lingue loro è però incerto; anzi alcuni glottologi son d'accordo nel reputare il Sicuio J1H:no dal L:gurc: noi ~uuno contrari a queste affermazioni ",(1 .tttcniamo a quanto abbiamo esposto, osscn•ando che I risultati raggiunii nell'interpretazione del Ligure 1i basano so1>ra tutto su iscrizioni lcponziachc. fortemente gallicizz.ah•, ciò che può avrr indotto gli s111dios-; a postularne fa differenza dal Sicuk>. l.ln altro problema non meno intcrcs-- santc ci offre il suffisso dt'sincnzialc ESCO, ASCO, che, secondo il Flcchia, nella toponomastica dell'Italia padana, si ripete oltre duCC('lltoc.inquanta volte, dilagando nell'Italia. centrale e mcridtonalc. GLI .ETRUSCJI I. Il fatto ci permette di passare all'irwcstigazionc di un quarto mis1crioso popolo, abitatore della penisola, giunto a grande 1,otcnza, verso il VII-VI ~colo a. C.: l'Etn,,co. Già il citato Dionisio (I, 26-30) lo rcpulÒ indigeno d'halia, cd affermò che gli Etruschi non cran Pclasgi, nè Lidi, non ai•endo la stessa lingua, nè gli stessi costumi. E.ssi si autochiamavano Rasc:n; da un loro capo ed i Romam li dicevano Etruschi: L'origine di qunt'uJ. timo nome ci pare essere umbra. Nelle ta- '~t ~:yi~o c~c 1:c i:;~~: 1 1 ;:;~t:~~~ con: tUkSKUM; ora secondo Erodoto (I, 94), gli Etruschi sbarcarono presso gli Umbri. venendo in Lidia, e gli Umbri dettero loro il nome &Uddet10.Nelle towole lkm•im,! più recenti, TVRSKUM è TV. SKUM, il che rivela chiara la genesi del suffisso SCO, riconducibile quindi non soltamo ai Siculoliguri, ma anche agli Umbri, ciò che: prova che qualcosa di oomune tra loro do,·ctte es;,tere. Ma gli Etruschi devono essere reputati indigeni secondo Dionisio, o immigrati se.tondo Erodoto? Le attuali corrc.nti sono decisamente fa- ,·orevoli alla ,·ersionc. di questo ultimo e basano le loro prcfcrcn~c sulla grande au. tor'ità del padre della storia e su critiche mosse a Dionisio con un certo vantaggio; la posizione: viene poi comolidata da indagini linguistiche cd iuchcok)g:ichc. Però si pos,ono notare alcuni faui discordanti: - Erodoto raccoglieva le tradi:r:ioni di cui l'ntrava in poSR!tSOsenza alcuna valutazione Kic.ntilica: al massimo si Knh·a dc.Ila ,·ersione più accrc.ditata; - le critiche mos9,e a Dionisio non in. tnusano i punti ,·itali delle SII(' asM'!r:r:ioVo1i etn.11c.hi trO't'Qlj in KO't'l danHi ni. ma ~hanto alcuni 1en1Ativì di dimostrazione. dc.Ila verità d'esse.; - le. indagini linguisriehc oon sono fi .. nora approdate a risultati soddisfacenti e forse non approderanno mai, fino alla sco. pcrta di un monumento bilin,:ue. J podt'- rosi studi del Corssc.n, falliti, dtl Martha, dello Skuts,ch e dello Hcrbig non hanno condotto ad altro se non a ripetere J'as. scrzione di Dionisio; di nessun altro J)O• polo la stt'ssa lingua. AUo stato presente delle ricerche, possiamo offrire due. liste d1 prove: l'una assegna !'.Etrusco a ceppo linguistico non italico (le ,·oci ATI CLAN PUIA SEC = matu, filius, uxor, filia, nemmeno lonta. namc.ntc riconducibili ai dialetti italici, il e genitivus genitivi> cd il dativo in SI non ritrovabili ncllt" grammaliche umbre e latine), l'altra riconosce qualche legarne (le desinenze femminili in A, IA, il genith·o in S. alcune forme verbali in CE. l'enc.litica C). · Nè sono da traKurarsi gli studi dc.I noSiro Trombetti, che ha rilevato una forte affinità dell'Etrusco con l'lnd~uropeo (specie per i nominativi in S, i suffissi 1>ersonali del ,•erbo, certe forme verbali in U e certi impcrath·i in TH), e con il Caucasico cd altre lingue dc.11',\siaminore. Nel proairno nWIM!ro: e ■ e ■ u•• ■eJITA1'-1' "L'Ethnle potalne" Bot109Ua tra Egi1ian.i • Sardi. P•la.19i • T1ucr1 Ma questo non basta J>tr giurare scn. z'altro -sulla 1)rovenienza lidia degli Etruschi: può darsi c.ht presso di essi si sicno mantenuti inalterati certi caratteri linguistici, che. tu1t'al più deporrebbero in fa. ,·ore della nostra tesi circa un'unità mediterranea. Nt: dimentichiamo fa sentenza del Blichelcr, finora il più asRnnato in materia, e.be è riuscito a dimostrare come la vicinanza. di due pc>SKnti tronchi lingtiistici. ccme l'Etrusco ~ il Latino, dtbba aver generato dei notc,•oli influssi reciproci, per conc.luderc infine per il carattere in- ~uropt0 dc.ll'Etrusco. Se poi c:i rivolgiamo alla tradia:ionc stts. sa Tirrena, uppiamo che IJl.1.i gli Etruschi raccontarono di c.1scr venuti da qualche altro luogo, quantunque l'emigrazione di un intero popolo per via marittima dovesse c.SRr tait da. tc.nu desta per lungo tempo la memoria di tanta imprrsa nella mente dei tardi ncpoti. Nc.s.sun canto epico, m:ssun::i.iscrizione, nessuna leggenda tipi. camente etrusca ci ricorda mc.nomamentc tale fano; anzi i Tusci stessi credevano in buona fc.dc. di essere indigeni d'Italia. Per dare quindi un'uaua interpretazione dell'etnologia mcdi1crranca, dobbiamo imaginare un grande canovaccio su cui, con lo 1tesso filo, si tessono diversi disegni: quindi. genesi uguale; ma divcr. geni.a. ndla localiz:r.uionc delle divtrse fa_ miglie di un'uqica stirpe. Potrei con minore materiale continuare ne.Ila citazione dei Sanniti, Bruzi, Lucani, Campani ccc., per dimostrare la loro id«"ntitl d'origine.. Mi basta però ooncludcr<', riauumcndo rapidamente i risultati ouc.nuti: a) contro ,le teorie ernologiche delle grandi invasioni nordiche. che avrebbero arrc.ca.to luce: di civiltà all'Italia., rivendichiamo l'originalità civile della penisola. dovuta a gente di rana mediterranea, diversa dalle stirpi camitosemiti<:he. b) contro una pluralità di rauc dovuta ai grandi spos1amc.nti migratori n. rificatisi in Italia, affermiamo un'unilà rauialc, cM si stc.ndc:n, oltrtt.M in Italia, dalla Spagna alla Libia, alle" Alpi, ai Carpazi. c) contro una divc.rsità di stirpi signorcggiatrki volta a volta d'Italia, ammettiamo una varietà di popoli etnicamente ricondn<:ibili alla raua su accennata. CLAUDIO CALOSSO 13
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