i:;ouono riempre lo boceo di termini mo• 1emo1ici e filosofi, i borghesi losciono dì miete1e. Eppure quello che dici è esatto. Una vero opera d'arte non rimane appieci- · eo1a alrortista. Però adesso devi sentire che ne penso Giovanni Savelli. Il nostro collaboratore. Gio•ai:uii Sa-.elli, ci a.crive da Roma: Consentimi di aggiungere qualche con• ,1dcrazione alla domando di Anlonio Col• tel:osi e alla rispoeta data dolio rivista, nell'ultimo Questionario, circa i miei 01ti• coli sugli zcriltori giudei. Che ~a si propongono questi articoli? Semi:;lictimente d'isolrue I nude( artistici i:;iù ,ignlhcativl di que,ti aerillori, per stabilire, dall'interno. un rapporto diretto <:0! loro mondo morale: cercando di mellere in luce come quest'or1e, anzi1uito e appunto nei suoi momenti positivi, si coll99hi intimamenle alla tipica, e cioè deteriore, spiri• tuolitò giudaica: e come, a sua volta, questa ,piritualitò condi:r:ioni I modi e, nettamente. la validità dell'espressione or1istico. Non saprei vedere metodo di ricerca più diretto o concreto e, consentimi di aggiun• gero, piò attuale: In quanto precisamente in quel suo tendere o una sintesi unitario della ~rsonalilò:, per scoprire l'opera d'arte nell"interiorità della dinamka, viene a situarsi al punto esattamente opposto delle tante variazioni, in definitiva retoriche, dell'eslelico pura. E non è escluso che un esame piò attento dello e Zibaldone> leopardiano. nella rigorosa sottigliezza di certe sue anahsi es1etiche, ollra, a riguardo di quanlo ho detto. le più signilìcative pez- %8-d/ appoggio. Che Coltellesi tacci un simile punto di vista di <ebraico>, sembra uno scherzo. Ma, evidentemenle, il buon lettore secm• bia comodamente !'anali.si per chinò cosa· come se si potesse giungere alla sintesi. e ·a risultali <:0nereli, 1en%0 lo la!i= ricerca. Cosi scrive Savelll. Hai sentito, caro Tucci. che dice Savelli? Che ne pensi? E tu Cohellesì, che ne pensi? Risi:;ondete voialtri. Rispondono tutti quelli che seguono tale questione. Gli seritli di noi tutti sono latti ançhe per essere discUS3i. E la questione JX)Sta do Savelli è di quelle che piò hanno dolo finora filo da torcere. Sollanto vi voglio dire che un tal Co.t<1ntino (questi maledet1i anonimi!) c: ha scritto da Torino, pigliandosela con Ghi-~ Oell1sola. Pi•tro Pio•c:rni. Vin~- ~o Mi«:0U. AndNa: Chili Batt•lli e Frcm.eo• aco V<1l•ntino, e dicendo che l'analisi spirituale provi ormai con esperimenti l'esistenza di Dio, l'immortalità ·dell'anima,. la legge dell'evoluzione, li fine della vita ecc. Ve lo dico solo per curic»ità, doto che di cerio non v091iamo fard teosofi anche noi, che non abbiamo nessun bisogno di esperì• mentore l'esistenza: di Dio. Michelangelo d ha lotto vedere il volto di Dio. Altro che prove. Ed è certo che lulte le analisi del mondo non ce l'avrebbero lotto vedere. Cerio che il volto dipinlo da Michelangelo soprattutto ferisce la nostro lantasia. Non nego che poua: anche dar da riflettere e analiuare. Ma qual'è l'elfetlo propriamen• te artistico; quella ferita o la rilleuiorl.e? La riflessione è di tutti. Quella ferita la pub 1icevere soltanto ehi ha fantasia. Chi dunque d deve parlare di Michelangelo, la fanlasia o la riflessione? Di Michelangelo. E dogli. ebrei? Feriacono la fantasia gli scrittori ebrei? O cl lann 0 solo riflelter,t? Ed essi steui sono feriti nella fantasia ed os:,erano con l'immagina:r:lone? E qual'è ff principio della loro immaginazione. la loro . lingua Insomma? Hanno do HCOli abbandonato l'uso popolare della loro lingua Qual'era il potere d'immaginazione dello 1010 lingua! Z: qual'è l'elfeuo di questo abbandono? Perchà sono tulla psicologia e che significa la psicologia portata nel1'01• te? Credo che noi dovremmo cercare il sen• so di tali questioni, per renderci conto del-· la letteratura ebraica. Dell"ebraico? Della borghese. E questo è un altro punto da studiare: perchè la letteratura borghese sia nè più nè meno dell'ebraica infarcita dì materia peico!09lca. Infarcita? E' \uUa aocietò e psicologia. Che ha do vedere con !'arie e la ~sia? Pensc:rte a Omero, alla Divina Commedia, al seeono Fausto. Questi sono punti cardinali. 1M»~ ~~~ Michele BellotU. da Ro.rna: Leggo, In una rivista d'agricoltura !'arti• colo di un ingegnere, il quale aveva soste• nuto sulla rivista e Domus :t una polemica per la meçcaniz:i:<nione della casa. Oro 11 rivolge olle ca.se dei contadini e propone seriamente di taylorinore (scusate la orribile parola) il lavoro dei muratori locali. I quali si servono in generale di pietre prese sul posto e di materiale locale e li odo.. perano secondo uno esperienza lrasmeuo di padre in figlio, piena di tulle quelle ac:- cortez:i:e anche economiche che solo una lunghlulma tradizione pub dare. Come erede questo ingegnere di potet$i sostituire ad essi e di oppl:ic<ue anche al loro lavoro cosi umano e co.sl naturolmen• te artistico qu991i stessi immani principH che si sono dimoettali In moltissimi casi natluabili anche nelle grandi officine, o çhe comunque trasformano l'uomo in una macchina? Anche dolio stesso punlo di vista economico, oltre il quale egli non sembra cono. sceme altri, i metodi da lui proposll non potrebbero essere che disastrosi, Si allidi egl! dunque al buon senso ed allo insostituibile sapiento d&i nostri artigiani. senza la cui opero la ca.sa diverrebbe insoppor• labile oltre che veramente irrazionale o l'aspetto ~\ poetico delle nostre campagne verrebbe alterato ìn modo troppo dolot030. Del resto il taylorismo come dice il nome non è che la CNKJ%ionedell'ebreo americono Taylor. Ma a questo punto una domanda sorge come dit si vuole, spontanea; perchè le riviste italiane professano queste idee? ~~oe, Giu.Hppe Lura,;ibi, da Roma: Sfogliando la rivisla Le Arti, che nel• lo presentazione del primo numero annunciava di avere per iscopo la reslourozione del rispetto della tradizione italiana, ho constatato con meraviglia che uno dei due In• caricati per la porte artistica è l'architetto Pagano-Pogatschni9. Se non erro eg-li è il direttore di e Cosa Bella :t, ed è ancora 09gi una dei più tenaci so11enttori di quel ra• zionalismo intema-zionall,lico ed ebraico che il te9ime ha condannato. . Il Pagano ha recentemente ordinata con gli stés.si criteri ebraici ed intemazionalistici nientemeno che la•moslta di Leonardo do Vinci a Milano. su.seUando il dolot0$0 stupore di 1ulle le persone di gusto veramente ltoHone che hanno visitato quella. mostra. In essa Leonardo da Vinci ero pte• sentato. nello stesso ambienle e con gli sleasi modi <:0n CUi sarebbe presentata una mostra di cartelloni cinematografia o di novità per signora o di profumerie e via dicendo. Mai come in quella occasione ~i era sentita la distru:tlone profonda operata dalla noslra borghesia. con la sua mentalità ebraica, e con l'inc:oseien%a che dovremmo dire delittuosa per i piò. alti va• lori della nostra rot:r:a. Contiamo che un attentato simile non pos.sa eu&re in av. venire ph'.) commesso. e che il Pagano.. Pogalschnig ed i suoi sorpa.ssOli principi non possano più .. rvife o dare impronta a <:OSO italiane. 'J1, ~CM«u,o. Il Giovane Fa.scisto Fau,.10 Falà. ci senve da Ancona: E' lo borghesia che oggi deve preoccupare chiunque abbia cuore d1 vero italiano e c:o&cienza di vero fascista La borghesia è una carie che rode o con• sumo le rodici della Nazione e bisogna estirparla. Sembra che riviste e quotidiani abbiano messo da parte questo problema ir.nogabilmente di primo importan:r:a a!- l'intemo ma sopraltuHo per il noslro pre• stigio. - r· impossibile che Voi riusciate da scii a qualche risultato. Che cosa si aspetta per dare unanimemente battaglia aperta alla borghesia? L'Italia ha bisogno di essere 1borghesl%- %ala, mollissimi italiani debbono essere sborgfi&sizzoli aJ midollo delle osso. Ed lo credo sia l'ora di cominciare. Anfmo· dunque, oamerati lasci.stil E sia la voce dei giovani la diana. Via! con la forza irrefre• nobile della noslra deciso volontà di fo. a.cisti a seguire le direttive indicate dal Du"' E ~on siano minimi risultati che ci fermino. Sono le Idee delle masse che debbono assero sradicate e rinnovale; bisogna aprire oli occhi di molti ciechi. E' assolutamente necessario distruggere le idee di tulli cotesti eslerclili, dinoccolati imbecilli lieii di agire alla maniero di mouiù. · E' ormai tempo cai;neroti di farla finita con tutti i lor0 aeettidsmi. Cominci unanime tutta la stampo italiana. quindi il cinema. che acquisterò un ccronare veromenle n<nionale, eppoi moatro e conferenze adeguate a cittadini dì 09ni cotegoria. Si comind anch~ nei G.U.F. a svolgere plò. intensa pl'opaganda, $!. agi• sca con decisione. E perchè non organiz- :r:are mostre, cinema <:0nferente, vere e proprie settimane Clntiborghesi? Avar.tl dunque. ~agi;,~ Mario Caporilli, da Varinella di Arquala Scrivia: Sono un genovese, tuo assiduo lettore. Vorrei chiederli una cosa: che v'è di più giudaico se non lo scrivere anonimi? E' lo~• se concepibile che un fascista, che si p:-clessa tale. che si ritiene un • difensore della nostra r<UZO>, che abol'Te tutto cib che abbia una Impronta giudaica conlinui a scrivere senta avere Il coroggio di dichia- ,.rorsi? Se lo lo per paura è un'anima •ilo, se lo la per vergogna è un pecorone! Non ~ta. corto qu_esll I compioni della noetro Gli appartenenti a questa categoria vanno aggiunti senza indugio a coloro che e vivono dietro le persiane> nell'ombra sen-
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