La Difesa della Razza - anno II - n. 24 - 20 ottobre 1939

~ VOLTOGIUDAICODEU Ca:rteaio ~(i sono sempre fermalo dinanzi a questo passo della Repub• ,,lica di Platone: e Cii>che dà le, 1~rità alle cose cono.sciuu: e la -for:.a a chi co,wsce, dici che è il be11e,e consideralo rome la causa de/fa conoscenza e della vt:rilà; cosiccM, e"endo la conosce11:a e la vt:rità entrani.lM belle, se penserai che quello sia ancora più bello, µ,uerui gU4stanu:11k •· Ho sempre creduto che stia in queste parole, il ceno, e non mutabile, fondamen10 della civiltà. Se non ei fosse riconosciuto che, al vertice di tulle le COM', domina assolutamente il be.ne; se il principio dell'uguaglian:u1 del bene e del male. avesse potùto prt:valere, (eia per i gravi errori, impliciti nelle filosofie della decadenza, sia, soprattuno, per il diffondersi dell'eresia manichea), e se il cristiantsimo romano, per mille anni, non'. li avesse esclusi dall'Europa, non si @arebbe, ccrl$1.lente, u.sciti dalla barbarie. Oggi l'Europa è insidiata dal medesimo 'pericolo: per effetto della stessa influenza. Sono gli Ebrei a diffondere il rovinoso sentimento, radicato nella loro anima, della parità assoluta del bene e del male. Sia che, come alcuni pensano, ciò dipenda dal• la loro origine nomade, che, per il continuo mutare, avrebbe loro tolto il sen,o d'ogni stabilità e d'ogni certezza, sia che, com'è più probabile. ciò sia dovuto ad una imperfnione originaria, Jegata alla razza, certo è che sempre è mancata loro l'idea, propria alla civiltà classica e cristiana, d'una subordi32 nazione del male rispetto .,I bene. e d'una giustificazione .lei male, solo come mezzo. come passaggio 1em.poraneo. onde pervenire al bene Per loro, anzi, si tratta addirittura di ciò: vi.sto che la lolla Ira l'uno e l'altro è inctrta, è sempre più sicuro venire a patti con quello dalla cui vittoria vi è sempre da 1emere. La loro religione, in fondo. non è che il patto col dèmone cauh•o: al quale, al di là di ogni superiore giustizia, non chiedono altra cosa che il proprio vantaggio. Quale enorme differenza dalla religione dei Cristiani: i quali, irwcce, chiedono, non il proprio vantaggio, ma il bene: che si trova infinitamente al di sopra di 1uui gli interesi! La stessa differenza delle religioni, vi è. necessariamente. tra le filosofie: non essendo. queste, che pallidi riflessi, o strumenti delle religioni. da cui 110110 derivale. In qual modo, alla filosofia cristiana, che riconosce come massim,o ,principio il bene, si è andata sostituendo, da Ire secoli, in alcune •nazioni d'Europa, precisamente l'altra, che non vede. 1ra il bene e il male, ne.1suna gerarchia? In qual modo. per dirla breve. l'idealismo dialettico ha potuto prendere tanlo pie: de in Europa? Per due strade che, in apparenza, sembrano di- \'erse. ma che risalgono. in realtà, alla medesima origine. L'una fu la riesum,uione, faua da Cartesio, del razionalismo immanenli.sta dei due filosofi lev-,ntini Zenone e Crisippo: senza che tralasciasse quasi nessuna delle loro dottrine, cioè quella soggeUiva dell'al!Senso, e. meno ancora, quella dell'evidenza, che di- \'enne famosa l!Ollo il nuovo titolo, « delle idee chiare e distinte>, L'altra fu la riesumazione degli stessi, Zenone e Crisippo, fatta ancora una \'Olta. dall'ebreo Spinoza: il quale, spinto da una tabe ruionalittìca, anche più profonda di quella cartesiana. perchè gli veni\·a dalla raZ1.a,servendosi d'un apparato addirittura malen,alico, di teoremi. di dimostrazioni. di commi, {proprio come l'avrebbe adoperato Crisippo), giun~e alla tesi musima che Cartei,io. legalo ancon da \'incoli col Cristianesimo. non ave\·a osato enunciare: quella dell'identità della « COS8 pensante con la cosa estesa >. Il « 1>enso. dunque sono>, di Cartesio, era, in confronto, un'enunciuione timida. In quClllc due preposizioni c'era già. per intero, ciò cl1e oggi si chiama idealismo. Tutto ciò è notissimo: ma uua cosa risulta contemporaneamente chiara. Zenone e Crisippo, ai quali s'i:;pirò il 1 francese Cartesio, erano levantini. Sui medesimi, con maggiore' r,-gione. v~olle fondar.\i Spinoza, senlendosi un loro affine nell,a razza. C'è di più: @isa che egli pre<lilige,•a i neoplatonici, sul tipo del levantino Procìo, e le sètte cabalistiche ebraiche dell'alto medioevo; nei cui pensieri trO\·ava (anche se non fosse apertamente denunziata) quella st~a commistione e della co...'l8pen• sanle e della cosa estesa >. e perciò anche rli Dio e del mondo. del bene e de: male, dell'uomo e della natura. alla quale volev.i ■e&o 8Kll■ L.J ..Rapporti di razza fra ~ososlavla e Italia ..

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