torna a Roma soltanto per assistere alla cerimonia annuale della gente Fabia. Più tardi, in pieno periodo di ascesa dell'Jm. pero, il poeta Properzio si riterrà dispo• sto a morir celibe piuttosto - udite - di creare figli che possano essergli strap• pati per i trionfi della patria. e Pcrchè offrire i miei figli ai trionfi ddla patria? dal sangue mio non usciranno soldati> {Properzio: Ekgit, Il, 7). Come mai in uno spazio di tempo rel.ttivamcnte breve tanta diversità di sentimento? Cicerone, che nel suo Dt Legìl)u.s rife• risce le antichissime leggi di Roma, dice di averne conosciuta una la quale proi• biva assolutamente il celibato (Dt Ltgil,us, Ili, 2). Altrettanto afferma Dionigi d'Alicarnasso. Per allro, la prima affermazione di una certa importanza e che ,sanziona il celibato la lro\'iamo abbastanza presto nella letteratura romana: ricordiamoci della lunga tirata in onore e lode del zitellone che fa il personaggio di Peripleco. meno nel Mi/es Gloriosus di Plauto. Ma qui S"ipuò pensare che l'arma della satira in mano a un poeta di tal fatta servi5. se, come sempre avviene, per una vera e propria <:arre.tione dei costumi. Purtrop• po il fior fiore della liri,ca latina è do• ;~~od~~~\o~e~~:i:~ai~:C~~:;t:,s:; riusci ad eludere anche le severissime leggi di Augusto sul matrimonio e la figliolinza. Tutti i richiami ai costumi dei maggiori, il rimpianto, l'invito alla prisca santità delle usanze e delle credenze che leggiamo nei poeti romani, Virgilio rompreso, sono assai più retorica che convinzione; aspirazione platonica invece di pratica di vita. Doi poeti latini ,;n sos!anza si potrebbe dire, senza tema di comprenderli troppo alla leggera, che erano uomini i quali predicavano bene e razzolavano male. Che il celibato fosse <:ansiderato un dc• litto soltanto in vista della mancata discendenza è attestato dalla facoltà di diYOrzio in caso di sterilità della moglie. Gellio ci conserva la memoria di quel Car. vilio Ruga che inizia per pdmo nella storia di Roma la interminabile serie dei divorzi. Uoino nato di nobilissima famiglia, Carvilio Ruga divorziò dalla moglie perchè non aveva potuto avere dei fi. gliuoli con lei. Non ostante egli amasse moltissimo la consorte, dovè rinunciare a lei per la stessa formula sacramentale pronunciata all'atto del matrimonio nella quale era detto che egli la sposava al solo .scopo della discendenza. Questo assicurar. si la continuità del proprio sangue assumeva delle forme addirittura incestuose presso antiche popolazioni asiatiche dove, in un matrimonio sterile per colpa del marito;' la donna era obbligata a darsi al di lui fratl'!llo o ad un suo parente pur di continuare la famiglia. Qui il vincolo assume aspetti che non esitiamo a chiamare innaturali, ma che non testimoniano meno della stretta fedeltà di sangue in quei lontani tempi. Tale costume, che oggi non può a meno di repugnare all'uomo moderno, è addiriuura sancito dalle leggi di Atene e da quelle di Sparta (Plutar<:0: So• Lon.t, 20. Licurgo, 15). Non ostante il parere di autorevolissin( storici i quali dànno a queste <:astumanze valore assolutamente religioso e attribuiscono loro significato, specialmente per quanto si riferisee alla prosecuzione del culto della famiglia, noi crediamo invece che le ragioni debbano ricercarsi in un ,•incolo assai più sentito negli antichissimi tempi che non nei nostri; quando piì1 viva era negli uomini la coscienza di do• versi perpetuare per compiere l'immane fatica loro commessa, e for&e anche quella di continuare un proprio tipo, un indi\'iduo famigliare che spiccasse nettamente tra le altre agglomerazioni per peculiarità fisiche oltre che per rituali. Assicurarsi una discendenza legittima significava obbc<lire non solo alle leggi generali della natura, ma a quelle pà.rticolari e nuo• ve che la natura sto.ssa sembrava essersi imposte con la creazione del genere umano. Non è inutile, oggi che una sagg'la po• litica demografica tutela la <:anser"azione della famiglia nello Stato e tenta di im. pedire energica.mente il triste dilagare del celibato, tornare con la memoria alle u• sanze degli antichi popl)li che rappresentano la.culla della nostra civiltà. PAOLO NULLO :17
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==