La Difesa della Razza - anno III - n. 2 - 20 novembre 1939

ANNO lii· N. 2 SOMMARIO 20 NOVEMBRI XVIII DOCUMENTAZIONE SILVESTRO JAGUONI: ARTE E RAZZA. UGO R& DA.filO': DOTTRINA ITALIANA DELLA RAZZA: J. EVO. LA: DUE EROISMI. SCIENZA A. TIUZZINO: RlnLSSI RAZZIALI DELLA COLONIZZA ZIONE O[U.A LIBIA. FERDINANDO LOFFREDO: PO UTICA. DELLA FAMIGLIA E DEU.A. RAZZA; BRUNO lMIASCIATI: RAZZE E MALARIA. POLEMICA CESARE BOLOGNESI: LA BORGHESIA NELLE FRASI DI ALFREDO ORIA.Hl; BRUNO BIANCINJ.: RITI E SUPERSTIZIONI DEGU EBREI. QUESTIONARIO POtslA E VOLGO. U\ VIA DEU:IMMAGINAZ!ONE. ELOGIO DEU.A nLOSOnA; LA RADIO NELLE SCUOLE. UN ERRORE 01 FEDE. ea:. PENSlERJ DI LEOPARDI I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUfflCI DELLA· DIFESADELLARAZZA"SI TROVANOINROMA- PIAZZACOLONNA <PORTICIDI VEIO<• TELEfONO67737. 62880 Dalle Guerres 1tavalse de demain del Comandante Z ... e H. Montéchant Prefazio11e del Maggiore. A. TRIZZINO LA SENSAZIONALE RIVELAZIONE DEI PIANI D'ATTACCO DELLO STATO MAGGIORE FRANCESE CONTRO L'ITALIA

Collaudato dal Ministero delle Comunicazioni • Ogni Radiobalilla, ha il relativo bollino di collaudo - Tre valvole - Onde medie - Ricezione diurna della stazione più prossima In condizioni favorevoli ricezione serale di alcune principali stazioni europee. Privo di reazione regolabile sull'aereo, quindi esente dai disturbi caratteristici degli apparecchi a reazione. e o s T A L I R E ~kl-~ TASSERADIOFONICHECOMPRESE.ESCLUSO : .: • ABBONAMENTO ALLE RADIOAUDIZIONI VENDITA RATEALE CHIEDETELO Al MIGLIORI RIVENDITORI :.1

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LADIFEDSE!W I Il ANNO lii - NUMERO 2 20 NOVE~IBIIE 1939-XVI Il t;SClt IL S Il. IL :t0 DI OCl'il Ml>Sls l/N Nl/Ml>"U !lt: .. ARA,'0 LIKI: I A8110NAJ1t:N1'U -'NNUO LIIU; 20 ABBONAMINTO SIL'l~TRA-LI'! • 12 l!!ITltNO Il, OOJ>t'IO Dircuorc: 1'ELESIO INTERLANDI Comitato <li reduiooe: 1>rof. do11. GUIDO LANDRA prof. don. LIDIO ClPRIANI · dott. LEONE f'RANZJ don. MARCELLO RICCI· dou. LINO BUSINCO Segreudo di reduione, GIORGIO ALMIRANTE Il fascicolo 1•re• cedente clella DIFESA · DELLA BAZZA (l\'. I dcli' A.. III) n I c111nle ha11110 collaborato 11111stri scienziati strnulerl, ba SU• settato eì,orme Interesse. La tiratura 4" stata q II asi rad do p• pinta. Co11tl1111ano a 1•erveuire richieste, e in 11u111ero eceezlo• 11 a I e, a II e b e dall' E!iitero SCIENZA• OOCUUENT4ZIONE POLEMICAO•UESTIONABIO

do t• u III en t a zio n t• 01 SILVESTRO B1'.GLIONI Tra i caratteri etnici pii1 :niportanti t: uilit-uti di un popolo e di una nuione olue quelli fo1ici e morfologici (che di ordinario ei (lito• no, l>OCO Hallameute. antropologicil. cc.rtamt:nle tt· cellono quelli pslth~i e tpirituali. dei quali le mani- (e-i!,lHioni arti~ticl1e, i n quanto rapprbCnlano le forme più np~h·e dei ~ntimenli. 110110 i documtn• ti 1,iù prcge\·oli e. ~r alcuue arti. anche i più duraturi e §.ignificali,•i. Tutte le arti aekmpiono a quttto &00po e in tutli i prodotti artistici. della parola. de: linguaggio. del canto, della musica, della .cuhura. della pittura, dell'architt:Uura. <kgli orr.a- • Mia...,..cr che r•pin,9• MCll'W·: del Tiato,.lto delle civijlà pa.uate, coll'i11le11to di rintracciare i caratteri et.ntCi spirituali dellf' .singole nazioni e razze è recondiMimo di risultali. Per un altro lato {che io già da più d'un ,·entennio cercai di din>O!trare) le arti 6gurath·e hanno pure direila attinem:a col 1>roblemn della raua. EMe p08$0ne> agire come un ~ace ranott e-ugentCO, da contribuire potentemente al mantenimento e al raflon:amento dei caratteri di nostra ~irpe. menti del coq>0, della caJa, delle cillà, 1i ri\·clano i caratleri più tipici della chihà, della fisionomia spirituale di ogni rana e di ogni popolo. Dei popoli antichi e M:Ompar$iche luci.arono luminose ormt' d1 loro esi.stenz.a e ch·iltà i documenti più e!preu.i, i ed eloquenti si trovano nei monumenti di pietra, di bronzo, di terra cotta. dei ruderi delle ciuà, delle ville e delle case, ma pill -.pecialmente delle lombe da loro dedicate al culto dei defunti. Uno &1.udioparticolareggiato di tulli qu°'ti imigni prodotti Le èublimi figurazioni della madre col figlio, che ci derivano dalla Religione Crii'liana. formano si può dire la parte più numerosa, certame:nte più bella. delle creazioni dti n~tri più grimdi pittori e lOC-Ultori,pauati e moderni. La figura.xione e la rapprtSentazione dei bambini. coilÌ cara a Raffaello, e così nohilme:nte tradotta in mille forme e parn~:nze nell'opera del &rpo,to. senza dimenticare i putti dei grandi M:Uhorickl rina- $Cimento fiorentino, del T~iono, del Bf!rnini, ecc- ata a dimolilrare come profondamente può essere inteeo l'amore dei hamhini e come euo &i presenti nelle forme più alle e wenlite dell'arte. SILVESTRO BAGLIONI 0,ot(lto di !acile • ~•uaa.ma locoadlo • , .. putoto uno d•I m)Qlliori ln~rw,nti MIia locoltò ...di,;,o dl "-• cmlmato dol w,wo dMMMt-.o di ~~~~l&C'':!.:9'!e: darsi di ,.. 11,,__ •~ di d.'IOh oth•Yi et.i quoli ak\lal r~ o'6 CCIII (MCOlo _. 1,td,,I un••M'tltarw o ri•N- c,ar.cba dtNffl" diu!~ar;,::~o CHl]lo m.nk:dll6 • CHlll'oPOl"O'CMI Boollonl alo n•I !0110 cho .._-11, olt, .. cM riTolcJero l'an ... ZMICM• p,tt~~ •P"i· -iot-11M I n-f'091 Pf'Obt.a) t.iologl,el ckd p.,1110 di ••ia ~ • atr.-t-111 OCMau.Uco - a C\11 """- ila aodo 1pe,c,olo l",:sttmlÒ .. I pual ...,.1 •1111 - ~l"O' '°"-tihc,o - • attr<r.lO o ai • OCC\ii:,,oto • k Ott\ll)O con coetanlO :'li°'; :t t:i:o~ ~~::!:~c!u~i=:! !Il: .olu.z:iono d;"al)Oftonti problonf doll<:I riia. \lmana • -i. aoo.mcr.. CO-. polf'O dilloncil'ndo i. M1DOG1pjY_,..•ph)oi\lt._ -1-podotlla N.dic:iDa • ••no..-'°"'°'°· dotU'ottMl6 ,c,w. tmll <Wl'---... Nol'"°lit • ti a\lO ('(111,tribo.r,to di .. ...,o ..:IM· skrfO olio .oh,u_. ..:i oUo d,l..a d'laipooo,ui probi..1 oUmenton ct.l J)O'POlo Aps:,r.uotilM- • :Jto1o il ,uo eoatrlbuio ,..1 Cono,T"'° lnl•rno• DOIIClle '-mlco-Kien~ di. panitiamofte (Ilo- -- 24 glvpo ln:l) • ~lapo,1ea"' - ù --trla,,u•-1m ..-111~ CMUo:V,111 ♦ CMI V..O I I ottobr• 19321, -1 qlklle .._-li N U roba♦ •1- ,11 Yino 11♦1n;oiene. -11o litl"O'pic> ..dico•. lA •u• conclua.oni ontn"""' u-i.. ~Q• ao, da -•• ~"°lo co- "'-aldwilO et.I Co,:ai!OIO lnlem<Dicnalit dt-1 madici per lo dlle• ao •\l'uwa • d.\ wVlo Nt do 4-bCOt• • )o - optt'O Ml -~ •u·t~IICG. - PtffkMll1e .s.lla SodH6 llo1- di ~ fa doJ ID Mi tUOI pnaci~ d'E119Mka tu 11 priao ad opporr• Ml'wl 01'91111M11ticsl\a dottuno •1 cont10Uo <Mliii nac11• E' l'Cl\llor• di • Ali-♦ntodon. Umana • (In oollakr<IQOM ,:or, Lu~ Luekr,I), M1ior>o, 1911, • lkhto • Voce- • "-· ltzs, • a.t-11 di nAC>logia u- •. Roao 1129 Fondotoo-• • D1ro1-. di l'Wologoo • M♦eUc:ino ("-cl lt::JO• ..,--dJ, ~ ~ .. dotlkr Rt,;olo A«odeaio M♦dlc,a di Ilo.a PM \ift bieft. nlo. Moab.o CMI ~ho 5".,.._... d1 Sanllò p.r ••• ~•lodi ,_u.1•1, .x 0.pukr~ ol Potlo- -to (XXV i...oi.krt\lra, dr-izione .UCCli. ~), M♦-bto •1 Comiqllo N<monoJ. et.Il. Cotpo,ODCllli,; M.ab.o •1 Cot:.;,loo No:doDcale dotO. ~, gìò Sodo mnw~• dotlkl Re- .,... ~ del t....c.&; M•ahro <Mli lap.riGM A~akl 1edNc:o dei nol\ll"O't.H di Kolle I'--" poldino, Nalobno.. ecc); tomnne11o M♦dloo delkr rlMr•a.: Con.ole M.dlco l1pe1k>r♦ olle dip.ad~aa. •1 Coaaodo G.n♦rci.le, giò Ce-lMoflo M~ <Ml Sw:1ooato Noaoool. FCIICWICI do' F~w...t.o~-CMlloC-...- ..,_ d♦Ua F~ ufbd<:Jle; ....._.. •na C--...- Cenbale C-,.,lti'fQ P11t' l'crrplko- ~ •uo ~ ,ull. tl)Klobtò a♦dlcinoll

"'VANITA"- DI PAOLO VERONESI:: 7

Le arti decorathc pos&ono compieAl oi>er• eugenica, col fis- ..•re i tipi femminili e ma9ehili dotandoli di speciali virtù di belleua. E' stato già 0&&ervatoda eminenti atudiosi e critici d'arte. che il tipo ideale di belle:u.a vagheggiato e rappresentato dai di,·ersi grandi artisti, è un 1ipo individuale, nel quale it lpc!SO facile rintracciare i traili caralleri&tici della prima donna amata. o i lineamenti maschili degli uomini che hanno colpito la fantuia e lo spirito di cui. Le sublimi figure feminee, le vaghe creature, i muchi ,·ohi che popolano i dipinti dei grandi maestri delle din~rec epoche, se non ,ono ,"'eri e propri ritrauì di persone realmente vi.Mute, e che hanno arnto rapl)Orli di amicizia e di affetto con l'arti!ta, .sono semp~ l'incarnazione materiale di immagini fantastiche direttamente derivanti dalle impreaioni luciate nello spirito :kll'artista (ape-- cialmente nell'epoca dcll'adole§Cenut e della gio\linezia, più eensibili a queste auratti,·e) dalle persone coecanee e \IÌcinc. Lo studio antropologico cd etnologico dei caratteri fisici dei personaggi delle figure rappresentate nelle opere dei grandi utisti ra manifeitamente riconoscere che i loro tipi corri8pon- 'L,"iDYflLÙOllo

dono, per moltissimi cart111eri di somiglianza, ai tipi cin ici regionali delle persone e degli individui oggi ancor -,ri, ·e.nli nelle regioni e nelle cilli. o,·e es.t1iviuero ed operarono. 11 1ivo di bellezza remminile caratlerilllico delle donne del Correuio e dei auoi seguaci si può ancora, a un occhio vi• gile e altenlo, riconoacer nei tipi delle donne parmigiane; il magni.fico tipo di donna quui giunonica, con lulle le gra rie del colore, incarnato da Ti:iano, da Pool.o, da T~pol.o, non è forte !'apotemi del caralleri.Mico tipo femminile che ancor oggi irradia di ima belleua il mondo ,·eneto? Il vago tipo de.Ile donne raffaelletc~ Mn ricorda nelle forme del corpo e nei traui del viso la mite belleir:a delle donne umbropi• cene. E le belle gruiose. argute. figure (emminili di cui ha popolato i so5ui delle più belle eh~ di Napoli. l'Abate Ciccio Solim~na e i auoi §C:guaci,non 50110 forse le grazie ca• raller~liche delle belltzzc muliebri napoletane? Si può ripetere lo SleHO per i tipi di belleiza ma.schile. E con maggior evidenza quata considerazione rivela la ghutn u del fallo, §e confrontiamo i tipi di belleua vagheggiati e fis. sali nelle tele e nelle opere dei grandi anisti .nranieri. 1 pii• lori 1pagnoli dal J'elo.u,uc al Goya, ai più mo<krni, «ld,rano le belleu:e cutigliane; e i pillori hancesi del 700 e '800 ci ranno conoscere le aggraziate bellnu francesi. e ancor più evidenti sono le opulenze delle be.llnu feminee delle do nne fiamminghe nei dipinti del Rube,u e dei !'IUCCCMori, le particolari doti fisiche e i tralli caratteristici dei tipi antropologici degli olandesi, dei tedeschi, degli inglesi e degli slavi, nelle op ere dei rispettivi maestri'. Al biologo e al sociologo è (acile spiegatt quttta tra.smis• sione e continuità dei tipi etni<;i nell'opera individuale dei dhersi maestri; poichè sono i caratteri ereditari della prole che 1 ra- smellend01i dai genitori ai figli, Naano queeta conlinuità mate- riale e funzionale. è c.hiero che: i vh-en1i di oggi di una regione 9

o c1ll,11.(qua1Ulu e.,;sa nou ha Auhho imasio11i o violeute meiM:u· lautt con ••tra :!lirfM:1 dd,bano p~ntare :&<Mtanzialmentcgli ~1e~i caratteri fuici cki loro antenati; come i anche cldaro che nt'll'uvcnire i loro procreati debbano mantenere e prht'11tare que1'ti slei&i caratteri. Ncs.suna mera,•iglia. quindi. che le bellezze fi~qle nei di1,inli dei no.,;tri grandi macalri rassomiglino fortemiente alle hdltat' che nella n09lra ,•ila quotidiana noi &ICMi ,~iamo e ,agheggiamo. Ma 1'01.era dei grandi moieslri non ili limita solo a que11laparticolare ai.ione di fts$ità: agendo sulla rantasi.) e 11ullo apirito degli ammiratori e degli s1udi05.i delle loro opett. affina il loro culto per il loro particolare tipo di bcilezu. di modo che questi nella !Cella della loro 11p~a e della loro donna. i!Ce glieranno quel tipo di bellezza dio loro sorride nella memoria ie niella r1111a.siaCCCAadall'opera d'arte. E 1iccome i figli che na~ranno da que5la coppia I\ ranno caratteri di AOmiilianui coi genitori. c05Ì noi ,·ediamo perpetuarsi 111~iali tipi di bellena Sollo la perenne azione benefica, che pOJ&iamo di1e di n:ra eugcnica, delle opere d'arte a palio che quble siano con~iute e ammirate. Il culto e l'amore delle opere tki nostri grandi maNtri de\e CMere quindi favorito anche in riguardo da qut-- &ta aiione del migliorame1110 e dcll'cle,·azione di no~lra ~tirµe. cosi come il noslro Hegime. per ,·olcre del Ouce:, ha tfo1pos10 per far si che in t·uui i modi si arricchisca il popolo di qucsttt clc,ata cuhura artistica. Sie, come è univcrialmente noto. l'indagine storica 1ull'ini• iio e lo 11vilup1>0delle opere artistiche. it1>irate ai ,culimenti genetici, del culto dei figli e dtlla maternità. ci porta ai mo:' numcnti luciatici dai primi popoli medilerrane.i, ,specialmente i11lici cd ellenici. anche :'indagint- 5lorica dei pen~tori e scril• tori più profondi sulla psicoloiia dei sentimenti grnetici e: port.t ai filo.wh più grandi dell'Ella.de: Socralc e Pl.utt>ne. IO .1'.:I di11lo;;o, for-M: piii profoullo e ammiralo, il Simpo!liun (., Coll\ito. o dcll'Ant0te. />l(UQ11t' narra la dourina di Sot-ru,,. eul+ la Jt<'ne8i e ~ul :,i_gnifica10 moraht"e pratioo ckl ~timento g~ nctico. Le id,ee socra1icl1e collin1ano mirahilmente coi più modrrni coucelti chr 11hbiamo ·:Wpra Ci!JW:!li e che (a parziale Jif(crenu di quanto i grandi ~geti neof>latonici del CinqueC'.'t'!nlo iesalt11rono) rapp~nta110 uno dei pii, t•nn,illN'nlì.ar;?n• M "dcnao ed E•o -= del Ti.nloretto

~nh a (a,orr dt-lla dollrina C'Ugienac.fuiop .. W:Olo,ta. qui !\Ì• luppala. :.X'ra,~ allr1bu~e a Dio,;r,!;: di \lan1inn il n~ri10 Ji a,rr- ~li ,11--rto,•mi.10 dM" r~nu naturale dell'Amorr f" "":h~; ·,., x2l., k-..! ks~i "":~ r..&fl2 l.2? x2-:¼ ~l'i"' -;,·,xi1v ouia. nella 1raduzio11r lali• 11a di'!! Fin,w. ~Il /J(trllu u puldtro. latn 1ttuffrlum offimo,.,. quom 1ttt1ndum rorpu,. f' in qurlla i1alia11a dj .\cri. portorimf"nto ,.~11,, ~lll'::::a. ,io ;,. #IOffif"ro ro, porolf'. sia 1p,rituolt'. E poicl~ ~~mll' non oomprtruleu. DU>tùt1n "-J)Ìe 1a,a I1r11d1 A,,.rit: e Il nlf" i<hian)('nlo dell'uomo t drlla donna i ~gruanwnto. i ,:r,~raiione: e la ,,.., idanu r la irof'razione r nel ,i,wtr mortalr ~ dhina f' immortale. \1a non ti pui, ~r•tt in quf'I ch't" di'-lr• monioM,: e dL..,.rmoniO:!t-O • tut10 dò ch't" dh ino è il brullo. il hrllo è armoniOM>. .\dunque la hdlr:ua aiuta la ,::eneoralionr: rlla (a da Pare-a. da Lucina•· ,on <:ttdo eh<" ~i po1r,a mr,lio ditn4htrare quale po ltnlr molla l'ia o !>~'9 b- ""'°'l" a ~ha amor~• nrl mi,lf0ra1nen10 e-,t~ico ~Ila rana. \rllo "'I~ dialo,:o (poro più ,0110 a quanto ho ci lalol. i'Ul10,.~ auribui~ • ~ral~ un ahro profondo pen&irro. fh't una ftliciuima inluh:.ioM della moderna dourina Ml mela• boh,mo e del ncamblO RMtuialr. come putt dell"e, oluzioM. lauto &0ma1ical'he 1piri1uale; della ntt~ità della mo rte dtgli indi, idui. e della pouibili1.i di di\f'nire immortali, k>han10 n~rCf' la procreaiionr- di fiftli. sani t migliori. ,. S. C.cillo ": del Rafloello

DOTTRINA ITALI DI UGO Primo luogo comune per I lonh che, nei d1vers1 paesi del mondo si OCCUJXlnO dsll'orgomento « ra~zo •. è quello di attribuire l'affermazione originario da questo concettc a un francese: il conte Giuseppe di Gobineou, il qua.le dimostrò, nel suo ormai lomOBo « Essai sur l'inegahté d~ REDA.NÒ umano che per via d1 una ~ua propria urutà d1 oaratt~nstiche ,omahche e di qualità psicologiche ai distingue da ogni altro consimile gruppo, e produce sempre, di nuovo. individui simih •; il san3ue dunque è dichiarato il • produttore plastico• di tutti gli individui appartenenti olio races humaines • l'irriducibile, fondamentale dt versità delle raz:z.e che ,__..rr,,,..,-,---------------, stessa razza, il primo garante delle sue quolilà più genuine le quali si manifestano in quel complesso di fenomeni: psichici. morali. culturali. artistici. religiosi che costipopolano lo terra, s1ab1lendo nel sangue il fai tore principale, non sole per lo conlormazione somatico e (isiognomioo, ma anche per il prestigio di ogni comunità razziale. -- Il Gobineau stabìll inol• tre servendosi di esperieme storico-biologiche, cha lo molteplicità origi• DIL tuiscono la civ1IIO di un popolo. Conferma ultima, su terreno sperimentale, c!l questa dottrina biologico noria delle raue obbed:isce o un principio, a una !egge che non sopport::: menomazioni: la mese<> lanzo delle rozze inJotti inquino la razzo ed è • - PIUMATOMORALE ClVlLE DEGU rrAUANi della roua, sarebbe la fa moea teoria mendeliana. lormuloto ve:-so lo metà del :.ecolo scorso, lo quale stabili. irrefrogabilmenle, 01traverso esperienze di laboratorio il causa indiscutibile del suo decadimento. Su quesla primo base à sor. la tutta la fioritura succes5i\la delle dotlrin~ « raniste •, che ho trovalo in Germania la più entusiastica ade5ione. insieme a un sbtematicc sviluppo, sempre :;u ter.reno spicxxrtamen~c biologico. fu proprio un ammiraglio inglese: Sir Houston Stewart Chamberlain (però naturalizzato tedesco} che, nei primi del XX secolo introdusse in Germania la dotlrino dello rozza, e ad esso in. latti ai rilà, come primo sua lonte, il pensiero hitleriano, salutandolo come autentioo gloria nazionale. Tuna una schiera di scienziati: biologi, fisiologi, etnologi, sociologi e perfino storici e 61osofì.ai sono dati jn Germania ed altrove a sviluppci:re le premesse del Chamberlain, costruendo una dottrina dello razza su basi nettamente biologi1che individuandone l'ultimo espressione nel principio del so:ngue. Nomi come quelli del Merkenschlage.r. del Clouss, Roeemberg, Bergmann, Hauer fino al Giinter, che è il teorico principe del razzismo germanico. coetituiscono lo stato maggiore di queste teorie, le quali sul cennatc fondamento. pervengono aUo definizione finale, della roua data dal caposcuola in questi te.rmini: « Razzo à un gruppo principio dell'invariabilità della rou.::J. Mendel, servondosi di attenti processi sperimen• tah, specialmente nel campo botanico, avevo potuto· assodare infatti. come le caratteristiche originarie, per ogni specie, di un organismo vivente, resistano a ogni tentativo che dall'esterno tenti introdurre delle variazioni. mantenente in definitivo i propri caratteri. Se facciamo. od esempio, nprodurre un individuo. attraverso una serie di ibridazioni, i suoi caratteri originali, dopo uno serio di riproduzioni, cmzichè scomparire del tutto, finiscono pe.r npresentorsi di nuovo. vittoriosamente. nei prodotti delle discendenze. con la loro purezza originario. Ouanto o dire, che lo spede difende la suo conformazione originaria, le frontiere dello suo forma contro ogni contaminazione esterna. Gli esperimenti del Mendel furono consacrati succeaivamente nelb dottrina uftìciole dai contributi del tedesco Correns. dell'olandese De Vries e deirauatriaco Tchermak:, i quali forrurono tutto nmpalcotura teorioo per la giustifìca:z.ìone bio• logico dello rana; do questo momento mechci, biologia e naturalisti divennero i patroni del feudo sociologico, trovando focile presa nei sooologi ed etnologici del tempo

NA DELLA RAZZA J/~ggo àn qu~•ta futura lt,,lia ri.orgenlf!, fi••i gli occhi di Eurof".• e del mondo. e VINCENZO GIOIIEll:TI .. Veggo le ahre 110.zioni T'rimo attonite e poi ligie e devote, ricevere da lei pe·r un moto spontaneo i principi del ~ero, la forma del bello, l'esempio e la norma del bene OJ>erare e del ,e,uire altamente. raccoglie il popolo

U.. pilflM drik • Mbcdlo- • dì V•TIUO Olobrni --~-.-- (o,. 1sn.) J, J.'yi,,,,. u,..,....:..,.. 1#,. ,,.f.,.J.. t-...tt..t. J,;p.,. ~ ..,-R.... -J..v:-J..5-;...,;6}/4'1' .:.t-~,-- ?••·'· "'JII• - .,,·'-r' i.J ....·, -•,-t.. JI,..;... ,., .. -i, .. r;t:J:. ,-· ,.. t .. ,t. ,..,_L ,... r•-"'-·-· ,..........., ..-·J- ;f..t. "'\,"t)'-,._ d# ~.,,:.,t,,.,... •..:.. J·-•· c.; , r-lJ. .,,.. , ..."•· , .. .,._.., f • ......,.. . ,-, J..,. 1''7'•1- ; t ,- •-~ ..J o-,.: ,.....:r . .t JJL... e- .... -ui ... JI'.. -,: ... :-~ _: .. ;~~ J. J•·-'-r-1..J.... J.. ; ,. .._. }I-). JJL. ,-;,~ . - r-'-· '" .L,,-1: ., ....-,, .... r•- '° 'T- .l'f.}--.,.. s:,.. J....,.-.. ,wL ?,.- .. ,-J,•,.,J~-- __ , ..,.... jl..J,... .~ t•.,.... Ub-.... A.Jr! J. -,: .... '"I.•"- ... .;,,n...;tt ,IJ c....,..._,--. •'- -" .......... , ... ,.. _, ...&. ~ .c.- -•..,.,..:__ ,_- -• -• ,I-.• .L J,d,,,. ,,.,.,,_J.., ...,,. ,< •o-.... '1h.J,.',,_.' l'd.:..,.t- , ~ .. t. _.,_ • , •.c. -~ -- .. ,...: ,..___ J.. --•-t-JJ che. sono l'influenza alla loro volta delle hlosofie posihv1stiche e materialistiche, subirono in pieno la suggestione della dottrina biologico, e affermarono e ritennero di pro,. vare che tulio il mondo sociale, psicologico e culturale dell'uomo, con le sue civiltà, dovesse riportarsi al puro prmopio biologico del sangue. Quel che à strano in tutto questo, è che, pr.oprio Mendel, il quofe era tutt'altro dle un JX)litivi~to o un materialista. ma un religioso professante, dell'ordìne agostiniano, ero alato ben lungi dal volere ollribuire un signifìcoto matenalisbco allo sua scoperta Mendel. in contrapposto allo interpretazione meccanicista dello scienza del suo temix, la quale solloponeva la generazione delle specie al determinismo dell'ambiente esteriore. concepl i suoi espe• rimenh come la prova della realtà di un allo spontaneo, quasi dì libertà e d1 autodetermmazione da parte dello specie, onde il hpo originario tende a nprodurs1, reststendo alle contaminazioni, nello sua primitiva e schietta natura Contro l'evoluzionismo meco::micilta Mendel ritenne dunque di provare la presenza di un'azione soprannatwole ohe chiude i cancelli di ogni singola specie. non porm~ttendo che un tipo originariamente creato dalla Divinità vengo turbato da incroci e artificiali ibridazioni. E con ciò. aco:mto alla preciSO%Ìonedel fotto biologico, sorge, ai profila, alle bo:si stesse di quello, un problema di tutt'~a natura: provato cosi sperimentalmente. l'individuolitò: dello razza basto il solo criterio biologico, e m fondo materiali• ,tico, del sangue, per intendere il problema essenziale dello Il J,I /,1,. ,.--~:.µ. • .u, ·,+.~ ..... ,..... - l'-1•· ,-t :;--•• , ... -JL../-, •:.'-._,.,_, ·-21/':i.;,, .1~,;:",: ~.;;_;:_ A'J--' "'-i r..,- '"'t<J-•J.:-..,j. ?-h .., oJ, .. ..... -.,..; -'•-'", .... ,,4.,... ,,.""-J'Y..,.,,.., 1,.,..,._,,.,.:,l·,. • ,.. ....,: • .,.., __ ,-.;-...4,,,, ···--· .~ ... •• ,,..,. •••• ,( r,,.J.;........i....., ~ ;.....,,.·-· .... "·-,L:,.-· ,_..11.,J_,._ .J:. -J-,, .._,,......... ,--. ,,._ .....,-. t..r: •.,u .. r-·/-J.. )l.,..J...J,-.. J •;_.-',,. ,..J....-iJ;.. •-· , •....; ·' r·r' ,... ,,..,_ ,.... ,....,. ,.,JJ,•:,---,-•• .JL.,. t.._, spoc,e, o non piuttos10 rinviolab1htà dei confini della specie annunzio un'individualità più profondo. in un or• dine spllltuale? Perchè le rane umane, per esempio, vivono e si svi• luppo.no si, come entità biologiche mo è anche e più profondamente vero che ciascuna di esse agisce non solo come :organismo, come oggetto ma anche e soprattutl:> come soggetto di stona « E' la razzo che fa lo storia •• ebbe ad alfennore già, lapidQnamente, Mussolini. Ouont:> a dire che la storia, la creazione delle civiltà che mettono m gioco i p1ù alti valori umani, non si lascia cosi semplicemente ndurre o un complesso di fatti biologici a un gioco di cellule e di tessuti. anche se implico, e chi lo nega?, un insieme di elemenh biologici, che entcano poi come componenti mimmi di uno vita immensamente più complessa e più grande. che da sè soli non riuscirono~ m01 a spiegare. La dottrina italiano della razza non nega, ma invera e porta su. un piano assai più alto la nozione ristrettamente scienbfioo dello individualità biologioo della rozzo, alfer• mondo che la razza umano, cosi come l'uomo. à corpo ed anima. sangue e spirito indiaolubìlmente congiunti nella vibrante concretezza del fatto starico, della vita storico in cui si realizza il genio della nazione. Questa dottrina, oggi portata alkr sua più allo espressione, non è nata oggi, e neppur ieri: Je sue scatu• rigini prime affondano nel XVII secolo, nel più ,::uro ter - reno italiano: fu una nostra glorio, Giambattista Vico, il

tondotore dello hlosofio dello storia o parlare, per lo pnmo !rutti, d1 erbe e cL animali propri d1 quello oop1tole terra volta di quel « mondo storico delle Nazioni • in cui ciascun ., molto eccellente Ira quelle che nascono nelle oltre porti popolo va celebrando, storicamente, lo propro vita. Lo cosi allo stesso modo Il nostro terreno ho virtù di produrre «nozione• cioè l'unità vivente di una razza che si con- '? nutrir. uomini non so.lo di natura attivissima aUe orti ed creta e sl definisce nelkt comunità del sangue. della lin- opere dello vita. ma d1 tingolars disposizione inoltre per guo, dei c:'06lumi e dei rih, nei civili monumenti, nello poe- • rispetto olla virilità dell'onimo e olla virtò •: p:zsso, oaer110, nella reli91one. per svolgersi, attraverso « coesi • ri· vava 11Gioberti che s1 adotta in modo mirabile alla nocorsi•. m quello « stona ideale eterna• ove corrono « in stra rozza« tanto più che gli attici si ottenevano ancor più tempo, le stQJie delle singolo Nazioni •· che sono i popoli, direltomente degli altri greci al sangue pelasgico• le « rozze • etnicomente e storioomente cosl definite eia- Ma questo conceuo geografico. etruco e biologìco v1one scuna nel upo della suo avillà.. elaborato dal Gioberb as.sa:i più in p.rolondo e connesso Idea ripreso e sviluppato anche più poderosamente da con quelJe forze ideah che regolano 1I gioco dei processi un altro nostro Gronde, del secolo scorso. che del Vico in vitali mede,,ìmì. sottomessi a quella teleologia mlstenoso questo campo si confessava continuatore: Vincenzo Gio• la quale conduce tutti gli ordini dello c:reazione, berli. L'idea di un Primato morale e civile, che Egli Cosl egli infatti si era espresso nel « Primato• tocc:ondo uconosce all'llaha rispetto alle altre Nazioni d'EUTOJXI e la dehca1a questione « Ouell'organioa compognìa d'uodel mondo, trova la ragion pnrna del suo essere e il lon- mini che Nozione s1 appello, è una forza misto e ,oggetto damento di 1uUo il suo svtluppo appunto su questo prin- al corso dinamico del Creato ... il qual corso consiste nel cpio della razza. che Egli deriva dal Vico mlormandone succeM1vo sgomitolarsi delle forze lìnite, per cui le lor'O le opere sue fondamentali: il « Primato :it (1842) e il « Rinno- potenze si vanno attuando a poco a poco ed estrinsocando. vamento • (1851). e che definisce nei suoi caratteri etnici. fincht>:idalla implicazione primitivo siano giunte all'asphmle!Jettuoli e morali mettendola in carrelazione con l'am- cazione finale, che è quanto dire dai rozzi principii' della biente geografico in cui ogni poJX)lo trovo la cullo •ua çuerit.10 olla perlet.1one dall'età fermo Ciò che occode prima. Goal per esempi~ scriveva Egli nel « Rinnovamento». olonoando i titoli del primato italiano, odd! tondo subito dopo la posh:- ro geogralioo del Paese ti primo titolo dello miss1ono avile che spella al popolo italiano. « nello schiatto •· « L'embriotrofo o tuo1lo dell'uovo chiamavosì dai lotu,I • vitellium :it.. Lo voce ... s1 ooUega oon l'emblema e col nome primitivo d'Italia, che ,n origine fu detta Vitellio. ed ebbe per simbolo il vile!• . lo, il bue, il loro. che idoleg, 910 in genere l'energia pn• mibva e la v1rtò creatnce dei popoli giapetici; ... in par11co-- la.re dei Pelosgi, nobilissimo rampollo dello famiglia indo-germanico, e tronco principale dei rami ellenici ed italici. L'Italia è la Nazione genitrice e quasi il « vttellrnm » o embrione dell'Europa moderna, e quindi la più vi.,ile... per cui Dante scriveva che "più dolce no.turo 11mboleggiondo e più lorto tn sostenendo, e più sottile in acquistando. nè fu nè fio che la latino" •· E confortava la sua concezione della •ti~ citando il posso di lso aate relativo allo virtò inlrimeche del sangue oppor• tenenti alle razze umane u, stretta connessione con la lerro che I~ nutre: « al modo che noi vediamo negli oltn luoghi generarsi dove uno dove un'ollra qualità dl 13

agli individui inoontra pure olle Nozioni; le quali nascendo. portano inchiusi virtualr:iente nel proprio seme tu11ìi loro fah succedenti.ai di mano in mano, secondo che lo poterua passando in atto. l'avvenire retrogua.rda e s'inviscera nel presente, mentre il J)CJSIOtopronostica e 1finfuturo; onde l'KJ3Ce la continuità piena e l'equabile andare d el moto dinamico». Donde la conseguenza dte ogni Nazione, ~!tre a ritro varsi nei ooratteri fisici dello razza, si ritrova. anche piò mhmomen1e, nello spirito che la animo, r.el suo g~mo· « Ii genio nazionale - afferma egli con splendida sintesi net «Primato• - è lo natura di un popolo, come la tempro dell'ingegno e deffanimo e la complessione del corp o sono la natura dell'inchviduo•. E questo «genio nOZ:onale • fa tutt'uno con l'individualità biol ogico e spiritual" di un popolo, individualità che s1 afferma m contrappost.: e in concorrenza col genio e la civiltà delle aJtre Nazioni, recando innanzi lutto quel carotiere di autonomia che ai eipriri-te nelle più olle monifestazioni della vita di un po-· polo: « Nel giro delle Nazioni. è dello nel primo volume del « Primato • ogni organica aggregazione di uomini, dte abbia un essere e una personalità sua pro pria. è autonomo, cioè indipendente per ciò che spetto agli ordini politici del suo reggimento inte,_riore; ciò nono stante, &3 manco de!le verità rehgiose e scientifiche, d elle l-9llere, delle arti e degli altri beni civili, ella è C'OSlretta a riceverli dc coloro che li posseggono. Quel popolo che sia primo i n tutlo le parti della civiltà, o aJmeno neUe più importanti, e· abbia l'ullicio di tramandarle a coloro che ne difettano, è autonomo per eccellenza rt!I cotpo delle Nazioni •· · Cosi, nell'idea del Gioberti si definiva e si p recisava il concetto d1 Ncm.one inaugurato dal Vico; dove è bene notare che questo termine assume un a1 gnifìcato alquanto diverso do quello apiocotamente politico che appare ai gicmi nostri, per dem>tore invece una ccmunità di sangue e di destino nell'evoluzione sto.rico dei popoli. La e Na zione » del Vico non è altro che la e razzo•. la « stirpe 1) la «schiatta» del Gioberti, il quale riprende e definisce, portandola a più completo svolgimento la dottrina del suo gronde predecessore. Nell'uno e nell'oJ tro le due concenoni della ncmone, biologico e spiritua le, si incontrano per ovviarsi e trovare lo loro messo a fuoco m quello visione finalishca, teleologica. della st oria che assegna a ogni popolo una civiltà propria da re alizzare, produrre, sviluppore nel quadro di quella e storia ideale eterna entro la quale corrono In tempo le storie delle singole Nazioni•: vale a dire i singoli popoli. incubatori e produttori di storia. E come dai carotieri fisici e morali di un individuo attenlamente considerato è possibile in certo qual modo ,::irevedere lo sviluppo del suo destino; cosl mirando OJ carotieri propri d1 un popolo, di una stirpe, di una Nozione, è JXlSSibile trame gli auspici per la 11oria che l'attende. Sullo base, precisamente , di questi caratteri, 11 Gioberti fOTmulava il suo profetico vaticinio por l'Italia, mettendolo in relazione ai mirabHi frutti che la nostra stirpe ho già dato altre volte, nella storia del mondo, parlando con la sicura certezza di chi. anche in tristi tempi. ha lo visione limpida del lutwo, d1 quel Primato morale e civile che l'ltalia è chiomata dalla Provvidenza a esercitare svolgendo una idea le funzione equilibratrice soaturenle e daJ gerJo della rozzo e dallo posizione geografico del Paese. L'acuto sguardo del Gìoberti traeva dun que il suo vati• cinio dai carotieri, fisici e morali, di sangue e di spirito, della noslro razzo; ma soproltutto morali. Perehè da là daUe oorotleristiche onde il corpo si impronta e che indubbiamente giocano come strumento i n ogni fonnOZJone. spirituale, di individuo o di gruppi, è çur necessario tener Becb • nn;o di m.da9U. c:oaictt• la. ODOl'o d1 Vbu::•aao CiobMti IU

presente per chi qualche cosa voglia intendere d~Uo vita atonoo di un popolo oò che nessuno osservazione di laboratcno, nessun procedimento !penmsntole di npro du- :ioni, incroci ed ibradozioni di spec,.e, potrà men darci quella funZlone storico che ogni popolo à chiamato ad assolvere nell'intero processo della atoria, quell'attiv11a responsabile, consapevole e pur canea di destino, ,n cut popoh e individui definiscono la loro individuolitò 3 rivelano il Imo signifioato ultimo, k:t loro vita prolonda Gb accenni fatti soi:ra bastano per arrivare a una prima conclusjone; e cioà, che l'Italia ha una dottnna aua dell~ razza, la quale fu concepita e formulata con assoluto pnoritò e indipendenza d1 pensiero da quelle elaborate, in seguito, dogli altri popoli. E od una applicazione pratica che discende direttamente da questa conclU9ione SC1enlilico· à bene che noi 1.taliani. ci rendiamo conto, oggi che la dottnno non solo, ma anche la cca:::.si1azz1stica è entrata nella sua fase acuta, della fu.nzione che questo concetto, lutto 1ta'bano dello rozza, v1vihcoto dallo storia, può svolgere nel gi oco delle forze politiche internazionali: sapptamolo manten ere nella sua purezza, di _là da fooh emçmsm, ,&C1en11ficio astratte improvvisazioni speculative. Maachera cU Vincen10 Gioberti Per noi italiani la razza è. innanzi tutto. sul piano b1olo g1co, una questione d1 sangue. perchà un medesimo sangue corre per tutte le vene della nOltra stirpe feconda, mc è prima ancora, nell'ordine 1deah, nell'essenza atesso che condiziona, rende possibile e costituisce l'unità del processo, uno forza storioo operante. una propulsiva realtà spmtuale che svolge la sua parte nell'arengo delle c ompetizioni sempre pi\) formidabili di questo etò nostra. Le quali si deadono, non tanto sul metro di valori biologici, economici o altrimenti materiah su cui pur fa nno leva, quanto piuttmto su quelle fondamentali oap::icità di. organizzazione e d1 rea1atenza, di coragg10, di pensiero e di creazione che contrassegnano il genio di ciascunc razza, portatrice dei propri valori, la quale. oosl come voi• lero i lah, con fatico e con sangue, con volonlà e sa crificio va nei secoli foggiando il proprio tipo di civiltà n ella stona del mondo. U G O REOANÒ S1 lau,-6 ln leoge G Pole,_ nel 19I~. i. h~tla. o "-• nel 1919 dopo OTer P,HO par .. Go.a O_,..G 1lofo OIDUklOII. 000 due -~ t..o - 01t1"1tb Ml -po dello hlolotìa J.'WO a, mWCII- vno ~udiO 111lk>1plriN<Jt.- aietblo "' S Poolo (L'idea dello 1plrlto In S Pool(., Ro&a 1921) e uno crl1lca del '°99enl~ on11ol1t1~ Il.o crl4i òeU'ldeaUIIDO otluale. Rom.o, 1922), cui '-- dletrc vn'eloborcmDll<I •~- -1Nffl- delle - Idee ~-VD':I Mrie di lawon .....:n. hno olio delush:lone del proprio <Wienkm>er.to 1p,lti.N:l.l•hc0 e di l'Glofe. nel laYoro Prl- UMe di 1U1Gliloeohcr della 1'110. p,.bbbcol<i O rirel'lllt nel lt::k Do/ 1,:r, ll'IMO'flO liloaotio {cotlO J)(lt4"1Nlo!o) ..,._ lo Uni.....-.itiel di Rom, N•I -po delk ..S.- g1widic:he e polllòcM, lii • dedw::c1o aUo atuct.o e Gllo ,.,duppo den·w.o laaeta I• dol pta, -'· -lenMldokl a Kritti • i.a Coni,..- 1n ltolio e o1r .. 1i.ro (Roao. Cong.-eo hloeelico del 1925.IV. Primi P,NUPPOlrl •per lo l'IIIO'IO doUrlno del ditino p.ib- blko; Pr090, Il ooncetto '-dito della democro:do,; ~ di ~ 19:U. tro gli eniltl RectlU e rita dello Stato Stt.no g\UrldM:lo e Sioto etioo. Lo ftcMO et.00, Sritu.ppo del prlnapio OllrpOl'G'..11'0_,_ l"otd- CO.ll1\lz5onole dello St<no), e l~cmdo, Pf- la fGCOl!.!I di SeienM po?llicM clell"Unl,..rsild, di Roma, do:I 19:n al 1931. dotllina genetole dello Statoi Do! 19:JS cwa. 1n11e- - oltr, ~. la CoU.nkm. am1iooo1e fMlle ()pete di V Otoberti Clip\- .-crto. O.Oli en"Ofl hlo.ofòcl di "-ml) e 1o Colln. -- delle ~,. di A. l\oleini llnlrod..aione aUo hio.ol1<1) 0pt,. p,lneipoJj L'ìdeo dello tPttilO in S Pook>, Roao lt'll. - Lo nW deU'~ O'ltuale 'Ramo, 1121. - Lo Stotq etico. f'lr-. 1921 - La edenaa deoli ... t1ch1, W,kno. l!ZI. - La i.w. del GrQII C-iglio -n·e•ohwone ;lurklko del .-.gime, JlOIIMI,1929. - L.~I d.l don,lrlo oe-role dello Stoto Rolao, 1929 - $Ytl11ppo del prilldp6o eorpc,oh- 111ell'ordine -tlhlzlonaile dello Slalo, "-a. lt3D - S10011 delle dottrine potitiche, Roma. 1932 C""-'o W-1inl), - Recenti lndirint del ~ hloeoficc lede&so. "-o, IIJ3 - Pri- li-. di - hkieoho della '1to, n,_., 1934. - C- ,1 pone 11 J)rObt.mo rellgk»o, Rono, 1934 - Il proble1DO morole, Ro"'°, lffl_ - Da Ooli!.o o 0.-tN. Roao 1931 - Arie creotrice. W1imlo. lffl. 1'7

D -C«Tallev9•ri ia mCll"Cio..: di G. Fouort rN polt'r :1\ iluppare lt co11:i11(kra:do111. prea11111111ciate nt'I nosuo preoetkntf' ,critto In. del 20 ouobtt), circa il ,·ario ìlig:nificato cl1e il ratto guerra e l"esperit:nia dell'ero~mo JKHSOI\O rappr~tare per la ruu. oa:orre accennare bre,e.mente al oonceuo di e •uperraua • e alla dl&linùone, ad csao conl'ln.14. fra ruu e di nalura • e rau.e nel senso più alto, umano e@pirituale. Secondo la n~duta 1..-adi~onale, l'uomo, in quanto tait', non si riduce a deccrminisrni puramente biologie.i. i.slinth i. ereditari, 11aturali8_1ici; M! tuuo ciò ha la sua parte, lraM:urala da uno 11vititual&Amoj08pdto, pure sta di fatto che l'uomo ai di11tinguedall'animale in quanto partt!C.Ìpa anche ad un elemento ~, ranna • turale. superbiologico, solo in rum.ione del quale egli può esser libero e tè •tOJSO, In via normale. questi due as,M!lli dell'CSKre umano non ~i lro,·ano nett11,U.rian~1e in contradiiione. Pur oblledendo a leggi proprie, che debbono C"Mer is1,euate, ciò che nell'uomo è e natura> s.i presta ad d..~r organo e a;lrumento Ji esprusione e d'uione a ciò che in lui è più che e natura >. Solo nella \'Ìsione dello ,·ila propria ai popoli semitici e 80praHutto al popolo d>raico la corporeità si fa la e carne> quale radict' d"o~ni peccato e antagon~ta irriducibile dello spirito. Si tralla ora di eslendc1t questo modo di ,·edere dal 11ingolo a quelle indi,idualità più ,aste. che 50110 le razze. Alcune r&nl" li poMono paragonare all"animale o all'uomo eh~ <kgradandO!i, è p&.'loMIIO ad un modo puramente anima:q,di ,ila: lali 11ono le e raue di natura >. ~ non e0no illuminate da alcun elemento !IUJ~riore. r)eMuna foru. dall'aho le sorrene ,~Ile, ken<lt e udle contingenze in cui iti s,·o1ge la loro vita nel:o ,spazio e nel tempo. Per ciò ,tesso. predomina in ~ l'clt"nlClltocolletti- , i,1ico, come r"Stinlo,come e genio della ,pecie>, !!pirito e uniti dcll'ords. lu senso lato, il i.-enlimento della raz:za e del !lllngur qui può C&Mrpiù forte e sicuro che in altri popoli o stirpi: ma purtullu·ia ~ rappre:wnta z-f'mp1t qualCCHa.:li ,uh-personale, di affauo naluralistico: è ,,. es. l'OM:uro e totemismo> delle popoluioni &eh-aggie. nelle quali il totem. enlili quasf mi&hea della rana o tribù ,ignificati\amente aseociato ad una data iJ>ecie animale. viene <"Oncepilocome quale&.!a di primario ri•1~10 ad ogni ,ingoio. qua!,i r-ome anima della sua anima. 18 non iu astrallo, i11 le-uria, ma iu O@nie:.vrei.i;iont' della , ita quocidiana. AH:11doaccennalo ai M:haggi. di l)Ueagr:io. e ri..-.er- ,11.ndoci Ji tornar c,entualrn,...nte 11ull'argon~n10. dobbiamo indicare l'errore di coloro che considerano i sehagsi come i e primiti,i >, cior conW> for~ originarie dell'umanità -da cui. ,econdo il solilo giuoeo di hu~."°loui dell"in(eriore che darebbe luogu miracolisticamc-nte al "upcriorr. ,i urebbcro e c,oluh: • le raa.e ,uperiori. In molli casi. è enllamallc il contrario che e ,ero. I M>hattgi e molte rane. che ,~iamo con!idttarc di e ualura •· non sono che gli ultimi resti degener~nli di raue e ci,ìhà superiori Al)Hj a,ueriori. ecompa~. di cui SJM!MO talvoha a noi non è giunto uemmeno il nome. Ec-co ~n::hf' i pre3unti e primiti,·i • ancor oggi e.istcnli 11011 terulouo ad e e-\'Ohere>. belui a l!ICOmparircdcfinitilao~nt~ aJ ~•ingueni. In altre rane. imett. relernenlo naturalis1ko è. ,~r dir oo,i. il ,·eioolo di un elen~uto su1-1erion-,~u1>erbiologico, che sta al p1imo 001ne anima a corpo. Un tale ele~nto quui ~mpre ei incarna nella tradi=io11f! di tali razze e nella ~lik' che qur,,,la lradizfone inc•rna e mantiene , h·en1e. Qui. dunque. dietro ad una raua del corpo e del ~ngue. che la esprime in modo 1•iù o ~no pcrreuo a sew11da le circostanze. gli indil·idui e. spnso. • ~nda le c•.ste in cui quella &tiq>eioiarticola. Ila una raua ckllo •pirito. Una cale ,erità ,enne di-.tinlamenlc ~ntita do,unque, in forma simbolica l'antic.hi1ft attribui origini e divine> o ._ccle- -1i > ad una data razza o Mirpe o cui•. E' un àmbilo, qUt':iJto. in cui, dunque. la purili. o meno, del i'langue non ba.sia più a ddinirt l'csscnia e il rango di una dala razu. Specie dovunque fu in ,igore il rqime -&Ile ('aste. e,identemente, ogni cui.a pote,a considerarsi e pura>. P4"tc~ 1>er tulle ,aleu la legge dell'endo~amia, della non-meiirolanz.a. Non l'a,er &emplicemente .,,an,:ue puro, ma l'•,eme uno - timholicamenle e di,·ino > definha inne.e la casta o raua ,upe.riore di fronte a (lt1ella plehca o a ciò che noi abbiamo chiama.lo la. e razLB di natura >. Ond'è che nelle antiche cfrillà indogermaniche di Oriente la comunità o razza tpirituale degli Orya si identifica,,1 a quella Mi d1·ijo. cioè dei e nali due ,•ohe>. dei e rinali >:

allu1ione ad un elt:men1o ~, ra1111a1ural(' itd ('I',.~ IK'r111lf"o1e. dote latente di e ra.u:a > in ..eu~ •uperiorr. rhe un rito iJ>t'- ciule. il cui effd10 \·eniva paraftOUalo alla t-l't'Onda nNila, ad . uutt ri-if"neraziOrW'. do\·e,·a ,·olla per ,·oha ronfrrmare nel ,ingoio \la anche &U ciò avremo fotlloe da tornare, quo.li accenni tii b~1a11do ~r l"argomenlo che ora intendiamo trallare. Da •,c~iunit-re ,i è solo, che. dando uno sguardo all'umanità :iuualt', non wlo è difficile lro,are un gruppo che mt1nle11ga allo !!-latopuro l'uua o rahra delle razze ck,I corpo. ma 11i dn·e purtroppo ricon~re c~ 11 #tt'li$4 di.stinaione g~lt'rale fra raue nmluralbtiche e razze ~upt"riori, o '!u1>err-aau. in mohi:!>- ~imi ra•i .. j fa oltremodo in«:rla: in rnohi~imi cHi l'uomo mo1k'1110 hu perduto sia la Micurtzza d'i!!-linlo pro1,rio alle e ra.at' ,li natura> ... ia la .!>Upt'riorità e la lf•w1ione metafisica proprla alla « .. upurazu >. t.:gli raMOmiglia i,iullo,.to a (1ucl clw-. ,wìla miti. e non nella 1upJ>0:,iz.ione (~gli e,·oluz.ionifti, ~no 1 1>0poli primitn i: C!!,i!C'riche. pur 1m>ttdendo da r11Z1.e ori~i1111riatnf'nlf' fut>('riori. !li '40110 dt-grarlali in modi auimale,.c--hi. nalurali~tK'i. amorfi t :!temi-colleui,islici di ,·ita. Ciò che in que:,1,. p,t~~ paii1w- Landra ha e5cattmente chiamato e: la raua dei hor@hf"',i>. il 1,iccolo uomo ronformi~ta e bt"npen- -.anle. lo .. pirito e c,011110 > chf' .. j im·enta una :,uperiori1à ~ulla hu(• di rl'llorica. tli ,uole SJH"CUl111.ioni f' di --<111Uiti ~lt'liilmi. il padfi .. ta l'arrhi111 f' l'umanitarisla panciafo:h~ta. lullo qu""to materiale ~111i.. 1~1to di cui !'i rom1>0ne una parte l"OiÌ rilf'\11111"(kl mondo morlerno r eff'e1tivam~1le un pr6'fot10 di ck-,2,.ut·rt"-<Tnt11raaiale. la creatura di una ni~i profonda. taulo più lro,:.it·u ì11qua111od1f' nemmeno ~tita rome !aie. 1lell'uomo d"Ou·i lt'nll". Ed nra ,~~iamo al fallo guerr-a e all"~peri~nza dell'eroi.;1110. L"uno f' l'ahra ahhiamo aR't-rmato ot-1 n~ro l>rttN.knte 8Cr1ll0 .. ono •lrumenti di ri.s,eglio. Di ris,eglio. però, di chl' co,,.11? I.a iucrra, \ ii'imta. ,letermina una prima .!lt'le:iiont-. es..'8 ..e-para i forti dai de-boli. 11:litroi dai ,il;1iAtthi. Cli uni cadono. 1f1ialtri ;r;j affermano. \la ciò non ha.,.ta. Es~ono modi dhe,..i di ~r eroi . .!oi~nificati di\\l!~i che poi!e,OnOCS!t'r .spt-riITH'nlali 11ell'r--1M:"riem.11 t-roica. Per orni rax111<lonà 3tl('ttdt-Nli u114 rt1u.1one dueraa. ~pecifica. \1a, ~r ora. traluriamo quc,,10 punto. Seguiamo lll\4'Ce la e fenomenologia» de-I ri:nrglio della ra:ua Jt>lt:rminalo dalla gut"rra. cioè Il· ,arie modalilà IÌJ)iche di ~. parundo teoricamente ---; dalla distin:.:ione ora (alta (rH.lt' di natura .,. #UJ>errana> e - pralicarnaitc - dal lato concrdo. ule a dire dal fallo che. la gut-rra modnna non t'~ndo più rii é/i,,.J guerriere !l~iali:tzale, ma di mMse. ml affrontarla ,a. in larga m~ura, il tipo mi!!-10.borghNe:. ~mi• <kitr■dalo. che j>OCO sopra abbiamo detto prodotto di cri:ti. Il m,IINt' alla prorvi dt'I Ju.oco un tait' prodouo di cri.Ji, fin1por&li una n/Jrr,uuit.a Jottdamrntale. n-01' lt'Orico, mo in urmini di r,-u/tà ,, P"rfino, 1/i cita t! tli morlt'. quO!IO è il primo cR'euo $,tlu1are dtl fallo guerra per la razza_ JinU eut'nliae - •i dirc-hht-nella terminoloiia degli 1n1lthi alchimiMi: il fuoco che ..a~f!;ia. che denuda le e ~ze >. l>ll"r~uire pita concrdamtnle <1~0 s,iluppo, ,ogliamo a~mnere dei riferimenli da una documenlaiione Jui &Cnt'riJ, quale .. j tro,·• in aulori noli. <1ualj p. oi. il 1Nk5co Erich Maria Rt-nter<1ue e i; frane~ René Quinlon. Tuni t'On~no il Rm1arque come autore dici (amigt-ra.10 romanzo Nulla di ,ruon') Au/ front, occidentalt', giudicato co· mt" un capo la, oro di disfaui.smo. La no.stra OJ>inione in prol)O!lilo 11011 è diH!r88: è ulile. IUIIHia, ttaminare con la più f1Nlda 01it11i,i1i di che ~i lralla. J pen!-Ona.ggi del romanzo tono adolesttt11i partiti COfllf' ,olontari euendo imbnuti di o~ni ~J)N"ie di e ide-albmo >. ,ibranli di qu,lla concnione tttorica. romantica e coreogra6umenle eroica della IJUll"rra,che a\e,1110 diffuiO roloro i <1uali. con fanfare e bei diM:Onti, si erano limilati ad 11ccompagnarli fino alla §la.zionll".Giunti al fronte. pr~i nt'lla ,era ~~r~nza della ~uerra moderna. ll"Sl!!i !I-i trmano .a ron!'latare. che 8i tratta di tull'ahra cosa e che non ,-i è più alcuno degli ideali e dei retori,mi preceòt-nli che p(b._"4 fOillenerli. Wi non diu~ngono nè dei vili, nè dei traditori: ma il loro ~re interno r tra111formato. i una gmc:raaione :!l,J)ttUla irrimNliabilmenle. ancht' quando gli obici l'hanno ri!eparmia1a. E.,ei .si porta.no llmanai. speMO Mmo degli e rroi > - ma com,r, che cog? E-~i st-1110110la iuerra come una ,•i19

t.~nda elenlt'utare. irni,e,-.ouale. a•umana. 1.vme una \ i~mla di forie :;eatenole. :;u~i!Stcre nella <Jutile 11011 è po.."'3ibileche ride- ,.hrndosi corno t:iberl (atti d'i!linti a.ssoluti, lucidi <1uanto inew• rabili. qu■l!i indipmdenti dalle pen.one. Son quCl!lc fortt che 1>0r1t1110 innon,:~ tali gioHrni. che li rap,no afTem1are là do\C altri sarebbero !iil■ti !Spezzati o a\•rebbero impaui10 o a\ rehbero pre(erito la aorte dei disc:rtori e dti vili: ma. oltre a <1ucs10, n~un e111u,iasmo, nessun ideale, ne&;una 111«. A .'!uggellare in modo morl><>Mmentesugges1ivo la terribile anouimillÌ di que - ·,1a ,icenda. O\C il &ingoio non conta più nulla. il Hcmarque (a finirt• il libro con la fine dclrunico gio,•a•~, de: gruppo origi - nario. che era :\Calllpalo, il quale muore quasi alla :;oglia dc ll'armi!!tizio. in un giorno così calmo, che i comunicati &i limi• taronu alla frase: • Nulla di rmo,o &ul fronte occidentale :t A 1,arte il (atto che l'aulore di queAlo libro è 11Utto dTctti,a o)t'nle un combauente. &arehl~ dilkile affermare che prOCCS!,i del genere l4io.no solo e <lo romanr;o •• ~,:a risconlro con l:1 realtà. Il di,daubmo del libro. il i,uo lato im1idioso e deleterio. --ta piu1t0&to in ciò: ne: ridurre lulla la guerra, vale a dire, tulle le ~OM-ibiliht dell'e11perienza della guerra. ad un ~lo aspello real(' sì, ma parlicolare di ~; in realtà. qui ,i I r:illa :iOlo dell'esito negatilo di una pro,a. che però da altri può ~~r su1>erata and1e po11iti,ame11te. Un 1>unto è irnporlante tener (ermo: la tesi antihorglit'SC. Fin qui. si può C&Ser ptrf1110 d'accordo ron Re.marque. La guerra agi!loCCco~ una catar,-i. come una e r)Urifica:tione >: igniJ t'Ut'nlioe. Belle paro:e, bei M-nlimenli. ,oli retorici. miti e 1>arole d'ordine, 11ma11ilaritmo e patriottbrno parolaio son spazzali ,·ia. è "J>azzala via la piccola pcrsono con l'illusione della sua importanu e della ...ua utilità. Tutto ciò è lroppo 1>000-Ci si trova tli honle a forze pure. [ ~r rni!ltre, bi:§Ogna ride&tani egualmente come foru pure intimo.mente conn~ con la profondità tle:b r:a:ua: dimenlicando il prOJ>rio e io>, la propria ,•ila. Ma ecco che pro11rio quid affacciano le due possibilili op~le: falle 6:11~ tare' le su1>erstrutture della e rana del limbo>, dell"uomo bor,hese. i,emi-spento. due ,ie sono parimenti aperte: i/ SUfH'· ramt>nto Jelfc umano• col pa.uaggio Ml .Jub•u,nano. orr-rrn col fKIUtti~fo M:l Juper•umano. Nell'un ca!O si ridesta la l)f:f,lia. \ell"altro l'eroe nel ~nso ,·ero. nel 1e1Liòl0 ilac-ralee tradizionale: nell'uno :.i ride:,ta la e razza di natura >. e nclrahro .;i ride~t• - Arti9Ue,e coD due caY<ttli H: di G. fotlori

la e tu~rraua >. Il Hcmar<1ue 11011 c<HIOk'\' che la prima --olulione. Qualche anno fa è m,cilo and1e in una tnirf1n::io11eitali1t11J un·opera cli Hené Quinlon: M,uJiml! Julla t,uerra. Ui,4 rap-~ 1,ro.t:nta un'altra testimonianta a.Mai singolare. Ott o ,ohe (nito nella guerra mondiale. ripctulamc111edecoralo co n le 1•iù ■m• hite decora;iioni. il Qui11tor1può e, identemenle a ..pirare a:Ja generica qualifica di e eroe•· Ma cl,e ,iignificati ha ,•i-.sulf.t quNIO e eroe> nella guNra'? li libro in qui!lione ~ la ri.-,po~ta. La guena è concepita t giu~tificata dal Quin1on hiologicamcnte, in si retta di1>endenu \tagli islinli della specie e della e ttle• iioue naturale•· Alcune t1tazioni: e \'i ..0110. alla ba...~ di 015niei.serc. clue 1110,·cnti:quello egoistico che lo s pinge a con• ...ena,c la 1>ropria ,ila e quello altrui.stico che lo p orta a dimen• tica1,;1i.a !!-acrificarsiJ>erun fine 111t1uraleche egli ignora e che ii identifica al profitto della '-pttie. Cm.i il debole. ne: mo• mento del een'igio della specie. attae<:a il ( rate Ilo pii1 potente. ~enza 1>rudenza.&enta ragioni, Jen:a &~rare nemmeno di t'Cn.- «rt'. Il ,enio della &J>CCiegli coman.la di attacca«.: e d i giuoc1u!li la ,•ila•· e Il ma.8<:hio e ìa remmina sono creali pel -.er- , igio della tpccie. I ma.schi sono organin.ati per lo ttare fra loro i in \isla della i-elezione !lC!!Uale). Lo guerra è il loro iitato nalurale. come ~r la femmina l'ordin;• sacro i di concepire e poi Ji alle,•are •· Donde qu~tA singo ..:1«.:concezione dell 'eroi- -.mo: e L'eroe non agi.-,cc J>erdoHm~. r;1a. per amore {da intende~i: in funzione di i:ati111irli rana che fan t"81)0 alla fon• ziouc sessuale). In guerra !"uomo non è J)iù uomo. egli non ~ più che il mas,chio... La guerra è un capitolo dell'amore - i ma$Chidella steMa specie !li inebriano nello strazisnli a ,·iccnda. L"eb,ezza Mila guerra è una ehreu:a d'amo«.:•· trumeolo della $pt:cie, della raua del corpo in uno scatcnamcnlo primordiale, M-CondoQuinton e !"eroe non ha perciò nulla di suhlime. non di,·er,.smente della madre eroica che iii precipita in un incendio 1~r ,alvare il proprio bambino: sono il maschio e la femmina nati•· Per preci.t.are il lh·dlo 111 cui, &f'guenlo tale ,•ia. 1i ,a a finire. citeremo qu~ti altri paMi del Quinlon :e Ogni ideaJr è un prelf'SIO per ucdde~. L'odio è la co~ 1>iù im1>0rta111e della , ita. I saggi che 11011odiano ))iÙ~ono maturi JJCr la $Ieri• lilà r per la morte. TH non del-i capire i popoli (nemicil, ma le,i odiarli. Pii, l'uomo •i ele,·a. più crt$Ce il suo orlio per I (

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