La Difesa della Razza - anno III - n. 2 - 20 novembre 1939

c.>,1d1zioni d1 e onestamente> giudicare dei problemi dello spirito. Si. rti:orla Aristotele su quel trono da cui lo moderna lilosoli:i iniziato dal Desoarles l'avevo fatto scendere dopo qua3i due millenni di regno: egli era veramente Cclui che kovro 91i altri com·oquilo volo. S, bandisci, Sçino1:a dal consonio civile, lanto che a me J:<Jr di sentir riecheggiare quello Sciqtor che. nello sinogo0a di Am• sie1dam. squillava al popolo eleuo rostro c1sr.10 dalla comunità ebraica di un perveiso e perve,tìtcre fabbricante di occhiali. vt::n e metaforici. Ed a cominciare dal Descor tes. giù giù sino a Hegel. J:<)re che pù oes.sunE' possa $0\varsi - G. Bruno è orso una ~ccnda volta - se non G. B. Vic...o. Ai dieci comandamen1i è proprio il caso d1 aggiun9Nne un altro: Xl: non esoge• ,are. E sopra ogni coso non .esagerare nel e tono di lnimìci:r.ic • quc.;ndo ~i pa~!:1 d1 coloro do cu, si dissenle. anche se si dissente a ragion più veduto di quanto so,. venti volte non appaia. Si può sl diuenlire del meccanicismo del Descorles. mo ccme non riconoscere o coslui il merito di aver rollo per primo quello 91eve ca'ppa di piombo che lo Scolastica tenevo allora su tulle le meningi umane? Filosofia voleva ,_noro dire Teol09ia e sin qui passi: mo che cosa qu.alO Teol09io lene diventata al lempo del Descartes, lii può chiaramente vedere dalle Lettres Pro- ,1nciales di quell'anima candida e cono. licissima che fu Blaise Pascal; lettere, sia dello Ira paN1ntesi, che, seri.salme per lo scopo o cui tendevano, cottilulseono onèhe oggi uno avyincenle lellura. Bibbia ed Aristotele. Aristotele e Bibbia, eran s101i per quindici secoli l'olla e ro. m<:go dell'umano sapere: che losse peri• ccloso l<l0stor1ene ben seppe G. Bruno. Più lo, .unoto del Bruno. il Descartes polè. dal• l'f.Jlando ove s·era rilirato a meditare, apri• re allo filoaolio lo sua Hoondo ricchissimo polla. dop0 duemila anni precisi dacch~ 1ul :.cero suolo dell.Ellode s·era dischiusa la primo. Gli enciclopedisti, lo rivoluzione dell'89, quanto succede ai di nostri. si rial. lacciono in qualche modo o quei Diacou111 de lo M.ithode che videro per prima volto la luce in Leida nel 1637. Non occorre qui nà approvare, nè disapprovare; nè Il libro. n6 gli avvenimenti citati; bosla qu• sto: che se quel libro non avesse e mais potuto apporiNI, noi. òggi, non saremmo lor1e qui a parlar pa<:alomente di queste cose., E chi. pur da lui dissentendo, 'ho mai potuto leggere rtuco dello $pino1:a seni:o eh<- l'animo 91i si prosll'asse dinnanzi alla maestò di Ionio inlellelto? Chi, leggendo cerio scolio a quelle sue preposizioni che egli dimoalra all'uso matematico dei !ilo. soli di alloro - che eron matematici e liloaoli assieme - chi. ripeto, leggendo S~inoza, ha mai -pensato al suo corpo di mulilo giudeo? 0 non sarebbe stato piut• toato il caso di pensare in quel momento che, con Gesù Cristo, egli fa II paio de· grandi ebrei scocciati dal tempio dai Farisei? Nell'ultimo numero della rivista. qual• cuno rileriflce olla relatìvit6 einsteiniano uno corrente lilosolica. Non 6 Il C'OSOdi dire in che veramente consista quella teoria dello relatività cbe lroppi citano mo che a pochissimi è doto conoscere. Pure è J)l»Siblle dire in proposito qualche non mopportuno parola. J fisici degli ultimi cinquant'anni .s'eran posti il problema della misura di una certo velocitò: 0$$0luto. Ero un problema di fon• damentale importanw e di dillici!e ma (.secondo id- fisiche sino ad alloro indiscusse) di possibile soluzione. Le dilflcollò, di ordine tecTiieo. erano date dall'estremo precisione con cui la misura doveva essere lotta. I fisici non si sgomentarono i:,er que• sto e riuscirono alline ad imma9inare espe• rien:ze, di una delu;:pteua e precisione 1ali, da dare lo sicureuo che lo scopo sarebbe stato raggiunto. Invece: delusione s::immal le esperienze non dettero la cercata mi• sura. Non rimaneva altro che 01tribu1re il non previsto insuccvsso a qualche causa sconosciuta. Dicendo cosl non sembra che si dica gran che: mo l'ìnolloso risultato ero invece tale da sconvolgere, per le sue conse9uente, le steue ba.si su cui posava l·inloro edificio della lisìca. Fu alloro che ùn giovane fisico ancora ignoto. Alberto Einstein, pubblicò nel 1905 una memoria m!la quale asseriva che nessun altro espe• rimcnto oneboe mai dato dsultati diveroii da quelli che giò s'erano avuti, ma che 1:.llo 11 sorebbe chiarito se si loHe accet• 1..:.:.J. come ben rappresentante la realtò delle cos.e e dei lotti. uno e ipotesi> che &9li formulava e che chiamava e della re• lahvitò >, perchè in essa, tempo, spazio. moto. sono presi non più in senso os.soluto, ma relativo. Quando noi diciamo: quanto à stato corta quesforal oppure: quanrè stato lun90 quest'Ultimo chilometro! noi diamc al tempo ed allo spazio un senso nrlalivo; in oltre parole. noi ne facciamo dipendere lo grandeuo dalle circoslanu, che li accompagnano. Non questo, mo qualche coso di concettualmenle simile, è siate matematicamente introdotto da Ein• st-,in nelle sue formule. Questa ipotesi. svi• lupi;ata dallo sleHo Einstein e da molti altn lisk:i e matematici, sino o costiluir• unu 1."0mplessa leoria. è 09gi un apparato scientifico che sorpassa quello di GalileiNewton nelle aniludini a spiegare i lcno meni naturali, tonto del macro quanto del mi::rocosmo; esso comprende. come caso speciale, quella del Ge!ilei•Newton. t· inu• tiic. 6ntrare in altri dellogli, anche perchè questa teoria non si presta, come lutto le r,u~c.denli teorie. ad essete espressa con pc:::,le che ne diano una roppresento1:ione geometrico- o meccanico: solo il linguaggio malemauco, di cui segue strettamente lo ~culiore logica, lo può chiaramente lonnu• lare. Gran numero dei più noti tisici ed o;>\ronomi l'hanno occellata. Ogni l!sico so. che coso sia e quando r.,aca. una nuovo teoria. Nello spiegazione dei fenomeni ddla natura si procede sem• pni basandosi su uno teoria o ipotesi di lo ,ero: ipo1esì, pe,chà non si può mal ave• r-, ce1te:r.to assolula che le cose stiano vera11.~nte cosl come ai suppone che •tia• n: h-r quesia ra9ione può darsi che uno c~rt<.r Teono che sino od un cerio momenlo ho pienamente soddislatto (Gali!ei•Newton), sì dimostri ad un trotto impolenle o spie• 9are nuovi fenomer:i che pur dovrebbero entrare nell'ambito della sua oppliCO'bilità (esperimento per la misura dello citata velocità cusolu10). Che lo allora il fisico? Si c:oatruisce - se ci riesce, lintende - una nuova teoria che non solo possa spiegare i v«chi ed i nuovi fenomeni. mo lo aiuti. possibilmen1e, anche a scoprirne dei nuovi (leotla della relatività). In parole volgari il fisico si dice: fin che lo va bene io vado ovanli e come s ae le cose ste:ssoro vera• mente nel modo che la mia teoria sup. pone; se troverò qualche intoppo, Dio prov• vederò a suggerire o me od a qualcun altro, l'ipotesi che le C06e stiano in un altro modo, ma tale da poter spieg::ire nor. solo i vecchi ma anche. quei nuovi fenomeni che son stati causa del sorto intoppo. Nessun fisico. dà quindi valore dl verità assoluta ad uno teoria. Ore, per lo teoria d1 Einstein. à succe110 che qualche pMiudo.hlosofo abbia credulo d! polor sen1:'allro trosp(lllate nel campo àei fatli dello spirito, deduzioni da essa r_kavate che ri9uardano; falli del mondo hsico, dimenticando andie che tale 1eor1:i r.,;-,. es::sendo busala che su un'ipote~i. man• c,t di cs,ni cerle:zza che esso corrispond:i allo realtà delle cose anche nello stesso mondo tisico. Non v'è quindi nullo che au• toriz:to o servirsi dello teoria della relatività corr.e di anno contro la metafisica del tempo o dello spazio. Ma di questo ed altro - di cui non credo si possa far re• açon~abile l'Cinstoin, che sa che cosa sia una teoria - basti il qui detto ond'io non abbia od uscir troppo dal seminalo. Queste cose lo dico non per la difesa del france&o Descarlea in quanto uomo e degli ebrei Spinoza ed Einstein pure in quanto uomini. Dei primi due uomini. morti do quel dl, poco m'importa e del teno - bulscevico della malora - m'importa an• :r~sim~~?· !:e d!o::~i, i m~roi:~u:;s::; pensatori, si deve· sempre parlar con ,i. spetto, perchà quell'idea che ha vero va. lore in sè, nobili1a la mente che l'ha ge neralo o qualunque corpo umano essa mente appartenga. I 9iovonl sono olle loro ~~~~;o;l~i:~~iez:nio;a s:;~ =~:fs;~;j dalla scena del mondo. ma i soccili non per nulla ne tramandano con onore la me• moria olle susseguentisi generazioni. Non d1monl!chiamo mai che tutti costo. ro - anche coloro le cui idee ~ù diver• gono dalle noatre .....:h. anno po~lato un con lribuio positivo a quel sapere umano d: cui noi lulli oggi lruiamo; poichè siamo e ~&!eremo sempre loro debitori ,di qualche cosa. ripaghiamoli almeno col/ rispello. Ancora un appunto: uno studente s1abi. lisce come unico criterio discriminante per una liloaolia odattci a noi il<lliani il crile• rio dello e veridicità •· Che cose studi que• sto studente non so: mo è cosa certa che almeno doi:o aver stabilito quel criterio, egli avrebbe dovuto sentire come, per applicarlo, fosse assolutamente necessario deliniro esattamente il e vero s. Ma qui 91i sarebbe p,rtamente cascato rasino: del ·,ero si parla da millenni e non si 6 an• coro d·occcrdo. Ritornando iò donde sono partilo, ripe• terò · che è ve:omente bello e promettente questo vivo d&aiderio dei giovani di discu• tere di fil03olia. Ho l'impressione che il Questionario non sia neppur nato <:08\ come es~ ora à e che l'indirizzo a critico di correnti lilosofiche, glielo abbiano finito col dare involontariamente i giovani stessi. Al tempo mlo - è un vecchio che parlo - i giovani non avevano quasi altra possi• bili1à di provare le loro lor:ze se non nel comJX) lelterario o in quello politico: oggi, 09ni camJ)O è loro o-petto. Non credo Imporli molto se spesso queste forze oppoio. no inadeguate al compito propo.sto: quanto iinporto veromenle si è che molli giovani traggano da queste gare l'incilam,nte od appc-olondire lo loro cognizioni. lo credo che COl!-1avverrò perchè la generazione del Duce è stola. per suo lortuna, abituata a guardare in allo: gli 6 per questo che el50 tende subito, in ogni sua manifeafa· :i:ione. a mire più a!te di quelle dei padri. E questa della filosofia è miro altissima

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