, rantesimo parte oroo della popolazione totale dell'Italia:, vale o dire 873.000 persone in un anno solo Glì Stati Uniti tengono il primo posto nelle destinazioni dell'emigrazione italiana, e in 55 anni circo - dal 1876 al 1930 - ricevettero complessivamente S.059.000 persone; segue la Francia, con 3.150.000; poi l'Argentino, con 2.386.000; il Brasile con 1.320.000; la Svizzera, con 1.577.000; e infine la Germanio. con 1.242.000:Molti rimpatriarono; e si valuta che il numero degl'ltahani rimasti fuori delle terre dello Patrio allo fine del I930 abbia superato com• pJessivamsnte i 6 milioni. Oceor;re evidentemente aggiun gere le nascite e sottrarre le morti avutesi dal 1876in poi; sl che non si è lontani dal vero stimando a non meno di 10 milioni gl'Italiani di sangue che si trovano al di lò da~~~iir: 1 ~~~u~ 8 1~!~~ 1 ~°ét« ~:~=i ~e;~:1~ioliani em - grati da decenni in Francia. e dalla loro progenie? Se cosl fosse sarebbero superflui e oziosi i problemi che in Francia si p0ngono studiosi e uomini respoll$0bilL « Non si puè pensare senza te.rrore - scrive J. Pluyette. nel suo libro « Les -doctrines des races et la sélection de l'immigralion en france » - al caso d1 conflitto con i nostri vicini del Sud-Est, quando si trova stazionante. tra le Alpi e il Rodano, una massa omogenea di 400.000 Italiani >. « Lo presenza di tanti Italiani nelle province di frontiera con l'Italia non è fotta par distendere le relazioni franc;o-itaHane •: scrive inoltre Stephone Wlocevslt nel suo libro « L'insta!- lation des Italiens en France •· E perchè mai preoccuparsi tanto. quando si è convinti della bontà della teoria del «livellamento». del « preodattamento >, deU·« assimilazione », e dt altri facili rimedi del genere? E' lo stesso Wlocevski che ancora scrive, sempre riferendosi alla situazione nelle regioni dello Francia d'immigrazione italiana: « La masso del popolo appartiene ad un'altra razza - all'immigrazione italiano ». E. C. Mouco - scienziato di talento e personaggio di grande notorietà - fa questo acuto diagnosi nella quale veramente può dirsi che si specchi l'in sopprimibile essenza del problema. • Che una questione interessante più da vicino gl'immigrati venga all'ordine del giorno - scrive il Mauco nel suo trottato « Les élrangers en France » -, che essi siano comm06Si dalla politico italiana o dall'amministra2ione francese. immediatamente l'eterogeneità umana si rivela, sotto forma di malessere. di un·ondato d'inquietudine che si distende su lutto la regione>. Se dall'Europa, poi, lo sguardo si protende di là dall'Oceano, lo stato dei latti non muta e il problema con• S9rva inalle.-rati i suoi termini. Quei grossi quartieri tipici detti « Piccole llalie », a New York. Chiccgo, Sa!! Francisco. Fìladellio, ecc non costituiscono cittoàclie e-tm:cee ~ ,di,, ~ ,i,w f)J,,ia, nelle quali la. Rar.ta italiana istintivamente la massa in un altrettanto istintivo e irresistibile bisogno di preservarsi e differenziarsi? 'f'o.rse vengono fuori « Americani • dagl'Jtaliani emigrati, nel Continente Nuovo? Anchè nella qualifico .:o:,tinuano a essere denominati «italo-americani>,« italoargentini ». «italo-cileni», « ìla1o-uruguayoni >, « italobrasiliani ». E neJ doppio.nome~ manifestamente implicito il riconoscimento dell'origine e del sangue che si tramandano e mai si sopprimono, per legge fatale, col rifeALL"ARRJVO
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