La Difesa della Razza - anno III - n. 3 - 5 dicembre 1939

Cosi ravviso, anche per questo nuovo atteggiamento, una contemporaneità di evoluzione tra l'arte di questo nostro secolo e il cammino storico degli eventi. Il Fascismo rinnova l'ordinamento interno, afferma i principi della razza a tutela ed a potenzi.amento dei caratteri fondamentali del nostro popolo; la musica italiana trasporta nel campo artistico' le stesse premesse per il conseguimento delle pj.ù alte mète. Si rinnovelli cosl per la nostra Italia Fascista la gloria dei secoli scorsi, che videro l'incontrcmtata egemonia della musica italiana sul mondo ~tero. I(./ J'I Sin dai primbrdi del Cristianesimo la musica accom• pagnò l'evoluzione dell'era nove1la che schiuse nuovi orizzon\i al pensiero umano e nuovi ideali all'anima delle collettività. Nessuna arte più della musica, rifuggente da ogni materialità, poteva aderire al nuovo movimento spirituale. Si spegnevano le grida bacchiche i suoni delle orgie prolane e nascevano i canti dei martiri e dei fedeli. Dall'o• scurità delle catacombe sorgeva la luce di un'arte pwa, nata da ispirazio!V più alte e profonde. Anche se non si può con certezza dire quale fosse il caratterei dei primi cantici cristiani, una cosa è sicura ed anche significativa pe,- la ricerca di un carattere fondamentale dell'arte italiana: che a differenza della musica greca prevalentemente sot1omessa alle leggi metriche !etFrati in coro (Incisione di Urs Gtol, e Statuto ot Privilegia ordini$ .. Canto Gffgori<mo carlhuaionaì1 >. Basilea 1510). terarie, quella nuova si orientava decisamente verso forme sempre più melodiche ed assolutamente vocali, giacchè i primi cristiani rifuggivano dall'accompa• gnamento di strumenti che troppo ricordavano loro le pagane feste dei greci. Questa vocalità e melodicità costitul poi il sottile. ma N'"l.ace filo che uni e caratterizzò l'arte nostra nel volger dei secoli e dei periodi storici. Attraverso l'ordinamento di S. Ambrogio, Vescovo di Milano, si giunse alla riforma di Papa Gregorio Magno che, verso il VII secolo codificò il nuovo canto che fu detto gregoriano e istitul la Schola Cantorum romana, la quale assolse per più secoli il còmpito di conservare le più antiche e pure tradizioni.

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