogni lrionfo procurato dal lavoro e do\ carotiere e, disto- :;iliendo gli occhi e l'animo dai tolsi ba· glìori dell'orpello ingannatore, aoppiano e vogliono sottrarsi olla parola tentatrice e :nendace degli Dei lalsi e bugiardi. Accolga, signor ministro, i sensi ph) devoli e cordiali della mia' perielio osseria,~HAJ,~ Dario Fumagal\i. da Roma: Perehè Sottil• nel suo articolello sulle ri• volu:tioni francese e russo non ho tenuto conto del giudaismo? Della rivoluzione francese se ne porla :-iell'oculisslma ed oltremodo interessante prelazione del De' Bagni al Il volume della biblioteca della Difesa dello Razza, J, 8. Prunaitia: Crialo • i crillti<m~ nel Talmud. La rivoluzione francese è stata villoria ebraica, borghese, mercantile ed Il vero popolo di Fronda sanguinosamente trovol• to si può dire che è quasi scomparso. Gli ebrei 'odierni a qualunque costo vogliono " tentano di mantenere questa villoria doi loro padri. friwo onooro, l'lnghilteno per l'indole del suo popolo, al era fusa con l'ebraismo ed e per questo che essa. oggi ai accani&C$ tar:to oontro lo Germanio. Hote Bellsha nel suo recente discorso opertomen1e ha detto: « ... r nostri obiettivi rlon sono deJinltl do lrontiere geografiche. A noi interessano le frontiere dello &pirilo. Questa non è uno guerra per una nuova caria geogrolica rr.a una guerra per rlstabi· lire le condizioni di vita nazionali ed in• cUviduali anche per la 'Germania>. Mo quanti di noi sanno che Hore Belisho ministro inglese della guerra è giudeo e uno de, maggiori esponenti dell'ebraismo, il cui scopo •uptemo in questo momento è di ab. battere il governo no-zista, l'unico che ab. bia sttriamente combattuto 9li ebrei? E che la Russia va liberandosi dagli ebrei? Coal &crive Fumagalli. Ed ecco una lettera di D. Arecco, venuta do Genova: Coro Sollile, nel con&lderare le due rivohz1t.ni, la lroncese e la rusaa, tu le vedi idec:c-gicamente 091i antipodi, perchè ti lerfflt soltanto alle apparenze. senza pen, sa~o che queste, generalmente, per non dire sempre, son latte e messe innanzi ,x,: coprire la nuda realtà! Leggi Cl'Ulto • i Cl'Ultianj nel Talmud di Pranoitis, I Protocolli del So-..i Andani d.i Sion P4r la conqui91a d•l mondo di Preziosi, e L'Ebreo inl•rncuionale di Enrioo Ford, il quale è un commento abbaslanzo pro- !ondo del Protocolli; pensa a chi veramente e unicamente giovò la rivoluzione Iran• cese e a chi giovò e continua a giovare la rivoluzione russa e dovrai concludere (astraendo dalle apparenze) che ae le due rivoluzioni giovarono solo alla medesimo razza (l'ebreo) e non al popolo, le due ri· voluzioni non possono es.sere e non sono agli antipodi. i.o rivoluzione francese col dare allo raz:.:n suddetta i diritti di nazionalità permise agli ebrei di nascondersi e frammischiarsi e09\i ahri ci1todini e compiere indi· !turbali i loro allori loschi in danno di tutte lo 110:lo:.alitò che Il hanno ospitali e che li ci,;..'.•cno. La rivoluzione russo permise lcro d: stabilire colò e un sistema capila• liatico spinto lino olla barbarie• e tulto a danno del popolo russoi ~ e, ~ Anche GiuHppe Grieco ha risposto o Soui\e. Egli dice: I Coro Sottile, permetti che dico anch'io due parole sulla questione do te sollevato, e rlon già per vizio di polemica, ma per• chè :aie questione è di londamenlole im• portanza per una vera oomprenaione della ~io:il.l, comprensione tutt'altro che lacilitata dagli attuali libri di testo. Anzitullo ti dico che non sono olfatto d'accordo con te. Questo considerare lo storia oome una polen, :.o c ..... ulta - buona o cattiva non imporlo •·· cne crdino gli avvenimenti secondo una suo ferrea logioa conseguenziario, queslo considerare dascun avvenimento <:ome il portato naturale d'un altro che no è. lo èouso, il quale poi a suo volta è lo effetto d'un'oltra causo, e coel via all'infinito, non ti sembro che ala proprio - benchè sollo altro aspetto - quel maledetto idealis(llo diolettico che tanto combattiamo in filosofia e che, naturalmente, non possiamo far passare per lo finestra della storia? O sei anche tu uno di quelli che credono o! dogma dell'evoluzione dello Spirito? Se è cosi, è meglio non parlarne ph) di Roma capitole del mondo • di una nostra missione di civiltà Ira i popoli. JI. lusionil Se ogni avvenimento, J?er grande o straordinario che sia, non è che il por• toto nalurale dello Spirito che s'inquadra nella dioJettica del divenir•! Allora hai ra• gione tu e chiudiamo lo discussione, Mo io questo « Storia • concepita come un enle a se alante, che muove uomini e nazioni come tanti lanlocci, ti conlesao con• ~ didomente che non la so concepire. Sarò fof$e perchè la mia natura di artista che vive a continuo immediato contotlo col popolo, mentre do un loto mi porta - pur non disconoscendo 9li altri fattori - a con• siderore quasi tutto ciò che di grande e di bello si è fatto al mondo oome opera (d'arte) di un solo, dall'altro mi lo essere prolondamente scettico circa le teorie più o meno brillanti enunciate a tavolino do piò o meno pcolondi lilosofi. lo sono invece mollo P,i\\ semplice. lo credo che vi siano popoh costrullivi e popoli sterili, popoli che creano la 1toria e popoli che lo subi• scono. Solo con~pendo cosi la storia, lo credo che possa avere uri senso parlare di Rotno capitale del mondo • di uno no• stra missione tra i popoli. Mo perchè tutto ciò possa avvenire, l'uc ..10 deve essere oa• solutomente padrone (,.,I proprio der.lino, deve ci~ avere un'anuna suo, 110n •oO· getta a nessuno coercizione, sia proVenienle dal bosso che doll'oJ10, dolio materia che dallo spirito. Ora è appunto questa dantesca innata Ubertade, che l'idealismo dialettico moderno distrugge, dando in tal modo origine al oosiddetto storicismo dello Hlosolio e della storia. Caro Sottile, da questo dilemma n~n si esce: o 'noi aiamo liberi e allora non ha senso parlare della storia come un ente o sè; o noi siamo compone nella dialettico del divenire, e alloro invece non ha sensc parlare ancoro, com• tanti idealisti fanno. dello nostra Jrllssiono nel mondo, non solo, ma è semplicemente assurdo geltar lulmini e anatemi sullo rivoluzione francese e, più ancora, su quella russa. Se anch'esse non sono che momenti necessari dell'evoluziono dello Spirito! Ma lo vado anche più oltre, io nego agli idealisti moderni li diritto di parlare di capi, siano essi aristocratici o plebei, perchè è assurdo, senza senso, par• lare di capi, quando ai professa tale lilosolia, dato che il semplice concetto di capo porto implicito in aè l'altro di autonomia, libertà, volontà creatrice proiettalo nel fu. turo che, come ho detto più sopra - ma repelila iuvant In questo caso - è appunto negalo da tale filosofia. Eppure ci sono periodi in cui sembra che tutto vada perlettam♦nte inquadrandosi nella diolettica del divenir11. Ma attenti a non cascare In inganno! Sono quei periodi detti di stasi o di transizione in cui nessuna 9ronde idea e nessun gronde capo brillano all'orizzonte della storia, periodi di ordinaria amministrazione, in cui la poli• lica à subilo, non fotta, da gente abulica, disincanlata, borg-hese, tantoppiù se ha san9ue aristocratloo nelle vene. Alloro al che tutto va come deve andare, come vo. gliono I filosofi, I mercanti, gli speculatori di borsa. E' il sistema ideale della borghesia e degli ebrei, l'ideale per cui fu fatto lo rivoluz.ione francese. Ma lasciate che questa corteccia ai rom• po, che dal cuore del popolo sorga un eo.po, il Capo, e vedete che tutto cambio, che niente va piò oome deve andare, checchè ne dicano i lil060fi idealisti. Sono forse un portato naturale dell'evoluzione dello spirito la oonquista delle Gallle, lo sço. perta dell'America, lo spedizione dei Mille. E se non lo sono, che sono dunque? Un'ultima domanda e poi boato: credi tu aul serio, caro Sottile, che il Fascismo sio un frutto naturale dell'evoluzione dello Spi. rito e non piuttosto una creazione - un'o-
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