La Difesa della Razza - anno II - n. 24 - 20 ottobre 1939

intere nazioni armate e che inoltre nel loro carattere di tolalitarietà. in \'tslono le forze non solo fisiche ma anche morali e spirituali, d combattenti e di non combattenti L'ebreo Ludwig è andato in ·escande scenze per un articolo, uscito in um rivista militare tedesca. nel quale Si mettevano in rilie\'O le pouibilità di selezione relative perfino ai bombardamenti aerei, ove la prova del 11angue freddo, dell'immediata, lucida reuione dell'istinto d'orientamento opposto ad ogni impulso bruto e confuso, non può non risoh·ersi in ,ma discriminazione deci&iva per CO· loro che hanno la massima probabilità di scampare e di sopravvivere. Lo scandalo dell'ebreo umanitario Ludwig, che pur si è fatto banditore bellicoso della <nU0\'8Santa Allean• :ua » contro il Fucismo, non può nulla contro quel che di giut.to vi è perfino in considerazioni del genere. Se la prossima guerra mondiale &arà una « guerra tota!~» essa significherà anche una e prova tot.aie» delle fone rau.iali supe~titi del mondo moderno. Certo. gli uni crolleranno là dove gli altri si desteranno e ascender-anno. Catastrofi senza nome potranno perfino essere il duro prezzo di àpici eroici. e di nuove liberaiioni di forze primordiali sopite lungo grigi secoli. Ma tale è la fatale condizione per la creazione di ogni nuovo mondo - ed è un nuovo mondo che noi chiediamo al foturo. Le presenti considerazioni debbonsi però considerare sempli.- cemente introduttive nei riguardi del significato che il f.Jtto guerra ha, in generale, per la raua. Tre punti fondamentali dovrebbero esser ulteriormente considerati. Anzitutto, dal mo• rnento che noi partiamo dall'idea della fondamentale differenza delle razze umane - differenza che, secondo la dollrina dei tre gradi del razzismo, non si restringe alla corporeità, ma t<>c<:3 anche l'anima e lo spirito - bisogna allenderBi che il comportamento spirituale e fisico di fronte all'esperienza o pro,·a della guerra, sia diverso a seconda delle varie rane; sarà quindi necessario e intere:M8nte individuare il senso, secondo il quale, per ogni singola razza, si ,·erifica la detta reazione. . In secondo luogo, bisogna considerare un rapporto di i-nterdi-' pendenza fra ciò che un razzismo ben inteso può fare per la razza in vista -della guerra e <:iòche, a sua volta, la guerra, nel presupposto di una giusta attitudine spirituale, può fare per la razza. Si può parlare, nel riguardo. di una \IIJ)eciedi germe o nucleo primario creato o ridestato preliminarmente dal razzismo col mettere in rilievo, nella coscienza di un popolo, i valori raz• ziali; germe o nucleo che fruttificherà nel clima delta guena allo l!tCMOmodo che~. a sua voha, vale a dare aJl'esperienza della guerra, agli istinti e alle correnti di forze profonde che allra\·erso tale esperienza affiorano, si palesano e si affermano, una giusta, feconda direzione. E ciò porta al terzo ed ultimo punto. Si suole parlare troppo genericamente e romanticamente di e eroismo :t, « esperienza eroica» e simili. E quando non si hanno tali assunzioni roman• tiche, nei tempi moderni sembrano restare .solo quelle mater.iali.stiche. come accade quando gli uomini che si ridestano e lot• tano sono considerati semplicemente come « materiale umano» "La 9uerJa -. di Gastone La Touche o quando l'eroismo dei combattenti lo $i misura solo alla stregua della Yiltoria come mezzo ad un fine, che è semplicemente incre• mento Jella potenza materiale ed economica e del territorio di un dato Stato. Entrando nell'ordine di considerazioni, che qui sono state accennate, bisogna capovolgere vedute del genere. Già come e prova del fuoco» di Ione primordiali della razza l'esperienza eroica, oltre al resto, è mezzo rispetto ad un fine essenzialmente spirituale e interiore. Ma ,,i è di ·più: l'esperienza eroica si differenzia nei suoj, risultati non solo a &econdadelle di"erse razze, ma altresì a seconda della misura in cui, in seno alla razza si è enucleata ed ha asr.unto il potere la « !!Uper-razza». Ai vari i gradi di questa differenziazione creativa corrispondono altrettanti modi di e9SefC eroe e altrettante forme di rin·eglio altra• \·en;o l'esperienza e,-oica. Sul piano più basso, son forze promiscue, essenzialmente vitali, istinti,,e e collettivistiche .che affiorano - si ha qualcosa dì simile al risveglio in grande dell'c: orda primordiale», con la solidarietà, l'unità di destino e di olocausto ad essa propria. Grado per grado, questa esperienza prevalentemente naturalistica si purifica, .si dignifica, &i rende luminosa: fino a giungere alla forma più alta, che corri.sponde alla concezione ariana della guerra come e lotta santa», e della villoria e del trionfo come un culmine, avente identico valore di quelli della santità e dell'iniziazione e, infine, de1la morte in campo come mar$ lrÌumphali.s, coine superamento non retlorico, ma effettivo, della morte. ,)-~ Avendo accennato a tutti questi punti in maniera sommaria ma, speriamolo, sufficientemente intelligibile, ci proponiamo di trattarli partitamente in alcuni scritti che faranno seguito al presente e che dunque considereranno specificamente le varietà del• l'esperienza eroica in funzione della rana e poi la visione della guerra propria, particolarmente, alla tradizione nordico-aria e ario~romana. J. EVOLA 17

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