La Difesa della Razza - anno II - n. 24 - 20 ottobre 1939

,N,a,tu,ta, ~a, e, ~ Caro Sottile, la borghe~na, più hbera e &!'regiud1cata della nob11tò, portò alle estreme cons.eguenze oligarchiche, o i;erciò t&• pubblicane, lo si;irito della nobiltà I nobili furono rnauacrah, perchè I borghesi volevano ad es.si succedeNi. Volevano? Erono 91ò succeduti, nel dornmio delle 1erro, e persino nel\'eserc1:io della giurisdizione feu. dole, la quale, a!lidata un tempo ol wntl• monto d'onore, COi borghesi non seguì altro scoi:o. che quello di ridurro il popolo leudole servo dolla gleba oppure dargli la caccia, co:ne alle here, per spopolare le terre o potorle ridurre o poscolo o a bandi• le di caccia, a materia di si;ecu!oz1one o d1 svago dei ricchi mercanti Lo rivolu1:1one ironcese non accadde nel 1789 ma era ondata accadendo dal XVI 56col.o Il 1789 servi per mett,ue il polverino del .sangue o quelle usurpa%ioni. fu niente altro che una rea:tione alla pol111ca popolare del re Quando la borghesia nde le monarchie prendere di petto il già cmlituito dominio mercantile, cioè la terra messa alla -mercé del denaro; allora i;entl che 11crudeliuimo i;uo ed,licio sarebbe crollato. Scatenò la ri• volu1:1one, per renderlo legale, consolidarlo e non perderlo Non lasciarti impressionare da quei cortigiani ct\e monrono d,~ndo viva 1\ ~e. Pensa invece alla continuo guerra dovuto fare dal re della francese e d1 lulte le monarchie ai nobili pvr domarne lo 1tropotere, consolidare la monarchia, c.1eando l'unità nazionale, doudo cio& alla nazione volta popolare, cioè il vero voHo_~rchè è solo con i re che il popolo diventa nazione: solo con la resbtenza dei re alle tendenze di classe, che impedi•cono al popolo di nascere a na- 'Zio:ie o lo distruggono. • Se Cesare fou.e stato un palrizio. sarebbe andato d'accordo con Cicerone. e sarebbe preva!S<I la tendenw mortifera. Cesare invece ebbe il senso del popolo, che è il senso dei re. Vuol dire che aveva una natura regia, La patrizia non à una natura. E' una FrClnc.. co Albani: ~ Mat•mitb." icrma::1one sociale_ Nalura è quella regia, ed è la popolare, eccellentemente la plebea. Perciò il capo della plebe è il re. Pensa alla plebe romana per intenderci. Alle plebi naturoH, non alla depravazione peblea dello decoden:ta, al residuo disincantata, furbo e traligno:10 delle oppressioni d1 cla.$!e. Oro tu dici che il povolo voglia un copo. e questo è vero; mo il capo del quale parliamo dev'essere un re. Se G.!Jsore si 10#.ae messo a capo di Roma da potn:tio, Roma sarebbe precipitata nella decadenza, L'im• portante non à che Cesare fosse patrizio. ma che fosse una natura regia. Non ti pare? Ed ora leggiamo il luo scritto sulle rivoluzioni. Sentio:mo che ne pensano i nostri lettou. Di queste rivoluzioni Sottil• dico: L'una s'oppone all'altro; eppure questa ~ conseguenza d1 quella, La storia ho una suo terribile logica conseguenziale, cui non si slugge mai da un fatto !roe tutte 1- P0$Sibìli conseguen::e, sino alla feccia, ed Incatena un periodo ad un a11ro, anche quando pare vi siano bruschi strappi. Cosi è delle due rivoluzioni; benchè ideoJog1camenle siano agli antipodi, sono pure collegate da uno stretto nesso di r.onaeguenze. Sul finire del secolo XVIII la classe di- .~~~:~::. =~::,ol~ro:i s=~~: :~C:fe, m~: c1ole ed economico I dìacendenti delle grondi famiglie che avevano fatto sino allora la storia gfori080 di Francia, esaurivano le ultime lon:e e gli ultimi denari in lrivolez:ie. E, quel che più sognavo la loro condanna. non credevano neanche più olla loro fundone storica e-cl al perchà dei loro privilegi_ In tali condizioni era logico, latale eh& il loro mondo crollasse. Cosi cominciò quella che nell'e30lloto giud!zio di contemporanei e po8teri, fu chio. moto la grande rivolutione_ Oopprima, le richieste delle clou! inferiori, che erano le più. fattive le più laboriose, furono rolativorr.ente m~esle, e pcusarono, cosicchà il terzo stato, dapprima quasi slupilo, prese ardore e chiese d1 più. Trovò resiatenza. l'infranse. quale resistenza potevano veramente opporre quei nobili che non credevano più a nulla? Ed alloro le cose precipitarono. inesorabilmente. e, lasciatemelo dire. dolorosa• mente. L·uomo à cosi fatto: datogli il dito, vuole lo mono; dategli questa chiede il braccio e cosi divora 1uttol La marcia dello e Nuova Era> cominciata dapprima con di;nitò, si mutò in un ocnvulso acc,:;;iva.llarai di forze oscure, in un tumultuare caotico degli 11rali più bassi e langoe:i dell'umanità Secoli di miseria ·esplosero in una luna paHesca di furti, distrudone, sadismo. Le e~he più oscure risalirono dal fondo della coscienza umana e l'uomo si rivelò belYO E:, notate, la trasformazione avvenne anche ne;li uomini che dapprima erano stati prudenti e dignitosi; Robespierre mse;ni. Dapprima à monarchico liberale, non vuole abbalter• del tutto il vecchio mondo Vuole, come tanti altri, come i più, limitarlo, renderlo meno altero ed 08Soluto. Dopo, la forza degli eventi lo trascina: il costituzionale divento il tiranno del Terrore. Ancora. la logic,:;;inon si fermo. a.i9nori ri• ..,oluzionari, quando pipcerebbe o voi. Ed ecco che la e Gronde Rivoluzione > che prima ha ucciso il Re ed I Nobili, uccide l cadaveri, suprema follia! Si lanciano anatemi alla memoria di Mirabeau, si profanano le tombe dei sovrani raccolte nel silenzio di S. Dioniç,i_ Non bastai Ora à la volta dei e nuovi idoli>. Carlotta Corday, lo giusliziero di Morat è una rei::ubblicano convinto: Danlon è uc43

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