lit&:. Mentre, l'insegnamento del disegno :,on pu6 tarsi altrimenti che mettendo l'al• lievo dinanzi, molerialmente, od un oggetto e-d invitandolo a ritrarlo nel miglior modo possibile. Vo da sè che questa maniera che • runico da che mondo è mondo per opprendere a disegnar&, non pu6 euere seguita da chf porte dal principio che la realtò non esiste In se s1essa ma è nostra creazione. Basta:rebbe questo solo esempio per dimostrare o quale profondo stortura sono sottoposti i Ìagcnzj fin dai loro primi anni, dai criteri pedagogici derivati dall'idealitmo. , Lo musica:, sia pure in apparenza. si P,Hla onco, di più o questa evasione ideo• lia11co dalla ~lt6. t· facile quindi comprendere e~ do ragazzi cosi eduooti vengan fuori giovani sofistici o sradicati, e quel che è peggio, artisti portati o tulle le aberrazioni delrespressionismo, che tutti oggi constatano. lo credo che per il bene sia individuale che nazionale, concentrare l'insegnamento in pochi punti essenziali, sia la miglior coso E le cose più essenziali secondo mo sarebbero: I. Insegnare a l999ere e scrivere. 2. Insegnare che cos'è l'Italia e che cosa sono 9li ebrel ia ~ Andr•o O. Cristolori da Romo: Sui Giornale d·ltalia ·del 23 senembre è apparso un articolo di Riccardo Mie.li, inlitolato: Eslelica e filologia. Secondo la tesi dell'articolista bisogna dare la preferenza alla filologia perehè a suo dire tutti i grandi del passato non avrebbero niente o che lare con noi e noi non potremmo intenderli se non attraverso i metodi pazienti è minuziosi di quollo disciplina. Oro, a parie che lo filologia e l'estetico non c'inleressono nè l'una nè l'altra (essendo oltivitò eminentemente non i1o!iane, e ,torcendo esse inve-ee d! chiarirlo il noslro nalurale inlendimen10 delle CO$e) mi :sembra necessario rilevare che oon simili ir.eauti sofismi si tende in sostanza a staccare la nostra gioventù da quella comunione con i grandi del passato. che forma• no lo lorza e la ragione d'essere della. Nazione. Si traila insomma del solito storicismo idealista che lo consistere la vita soltanto in un perenne divenire e distrugge tuuodO che vi è di bello e di solido per sostituirvi la illusione del cosidetto cNuovo>. D'altronde, se si deve credere a.Ila tesi dell'ortiooliata, ranimo di Ce-sore o di Don• te sarebbe soslan:r.ia.lmenle diversa da.Ila nostra e cosi quello di Giotto, l.&ona.rdo, Mic-hekmgelo. Bellini, Rossini ecc. e-cc. I se fosse cosi come potremmo lare od inten• derlì e ad amarli? Come si spiegherebbe per esempio il fallo che- anche Il popolo davanti all'opera di questi grandi si dimostra capace di comprenderli e dJ amarli ~ senza bisogno di lilologio o di estetica? Questo preteso necessità di un meuo erudito per avvicinarsi a.Ile più grandi ereozioni dei popoli non è purtroppo altro che una forma di corruzione ebraica la quale ha per scopo di distruggere 19 cosdenio e la forzo dei popoli ariani. Cosi scrive De Cristofari. La sua lettera è staia letto dal camerata Riccardo Mic•li che Ci ha mandato lo seguente risposta: n ccmerata Andrea Do Cristolari ha molto probabilmente voglio di scherzare. Egli inietti aaserisee. oome prima ca.o:. che la filologia e l'estetica e sono oUivitò eminen- · Nel ,,,_;mo numero: '-L'Anima della Razza" temente non italiane>, mostrando con ciO d·ignorore che la lilo!ogla nacque da noi nel se<:. XV. auspice Lorenzo Volla, e lo critica estetiC<t ebbe come preool'Tilore il Foscolo. e quale maestro insuperalo e insuperabile Francesco De Sanetis. Quanto alla lesi da me sostenula. essa è precisamente il rovescio di quella che il De Crisiolafi mi attribuisce. lo difendo la lilologia e non r esletiea e non propugno quindi ·u • solito atoridsmo idealialico >-. Dico soltanto; l'arte va studiata e Intesa In relazione al tempo in cui nocque. non in aè e per sè come puro fenomeno di crea zione, secondo la. invee., l'idealista. Con ci6 non ai esclude che noi si possa conoscere e amore l.&onardo o Dante, ma si riliene che Leonardo e Dante siano pienamente intelligibili e valutabili aolo in concreto, medialamente la storia. In che 00$0 poi, lo mia test pecchi di ebraismo, non 'so v&dere. Lungi dallo e stac• care la nostra gioventù :t dalla tradi:r.ione e dalla storia, io rivendico e lo storia e la tradizione, contro i er•C11:ionwni della dialenlca- idealista. D'altronde il mio contraddittoro · (o meno che non voglia sostenere che quando i;:iiove la colpa l dei giudei) dovrebbe dimostrare che la filologia o l'estetica. invee. d'essere Invenzione ariano. aono entrambe creazione ebraica. Ouesla è stata lo risposta di Miceli. Dopo averla letta, non possiamo lare o meno di dire che siamo d'accordo con De Cristofari_ &d è inutile dirne la ragione, dolo che gli argomenti addolti do Mioeli sono da tempo alali esaminati e discussi, e i nostri lettori li conoscono Omero Rodo~. da Trieste: Avete rlspo$IO a G. Ricci che le parole latte a IOllolino siano bastarde. perchll impoetiche. Approvo la vostra riapoala. Pero. mi chiedo, che bisogno c'era di creare un vocabolo nuovo o sosliluire quello slranie• ro, quando già ne esiste uno di antica dota e di suono certomenle più gentile e più italiano inlendo dire dell'ita.lianiuimo ~- ludio. A che C04a corriSpondo nell"itoliona lavella ouverture se non a preludio? Ouverture. apertura; preludio. esordio. Ouverture nelle opere D\u$iCXllidel passato e anehe in quelle moderne ala o designare Il pezzo d'introduzione dell'opera. pezzo nel quale i motivi principali del• l'opero si susseguono in una complessitò di grande formato sinfonico. Il preludio è usato p,cniia.lmente con lo stesso significato. C'era quindi bisogno di creare quella oHrturu, che ma.lgrado la traslormazione pu:z:r.a di straniero lontano un miglio? Credo sarebbe mollo salutare che si andasse coi piedi di piombo prima di scodellare moetri di gusto snobistico come questa O\'erluro non unico esempio del lingu09gio italiano riformato. · Coe:I dice Rodot. Sullo stes.:io orvomento. G. Ricci, dc Roma: Leggo (sul Giornale d'Italia) e Un'ultima parola sul termine musicale overturo :t. Sebbene la que1tioncello sia ormai di• venlata vecchia. spero che Questionario pcrmella od un oscuro lettore qÌlale io aono, di fare un'OSHrva:z\one. I lilologi non inventano i vocaboli e sto bene. comunque essi li scel9ono e con tonto di ,torio alla mano. Peccato cho insieme a.Ila storia i filologi non senlano il de· siderio di adoperare anche un pizzico d. buon guoto. La slorio stesso (Lullt alla corte di fronda ecc. ecc.) rendo evidente che e overtu• ro: > è un termine bastardo, 1ri11tericordo d1 un·epoea p<-~ noi di servitù morale L'usarlo puO darsi sia e uaa ••ecbia trodizion• ilalioao '> non meno peuima eerò di molte altre che pert.istono neUa nostra borghesia ostinatamente inlraneiosota. Dunque, per ragioni ncnionoli sarebbe meglio che o•ertura riposasse in pace. ~IWJ¾I, Carlo BGT•lli, studente universitario, dc Milano; Una lellera pubblicalo nel questionaric del numero 22 del 20 settembre. ha destato portieolarmonle la mia attenzione Approvo pienamente quando Pier Luigi F'roslni da Pisa scrive sulla musica no• gra. Oiagroiiotamente eQli ha completamonte ragione, poichè se uno dei provvedimenti razziali ha proibito lo musica di autori ebrei e mi sembra. anche quelle di autori- stranieri, (a.Imeno per quanto riguarda la musica da ba.Ilo) tuttavia jazz o sincopato predominano ancora in qualsioSi looole pubblico ed alla radio. Per questa musica inlalti ancora troppi italiani (o italiane) vanno in solluechero, acoompo• gnandono quello che essi chiamano ritmo con la voce, il fischietto. i piedi. Cosl per opera di autori ilolianl. o che almeno :;l proclamano tali. la musica ebraico-negra caccialo dolio porta è rientrata dalla hnestra Eppure non è questa la musica apprezzata dai vero popolo italiano: avete mai ascoltato le trasmissioni Radio Socia.le o quelle dedicale ai marinai o quelle dello Radio Rurale? Ebbene mai ho udilo che operai o marinai o contadini, chiedessero di riudire qualcuna di siflaue melodie, ir• ritotrid di nervi, guastatrici di orecchie. pervertilriei del gusto e del vero sentimen• .lo musicalo. Giol'910 Attm. da Roma. sullo stesso argomento: Prosini ha risollevato la questione dello musica. Ed io aggiungo che bisogna insistere su questa materio come su tulto le altre. lino a che non avremo disinlos.sicato
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