La Difesa della Razza - anno III - n. 2 - 20 novembre 1939

rimento, insieme, alle regioni nel cui tessuto politico, economico e sociale detti itali ani .di sangue si trovano inclus, sempre perfettamente differenziati dai soggetti cinconvicini, e a netta fisonomia propria. A chi percorra le rive del Mediterraneo è dato constatare 1questa costante tendenza dell'elemento italiano, che vi si trova sparso, a raggrupparsi a sè, in nuclei distinti: nuclei che anche all'esame più superficiale, si rivelano quali cellule di un organismo da cui si trovano provvisoriamente distocoati, ma che all'organismo perennemente si riallacciano e con esso e di esso vivono. Uno dei primi provvedimenti del Governo Nazionale per lo difesa della Razza deve essere, dunque, visto in quello che rimonta ai primi mesi del 1927, col quale vennero di colpo cap::>Volteconcezioni da lungo temJ:X>imperanti, ::.econdo le quali tanto più alto era il numero dei cittadini che emigravano, maggiore era i! vantaggio che ne,veniva all'Italia. La politica éleì massimo J:X>lenziamento demografico non poteva andare disgiunta dall'altra intesa alla oonservazione intatta e disponibile e comJXItla della massa etnica. La morale democratica, che coincide - in definitiva - con la morale di razze numericamente e qualiti-- vamente in declino o insufficientemente definite, presume legittimo l'esercizio della violenza - più o meno mascherata, più o meno edulcorata - sulle falde,etnich.e di qualsiasi comp::igine che si trovi sotto giu.risdizione. 1n contrapposto, la nuova politica dell'emigtç12ione instaurotodall"ltalia dal 1927 COGtìtuiscedisconoscimento del diritto presunto dalla Democrazia, col dare atto storico a quelli della Razza. 28 Parallelamente alla nuova polilioo del!'emigraz.or.:? .'la inizio - per logica conseguenza - quella di popobmento delle ter;re italiane di oltremare. La legge sul popolamento demografico della Libia è del 7 giugno 1928; il relativo regolamento ministeriale è del 30 luglio successivo. Il principio della legge è nettomente precisato nelrarticolo !•, dal quale traspariscono le prime linee di un grandiOSO programma al quale l'Italia di Mussolini si accingeva a consacrare forze e volontà. Esso dice: « I terreni di patrimonio demaniale in Tripolitania e Cirenaica vengono concessi per l'avvaloramento agricolo destinato al popolamento delle terre con famiglie di contadini italiani ... ». Maddalena:, Razza, Beda Littoria, Luigi di Savoia, Berta, Brevegiieri, Bianchi, Oliveti. Giordani. Gioda. Criapi. BCracc:r. Bat:iati, Oberdan, d'Annwu.io, Mameli, Filii. Sauro, Marconi, Garibaldi, Corradini, Tauoli. Pietro Micca: sono i nomi ai quali s'intestano i villaggi che già popolano una profonda fascia costiera della Libia. L'Italia chiama così i suoi grandi figli a testimonianza di un'opera gigantesca che è arra sicura del suo destino imperiale e di cui la Storia del mondo non portava finora nemmeno tracce. « Un nuovo mondo sorgerà col temJ:X>attraverso la colonizzazione diretta »: è scritto in una mon091afia distribuita ai coloni della prima migrazione. Milleottocento famiglie di contadini salparono per la Libia all'inizio del XVII anno dell"E. F. Altre 1600 famiglie vLsono sbaroate in questi giorni. Il nuovo Mondo sarà quello in cui Ja Razza italiana, non più dispersa, ma una e compatta. potente nel numero, neUo spirito e nei mezzi, occuperà il posto che per il suo Genio le spetta. A. TRIZZINO

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