La Difesa della Razza - anno II - n. 23 - 5 ottobre 1939

qnestiona1·io lla42a,e,~ Ugo Tucci et ho scrillo do. Terni Sono un 18delo lettore della fùv1s1a. • ne MIQUO aniduamenle luth I numeri. i.ntere ... ,endomi m partu:olare del Oueationario. E proprio nel Ouealionano del n. 21, sono 111110!0 e: Poesia e metodo>, ho letto alcune èomanct. nvolt.-.1 da Aldo Coraini sulla q_u.;..• one del genio • sul m.i<>do da M9w:11 nella cntic:a. 1b cercato Invano nella voatro 111p:>1ta la 1oluiione e la 1piega:r.ione precisa di qt;elle domande per eui, mentre vi prego d1 1omare sull'argomento, .,.olgendolo pù amp!amonte. mi ~rmetterà di lare alcun. ouervc.z10ni. · L'opera d'ano, u • tale, una volla crealo, • un"unll<ll SIOCCQIOdall'a.rtilla, o meglio. dall'\òOGlO, • nel proc.dere aJla a1tìc:a. • .olo N.IQ CM dobbiamo con,.lderare, lasciando da parte la persona che rha creata ed altri elementi estranei I quali non possono che tot.ore li noatt'O 9lud1110 estetlC'O e et quali bbog:na ricorrere 10Uanto per lo :nigliore co:nprelWOl'le d.l punii OKW1 • oelle allegorie. Perdò. quel metodo cnlicq, che antepone l'artefice all'opera d'Oite, 6 lalso e atbl• trono. Sc- - come •ot dite - e intende~ d'Clfle 6 qunbone di natura. non di rogioDamento>, perchè di Ironie a un"opera compiuta dobbiamo iermard o ragionare e .o ricercore lo e pet10na fisica> dello scrittore, stronoando o•e ti aua albero 9enealo01co non a.a In r,-gola? E alloro perch• didamo di combattere lo sloricismo? E che cc.a • che voi chiamate storicismo? La queslione è abbaalam:a complico1a' e non lo si puà rUoh·ere in qualtro e quot- • .i otk,, co., un eof1s.mao con un'affermOZJOne dogtna11ca. che k2 IOQ"li In due, come il nodo gordiano. Per considerare l'orlo dal punlo di vlslo ranlale e mi•urore la potenra creotne. di que•lo o di q!.MI popolo, bt.ogna prima leggere Nnza pregiudit.i l'opera che d prc> poniamo d1 giudicare; qulndi, •tabihtone sinc.ramente il valore. esaminarla alla lu~ di colui che l'ha creata. Sc:oç.nremo negli scrittori di una mede.Ima rana caratteristiche ♦d elementi comuni che ricono.c:.remo propri della rana steaaa • •edremo che, mentre taluna è •t• :ile, talaltra è lfl<:Onda di geni Ma non potremo mai parlare di e genio anano • come di e genio -♦mlta • perchè li nome annulla roggelliTO. co.l come l'og~ttivo dlslruogorebbe li nome ~e,cu.U«,ia, Caro Tucd, poaicuno parlare di geft.o claulco, ma non di genio Mmila per la ragione che claulco • soltanto cléiuico è le: clvìltè!r le altre, 11,9mltao amerieana, per .aemJ)lo, le po.aiamo chiamare ci'l'iliucz.loni, le poasiamo chiamare cultura; non le poulama chiamare c:tTfltè:11.E per la ragione che la dvlltà 6 formata dalle opere, è dota dalla poesia e dall'arte, dal potere anche poUIJco d'imm09;noz.lone. oom'è di Roma; ma non 6 dola dal modo CD eu-ere • pensare. d1 es.sere In aocietà • hloeolaro, che è il modo proprio di tutto te d.cadenze, dt tulli a04 i popoh decaduti o di quelli naù, · non lmmoginolln, ma rifleNivl perd6 de· cid.nb, noti cioè Tecchi. ' L'Europa non ho creato civiltà, petche non è londalo 1ull'imma9inaz:lone di Danl• o Shak:Hpea:re o Goethe. PONiamo due che non forma una dTlltà, pe1chà non è una na:uone, come l'omerio:r., lolla dalllmm09i• nazione della lingua dì Omero come la romana, lana dalrlmmag1nazlone' della lln9ua di Enmo, che Ieee parlare • operare romano tutb i popola. Perch* l~mma non p:llla una hnguo .ola. Lo qual cosa non bmta a formare ci't'tllò. M non si t?atla d1 lingua d'immagina:uone. Tutti potremmo imparare la ruz:lonalissima lingua lranc.u, 1vtd parlarla. e continuare ad essere niente a!tro che unçi cullura, una c1Tiliucu:1one Tutti potammo Imparare una lin9ua OIII· fidale e c:onvenz:lonale, oome per nemplo l'♦tperanto, • coel estender• all'infinito I eonhnl del popola K'immia.. Ma per creare una civiltà ci Tuole una langua oapac.-. da larU al tempo ,tesso parlare • opetOle Una llnç,ua che non sia stNmento. ma trullo del potere d'immaginare o lare, perchè !m• m09ln0Ie e lare .ano la steua laoollò. Jm. mog1nazione e a.azione ...a :t,teao- in una bn9uo. come qu.sla. n.s1♦de 1I potere di dire • lare Una hn9ua come l'omeflco • Il principio di tulle le opere greche, Una hr.gua poetico lnaomma, che lensca la lantaaaa e sia volgare, c:apac. perab eh on:hnare al mondo a uno, c:ome cL.ee Dante. • , come 1·ordmarono la pnma Tolta l'omenca. la seconda la lingua del Lo:uo Oueslo potere d'lmmaç,inare • lare è ciò che chla• :::~•~i~;,»:U:•i~~i°.x:i:; dì gen10 soltanlO della a'rilt6 classico, la omerico, la romana, l'italiano. Noi saa1DO la sola nazione da..ica. La sola c1Y1ltò cianico. Siamo natJ do un poema E I \m. 1!10Q1lnaz1on. dontMOO li Tede U1 IUlto IJ Ranmcunento. non ad bn1lOZJon♦ dt Dante. ma perch6 11 Rtnascimenlo ha la 1t♦HO sorçiente del volç,are dantesco. Noi soll :t,iamo dauld, perchè parliamo ancora li volgOie latino, J)♦1' quanto d •lamo potuli 1mbastarchr•. Perd6 la dtlesa deUa rana è la dile10 del genio della nostra rouo, del lUO potere di lmmO(Jmare • lare. Difesa dagli estranei, difesa dalle eia.si, che Il• rano al riileNIYo_ Difeso d•lla raua • ln Italia dtl..a del popolo. .olo autore del To\var•. nra Ionie del no.bo genio. DalffCI? Potenz:iamento del popolo. Questo • l'unico modo con cui l'Italia riJ)lende Il ,uo poelo. Tutte quHle CON, coro Tucd, le abbiamo dette, Come mal tu che Ci -♦9ui. ci oostnngl a npeterle? Abbiamo dello çhe la lon:a della ncriione Italiana • volgare, come lu plebea, tutta plebea, la tona di Roma Abbiamo detlo che • auec..10, dopo Il RI• na.clmento, alla na.tcita delle linç,ue • delle ncuioni • delle letteralure moderne Perchè umon-1ma • commerdo. Lutero e rivoluzione abbiano cercalo 01 cambiare li punto di vista di Roma. Ouale :t,io lutto l'impresa di que,to selta giudaico. eh. chiamiamo bal';™N1a. E tu Ci nc:onduc, u patlar. del gemo? Siamo ancora a que,10? Dobbiamo andar• avanti. Entrare nel vivo e p,eMnte. Hai però pienamente rog1one CD considerare 099ettivamente l'opera d arte. Clb vuol• la noslra eduau:lone dan1co. non vuol• l'esletlco L'educoz:lone? Lo vuol♦ la n,oetra natura cianico, cab che chiamiamo 1mma91na:done. Eppur♦ tu parli di g1udino est•• neo Che te ne lai? O cpud1z:.oNlehco .. ,.... a hlosolare sull'arte. E" buono per quelh che non hanno nalura, • vogliono occupa11I d1 eib che non sanno lare Ouondo vuoi leggere uno poe1.1a, lotti aacoltOie da un buon falegname, da un Jemno, da uno che IQ'J)plO kue qualche C0$0, T1 sarò più uhi• di qual,icui profe,sore d'e11et1co E poi, non vedi rom• slamo onda1i ovanti, tutti vanno comprendendo la sollo dell'ldecli1mo, dello slonasmo. della d1aletbCC. cominciando da te. Vo0llamo dunque conunuare a parlare dt Nletico? Cam1ncio.C10 a chiamarla arte poetica e a ritrovarne le hla. E N proprio vuot hloeolare, ubbriacah d1 vmo buono. leggi la poetica di Aristolile • maç,arj quello del nostro Gravina Ed ora debbo conii• nua:r-., ma devi perdonare. Tu dio che l'opera d arte 1110un'unl1ò 11accata dall'artl•ta Non Mnll che i brutto, che non i un modo comune e cria11ano di parlare. Losc.a che dicano unità I cretini ia1ru111 Ou<mdc Il

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