La Difesa della Razza - anno II - n. 24 - 20 ottobre 1939

1 colwi, di uomini di tutti I CXllibri. Le commissioni andavano e venivano; volumi o più tomi fiorivano do tutti gli angoli; dissertazioni elucubrate risonavano da un copo all'altro della Penisola; parole e parole a fiumi, nei COmiZl elettorali, in Parlamento, dalle cattedre. Mo il cpaggluaru• nessuno lo nmuovevo, e lo delusione dìlogava sempce più, e il 1orpore sfiduciato della Siciha 11 faceva sempre più grave. Si arrivò perhno o dim061rore che il latifondo costituisse qualcosa di fatalo, connesso alle condizioni fisiche e climatologiche della Sicilia: come dire, lo condanna m eterno al dolore delle popolazioni ogncole a1cihane. Si aggiunsero le d11famazioni più turpi, e in questo - bisogno riconoscerlo - brillarono soprattutto gli ebrei: come quel Lombroso. che spiegava « scientificamente » le esplÒSionì del disagio siciliano, attribuendole ad azione di miscuglio di rane. come se da oltre dteci secoli la miscela siahona fosse meno pura da quella delle altre regioni della Penisola; come quegli oJtri due - Sonnino e Francheth - i quali per guarire i mali della Sicilia presc:rivevano di escludere i Siciliani dall'amministrazione dell'Isola, diagnootioondo che « i siciliani di ogni classe ~ d'ogru oeto, meno eccezioni individuali, sono ugualmente incopoa d'intendere il concetto dt diritto nel modo medesimo che s'intendo in uno Stato del bpo moderno• Ma al popolo siciliano giunsero parole nuove e di ben altro genere, il S maggio dell' A. Il, dalla Torre Pisana di Palermo: « Conosco i molto antichi e per molto tempo inap-- pagati bitognil So quello che vi occone. Potrei numerare i paesi ed i comuni che non hanno strade, che non banno acqua: non ignoro la desolazione del latifondo, nè mi à aconosciuta la tragedia Ok\lra della solfara ». E il popolo tr ,(:. ~ r, ,-,·, . ' • ... I' ...::t, '· ' f' ~ i'-. "' \1., :r~, t{ ;\,~ÌÙ /:~li . "I . { .!- ,/ v-7- ~"'· ..,._ li· " / siciliano vide hnalmente riconosciuto 11suo competo: « Le energie dello Stato saranno d'ora innami con maggior.s intensità convogliate verso di voi. PERCHE" LA SICILlA RAPPRESENTA IL CENTRO GEOGRAFICO DELL' IMPERO ». (dlSCOJ'SOdel Duoe a Palermo il 29 ogosto XVI). E del suo massimo problema senll parlare come m01 aveva senlilo hno od allora, come non sperava nemmeno di potere sentirne p:::ulare. « n latifondo siciliano. quantunque oggi aia alato apogUato dei auoi reUquati feudali dalla poUtica fasciata, sarà Uqu.idato dal villaggio rurale, il giorno in cui il villaggio rurale avrà l'acqua e la etra da ». E vide fìnalmente dischiudersi davanb cn suoi occhi l'avvenire che avevo a lungo invidiato od altri popoli: e I contadini siciliani. come i contadini di tutte le parti del mondo, aaranno lieti di vivere sulla terra che eaai lavorano. Finirà la coltura ntenaiva, la vostra terra potrà nutrire il doppio della popola&ione che oggi conta. PERCHE" LA SICllJA DEVE DIVENTARE E DlVENTERA' UNA DELLE PIU' FERTILI CONTRADE DEI.LA TERRA •· Le corde allentales1. di colpo sono tornate a tendersi; l'anima della Sicilia è ritornato a pulsare potentemente col cuore dell'Uomo che l'ha compresa e abbracciata. Oggi l'esecuzione della grande opera. annunc.,oto e preparata, ha avuto m1z.io_ Esso ha posto preminente nel granchoeo movimento per la difesa e il potenziamento della Razza; perché ne fonde la compagine in un unico crogiuolo dalle Alpi al Lllibeo. ne saldo la coesione e ne vivifioa la solidarietà Di là dagli effetti economici e sociali, è nel suo riflesso e contenuto razziale che sì misura essenzialmente la redenzione della terra siciliana. \f~ !l I: < I A.TRJZZINO :. I Uno TI.a di pa ... IO

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