questionario ~ e po,po(,o, Giu■-ppe Marlb:u. da Bressanone: Sono uno 1tudente lic.ale di un Istituto della provincia di Bolzano. Da qualche 1ernpo Mguo eon molto Interesse la vostra rivista e trovo modo coal di ralfonore e di rivedere certi ,giudizi e certe considerazioni su avvenimenti, idee, teorie, per&0na9gi e problemi soc:lali e razziali che mi sono venuto formando nell'ambito dello scuola. Sono, come lo sono tutti i 9iovan1 della nuova Italia. fascista nell'animo dell'anima e italiano nel pi~ profondo del mio spiri• lo. La terra di Dante, che mi delle i natali, ha riversato in me l'ordente patriottismo del Poeta e la fede in questa nuova Italia e nei ph). alti destini del popolo italiano. E' per questo mio amore liliale verso la gran Modi-., che io vidi eon ,giubilo il Regime ao1"9ere a difendere la no91:ra razza e salutai il comparir• dello vostra rivista e l'ho seguita nel suo cammino e nelle sue polemiche. La nec.ssità di .una politieo r<nzista ml è sembrata - ed ora vieppiù mi ralfono nella mia opinione - impreacindi• bile per un popolo forte, ed in essa ho ve• duto il segreto della polenza. Un popolo come il nostro deve lare Il rauismo. Nol possiamo e vogliamo esser potenti; e per esser deg-ni dell'Impero, bisogna esaere forti; lotti nei muscoli e nello splrilo. nella nostra fono Interiore. La scuola deve essere allraneota totaJmente dai libri borghesi, ·oome è stata af. francata dogli inugnanli ebrei. Bisogna es• sere decisamente antiborghesi anche e soprattutto nella scuola, • dare ai giovani l'esalta conoscenza del vaJore della nostra razza. dei moti e dei sentimenti che l'agitano, delle cause e delle ragioni di certi avvenimenti, incoaciamente e colpevolmente traviso11. Bisogna dar. al giovane, 1p&c:ialmente nella scuola modio, una oducozione razzista; bisogna presentare un poeta, un pensatore, un artista in quanlo italiano, lo~ndo penetrare ai giovani il pensiero dei grandi che parlarono di una raua italiana. perchè solo eo4l riusciranno ad Indirizzare il giovane al culto dei va• lori della nostra razza ed a fargli comprendere quanto ,iano stali 9retti e ciechi l'incondizionata ammìrazione e il conven- 'tionale servilismo per tutto ciò che era straniero a scapito del genio itaJiano. Blsogna far compr-endere al giovane che l'Italia ha avuto pensatori suoi, e che noi dobbiamo 11udiarli perchè 1ono della nostra 1teua raua, perchè hanno i nostri ,tesai carotieri biologici e 1pirltua11, perchè, insomma, sono italiani e da italìani hanno pensato e 1erlt10. Bi109na far capire al giovani che è ad eu.i che devono rivolgere principalmente le loro mentl e di essi nutrirai ed In eul Tivere. Questo si può lare nella scuola con libri, aiteri e professori ra:z.zisti, ci04\ deci• samente antiborgheal. n ra:nismo nella scuola è necessario perch~ a scuola ai lor9-ia lo spirito e l'inlelletto, perchè dalla scuoro useir<mno gl'italiani. Gli studenti devono comprendere che noi dobbiamo e vogliamo esure un popolo e per essere un popolo biscgina essere forti. nei muscoli, nello spirito• e nella volontò. E per eu.er forti occorre prima di lutto es• sere se stessi. Per questo bisogna difendere ogni valore biologico e interiore dello nostra rana dalle ingerenze e dalle inliltra• zioni d'ogni elemento estraneo. Tutti devono comprendere la necessità e l'im'porlanzo della difesa della nastra razza, special• mente dalla mentalità ebraico e borghe". Noi abbiamo un Impero da difendere e da far prosperare, siamo una Nazione che ha in sè la sua potenza; dobbiamo essere un popolo. Bi&09na distinguere la nostro na• tura perché appunto dalla natura bisogna partire e considerare la diversa origine de• gli individui e delle razze e la loro diversa formazione. Si vedrà cosi che non ai può euere uguali, perchè le razze hanno Ca• ratteri e modi di agire. di vedere e sentne diversi e anche opposti. D'altra parte bisogna pure considerare che ogni ,toto ha i suoi interessi da •alvoguardare, e che li possono insidiare le inclinazioni di popoli di razza diversa. r· per questo che abbiamo allontanato gli Ebrei. Dire invece che siamo nemici della natura e lo vogliamo obolire é voler di• struggere la multilormità degli individui e dei popoli per ridurli In un piano di utopi11ico uguaglianza universale. Mi sembra che coal 1ì ricadrebbe nell'Illuminismo del '700, il quale, infatti, postulava fra J'aJ. tro l'eguoglianio naturale degli individui e l'eguaglianM a priori dei popoli, che è net• tamente opposto alla concezione classico. Dobbiamo ,vegliare in noi il sentimento òella razza. perchè 10l0 c:osl ai potrà for• mare il popolo. Ed anche in questa opera ml sembra che possano, anzi debbano, dare il loro contributo i giovani di tutta Italia. Scendano gli studenti Ira gli oJ)trai sporchi del fumo delle ollicine, della calce dei cantieri o del fango delle miniere, senza RQWa di sporcarsi il ve,tito o di imbral• tor.i le scarpe. scendano fra il popolo, og. Ee1vir,o la sua vita, penetrino i suol moti, i :J..:c.i untimenti, le sue aspirazioni. E dopo uv~r c.::i11ip1ea.ocome vive, pensa, e sente J"oporc:1:;,,diffondano il ranismo Ira il popolo, perchè solo cosi si la il popolo italiano. I giovani devono lar comprendere alla massa operaia che il razzismo deve essere il suo modo di vita perchè esso ditende I suol interessi. la sua vita e la sua famiglia dalle lnliltrazion( malefiche; per• chè In esso è il segreto della potenza, perchè per mezzo di eno possiamo divenire un popolo e finirlo con le divisioni di classe. Nello stesso tempo però bisogna far ca• pire al popolo - che è sempre stato re• li~ioso - eh• il razzismo non è contra il ccttolkesimo e che non è un'utopistica polemica su valori razziali lneslstenll o una espoaitione di questioni che non potranno mal aver vita. Diventando popolare il ra:z. zismo sarò li modo di vita dell'Italiano cat• to!ico e fascista. Potremo cosi dire un gior· no. siamo un popolo solo. una ra:r.zo, un Impero. (A propoaito di Impero, perchè non ini• ziate nello vostra rivi1la una documento• %ione sulla politico razziale coloniale del fascismo? Potrebbe destare qualche int• resse, specialmente se messa a conlronto con quella di qualche altra nazione. come, per es-empia, la francio). Dando agli studenti un'educazione rouista e svilupp:mdo nel popolo la necessità di una politico ro:niale. man1erremo la nostra razza pura. forte, sana, e potremo dire d'Hser finalmente il popolo italiano, uno di lingua, d'armi e di pensiero, che i riostri grandi sognarono. Sopra1tulto al popolo però dobbiamo ri• volgerci. Bisogna innalzarlo nella sua preparazione spirituale e perciò andare a lui, lranlumando tutte le borghesi divisioni dì classe, olfro:tellandoci !Ulli nella lolla per' la difesa di noi stessi e della nostra civiltò. Se vi sembra, come sembro a me, che questo sia razzismo, rìvolgete per mezzo della voslra rivista. o lulli gli studenti e gli operai d'Italia. la vostra parola. Molte voci e molle penne vi risponderanno e gli studenti d'Italia si metteranno all"Opera. ,eideate,rul,~~ Svegliare nel popolo il sentimento del• !"essere llaJiano, queslo mi sembra il miglior succo dello scritlo di Martlni. E que• sto il bisogno del nostro tempo, la ragione della difesa della mzza. Svegliare un senti:nenlo che dormiva. e al quale contava la ninna nanna la cattiva educoz.ione di ad• ditare ogl'italiani \'imitazione d'altri popoh e darci l'ideale del sangue a1trui. Di questa cupidità d'esser ibrido ci mand6 tempo fa da Comiao un ,ingoiare documento il coCTerala Giuaeppe Scerbo, in• segnante di storia, lilosolia ed economia. Si tratta della dedica che nel 1905 A. R. Levi lec. d'un suo libro al ministro guardaslgillì Ronchetti. U libro a'inlilolava: Come uDa nasione di-,-•nto grande. E par• lava dell'lnghillerra. Ora nessuno pi~ di noi ai rende conto dell'importanza di qu•ata grande potenza tr della necessilà che ogni italiano debba comprenderla e poaso amarla o nel caso coinbatterla. Capirla insomma come altro Ca sè. Ma A. R. Levi diceva di glorlliCOJ"e le facoltà privilegiate e il valore di quel paese ad ammaestramento della nostra '.)ioventù. E dedicava il libro ol Ronchelli. re1çhè di questo ammirava le stesse qua• !itò degli Inglesi. A. R. Levi non era inglese. Mo neppure !tallono. Era ebreo, e proponeva alla 9.iot·cntò. Italiana l'imitazione degl"inglesi. Era eb:eo, eò era prole,sore. educatore di giovani itaJiani. Ma io non vi ho detto tutto. Dovete leggerla, questa dedica. Eccola. Considerate specialmente la• seconda porle:
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==