\<..'tlericordare il soggiorno nella rocca sul teatro di Pompeo presso il campo di Flora, ora de' Fiori. Lo scudo originale era a bande rosse e argento che restano nella seconda partizione. Dal teatro di Pompeo,. passarono a quello di Marcello. dopo che l'ebbero abbandonato i Savelli ma sull'ingresso elevarono in memoria le due orse di pietra. Complessivamente gli Orsini romani - la casata è estesissima anche all'tstcro - sono circa se-iccnto (199). Di origini più antiche degli Orsini è la famiglia romana dei Santacroce, purtroppo estinta nel ramo principale ma fiortnre in altri rami distribuiti in tutta Italia. I suoi pafazzi bellissimi sorgono alr Arer.ula ed una via le è dedicata col nome originario di Publicolis ed una chiesa: Santa Maria in Publicolis, gentilizia dei Santacroce nella "ia omonima presso il no<o palazzo a punta di diamante. Essi vantano dunque discendere da Valerio Publicola che successe a G. Bruto nel primo consolato quando questo, per la parentela dei Tarquini dovè lasciare Roma; il cognome Santacroce sarebbe dovuto ad un cavaliere della sens Publicola l·hc accompagnò a Gnus.alcmme Sant'Elena 1n.1drcdi Costantino allorchè questa si recò in 'ferra.santa aJla ricerca de!Je reliquie di Cri\h.> e rinvenne fra l'altro la Santa Croce. f: b. noce entrò nello stemma diviso oro e '" rosso con le due mezze croci di colori opposti a quello del campo. Anche i Cenci si dicono d'origine romana usciti da una gens Cintia o Cincis e da Cintia; recano le mene lune sullo scudo. Ebbero. un papa nel s. X, Giovanni X, e que- .to è già sufficiente a decretarne una bella antichità. Sta di fatto che a Roma benchè scarsamente rappresentati esistono tanto i Cincis che i Cinci (dalla gens Cintia) che documentano la foodateua dell'asserito. Benchè meno numerosi di altre famiglie i Cenci sono 286 e i Cencelli. che do, 1rebbero es.seme un ramo cadeuo, }9. Naluralmente non bisogna prendere per oro colato tutte le asserite disccnden~ romane sorte dopo il XVI secolo, ma per le precedenti, attese Je condizioni politiche piuttosto sfa\'orcvoli a taJe origine si può ben essere fiduciosi. Nel I 100 poi tutto le famiglie di una quaJche distinzione discendevano almeno da un console; tiptca è la genealogia d~ Cesi che han fatto vagare i loro antenati dalla Grecia a Roma e da Roma in Gallia per stringer parentela con tutte le famiglie illustri delle diverse epoche storiche; press'a poco com'era ?-(caduto precedentemente nel Medfr,evo, quando dopo la morte di OC'siderio, senza eredi, sorsero oltre cento famiglie che dimostravano Ja loro discendenza. diretta dall'ultimo re d'Italia. Anche Dante si diceva discendente J,H;li antichi romani e precisamente dagli Elt~1. ramo dei Frangipane o Frangipani, nobilis. sima famiglia di cui ignoriamo l'originario cognome poichè fattuale le fu imposto dal popolo per una di quelle distribuzioni di pane che nei periodi di carestia le case patrizie largi\'2nO al popolo. Benchè sia estin1'2 nel ramo principale da secoli vi sono pure IO persone che hanno la prima forma <lei cognome e ij la seconda. Gli Elisei sono 64. Alighieri a Roma non ,·e ne seno benchè ahre famiglie d'altro cognome si dicano discendenti dall'Ali- ·ghiero. Na1uralmente anche fuori Roma ,,i sono famiglie che si dichiarano d'origine italica. e sulle quali sarebbe interessante fare ricerche; principa.lmeote nelle città iosa.ne e in Venezia. Così gli Strozzi di Firenze che si dicono di famiglia proconsolare. i Buondelmonie pure di Firenu che professa\•ano legge romana, e questa della legge professata è forse la più auendibile delle testimonianze in un periodo in cui ciascuno seguiva la propria legge nazionale e i tribunali giudicavano secondo la legge ro. mana, longobarda e salica indiffercn1emente. Pure di Firenze i Paui, benchè originari di Fiesole; qui difatti csistè la fa.miglia di t.r. M. Paccius e una di un Pacilius. Anii i fiesoiani, per a,·er ospitato i Fiorentini dm.tnle le in\'asioni ed essere a queste più \'Ohe sfuggiti si dànno in massa per italici. Dalla gens Pansia discenderebbero i Pan. ciatichi di Pistoia che recano per emblema il (igno bianco dal collo nero che Caio Vibio PJ.nsia, il maggiore dei Vibi, a\'C'\'a ccmc insegna delle sue legioni. Caio Vibio morì in Bologna per le ferite riportate nella battaglia che sostenne in favore di Ottavio et:nlro Mar<.'Antonio e in questa città ancora nel 1300 era opinione radicatissima che i Panciatichi fossero suoi discendenti. A Roma vi sono solo 2 persone distaccate da Pistoia. Le famiglie veneziane meriterebbero in questo elenco un posto a parte. I Mogemco di Venezia per esempio si dànno come discendenti della gente Cornelia, i Condulmero s'asseriscono tribunizi, i Giustiniani diKendono dalla Casa Angela Fla"ia che rtgnò in Oriente; dubitare dell'antichità dei Tiepolo è a Venezia quasi offesa pubblica e di fatto essi erano rappresentati all'elezione del primo doge Paolo Lucio Anafesto nel 697; gli Orscolo furono fra i primi a ricoverarsi nelle isole alla discesa dei barbari; quello che interessa è soprattutto che questi cognomi sono diffusissimi - bastano per tutti i Giustiniani che a Roma sono 184 - e Jo sono finanche nelle isole dell'Egeo che furono a lungo sotto Venezia e in DaJmazia. Campo di'studio vastissimo alla do- ~umentazione sulla razza italica pe-r chi ne avesse voglia e possibilità. GIUUO SILVESTRI
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