scipUna del saper•. • slerile, non serve al far•. Quando la aopi•nta di Platone non era ~cora nota, pe~ «a soltanto tutta cuor• :)tti•rico. la Grecia fu grandiNlma. Cre6 oper• al cui parogon• ))ONOnO •tar• .ola. meni• quelle del nottro Rinos,c::imento. Cr-6 il pill grande poema dell'umanltò. Cr~ Il volgare greco. Cr-6 lo prima palrlo del oondo. Non aolo Ieee pa,lar• greoo lino elle colonne d'Ercole, mo col ..-olgar. 9reoo, c:r-6 quel modo d'immaginare e fare, da cui nocquero tutt• le opere della dviltò greca. Quella !u lo prima dvlhò cianica. Abbiamo glò ovulo occasione di ricor• dare che le arti e In generale il lare deri• v<r'!o dolio hngua. La lingua l Il primo inodo dJ con~pir• e lcre d'uno nozione. Di dar corpo alle Immagini. Le Orli lonno plcotlche e visive le Immagini della lingua. Questo e le arti belle ci lanno aenhre • vedere lo musico interiore d'uno no- -zione. Mo lo lingua non • .ok> ti Nme de-Ile erti bel.e. E•aa roechiude 1I totale modo di con~r,.:e e lare d'una nozione. Esso d(t k1:,a al coa:tume. E quando ol;,blomo detto li costume, abbiamo dello lutto Il o:rmpo dell'agire. Quindi anche li modo di vivere • ague à fruito deU-immoginazione. Ouando Invece lo aopienza si Mpctta dal c-..1or• dell'uomo e diventa una di.fdplino. accode quel che accadde anche col più poetico dei liloeoli. Non d proP0ff Plotone di mellere in comune le donne, in una re• i;ubblica 9ovemolo dai tìloeoli? Ecco una ,.s:ubbli.:o che l'IO."I ebbe mai uao, come di~va Vico. Mai eotlume. Eppure Plalone ed 1i 1uo mooatro furono virtuO.IHimì. Splendov~ lo hloaolia • morivo la Grecia. Per.::iò non ••ra mai tanto parlalo di •irtò., q..,anto M ne pariti allora. Per~ la vin\l ~re !in1t:i. v1 furono ero, dello vlrtà, come f::.,cr<ite, !..:: !ilo.olia crea Il problema morale dello v1rt.J., li dramma del penaiero-a:tlone; ma la 'IIU~ virtù à un modo di vivere, nato pnmo dello fito.olìa. La vartà filoeofico nio!e insegnarci ad agire, Mnw tener conto che la virtù aono gli dei, che nascono nel nostro cuo,., Considero l'crzlono un do11010 della coecion:i:a morale, HrwI tener conto che il motivo dell'mione à lmmoginoti•o. P.rci6 l mora• lislo e lnoroica.. anche M arriva all'erollmo d1 Sonate. E' un eroismo arilloctatlco, quello di Socrat•. o dllleronza dell'omerico, che • volgort.- e comunicotivo, Oufflo c:r.a le virtù r.-:z:i:ionall, partendo dall'immaginazione; c.,e!lo le uagedìe della morali1Q, In tempi di decadenza:. · T1.111u:dò• perchl lo ragione oomprendo ., nçn ruò lare. N-.m può crear opere e non può nem• zr~no e1Hre la moe11ra del1'09ire, Nbbene 1'0C'C\lpl tcmlo della vlrtll. S. n. occupo tanto che, senza nozione di ciò che apetto oll'lmmogination•. tende o ndurre Il mondo o un modo di onero e dJ penaore. A penaare un modo di es,. se,,. ed o volerlo mettere ln atto. Le pl\l grandi tragedie, e la pià gTOftde di lulte, la rivoluzk)ne franceM, derivarono dal volor mettere In Olio Il pen■otO; perchà lo l'09ione rilC'Olda la volonlò:, crea l raz.lodnl attivi e furenll. ed l all'otto pro. tico d\e ci la vedere la ■ua impotenza. Quando c:nemo c:opilo qu .. lo, finiremo di prendere a modello di vita la decadenza greca, come hanno fatto le nazioni fi. \csofe dell'Europa; e copiremo anche perchè l'Europa à nata d9C0dente. Ed ora che pouo r11pondere a Stompc:cchia? Che Vico e Cuoco d Hrvono a tener conto dell'Immaginazione. E che l'ar~ Logia di Ducoti ci fa app,euar• i pi\l lnal, gn1 monumenti dell'immoglnazione ontlcd. So! che dell'imm09inazione non ba■ta t~nerne conto, per rifl•salon•. Se l'lmma9I• nazione ci Mrve solo o rillettere, d alula poco. Ma l'lmooginazione porlo allo natura, pe~ l u.■a sleua natura. Pe~ cx,, corre che noi abbiamo na1uro. per Mntire il IUO d1.1COrto. E l'aver natura non dJ. pende dai dlrlttl dell'uomo. E' una grazio. L'abbiomo noi questo gro-zia? Le opere del Rlnasdmenio dicono che l'abbiamo. Mo aon pagati più dJ tre ae-ocMi.Secoli dJ decadenw.. Eppure ora ■la.mo rinati. Non abbklmo cambiato natura. non abbiamo pre.o quehc. dogli europei, che pure ha mlnacr:o:o per Ire .. coli di oaalm!lard. Ci deve r.uaue dunque una vena aotterranea. che ho al.i::i.entalQ lo radice del notlro e ... re. Cc;uiderole cho noi parliamo anCOl'O il v-ol, '-..et latino. S1ud1ate le vloende della no- ••ra lir,gua. e rltrovereto In eseo le vicende sl"■eC" dello noatra na-zione, la ■torio del nt..•!rc modo di concepire e fo,., Cercatevi •~J::'011..itlo I notlri recenti diletti. per C'CI• pire la oapoc,16: che ora a occomt. 0u .. 1a non • la plà dilficilo •trado, per s1udiare la storia; ma à ca:duto In dffuetud1ne, E' s,ià facile, comodo, abrigatlvo, andar cer• cando id-. concetti o raziocini. perchi d slamo a.asuefottl a quea10 •peci• di rlcer• che. Dobbiamo Invee. t1trovcne La via del· l'imm091nazlone, che • quello dello gror., deuo. Cominciamo dolio letteratura. Co, mlndamo a cos,lre un'opera poelica dallo 1ua lingua. Comtncino a dar \'esempio i noetri collaboratori. Prendano per guido Vico e Leopardi, e vedranno che coea •i de•• ceroare nel bng,U099io. .,4. cli.e, ~ la, (do~ Arri Go cl comunica che Il auo vero nome i Anigo Got ICrivendocl, lro l'altro, da Couatoc Approfitto dello co.-tffio e della chkueuo con cui ri•pondete a vari quulti e domande, per chiedervi una 1plegazione, cho apero non vorrete neoonnl. Ripeto eh• IOr\o alquanto Ignorante, e quindi non v-i moraTiglieNle dello coso che v1 chiedo. D'ohro parte i giu•lo che per apprende,. qualche coea, debba Q't'ere delle as,iegazlonl. chiare, !adii, comprensibili. Ho notalo che, do qualche tempo, nel que11lonario dello voslto rlvl1ta. •i aono vari lenori che acnvono. ■ple,gcno. diacu1ono più o meno chiaramente, di liloeolia. Vi•to che per que•ta. tonti •e lo prendono a cuore e calda. vorrei sapere anch'io che coea • la tiloeolia, se serve nella vita, " 1erve al progreseo. olla clvlll6., allo •torio, e ph) cl-.e altro al ben .... re della Patrio • quol che intereu.i allo diS..O della rouo. VI • poesibile ri1pondere 1uc:cinlomen1e a tulio ciò? Do quel poco che ho capilo, ml po:re che nelltit scuole non si inMgni )o IUoeoUa con ordine, ma al antidpi a quula, l'insegnomenk) del penaiero delle teorie e delle !Hl del •ari filoeolì, e lo storia di MIO lìkiilolio. Questo o mio parete non l giusto (non .o nullo di flloeolio eppure ritengo 9iò di lare oppreuamenli;.eapongo Mmpl.i~men• te Il mio modo dJ pen.aore e vi prego dJ 1CU10rmi), ,:.rcM • errato lor pm... o.4\o 1tudente il pen■lero di Tizio o Caio prima d'Insegnare qu•llo che à quffto liloeolia. Coel scrive Gol. S'egli vuol sapere che coe'l e a cho serve la Ula.olio, e ln10mma, che ne pcn• siamo, non ha da leggere altro che la ri, spoato. che abbiamo dato a S1ompocchia, e quont'alll'o siamo finora andati dicendo. E .. v~ unti,- anche rahra c:omix;rna. stia od mcoltare cl6 che odeuo gli dir6 Albetto Pano. ~della.~ AU:ierto Pouo, do Novara: Seguo da tempo quHla rivl1ta. Quando ne vedo un nuo,·o fo■doolo.. ml l1truisco s,rimo c:oga articoli d•I normali colloboratori; J:()i, con inte,. ... tutto speciale. po:.aso a lec,g•re U OuHtlonario. Ed ♦ di que110 che dNidero parlcne. Dico subito -che il v.dere lcmla gioventù studiosa dor prova di vero amore per I problemi dello spirito à COl:a che grandemente consolo. E ae. cimen1ondo■.i in quNto orer.• 90. molti •I s1ancheranno e resteranno per 'f'ia. in osaoi maggior numero che ... ogni pou1blli~ di cimento loue mancata. sa• ranno coloro che In queste prime armi avranno aentito n•nomonte 10rg•r• nel loro inlimo la vero vo«uione ollo studio dello lìloeofio. E quHto à un gran bene. Attenti pe~ che lo dico· sludJo dello filosofia e non studio della storia della file> solia. Si conosce lo ,torio dello lilosolio quan• do si ■a citare, nelle sue grondi linee e aen-za trod.1rio, il penalero di quel liloeolì che hanno determinato, volta a volta. n~ vi ori•ntomonli delle klff umane. Si aa di liloaolio 10ltanto dopo che, per e ... rsl nutriti delle opere di quel liloaolì, ed averle, una dopo l'altra, ben d!gerile, si • riuscili a !orsi com• u:ia proprio filosofia. Che sarò magari. plà o meno quella di Tizio o di Ccio mo che. per .... ,e passo\a con oltTe al ben s,reJXUato voglio del no.tro par• t!colar• intelletto, avK.I pur sempr• quel tonto di per&0nale corollere che permette di dirlo noalra. Dico qufflo percM. pur ammirando la baldanze e lo Ioga con cui gli occculonali collaborotori dello rivl•to 1<1llono In campo. non vedo come a venli anni 11 poa■ano esprim•re recise un1er1-ze di liberazione o di condanna, di Platone o di Arlatotele, di Epicuro o di Z.none, dei k>tnistl o del cor1.,.J.anl, di Spinoza, di Kon1 e già giù aino o Einstein. Il quale ultimo non c:r.cto pratlcosae liloeofào. Non conoeco che un aolo caso di motu• rilò: liloeoflca giovanile: quella dello Schopenbauer che a 26 anni pubb!iocrvo la sua grande opera: Die Welt als W1II• 'u.nd Vonl•llung, Ma o q1.Mll'epoco dello 1ua vita egli avevo giò sludloto a fondo, sui leali originali greci e latini. tutti I liloeoli dell'antlchllò daNlco.; 0.SCOTtH e Molebranche, Splno:ta e Lelbnitz che 1ubllo M• guhono: Indi I J)ff-l:.ontianl Locl:.e, Berkeley, Hume, e poi, ri90 per r190, il ■ommo Kan1. Non dico che qu"10 ila la rie.Ilo per divenlor tutti fi~li: aedo che lìlot0lo pri• mo 11 debba nascere e poi si po■■o divenlare. A Sdlopenhauer lo ric:ello • riuldto. preuo altrt. cmcbe .omml, pu6 non riuaciN. Cito od ... mpio Goelh<e Il quale al.lo IU!I Wehanschouun9 non gtunae oertomente per quello via. perchà egli steuo rocconto, In Oichtung und Wohrheil come, per quanto ero dato a lui di comp.-enderle, tulle le fi1010fie 911 sembrOMero ugualmente buone: da tilc»olo nato, ec,ll giunse olio sua particolare vi•ione del mondo per vie sue proprie. Ma per ognuno e1ao vale almeno per quol Ionio che occorre o mellerlo in
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