La Difesa della Razza - anno II - n. 23 - 5 ottobre 1939

ne, adottò il )UO mcto<lo per le ricerche che s'era proposte. Pcrsistc,-a, intanto, nella :.ua tin1,O1le nei riguardi dc1 cristianesimo. Per accreditarla meglio cambiò il suo nome da Baruch in Benedetto, e fre<111entòle persone llill illuminate delle ,•arie comunioni cristiane. I rabbini che, scnu stimarlo, a,·c,•ano molta opinione del suo sapere, temendo che la prnunta conversione diminuisse il loro credito, gli f«:ero una offerta di mille fiorini, 1,crch~ ,•olcssc riaccostarsi alla Si11agoga. Egli preSc un'aria rigidamcme in. corru11ib1lc, e rifiutò ogni loro offerta. Sfuggito aU'attcntato di un uomo incaricato di pugnalarlo. si rifugiò in una casa <li campagna, nei dimorn, della città, o,'-- si mise a ,•i\'crc fabbricando delle lenti Qu, lo rau.unsc la scomunica maggiore, che intanto i rabbini gli a,·evano decretata. .\llora andò a stabilirsi a Rhcinsbourg, nelle vicinanze di Leida: dove, per la grande impressione che avc\"ano fatto sulle menti le opere di Cartesio, e saputos, che Spinoza ne a,·e,·a una pi-ofonda COl105CCnz.a, fu richiesto da molti di dame una spitpzaouc. '.\la i suoi discorsi vclati, in cui alternava appositamente le allusioni e le tiser- \'C, non fecero che confondere la discus. sionc anzichè chiarirla. ,\ndò poi a stabilirsi all'Aja, ,·i,·cndo,1 ritiratissimo e con la più stretta economia, mo:.1n1ndosi di rado III pubblico. non rice- \ endo 111 casa cht' un piccolo numero d0am1ci e p:i,,s.,ndo tuttojl tl"mpo a l!,J~t:rc la 81bbia, a fabbricare i suoi ,•etr1, e a ri• spondere a persone, J)l"r k) più scoooK.iute, che gli proponc,·ano quesiti 61osotici. Sonc cosi miti costumi però cova,•a ostih d•~· gn, contro le antiche crtdcnzt. Lu·ora,a intorno a uu e Trattato teologico politico», cht do,·e,·a liberare gli uomini da oi,:-1,i autorità, per disporli a subire qudla della sua donrina. In esso facc,·a un nuo,o uamc dtlla B1bb1a, ptr SO\'\'ertire le b,u1, della Ri\'e-lationc. Esponeva I suoi dubbi ,ul\'autemicità dei libri s.1.nu, sulla mh~i(lne di :O.Josè, sulla missione dei 11rofeu, :.ulla pos. ~ibilità dei miracoli. Vi afferma,a che e la rchgt0nt oon è obbhgatori..1, iC' non m <1uanto piace ai sovr:u11; e di fauo wlo \k!r c::.si rcgua Dio sulla terra•· Vi ncgrna qualsias, legge morale superiore ai re: e. ntllo )teuo temi)(). ch1ede,-.a la massima libertà d'opuuont: e di propaganda per 1 filosoh, che secondo 1111 non urcbbc:ro :nate nocive, nè alla religione nè :\Ilo Stau. Insomma i principii più contraddittori, non M:f\l\ano che a d1ss1mulare un 1>ro~ fondo ,·<"kno. In questa forma, la sua dot. ·rind runa~ ind1,turba.ta, <", ,, può dire, .iddirittura gradita; anzi, proprio 1icr essa l'Elcuorc di Sassonia gli offrì persino, un.t caucdra di filosofia ad E.iddlK'r• p. Egli non raccettò, adducendo 11•)Wt'tcsto che l'inxgnamcnto sard~ stato un ostacolo a1 11ropri stud11, ma anch<"d1ch1arando p1i'1 sotto, 11 ,•uo moti\'O del ritiuto: e D0ahronde • aggnmgcva e ,·of 11011 1111 sc- ~nate i hm1ti entro cui do\'rÒ circoscrn·ere 1 miei ~ntnuenti. per non urtart la reliiK>ne del p.aese •· '.\la l'overa 111cu, mcue a nu<ln la sua inten.z1onc distrutti,•a è. 80pratulto l'Euca. :'\on sono nuo,•c le idl·t: am:i coincidono con quelle degli antichi <t1s1cm1,ne, quali Dio era considerato eausa soltanto costituente ddla natura. Egli :.IHSO non nasconde la sua profonda simpatia \>Cr il sistema 'di Zenone. dal quale, t\'idcntcmente era attratto, 1>eruna inconlla\JC\'Ole affinità d1 razz.a. Perciò non nde, ntlla na. tura, che gh accidenti d'una so:.tanra um- ,·<"rsale, mt,mamente legati con eua. Il pensiero e l'estensione, lo spirito e la ma. 1eria. il finito e rinfini10, il mo1Oe la quiet<', il l>enc ed il male, le causa e gli effetti, ciò che vi è di più opposto e di più mcomp.atibile m tisica e 111 m~tatisica. wno gh attrihuti di tale sostanza unica, la c1ualc non la\'ora che sopra se stessa. Così 11 dio di Spinoia non è che la forza produm,·a della natura che. senza ,·olontà e senza libtttà, sent'ordme e senza soopo, prepan,, colla distruzione degli es.stri vi- ,·enti, la uasci1a di quelli che debhono succedere. E' logico che, con questi principii, la sua morale non si fondi su altro che sulh forza e sull'utilità. Pcr~iò egli conchiude che la ,·irtù coincide con queste; e che, essendo la ,•irtù il nla.ssuno ~n~ che esme nel mondo, cd essendo perciò gli uomini tenuti a rk:trcarlo, <:iò non significa se l)On che essi debbano ricercare una tale pocenza, che pcrmeua di adoperarla per il proprio nntaggio. G. DELL"ISOLA

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