La Difesa della Razza - anno III - n. 1 - 5 novembre 1939

noi che possiamo PffiSare, ma solo quei popoli, che hanno dovuto sopportare, su larga scala, la presenza degli ebrei fra di loro, Cort)(' i tedeschi e i polacchi), PffiSO che sia molto strano che 'l"alomo po;sa far. obinio"i al principio biofogiro rf,ma poli1fr11rauiait. E se vi fosse n«nsità d'una iegislazione, simile, per cstmpio, a questa dell'ltdia, non vi sarebbe certo chi avrebbe ragione dì opporsi che venga esaminata (per non parlare della v«chia questione d>ra.ica) la nuova questione che l: stata posta, come ho detto, al Governo italiano, dal pericolo di una mescolanza con &li etiopi. Quando si }>fflSi che l'Italia non manda in Abissinia e altrove pochi scelti cittadini, ma milioni di uomini, allora si aipisce percM sia stato regolato di r«t'nte anche questo afflusso di italiani ai centri d1dogo abissini. E." noto, per esempio, che, alla fine di ottobre, 1800 famiglie, cioè \'entim.ila pt-rsone, sono andate a stabilirsi in Libia. Ed io domando, chi potrebbe volentieri accusare la scienza italiana, per ciò che le riguarda, se ha preso Je sue precauiioni contro il sorgere del meticciato, che gil sopravveniva, cumultuoso e veloce! Cc:rtamtt1tt",l'estendersi della scienza contrmporanca ha reso ~ibile di scongiurare il pericolo in cui si riassumono i f,11111dt/J'ig11oran14uitntifira , d,1/'indilftrtn:u 1011n,wir,11 di ,là P.,JaU; delle qua- . li fu conseguenza la formazione di ordini interi di razze bastarde; sl che i diS('ffldcnti di esse appaiono minorati di fronte .i:gli altri, come per esempio, quelli che portano sangue negro, oppure conservano, anche se al di fuori non si vede, la pro- ,·enicn.u da una razza inferiore. Cìò, a confutazione del pensiero di molti, i quali fantasticano che ogni mescolanu porti persino al miglioramento dell'uomo. Qui non sia superfluo far notare, ancora una volta. quanto infonda,, siano mol1, opinioni, radicate da vecchia data. Cosi, rontrariamcnte al tanto diffuso preconcetto, il rmtrimonio di stretti ronung11i,,,i 10n è in se stesso causa di una discendcnu, anormalt'. Il danno di esso deriva esclusivamente dalla più probabile unione di individui affetti da malattie ereditarie, e <falla più certa tra.smisstOnCdelle stesse mai»tti.c ai figli. Ed abbiamo esempi molto significativi di .strettissima e piena unione, per nempio tra frate lii e :sorelie, anche nel passa.io (Tolomei, locas e cos1 via), senza ccn.seguone dannose, anzi, al contrario, talvolta coll'apparizione di personalità straordinarir. Questa coodusione è stata rrovata anche con esperimenti, mediante l'unione di anima.li consanguinei. AIJo stesso modo, nl: esiste la « 111rrhilli11 > di una rana., che dipende, io pcn- $0, da cause ereditarie interne; nè il o: ring:011dnim,n10 > di essa per mc'no di ungue straniero, cioi! deJlt' unioni con una rana straniera. E la famiglia o gente, considerata la più antica, come la famiglia I propilei di Ateoe nobile, non è in realtà più antica di qualsiasi altra. LA poJitira rauial, ; sia/a già po11a dalIn urim:u. E non è possibile che non avanzi alla ricerca della verità, superando gli ostacoli e attenuando le $ger.azioni. Tanto più che, come ho detto in principio tutte le raue superiori, volere o no, dovranno, a quanto io credo, ricorrervi; anii, se si guarda più a fondo, si Yede che, anche senza intervento della scicnu, dapp,r11mo ;i allHa ,ma 'l"aJrh, politir11ravia/,. P~rciò, anche a non parlare dcUa rigida endogamia di iJcunc rauc inferiori, che altro sono, se non una difesa della rana, tra quella cbratCa e la greca i molli ostacoli, religiosi e d'aJtro genere, opposti al caso, del resto infrequente, d'una unione tra individui di queste due rane? Che altro è se non difesa dc.Ila razza, il divieto di cittadinanza, cd anche di immigrnione, agli israeliti cacciati da altre. terre? E deduciamo daJla diligente monografia di I. Lccrs (S,mt111 ~ razza 1111/1lt1tisLtziont), che rouimza , difu11 d1//11ra::- ::4 rardllnizurono pn d11prinàpio i popo'Ai. Quando questa coscienza veniva meno, succedeva immancabilmente Ja distruiione della rana. Perciò, che cos'altro significano, se non un profondo sentimento rauiaJe, t,eU'antirhil4 e nel m,dio,w, Je leggi degli Spartani, dei Greci in gcocraJe, e dei Romani, o la divisione in caste degli Arii indiani, degli Jrani settentrionali e simili, leggi che si manie.stavano ,otto forma religiosa, o come impcdimtt1to dei ma.. trimoni? Nei tempi propriamente mcdi covali, Ja Olina con ~e sue leggi che distinguevano Cri$1iani e non Cristiani, giovò 211aconservazione della puro:za della r-az1.a. Sappiamo quanta importanza ebbe questo per la ruu greca. Ogti, anche altri popoli, oltre !'Itali~ e la Gc,rmania, posseggono le88i per là <!ifcsadella rana: il Canadà, l'Unione Sud J\frkana, alcuni stati dell'AmerlCa meridio-- nale, il Giappone, la Cina, l'Egitto, e soprattuuo gli St.1.tìUniti d'America. In trenta stati d'America è proibica rigorosamente ;'unione Ira bianchi e negri (o con gente di colo~). Que5ta proibizione mostra soprattutto che la dirrercnu di colore non è, di per se stessa, un ostacolo naturale sufficiente all'unione tra gli uomini. Ma qualunque siano le misure per la difesa della razza., sono sempre insufficienti, se non si consolidi, 11nrh, Ira il popolo, la ronvinzion, dilla loro ragion d',surt, indipcndenterncoce da ogni arida consideruione scientifica. E certamente su questo si fonda, oltre che la politica raniale tedesca, in partlColare quella italiana che si riferisce alle colonie, come rileviamo dai fondamenti di es.sa pubblicati daU'lnformll%Ìo11Dt JplomaJir11: e Onde prevenire jl dànno delJa IDC!Kolan.zac, ioè del formarsi d"una rana bastarda, che non è nè europea nè africana e ccnde alla disgrega:tione, non ba5tano le severe disposizioni emanate, fino ad oggi, dal Fascismo. Vi ; n1r,;r1J, antora, d'11n fori, 11ntimm10, d'ima gr•nd, a/1,rn.u, d'11n11p11ra, , u111pr, pr,unlt, roui,nza d,/111propri11 r,nza >. Infine vorrei segnalare che, secondo il mio puere, la r111ùaprin,ipAI, e fonda.

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