La Difesa della Razza - anno III - n. 1 - 5 novembre 1939

parte controversia, dall'altra tutto il com. patimento per uomini come noi, travaglia. ti in pieno ventC'$ilnos«olo; ed imbaraz. zo, datoci dalla difficoltà di trovare una wluzione radicale, della vessata questione ebraica. E non mi soHermo sulle leggi emanate m ciascun caso al fine di questa elimina. zicne. Rilevo piuttosto, per essere completo, che. quanto alla densità delJ'tlemento tbrai((J i,1 Italia, come si vede da un do. cumcnto pubblicato di recente, e dal.le sta. tistiche; pochissimi punti del territorio SO· no privi di ebrei. Di -4-4.000 (secondo una statistìu ebraica), cioè l'l per 1000 degli italiani, la maggior parte li hanno Roma, Milano, Trieste, Torino, Firenze, etc. Per l'occasione rilevo che tutti gli ebrei sparsi nel mondo sono stati calcolati, nel 1931, 10.270.000 in Europa, ~.110.000 in Ame. iica. 939.000 in Asia, 666.000 in Africa, 30.000 in .Australia.E dopo le recenti mu• razioni, l'Europa ne ha sempre il maggior numero. N.o,1 sl tratta di perseonJone, ma di p11. ri/iut.ione. E, per quanto si possa aver da ridire sui metodi usati in particolare dalla Germania, per quC$ta purificazione, non ; possibile no11aueJlare ,ome gi11sto il 1110 prinopio, e degno di imituione, al disopra di tutte le difficoltà, nell'odierno stato del. le ra..z.ze. D"altronde, i più grandi apostoli della politica della razza sono stati e rimangono ~mpre gli ebrei. Così osserva l'importante annunzio della politica razziale in ltallia. Gli ebrei è noto che considerano se stessi come appartenenti ad un « altro sangue», formanti il « popolo eletto », e che osser. vano di fatto una straordinaria politica di razza, severa fino al fanatismo. Dunque seguiamo il loro esempio. Sebbene io non giunga a credere che I.I questione ebraica sia di soluzione facile Oon presumo però che la soluzione sia im. possibile sul fondamento deJJ'antica patria degli ebrei. E coochiudo coll'illustre antropologo francese Momandon, che tocca questo argomento in un articolo dal ti• tolo: Soluzione bWlogica della qNeJtion~ ebrai,a. E la soluzione che egli propone i..i fonda su quella della questione greca, dopo b. catastrofe dell'Asia Minore: «Gli indesiderabili, in Palestina. Quelli che qualche altro paese potrà sopportare, da considerarsi come stranieri, con passaporto palestinese. Quelli che dC'$ideranoassimi. Ja[Sj con una raua straniera (che ami di ospitarli) si sottopongano a condizioni ben determinate». E coochiude: « Biologica. mente, nulla impedisce di adottare misure della stessa specie, di quelle per cui comin. ciò a regnare la pace, tra greci e turchi, solo quando si giunse all'isolamento di indigeni ed allogeni, sopra i rispettivi te.r• ritorii». Non è chi non auguri che questa proposta prenda, un giorno, carne ed ossa, ,,cl modo più conveniente possìbile 40 8) La seconda questione, che è stata mes. s:i in vita, a mio credere dal risvegliarsi del. Ja questione ebraica, è la genuinità della raz. za, che deriva, sia dalJa puri/frazione in ge. nerale e dalla difesa contro nuove mesco. lanze, sia dai provvedimenti eugenici. E a questo scopo, come in Germania, cosi anche in Italia, ha preso le redini la scienza antropologica, mostrando la via ai riformatori. C.ome il Capo del Nazionalsocialismo tedesco, cosi anche il Capo del Fascismo italiano non è sceso suJ terreno del razzismo e della eugenetica, se non dopo /Jmgo t1a1111dtlla q11e1tioneda parti dtgli antropologi ed a/Jri <Onsiglitri. E ad essi t: stata affidata (come ho .riferito più sopra) la condotta dell'intera discus. sione, colla spiegazione al pubblico, con gli scambi d'idee, e cosl via. la politica razziale dell'Italia, tuttavia, è Jtdta <011do1ta ùt modo i11d11bbia111ente rapido, principalmenle per la struttura del Regime autoritario, e pe, il <reJ<entepe. ri<olo di me1<ol.wze, a <1111sdaei <0'1lalfi ,011 le razze di (olore. La politica razziale da conseguirsi aura. verso il continuo miglioramento quantita. tivo e qualitativo, preconinata da Mussolini, già fin dal 1917, e poi promossa lin dal 1921 alla vigilia dell'in~iamento del Fascismo, è stata consacrata nella riunione del 26 luglio, anno XVI dell'era fascista, prC$so il Ministro Segretario del Partilo, da div~rse inrson.alità scientifiche delle Università italiane. A questo consesso, dal quale sono stati esaminati i diversi temi cd è stato posto come base il mantenimento della discendenza indoeuropta deglj Italiani e la separazione radicale dalla rana ebta.ica (la quale, an<:hedal lato politico, appare come il nocciolo dell'antifascismo), fu assegnata la elabonzione e la diffusione dei principii fascisti riguardo alla razza, e, prima di tutto la dignità della raiu, cioè .il po1seJso d'11na ,oscie11za di razu. Tutta la politica italiana della razza è stata fondata sui seguenti punti: 1) Esi~ Mono razze umane. 2) Esistono grandi e piccole razze. 3) La nozione di razza è no• zione puramente biologica, 4) L·attuale po. polazione delJ'ltalia è d'origine ariana e la civilti di essa è ariana. }) :t una favola !"immigrazione di grandi masse di uomini nei tempi storici (gli odierni discendono da indigeni che abitav~no l'ltalia già mille . anni prima di Cristo). 6) Vi è in coose. guenza una pura razza it.iliana. 7) E' tempo che gl'italiani comincino a pensare razziaJ. mente. 8) E' tempo che si faccia una di. ~inzione tra gli abitanti dell'Europa (rana occidentale) e gli orientali e africani (s'intende qui Ja distinzione delle rane Sffll.i• tica e camitica). 9) Gli ebrei non apparten• gono alla razza itaJiana. 10) I can.tteri, fi. sici e psichici, puramente europei, degli italiani, non conviene ~e si mutino in alcun modo. Infine, il Gran Consiglio del Fascismo, avendo dichiarato di natura urgente l'intera questione razziale e la necessità d'una coscienza razziale (la questione ebraica ,i. guardando solo l'aspetto metropolitano dell'intera questione): I) proibisce Je unioni d'ltaliani con elementi camitici (del. l'Africa), semitici (ebrei, arabi e così via), e di altre raz.ze non ariane; 2) proibisce ai pubblici impiegali di ·contrarre matrimonio con individui stranieri di qualsia.si rana; 3) anche per qualsiasi altro italiano, tale matrimonio deve essere sottoposto all'approvazione del mìniMero; 4) commina san. zioni a chiunque operi contro il principio razziale. In particolare regola l'immigrazione, e l'allontanamento degli ebrei. E in ultimo, il Gran Consiglio Fascista prende con piacere atto della istituzione di cattedre di discipline razziali (vale a dire antropologiche) nelle principali uniVC'rsitàdel Regno. Parimenti l stato istituito il Consiglio Superiore per la Demografia e la Rana. Inoltre, il Centro di Studii sulla Razza di Addis.Abeba, indice riunoni periodiche di medici ed autorità coloniali, armoniz~ zando le proprie direttive con la politica razziale d'Italia. Ole la «JSdmza della raz.z.:r esistesse nell"uomo fino dalle origini, quasi spon• tJnea, lo sappiamo oggi con sicurezza, dalla storia dell'antropologia. Esistette, fin dai tempi preistorici, come ci mostrano anche le caverne dei nostri progenitori tro. gloditi. In conseguenu la razza, non si confuse, come' si crede, per la convivenza sociale degli uomini; ma fu essa stessa base di umana distinzione. Tutto il mondo sa e accetta che vi sono moltitudini consociate di uomini. Queste noi chiamiamo: po. poli, stirpi, staJi, etc. Ma questi non hanno, o piuttosto h10no un rapporto solo relativo con la « razu ». che è un concetto puramente biologico, riguardante il corpo e J'anima d'un insieme d'uomini. Uomini della stessa razza, cioè d'un'uguale costituzione del corpo o dell'anima, possono, a causa delle circostanze, appartenere a stirpi diHerenti, e razze differenti possono appartenere ad una sola stirpe. In gene. raie, tuttavia, fe stirpi si compongono, per lo più, di rane della stessa origine e della stessa specie, oppure somiglianti. Vi sono gra_qdi razze che dipendono da alcune forti caratteristiche (bianca.,gialla, nera) e piccole razze, nelle quaii le gfffldi si distinguono, a causa di altre più leggere caratteristiche, nello stesso modo come le rispettive varietà degli animali e delle piante. Gli individui che soddisfano a que. ste leggere caratteristiche, se non sono in. teramffitc uguali, tuttavia hanno un ter• mine medio di uguaglianza, che si eredita da genttllione a generazione E cos) si conserv_apiù o meno pura la razza, entro determinati confini. E come, giustamente ed in modo assai istruttivo per noi Greci, stabilisce la pro-

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