Un'accusa viene lanciata contro ìa politica razziale cd è quella di approfondire- le divisioni fra gli uomini venendo così ad in. firmare quei principii di carità di cui il cristi:mesimo dovrebbe a\•ere informato la sostanu di ogni progresso civile. Accus.a che raggiunge la cilunnia per quanto riguarda l'opetti di colonizzazione che l'Italia ccmpie in Africa e che dimostra come, anche in questo campo, ii ,u ignorala danmttNr venga \'Olentieri lasciato da parte per avventare sentenze senza por caso alla trave che grava sui giudici improvvisati. Non si vuole cioè riconoscere il valore di una politica di difesa dell.t. razu che tende a mantenere distinto quel che Dio stesso ha voluto c~ì visibilmente dìstinto e si confonde la carità con la promiscuità, il senso di umanità con il livdlamento al minimo comune deoominatore. : doveri della civilizzazione con gli amplessi della « ma.dama ». .E non si fa a.so, da parte degli intellettuali dell'egualitarismo, che non è una serena e franca politica rauiale il pericolo, ma quel pregiudizio di raua inconfessato che permette l'asservimento di masse di bianchi entro i confini d'uno stesso pa~. L'esempio degli Stati Uniti è troppo noto per insisterci. Ed è anche noto, se pur sommariamente, il tenore di vìta e le condizioni di forzata in(eriorità morale in cui sono costretti a vivere. in quello stesso paese, i n:g:i.che vi si trovano ospiti forzati. La storia del negro americano è cominciata in quel 1619, allor. chè il comandante di una nave olandese che aYeva approdato a Jamestown nella Virginia, scffllbiò una ventina di schiavi negn contro qualche balla. di rotone e un po' di viveri. Ma non è terminata con lo sbarco dcll'ultimo carico di 2vorio nero a Savannah, nel 18~9 (il trinomio ott2ntanovesco era la divisa gloriosa degli americani allora come oggi). Se è \'ero che la lettura della Capanna dtllo zio Tom è stata la causa di una lunga e s;1nguinosa guerra civile si rimane imbaranati oggi nel vedere che nessun americano, nordista o sudista che sia, se la senta di prendere le armi al leggere la notizia che; Percy lrwin e lsaac Mims, due operai negri, hanno subito la pena di morte per. essere stati dichiarati rei del furto di cinquanta centc-simi di dollaro. Nessun americano si è commosso quando le statistiche hanno segnalato che in un anno la polizia di Harlcm, SffiU la minima provocazione da in\'OCare a dilcsa, ha ucciso cinque negri fra i quali u.n ragano diciottenne; quand~ tre ragaui acusati di un furto d1 38 centesimi sono stati battuti e condannati per un totale complessivo di 90 anni di prigione: 28 mesi di prigione per ogni centesimo. Gli america.ni si sono commossi perchè i mercanti di carne umana avevano rubato nelle contrade africane dei neri e ne avevano fatto degli schiavi. ma questi schiavi essi li han trattati come bestie da soma quand'erano docili e come bestie selvagge quando osavano rivoltarsi, hanno insegnato loro l'uso dell'alcool. delle droghe, del giuoco d'azurdo, la prostituzione e la mendicità, h:,mno loro inoculato la tubercolosi e la sifilide, nt h,m110linciali più di q11allromiladai 1900 ad oggi. Diamo gli americani che il linciaggio per terribiie che sia è una necessità per la protezione della donna btanca. Infatti nel 1917 (tanto per citare una cifra) a Nuova York duecentotrenta persone furono accusate di stupro, ma nonostante che i negri della città assorrwnino a 250.000, non uno di loro dovette rispondere di quest'imputazione. Dalle inchieste compiute sui linciaggi è risultato in compenso che molte delle vlttime erano accusate di 4< aver risposto con ins::,. lenza ad un bianco». Certamente che questa non si può chiamare politica razziale. Un franC('S(!c:he è st:1to professore in un collegio in PennsylVania· ha scritto ; « Passeggiate per Parigi con un americano; il più liberale e progressista che sia. Egli non potrà fare a meno di rivoltarsi ogni volta. che incontrerà un nero e una bianca sottobraccio e dirà: ecco una cosa che non si tollererebbe al mio paese». Il professore francese chiama. questo: pregiudizio. Dunque non c'è scampo: o la forca o l'alcova. La forca porta alla schiavitù, l'alcova all'assimilazione e dovrebbe, per essere logica portare all'autogoverno. Ma. a questo proposito gli intellettuali egualitaristi citano l'esempio delle Filippine. Nell'ottobre del 1913 un protetto del Presidente Wilson, il governatore francis Burton Harrisson, sbarca a Manilla coo un progr:unma semplicissimo: Je Filippine ai filippini. I funzionari · bianchi vengono !icenz.ìati senza preavviso e da un momento all'altro le attività tutte del paese passano nelle mani degli indigeni. Un articolo della Far &1Jrrn Rni,w di Sciangai così riassume quello che· acca.dde: « Si comportarono (i 61ippini) come un bambino che riceve in regalo una bambola: grida, risa ~ pianti di gioia, baci e careue. Si divertirono a cullarla, ad a.ddonnentarla; poi la trascinarono in giro e la bastonarono; la misero infme in pezzi e gettarono ai quattro ,·enti la crusca e gli stracci di cui era imbottita ... ». Avvenne cioè che le banche emisero biglietti che non erano garantitt da ne55una riserva, che in ferrovia tutti viaggiavano senza pagare il biglietto, che gli 2.mici di coloro che erano al potere ebbero crediti colossali sproporzionati all'importanza delle loro imprese e via dicendo. Quest'allegra aritmetica ebbe risultati fulminei: fallimentu totale e a prima visla irrimediabile. Un po' da per tutto scoppiarono ribellioni contro i tirannelli locali. Le cpidemje fecero stragi nelle isole e la morta.liti raggiunse cifre senza precedenti. Occorse la nomina del generale Wood, awenuta nel 1921 e seguita da energiche misure per mettere fine al caos. Nroche questa è politica rauiale. . ... In un libro recente il professore Lef~re - specialista di studi bioenergetici - segnalava una certa legge« d'irritabilità», proprie_ tà fondamentale degli esseri in lotta perpetua contro le forze che li circondano. Per gli essere umani, ,,iventi in gruppo, questa ,legge si mani[esta con le guerre, rinno,·aniesi senu tregua fra vidni. Ques1e guerre erano senza cause come SffiU scopo percbè le tribù non avCY:lOO- non c·è bisogno di dirlo - dissidi di politica cster2., nè desiderio di acquisti territoriali. Approfittavano per baltersi della più piccola questione: diritto di raccolta. di caccia, di pesca, di pastura ecc. Come spiegarle, queste guerre fra tribù primitive. Bisognerebbe domandarsi quali sono stati i fermenti che hanno agito, nell'epoca relativa.mente recente in cui le 4< nuze » esistC'\•a.no a.Ilo stato di e nebulose», in modo da produrre quei caratteri diffe. renz.iali e dar loro non solt.mto una fisionomia propria, ma quel particolare dinamismo che fa si che ogni raua abbia in ~ la s~- ranu di diveniCC' una grande nazione a condizione di di11ing11,r1! da. tutte le altre per la Hngua, le istituzioni ecc. Un istinto infallibile insegnerebbe quindi ai primitivi che la loro esistenza di un popolo dipende da un corpo sano in un animo S.'\nO e che la loro razza e le loro istituzioni morali non sono al siruro se si lasciano trascinare al meticciato. Ecco la base naturale di una politica rau:iale. A. PETR
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